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Ci sarebbero tante cose da dire su questa serie.
Io non parto mai con delle aspettative, perché tanto so che ciò che andrò a vedere non sarà mai come ciò che mi aspetto, avendo una mente diversa dai creatori. Quindi non avevo aspettative, ma di certo speravo di vedere qualcosa di meglio...

Ai è una hikikomori di quattordici anni con eterocromia (motivo di bullismo a scuola) che dopo un trauma si è chiusa totalmente in sé stessa, fino a quando non giunge per caso (tende a uscire di sera) in un luogo dove è possibile comprare delle uova magiche.

Non farò spoiler di alcun tipo e non voglio essere troppo lunga.
L'anime tratta temi molto delicati e importanti (anche temi LGBT), come la depressione, il problema del diverso, l'avere una famiglia tossica, l'autolesionismo, il suicidio e il bisogno di avere amore (amore di una famiglia, amicizia o altro).
E prosegue bene, ha un ottimo ritmo e tratta gli argomenti in modo pertinente e con delicatezza... ma dodici episodi sono troppo pochi, tra cui uno di recap in mezzo, totalmente inutile. Si arriva al dodicesimo con ancora un mucchio di domande senza risposta e sembra che il tutto acceleri senza sosta. Ho comunque apprezzato molto l'episodio finale per una certa questione...
Avrei dato 7,5 all'anime, se fosse finito così.
Ma è arrivato l'episodio 13, uno special che si spaccia come vero finale, lungo quarantasette minuti.

Una vera delusione... anzi, una presa in giro: più di metà episodio sono sigla e un altro recap, poi l'ultima parte è scritta malissimo, a malapena si capisce dove vuole andare a parare e c'è materiale per farci persino in mezzo un altro anime, se solo avessero saputo sfruttare il potenziale che avevano in mano.
Poi lasciamo perdere alcune porcherie usate come scusa per giustificare cose senza senso.
A questo episodio darei un 4.

Alle fine il voto complessivo è un 6,5 e mi dispiace, perché meritava davvero e mi piace molto Ai, la protagonista.