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E ci siamo.
La prima serie mi aveva lasciato abbastanza perplesso. Che diavolo di senso ha questo apparente suicidio? Perché di questo parliamo. Una bambina, peraltro rappresentata come impacciata, che si cala in un buco demoniaco. Al di là di ogni metafora, già dopo alcuni episodi qualcosa stonava. Fino a che non ho inteso la logica sottostante, che a mio dire molti travisano, aggregando valore narrativo per supplire a una mancanza.
Ovvero: è tutta una scusa. Una scusa da parte dell'autore per dare sfogo a una violenza crudele, sadica, inutile e pretestuosa al danno di figure infantili. Il contrasto fra le forme tondeggianti e imberbi e le assurde atrocità inflitte ai piccoli corpi sfiora il guro.

Ho terminato la prima serie con questo sapore di intento maligno. La seconda serie conferma e amplifica questa impressione, ovvero che stiamo venendo stuzzicati in una parte non proprio felice di noi, quella zona oscura in cui ci fa schifo, ma ci incuriosisce, vedere applicate inutili crudeltà.
Perché sono "di fatto" inutili: a parte alcuni cenni di una rivendita di reliquie (rivendita che non porta profitto, però, quindi assurda), perché qualcuno dovrebbe ficcarsi volontariamente in un tale schifo? Perché tutti i 'vantaggi' di esperimenti e menomazioni e torture non ci sono, sono nominali e conducono a "niente". Si fa il male così, perché colpirà lo spettatore ingenuo, la mami sensibile e l'intellettuale forzoso che tenterà di trovare una metafora che giustifichi la sua pruderie volgarotta.

Se una cosa bella era presente in questo anime, erano di certo gli sfondi e le inquadrature, roba da animazione di altissimo livello. Anche se era difficile credere che si generassero ecosistemi complessi in un solo chilometro quadrato, i giochi prospettici e la luce rendevano la visione piacevole, facendo dimenticare l'inutilità del tutto e la macabra intenzione. Nella nuova serie perdiamo questo. Quindi, già meno bello.

Siamo al world building più estremo, una realtà aliena dove nulla ha premesse "umane", e tutto si svolge nella dinamica di dolori risparmiabili, sacrifici, sofferenza gratuita che non avrebbero dunque spazio nella dimensione umana. Pretestuoso. Si cerca perfino di dare una morale a questo coacervo di roba.
La serie è un macro-episodio autoconclusivo dove tutto andrà malissimo, nessuno farà niente di davvero risolutivo e, alla fine, per evitare il cataclisma narrativo, si svela il trucco: dato che era solo un espediente per farti vedere cose brutte, non c'è permanenza di stato.
Come una magica conseguenza, i protagonisti vedranno "sempre" (prima serie, film, seconda serie) la "morte finale" di una situazione che durava da prima di loro. Perché l'autore non vuole raccontare una evoluzione, vuole farti avere il disgusto, e quindi ti mostrerà la corruzione ultima, il marciume conclusivo, l'epitome del dolore. Il cataclisma. Dove tutti muoiono, i corpi si sbriciolano, si piange tanto e, se non piangi prima, ci metto del dolore, così poi piangi.
E poi avanti per la nuova circostanza di contrizione, mutilazione, aborto, cicatrice inutile.

Ma non si parlava di ritrovare la madre? E come ha fatto la madre a passare "tutti" questi orrori, che la figlia può passare soltanto distruggendoli completamente? Perché nessuno manda su un libro dove spiega questa roba? O lascia segni fra un livello e l'altro, dato che i robottini possono andare su tranquilli?

Quindi: niente. Questa seconda serie peggiora ciò che mi faceva ansia nella prima, ha meno mordente, peggiora l'assenza di logica e conferma il dubbio che sia solo uno show pretestuoso fatto per mostrarti cose sgradevoli, e intendo "sgradevoli" come perfino "immorali".
"Made in Abyss" è pedo-orrore.
Non guardatelo, non alimentate il mercato di questa robaccia.