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7.0/10
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Quello che devo dire su questa serie, è, ma siamo sicuri che sia uno shonen per tutti?! A parte gli scherzi la cosa che mi è piaciuta molto è che gli episodi erano autoconclusivi staccati l’uno dall’altro con un unico filo conduttore ( sì alcune storie erano fatte per riempire un buco o gli autori non avevano idee perché non riesci al nesso logico), mettere a confronto con il sentimento dell’amore. Ho visto maturazione dai personaggi principali, Lala che da svampita, giocosa, senza pudore a rispettosa dei sentimenti altrui soprattutto di Rito, seria e con un tantino di pudore. Il Fanservice è usato in modo simpatico e quasi sempre accompagnato da gag al limite del surreale, molte citazioni ai manga degli autori e a quelli di Shonen Jump e sulla fantascienza in generale. Gli autori interagiscono molto con il lettore presentandoti i personaggi e come li hanno creati, cosa hanno discusso, e come farli entrare nella storia con molti aneddoti. Il disegno molto pulito e privo di sbavature, uno stile molto usato negli Shonen ecchi per dare, a chi legge il manga, impressione di toccare le ragazze e dargli la consistenza della gomma piuma o di qualcosa di molto morbido. Il protagonista non mi piaceva all’inizio, poiché lo trovavo sciatto e piatto poi, una gag tira l’altra, me lo ha fatto almeno accettare. I personaggi che sono caratterizzati meglio, per me, sono Lala e Yami giacché la loro maturazione di carattere e molto più visibile che negli altri personaggi. Altro dire altro il finale aperto sta in canone con il manga, se non continuerebbe dire che è un finale del cavolo ma detto dagli autori che To Love Ru non e finito, quindi ci sta. Sicuramente sarà un manga che mi rileggerò per farmi quattro risate.

Per il disegno do 7,5 mentre alla storia 8.