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Nell’immaginario comune gli angeli sono personaggi aggraziati e leggiadri, assennati e sapienti, mentre i diavoli sono brutti, ombrosi, malvagi e disonesti. Le lotte tra bene e male si pensano sempre furiose e cruente; battaglie portate avanti dagli angeli per ripristinare l’ordine delle cose voluto da Dio, sconvolto dai malevoli piani del Diavolo.
Ma se vi dicessi che le protagoniste di Eniale & Dewiela, rispettivamente angelo e demone, sono due amiche/nemiche amanti della moda, dello shopping e del make up? Quali saranno le epiche motivazioni che daranno vita alle loro cruente e/o maldestre battaglie?

“Questa è la tua fine. Oggi sarà il tuo ultimo giorno di vita, Dewiela”

L’altisonante dichiarazione di guerra pronunciata dalla graziosa e angelica Eniale è la prima frase che leggiamo aprendo il primo volume e ci trascina immediatamente nel vivo di una battaglia tra le forze del bene e quelle del male, schierate l’una di fronte all'altra per rivendicare la proprietà di un’angelica matita per gli occhi. Nel caos totale che la lotta genera, si percepisce il gemito di un neonato abbandonato su una panchina di un parco pubblico distrutto nel corso dell’epico conflitto. Mettendo momentaneamente da parte i loro dissapori le due entità soprannaturali si alleano per ritrovare la madre del bambino. I metodi adottati per la ricerca di questo sventurato genitore sono tutto fuorché ortodossi: volantini con un ritratto del neonato che sembra più che altro un manifesto per un sabba, annunci radiofonici capaci di insinuarsi persino nelle linee militari e infine un cane gigante. Tutto questo genera un paradossale coinvolgimento di esperti esorcisti e forze militari che al limite dell’assurdo cercheranno di ripristinare l’ordine delle cose. Chissà se alla fine la madre si farà viva o fuggirà terrorizzata.

La lettura si alterna tra capitoli completamente disarmanti, senza continuità e totalmente paradossali, come "Parigi, lo shopping e l’esorcista", che si sviluppa tra le vie della moda di Parigi, o quello dedicato alla terme, o ancora il capitolo che le vede coinvolte nella ricerca di un orecchino perduto nelle profondità oceaniche e tra capitoli ricchi di significato e riflessioni.
Molti protagonisti delle storie sono gli esseri umani, che spinti da desideri egoistici invocano un intervento superiore, poco importa se esso sia diabolico o divino l’importante è che sia utile per realizzare i proprio fini.

“Ho provato a pregare in vari modi. Così siete apparse entrambe.
Se la sua malattia guarirà non m’importa se siete angeli o demoni”

È il caso della ragazzina che le invoca per poter salvare la mamma gravemente malata, oppure del prete disposto alla dannazione della sua anima per poter raggiungere all’inferno la donna che ha amato o ancora alla regina del teatro, che vende le anime dei suoi figuranti alla diavoletta per tornare alla ribalta sul palcoscenico. Le soluzioni adottate da Eni e Dewi per rispondere alle esigenze umane sono stravaganti e sopra le righe e l’angelo, favorito da una sorta di politically correct, riesce sempre a salvare più anime di quelle che la diavoletta, nonostante i maggiori sforzi, riesce a dannare per l’eternità. Gli scontri per garantire salvezza o dannazione all’anima contesa creeranno, poi, interazioni con il mondo degli uomini causando catastrofi quasi apocalittiche che richiameranno l’attenzione di media, preti ed esorcisti. Ma che ruolo ha la religione in tutto questo?

“Il tuo è un altro dio” “Non era il dio che conosco io!”

La religione cristiana è chiaramente il cardine attorno al quale ruotano le storie e i personaggi, ma nel secondo volume ci viene proposto un interessante “crossover” tra le religioni. Una miko (sacerdotesse che, fino alla fine del XVII secolo, fungevano da tramite con gli dei e con i morti) avrà molto lavoro da fare per scacciare, non i demoni o gli spiriti, ma proprio le nostre ragazze intente a rubare le anime protette dai molteplici dei giapponesi che gironzolano per la città in attesa di trovare eterno riposo.
Benché tutto si basi sul cristianesimo, Eni e Dewi, non faranno altro che peccare di ira, lussuria, gola e accidia, divertendo oltremodo il lettore. In tal senso quindi, si può di certo dire che è un manga completamente dissacrante e il focus si sposta sul lato oscuro che gli umani nascondono nel cuore, non importa se essi siano atei o credenti, adulti o bambini.

In realtà il confine tra bene e male e tra giusto e sbagliato è talmente flebile che si farà fatica a stare dalla parte di Eniale. Infatti l’angioletto è capriccioso, si dedica poco al suo lavoro e combina guai, getta scompiglio nella tranquilla vita di Dewiela dedita più che mai a realizzare, con i suoi metodi demoniaci, i desideri degli essere umani.
Nonostante si presenti come storia leggera e divertente, risulta anche un'opportunità mancata: il manga si sviluppa su una trama orizzontale, poche sono le storie che si collegano tra loro e benché il filo conduttore è senza dubbio lo stravagante modo di vedere il mondo delle due ragazze, manca del tutto un background o una lettura più introspettiva.
Questo lascia un senso di superficialità in chi legge perché, certamente, sarebbe stato gradito conoscere un po’ del passato delle protagoniste e magari sapere come una è diventata diavolo e l’altra angelo. Spinta dal vento del successo di "Atelier of The Witch Hat", Planet manga ci porta anche la prima fatica della sensei, un'opera in tre volumetti.

L’edizione in formato 13,3x18 cm, brossurata, all’ormai consueto prezzo di 7,00 euro, o cofanetto al prezzo di 21,00 euro in unica soluzione, con nessuna immagine a colori, non rende gloria ai disegni meravigliosi che caratterizzano l’opera. Le tavole sono talmente tanto piene di dettagli che in questo formato standard l’occhio tende a non percepire. Forse sarebbe stata più indicata una un’edizione con tavole di maggiori dimensioni che dessero maggior risalto ai disegni, a discapito del prezzo finale.
La sovraccoperta è estremamente colorata mentre la copertina assolutamente anonima.
Dalla fantastica matita della mangaka Kamone Shirama, già nota in Italia per il premiato manga "Atelier of The Witch Hat", fuoriesce un racconto geniale e sorprendentemente divertente, dove le battaglie per benedire o condannare alla dannazione eterna le anime sono combattute a suon di rossetti, fard e abiti all’ultima moda.
Il manga è una piccola chicca nella quale la geniale ironia della mangaka trova una forte espressione e spiazza il lettore con delle battute esilaranti. Lo strambo duetto consolidato e indissolubile, funziona a meraviglia (anche se Dewiela potrebbe rubare la scena a Eniale senza tante cerimonie), e le due ragazze se non fosse che sono agli antipodi, sarebbero due comuni amiche del cuore. Ma poi Eniale è davvero un angelo? A voi trovare la risposta.