Recensione
The Promised Neverland 2
5.5/10
Attenzione: la recensione contiene spoiler
- Ma è completamente diverso dal manga!
- La seconda stagione non si può guardare, hanno modificato alcune scene, il finale, non si capisce nulla.
Basta. Valutiamo la stagione di “The Promised Neverland 2” per quella che è, supponendo la non presenza di un manga. A differenza della prima stagione, in cui ero indecisa tra un voto alto e uno altrettanto positivo, in questo caso il livello si è abbassato parecchio, bisogna ammetterlo, e con esso anche la mia valutazione, che merita una sufficienza ma scarsa, per quanto mi riguarda.
Da dove iniziare? Io direi di partire da dove ci eravamo lasciati: Emma, in compagnia di Ray, Gilda, Don e gli altri bambini sono finalmente riusciti a fuggire dalla fattoria e da Isabella, lasciandovi però il piccolo Phil e gli altri ragazzi e ragazze sotto i quattro anni. Fino alla seconda puntata lo scopo sarebbe stato quello di preparare un piano nuovo per andare a recuperarli, poi improvvisamente l’attenzione si sposta tutta su cosa di preciso non saprei, arrivando di colpo alla decima, se non undicesima puntata in cui, grazie alla radiotrasmittente i nostri protagonisti tornano sulla Terra e realizzano che sarebbe anche ora di pensare a quei poveri orfanelli abbandonati... senza contare che è una trappola, loro ne sono più che consapevoli, ma cosa fanno? Beh, ma ci vanno lo stesso, mi pare ovvio, dai!
A coloro che non hanno desiderio di leggere il manga consiglio comunque di vederla, perché rimane pressoché piacevole, dal momento che va sempre tutto bene, a differenza della prima stagione, con intriganti colpi di scena; ma quindi perché 5,5?
Beh, intanto quello che era alla base della prima serie, suspense, ansia, complotti, qui scompare tutto. Nella prima stagione mi prendevo dei traumi, delle sincopi, mentre qui ogni singola volta ripetevo: “Tanto riescono a fuggire... strano, non muore nessuno”. Non che desiderassi qualche perdita, ma è incredibile pensare che siano passati in totale dalla prima stagione forse (e dico forse) quasi due anni e non sia morto nessuno dei bambini, neanche uno tra quelli fuggitivi. L’unica morte l’abbiamo lasciata alla prima puntata della scorsa stagione con Connie... ah, e poi ci sarebbe anche il fratello di Minerva, il quale, del tutto insoddisfatto della vita trascorsa e giusto per lanciare un altro messaggio positivo, pensa bene di suicidarsi di fronte a tutti i bambini (spoiler: nessuno se ne preoccupa, ma okay).
Una componente che tutti non possono fare a meno di notare è la questione del tempo. Se passino dei giorni, delle settimane o dei mesi penso lo sappia solo William Minerva che, tra l’altro, è ormai all’altro mondo, ma che come un orologio svizzero fa suonare il telefono proprio nel momento in cui Emma e gli altri aprono una porta misteriosa. Dopo essere stati trovati (non si sa come) all’interno del nascondiglio preparato dal divino scrittore ed essere riusciti a scappare (non si sa come), risulta pazzesco il passaggio dalla quarta alla quinta puntata in cui, per quanto sentito da dei demoni plebei, sarebbero trascorsi dai sei mesi a un anno: tutti sono leggermente cresciuti, Anna ha una ricrescita di capelli allucinante che, a differenza di Gilda ed Emma, è alquanto imbarazzante. Ah, e a crescere non sono solamente le chiome, bensì anche le orecchie, come quello mozzato di Ray, ma queste sono sottigliezze...
Incredibile come impieghino settimane ad attraversare la sponda di un fiume, ma poi, per andare a recuperare gente che potrebbe essere benissimo dall’altra parte del mondo, tornare al villaggio in fiamme, preparare il piano della vita per salvare quasi cinquanta bambini e dirigersi nel mondo umano, che comporta anche la realizzazione di mongolfiere, esplosivi e altro ancora. Il tutto accade nel giro di forse (e dico forse) uno o due minuti, mentre i restanti venti della puntata sono dedicati a scene toccanti, le attività all’interno di 40 metri quadrati, il rosso che suona al piano, musiche commoventi, tutto molto bello, insomma.
Ma le stranezze mica finiscono qui: io non ho ancora capito dove sia andata la ex nonna, la quale sosteneva che avrebbe fatto presto ritorno dai bambini, ma forse mi sono persa qualcosa...
Assistiamo a persone che svengono di colpo (quanto mi fa scassare questa cosa, ve lo giuro!), altri che ricompaiono come per magia, Norman che, ah, sì, è vivo, ora lo chiamano boss, dio, salvatore della patria o come vi pare, che c’ha gli sbalzi di umore peggio di Isabella, a quanto pare è un bimbo prodigio che ha provocato un incendio (giustamente il piano ha funzionato una volta, perché cambiarlo, no?!) ed è riuscito a trovare degli alleati attraverso dei biglietti scambiatisi all’interno di un cubo di Rubik 7x7, mentre nella scorsa stagione stava per crepare con uno schiocco di dita. Tuttavia, giusto per farci empatizzare un po’ con i demoni, ecco che ritorna Emma e il suo senso del dovere, decisa a salvare tutti ancora una volta, persino la mamma che le aveva rotto una gamba, al contrario degli altri, intenzionati prima a ridurre in cenere ogni cosa e un secondo dopo li ritroviamo a piangere, consapevoli di star agendo nel modo scorretto solo perché la protagonista ha porto loro la mano o fatto dei discorsi alla Naruto Uzumaki - È sbagliato essere malvagi! Perché si, all’interno di undici puntate, i cattivi sembrano spuntare come delle margheritine, ma alla fine, inspiegabilmente, il nemico si riduce a uno, che però, come già detto, si toglie la vita da solo.
Durante la seconda stagione mi ha alquanto infastidito la volontà di Norman di voler fregare Emma e Ray con bugie, piani malvagi che non sono più venuti fuori, una malattia che sembrava lo stesse per ammazzare da un momento all’altro, ma che guarisce dal nulla. Tra l’altro, c’è da dire che, se la scorsa generazione di bambini era esageratamente intelligente, quella nuova, a eccezione di Phil, è fin troppo stupida: questi bambini non solo non trovano strano che li abbiano chiamati tutti insieme, ma al segnale di Emma iniziano tutti, e dico proprio tutti, a correre, accettando impassibili ogni cosa che viene detta loro.
Mi ha fatto fin troppo ridere, e qui chiudo, il twist in cui Isabella passa magicamente dalla parte dei buoni, e, quando le chiedono il motivo, si limita a dire: Semplicemente mi sono scocciata del modo di fare della fattoria. Cioè, ora ti saresti scioccata? No, spiegami.
E con questo, addio.
- Ma è completamente diverso dal manga!
- La seconda stagione non si può guardare, hanno modificato alcune scene, il finale, non si capisce nulla.
Basta. Valutiamo la stagione di “The Promised Neverland 2” per quella che è, supponendo la non presenza di un manga. A differenza della prima stagione, in cui ero indecisa tra un voto alto e uno altrettanto positivo, in questo caso il livello si è abbassato parecchio, bisogna ammetterlo, e con esso anche la mia valutazione, che merita una sufficienza ma scarsa, per quanto mi riguarda.
Da dove iniziare? Io direi di partire da dove ci eravamo lasciati: Emma, in compagnia di Ray, Gilda, Don e gli altri bambini sono finalmente riusciti a fuggire dalla fattoria e da Isabella, lasciandovi però il piccolo Phil e gli altri ragazzi e ragazze sotto i quattro anni. Fino alla seconda puntata lo scopo sarebbe stato quello di preparare un piano nuovo per andare a recuperarli, poi improvvisamente l’attenzione si sposta tutta su cosa di preciso non saprei, arrivando di colpo alla decima, se non undicesima puntata in cui, grazie alla radiotrasmittente i nostri protagonisti tornano sulla Terra e realizzano che sarebbe anche ora di pensare a quei poveri orfanelli abbandonati... senza contare che è una trappola, loro ne sono più che consapevoli, ma cosa fanno? Beh, ma ci vanno lo stesso, mi pare ovvio, dai!
A coloro che non hanno desiderio di leggere il manga consiglio comunque di vederla, perché rimane pressoché piacevole, dal momento che va sempre tutto bene, a differenza della prima stagione, con intriganti colpi di scena; ma quindi perché 5,5?
Beh, intanto quello che era alla base della prima serie, suspense, ansia, complotti, qui scompare tutto. Nella prima stagione mi prendevo dei traumi, delle sincopi, mentre qui ogni singola volta ripetevo: “Tanto riescono a fuggire... strano, non muore nessuno”. Non che desiderassi qualche perdita, ma è incredibile pensare che siano passati in totale dalla prima stagione forse (e dico forse) quasi due anni e non sia morto nessuno dei bambini, neanche uno tra quelli fuggitivi. L’unica morte l’abbiamo lasciata alla prima puntata della scorsa stagione con Connie... ah, e poi ci sarebbe anche il fratello di Minerva, il quale, del tutto insoddisfatto della vita trascorsa e giusto per lanciare un altro messaggio positivo, pensa bene di suicidarsi di fronte a tutti i bambini (spoiler: nessuno se ne preoccupa, ma okay).
Una componente che tutti non possono fare a meno di notare è la questione del tempo. Se passino dei giorni, delle settimane o dei mesi penso lo sappia solo William Minerva che, tra l’altro, è ormai all’altro mondo, ma che come un orologio svizzero fa suonare il telefono proprio nel momento in cui Emma e gli altri aprono una porta misteriosa. Dopo essere stati trovati (non si sa come) all’interno del nascondiglio preparato dal divino scrittore ed essere riusciti a scappare (non si sa come), risulta pazzesco il passaggio dalla quarta alla quinta puntata in cui, per quanto sentito da dei demoni plebei, sarebbero trascorsi dai sei mesi a un anno: tutti sono leggermente cresciuti, Anna ha una ricrescita di capelli allucinante che, a differenza di Gilda ed Emma, è alquanto imbarazzante. Ah, e a crescere non sono solamente le chiome, bensì anche le orecchie, come quello mozzato di Ray, ma queste sono sottigliezze...
Incredibile come impieghino settimane ad attraversare la sponda di un fiume, ma poi, per andare a recuperare gente che potrebbe essere benissimo dall’altra parte del mondo, tornare al villaggio in fiamme, preparare il piano della vita per salvare quasi cinquanta bambini e dirigersi nel mondo umano, che comporta anche la realizzazione di mongolfiere, esplosivi e altro ancora. Il tutto accade nel giro di forse (e dico forse) uno o due minuti, mentre i restanti venti della puntata sono dedicati a scene toccanti, le attività all’interno di 40 metri quadrati, il rosso che suona al piano, musiche commoventi, tutto molto bello, insomma.
Ma le stranezze mica finiscono qui: io non ho ancora capito dove sia andata la ex nonna, la quale sosteneva che avrebbe fatto presto ritorno dai bambini, ma forse mi sono persa qualcosa...
Assistiamo a persone che svengono di colpo (quanto mi fa scassare questa cosa, ve lo giuro!), altri che ricompaiono come per magia, Norman che, ah, sì, è vivo, ora lo chiamano boss, dio, salvatore della patria o come vi pare, che c’ha gli sbalzi di umore peggio di Isabella, a quanto pare è un bimbo prodigio che ha provocato un incendio (giustamente il piano ha funzionato una volta, perché cambiarlo, no?!) ed è riuscito a trovare degli alleati attraverso dei biglietti scambiatisi all’interno di un cubo di Rubik 7x7, mentre nella scorsa stagione stava per crepare con uno schiocco di dita. Tuttavia, giusto per farci empatizzare un po’ con i demoni, ecco che ritorna Emma e il suo senso del dovere, decisa a salvare tutti ancora una volta, persino la mamma che le aveva rotto una gamba, al contrario degli altri, intenzionati prima a ridurre in cenere ogni cosa e un secondo dopo li ritroviamo a piangere, consapevoli di star agendo nel modo scorretto solo perché la protagonista ha porto loro la mano o fatto dei discorsi alla Naruto Uzumaki - È sbagliato essere malvagi! Perché si, all’interno di undici puntate, i cattivi sembrano spuntare come delle margheritine, ma alla fine, inspiegabilmente, il nemico si riduce a uno, che però, come già detto, si toglie la vita da solo.
Durante la seconda stagione mi ha alquanto infastidito la volontà di Norman di voler fregare Emma e Ray con bugie, piani malvagi che non sono più venuti fuori, una malattia che sembrava lo stesse per ammazzare da un momento all’altro, ma che guarisce dal nulla. Tra l’altro, c’è da dire che, se la scorsa generazione di bambini era esageratamente intelligente, quella nuova, a eccezione di Phil, è fin troppo stupida: questi bambini non solo non trovano strano che li abbiano chiamati tutti insieme, ma al segnale di Emma iniziano tutti, e dico proprio tutti, a correre, accettando impassibili ogni cosa che viene detta loro.
Mi ha fatto fin troppo ridere, e qui chiudo, il twist in cui Isabella passa magicamente dalla parte dei buoni, e, quando le chiedono il motivo, si limita a dire: Semplicemente mi sono scocciata del modo di fare della fattoria. Cioè, ora ti saresti scioccata? No, spiegami.
E con questo, addio.