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9.0/10
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Nella storia ci mettiamo nel panni del protagonista Takeda che ritrovandosi solo senza sua moglie, morta da poco tempo dall'inizio della storia e la figlia, scomparsa nel 1985 e dopo che lui stesso a scoperto di avere lo stesso tumore che aveva la moglie, decide il suicidio ma quando stava per compiere l'atto arriva una telefonata dalla prefettura di Nagato, la figlia Sawako è stata trovata morta sepolta in un campo da golf e soprattutto uccisa da qualcuno di ignoto. L'unica cosa che ferma il padre dall'atto sconsiderato, da quel momento in poi il signor Takeda deciderà di investigare sulla scomparsa della figlia e scoprendo lati che lui non conosceva per il troppo lavoro o per non conosceva per il suo troppo lavoro e forse anche per timidezza verso la figlia che era entrata prepotentemente nell'età della pubertà. Sembra quasi che la figlia, con le azioni descritte nel diario, nei disegni e nei ricordi del voglia condurre il padre verso la sua ultima giornata prima della scomparsa. Sawako è la indiscussa protagonista dei tre volumi insieme al padre e non solo lo traghetta ma lo ammonisce se sta sbagliando anche se è invisibile. Molto interessante il gioco psicologico fatto da ambe le parti, sia dalla parte dell'assassino sia da parte del detective e poi la scena finale mi ha fatto rimanere senza parole cosa che neanche detective Conan è riuscito a fare. Il tumore per me è il senso di colpa di questo padre che ha trascurato la famiglia per il lavoro. Il disegno è rievocativo cioè rievoca nel lettore e nel protagonista stesso ricordi della vita con questo tratto realistico. Il mio voto per la storia è 9, per il disegno 10