Recensione
Puella Magi ★ Madoka Magica
10.0/10
Cosa significa dare 10 a un'opera? Si intende forse che essa è perfetta e priva di difetti? O magari che è inarrivabile e originale? A mio parere no, un voto del genere riflette altre caratteristiche e la definisce un capolavoro, ma cos'è un capolavoro?
Esso è qualcosa che rimane nel tempo, che dopo anni ha ancora qualcosa da dire, che alza l'asticella del suo genere, che copia e innova al tempo stesso, portando una ventata d'aria fresca nel panorama dell'intrattenimento, in ultima analisi si tratta di un prodotto che al tempo stesso è insuperabile e distruttivo: un qualcosa che uccide il suo genere o sotto-genere di appartenenza, un qualcosa con cui bisogna fare i conti quando si scrive, si dirige, si disegna... un qualcosa di immortale. Riuscite a immaginare un film di fantascienza che non tenga conto di "Blade Runner"? Oppure un fantasy che ignori "Il Signore degli Anelli"? Questi non sono dei capolavori perché perfetti, a ben vedere si tratta di opere imprecise, colme di piccoli e grandi problemi, sono dei capolavori perché sono rimasti, mentre tanti altri film sono stati dimenticati, e sono rimasti perché avevano qualcosa di speciale.
"Madoka Magica" è tutto questo, è un anime pieno di problemi più o meno gravi che però è passato alla storia, un anime che a distanza di anni dalla sua uscita ancora fa discutere, riflettere, pensare. Non si tratta certo della prima opera del suo tipo, che mescola il genere "majokko" con tematiche mature e profonde, né forse è quello che ha avuto le idee di sceneggiatura più originali. Nonostante tutto esso rimane, senza dubbio, il miglior mahō shōjo della storia.
La trama la conosciamo tutti, una ragazzina di nome Madoka, una normalissima adolescente, anche se un po' limitata e dal carattere fragile, si ritrova suo malgrado in una guerra eterna tra le maghe e le streghe, spinta da un lato a sottoscrivere un contratto con Kyubey, piccolo esserino dai poteri magici, e dall'altro a salvarsi e rinunciare al conflitto per il proprio bene. A fianco a lei si muovono i personaggi secondari, ognuno con le proprie sofferenze e difficoltà. La storia si dipana quindi tra continui colpi di scena, forte di atmosfere cupe e surreali, quasi le ambientazioni fossero il riflesso della mente delle protagoniste.
Qualcuno potrebbe dire che la trama non è nulla di eccezionale, eppure il modo in cui viene proposta è qualcosa di sublime, quadrato, perfetto a livello grammaticale. Una storia coerente, sensata, che inizia e finisce come un cerchio perfetto; una dolce melodia sintetica che non ha bisogno di continui recap, 'spiegoni' (ce ne sono, ma non così fastidiosi) e filler. Ogni episodio ha un senso, uno scopo, una progettualità: non esistono tempi morti, non esiste minutaggio gettato via. Ad ogni modo non è la storia in sé quello che conta.
Sono i personaggi ad essere il focus della storia, che non ha alcun timore di esplorare con delicatezza quelle sofferenze adolescenziali che molto spesso gli adulti sottovalutano.
Mami, una maga veterana, condannata a un destino di solitudine. Sayaka, migliore amica di Madoka, e la sua lenta discesa nell'abisso della depressione. Kyouko, vittima di sofferenze della vita, anch'essa condannata a confrontarsi con la sensazione di vuoto e perdita di ogni significato nell'esistenza. Infine Homura, miglior personaggio della serie e uno dei meglio costruiti di tutta l'animazione a me nota: la rappresentazione del vuoto e dell'apatia, ma anche dell'amore più viscerale e disperato; lei è l'essenza di come le inevitabili tragedie dell'essere umano conducano alla perdita dell'umanità stessa, e al tempo stesso rappresentazione della speranza, della lotta perpetua contro il destino ineluttabile.
Tutti questi personaggi sono sviscerati con gentilezza, quasi il regista fosse un chirurgo con i fiori al posto dei bisturi. Non c'è nulla di strillato, di esagerato... tutto viene mostrato con naturalezza: un dialogo, un volto, uno sguardo, tutto è centellinato a regola d'arte. Qui le interpretazioni si sprecano, c'è chi vede nelle cinque protagoniste le cinque fasi del lutto, chi invece pensa alle streghe come la metafora dei problemi psicologici e della crescita che tutti abbiamo affrontato e così via; a mio parere, il solo fatto che esitano teorie così dissimili dimostra la profondità dell'anime, la capacità di far discutere e parlare di sé.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, è fondamentalmente perfetto, sia per quanto concerne la regia estremamente ispirata, che riesce ad amalgamare in modo poetico quegli elementi altrimenti banali, sia per le animazioni, le musiche, il sonoro, il design degli ambienti e tutto il resto.
Accanto a una regia che non stanca e che ti tiene incollato allo schermo come una cozza sullo scoglio, il comparto grafico esplode nelle scene deliranti e surreali in cui sono rappresentate le streghe: una scelta coraggiosa ma riuscita, in cui per una volta i mostri non sono semplicemente brutti e pieni di denti, ma veri e propri quadri folli immersi in un labirinto di pazzia e insensatezza; come moderne Alice le protagoniste discendono la tana del coniglio bianco per affrontare le proprie paure.
I fondali, la città, tutto quanto è ispirato e diverso dai classici stilemi anime. La cura per i particolari si vede in ogni dettaglio dell'anime, a cominciare dalla colonna sonora, che fa egregiamente il suo lavoro e non è mai troppo presente. Le scene d'azione sono animate benissimo per l'epoca, così come i volti dei personaggi.
Il comparto sonoro, in definitiva, sebbene abbia qualche piccola incertezza qua e là, riesce a farsi percepire come passabile e gradevole. Ultimo appunto va fatto al montaggio, eccezionale e sempre azzeccato.
È proprio l'apparato tecnico a distanziare questo anime dalla concorrenza, più che la trama in sé. In un'opera del genere, come in un film, la grammatica registica, di sceneggiatura, di messa in scena ecc. è ciò che fa la differenza; per questo i remake di opere famose fanno spesso schifo, anche se la trama è sempre uguale. "Madoka Magica" prende tutti gli elementi del genere cui appartiene e li rielabora in modo nuovo, altisonante. Il motivo principale del successo va proprio a questo, è una gioia da vedere, da sentire, da vivere; ti tiene incollato allo schermo, gioca con i colori e le ombre, ti fa uscire di testa coi design dei mostri e riempie gli sfondi di dettagli onirici e surreali che fanno pensare di essere in una città eterna e fuori dal mondo.
Proprio come Kubrick non sarebbe Kubrick senza la sua regia, "Madoka Magica" è "Madoka Magica" in virtù di come è raccontata la storia, non di cosa racconta. Le emozioni dei personaggi sono palpabili, vivide, si percepiscono come reali; i colpi di scena arrivano al momento giusto e, anche se sono telefonati, ti rimangono impressi; le scene drammatiche sono poche eppure tremendamente taglienti. Nessun altro anime del genere aveva mai raggiunto una qualità così elevata su praticamente ogni cosa al tempo stesso. E nessun anime dopo "Madoka Magica", dello stesso genere, ha mai superato "Madoka Magica": perché non basta prendere delle maghette e farle stare uno schifo, per fare "Madoka Magica"; quest'anime ha ucciso il genere di cui fa parte, creando qualcosa di inarrivabile sia qualitativamente che quantitativamente.
In definitiva, "Madoka Magica" prende a piene mani da tutto ciò che l'ha preceduto, non si inventa nulla, ma smonta pezzo per pezzo gli stilemi narrativi e i cliché del genere, per poi ricomporli come un Picasso e riproporli al pubblico accompagnati da un comparto tecnico eccellente, che a distanza di dieci anni e passa ancora fa la sua porca figura (vedetelo in Bluray); affiancando ad esso una trama sì banale, ma anche efficace ed emozionante, dei personaggi ben scritti e con cui chiunque abbia un vago ricordo della sua adolescenza, o sia adolescente, può identificarsi. Il tutto è mixato bene, senza che nessun elemento superi gli altri o li metta in secondo piano. L'opera tratta temi profondi e complessi e vive del non detto, basta uno sguardo o un dialogo di poche righe per farci capire tutto il dolore di una Sayaka sull'orlo del baratro; bastano poche parole per farci investire dalla malinconia di Homura; non servono spiegazioni sulle intenzioni di Mami, perché dopo solo alcune battute è chiaro cosa la spinga.
In molti scambiano la sintesi, il non mostrare, l'essere delicati, con la superficialità. In questa storia c'è molto di appena sfiorato, ma non per superficiale volontà di proporre un tema e mai affrontarlo davvero: moltissime cose sono trattate con dolcezza e poetica, appena sussurrate. Io adoro quando un prodotto non prende per mano lo spettatore, quando ti lascia la possibilità di riempire i vuoti con la fantasia e la logica: lo stesso Kyubey, uno dei pochi anti-antagonisti dell'animazione e motore della vicenda, viene poco esplorato. Insomma, a prima vista questo anime potrebbe sembrare superficiale, commerciale e volutamente edgy, ma in realtà vive della sensibilità di chi lo guarda, e tanto più si è disposti a concentrarsi, tanto più si intuisce sulla storia e sui personaggi.
Per tutte queste ragioni "Madoka Magica" è un capolavoro, un'opera da 10. Ci sono tanti difetti di cui potrei parlare, alcuni 'spiegoni' di troppo, il ritmo dei primi episodi eccessivamente lento, la pochezza stessa di minutaggio che costringe gli autori a 'rushare' molti eventi importanti, alcune scelte bizzarre dei personaggi, il carattere a tratti insopportabile della protagonista... Insomma, potremmo rimanere qui ore a parlare di tutti i difetti di quest'opera, ma sinceramente nessuno di loro è tale da rendere la visione fastidiosa o da inficiare i pregi: perché 10 non si dà a un'opera perfetta, ma a quell'opera che in virtù dei suoi pregi rimane nella storia nonostante i numerosi difetti. Se dovessi essere oggettivo fino all'inverosimile, darei un 8,5, ma dare un voto oggettivo non ha senso in questi casi: perché allora "Star Wars" sarebbe da 6 e di "Neon Genesis Evangelion" manco ne parliamo. Certe volte un'opera ha qualcosa, qualcosa di magico che la rende immortale. Probabilmente ad oggi non abbiamo più bisogno di "Madoka Magica", i gusti sono cambiati, il pubblico si è evoluto; ma esso rimane un cult, una piccola, piccolissima perla che fortunatamente è stata salvata dall'abisso in cui finiscono moltissimi anime, usciti e dimenticati dal tempo, e che è rimasta come uno di quei prodotti che ogni appassionato dovrebbe vedere.
Insomma "Puella Magi Madoka Magica" è un classico dell'animazione giapponese, un capolavoro del suo genere, un'opera difettosa e bellissima.
"Hai mai sentito parlare di entropia?"
Esso è qualcosa che rimane nel tempo, che dopo anni ha ancora qualcosa da dire, che alza l'asticella del suo genere, che copia e innova al tempo stesso, portando una ventata d'aria fresca nel panorama dell'intrattenimento, in ultima analisi si tratta di un prodotto che al tempo stesso è insuperabile e distruttivo: un qualcosa che uccide il suo genere o sotto-genere di appartenenza, un qualcosa con cui bisogna fare i conti quando si scrive, si dirige, si disegna... un qualcosa di immortale. Riuscite a immaginare un film di fantascienza che non tenga conto di "Blade Runner"? Oppure un fantasy che ignori "Il Signore degli Anelli"? Questi non sono dei capolavori perché perfetti, a ben vedere si tratta di opere imprecise, colme di piccoli e grandi problemi, sono dei capolavori perché sono rimasti, mentre tanti altri film sono stati dimenticati, e sono rimasti perché avevano qualcosa di speciale.
"Madoka Magica" è tutto questo, è un anime pieno di problemi più o meno gravi che però è passato alla storia, un anime che a distanza di anni dalla sua uscita ancora fa discutere, riflettere, pensare. Non si tratta certo della prima opera del suo tipo, che mescola il genere "majokko" con tematiche mature e profonde, né forse è quello che ha avuto le idee di sceneggiatura più originali. Nonostante tutto esso rimane, senza dubbio, il miglior mahō shōjo della storia.
La trama la conosciamo tutti, una ragazzina di nome Madoka, una normalissima adolescente, anche se un po' limitata e dal carattere fragile, si ritrova suo malgrado in una guerra eterna tra le maghe e le streghe, spinta da un lato a sottoscrivere un contratto con Kyubey, piccolo esserino dai poteri magici, e dall'altro a salvarsi e rinunciare al conflitto per il proprio bene. A fianco a lei si muovono i personaggi secondari, ognuno con le proprie sofferenze e difficoltà. La storia si dipana quindi tra continui colpi di scena, forte di atmosfere cupe e surreali, quasi le ambientazioni fossero il riflesso della mente delle protagoniste.
Qualcuno potrebbe dire che la trama non è nulla di eccezionale, eppure il modo in cui viene proposta è qualcosa di sublime, quadrato, perfetto a livello grammaticale. Una storia coerente, sensata, che inizia e finisce come un cerchio perfetto; una dolce melodia sintetica che non ha bisogno di continui recap, 'spiegoni' (ce ne sono, ma non così fastidiosi) e filler. Ogni episodio ha un senso, uno scopo, una progettualità: non esistono tempi morti, non esiste minutaggio gettato via. Ad ogni modo non è la storia in sé quello che conta.
Sono i personaggi ad essere il focus della storia, che non ha alcun timore di esplorare con delicatezza quelle sofferenze adolescenziali che molto spesso gli adulti sottovalutano.
Mami, una maga veterana, condannata a un destino di solitudine. Sayaka, migliore amica di Madoka, e la sua lenta discesa nell'abisso della depressione. Kyouko, vittima di sofferenze della vita, anch'essa condannata a confrontarsi con la sensazione di vuoto e perdita di ogni significato nell'esistenza. Infine Homura, miglior personaggio della serie e uno dei meglio costruiti di tutta l'animazione a me nota: la rappresentazione del vuoto e dell'apatia, ma anche dell'amore più viscerale e disperato; lei è l'essenza di come le inevitabili tragedie dell'essere umano conducano alla perdita dell'umanità stessa, e al tempo stesso rappresentazione della speranza, della lotta perpetua contro il destino ineluttabile.
Tutti questi personaggi sono sviscerati con gentilezza, quasi il regista fosse un chirurgo con i fiori al posto dei bisturi. Non c'è nulla di strillato, di esagerato... tutto viene mostrato con naturalezza: un dialogo, un volto, uno sguardo, tutto è centellinato a regola d'arte. Qui le interpretazioni si sprecano, c'è chi vede nelle cinque protagoniste le cinque fasi del lutto, chi invece pensa alle streghe come la metafora dei problemi psicologici e della crescita che tutti abbiamo affrontato e così via; a mio parere, il solo fatto che esitano teorie così dissimili dimostra la profondità dell'anime, la capacità di far discutere e parlare di sé.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, è fondamentalmente perfetto, sia per quanto concerne la regia estremamente ispirata, che riesce ad amalgamare in modo poetico quegli elementi altrimenti banali, sia per le animazioni, le musiche, il sonoro, il design degli ambienti e tutto il resto.
Accanto a una regia che non stanca e che ti tiene incollato allo schermo come una cozza sullo scoglio, il comparto grafico esplode nelle scene deliranti e surreali in cui sono rappresentate le streghe: una scelta coraggiosa ma riuscita, in cui per una volta i mostri non sono semplicemente brutti e pieni di denti, ma veri e propri quadri folli immersi in un labirinto di pazzia e insensatezza; come moderne Alice le protagoniste discendono la tana del coniglio bianco per affrontare le proprie paure.
I fondali, la città, tutto quanto è ispirato e diverso dai classici stilemi anime. La cura per i particolari si vede in ogni dettaglio dell'anime, a cominciare dalla colonna sonora, che fa egregiamente il suo lavoro e non è mai troppo presente. Le scene d'azione sono animate benissimo per l'epoca, così come i volti dei personaggi.
Il comparto sonoro, in definitiva, sebbene abbia qualche piccola incertezza qua e là, riesce a farsi percepire come passabile e gradevole. Ultimo appunto va fatto al montaggio, eccezionale e sempre azzeccato.
È proprio l'apparato tecnico a distanziare questo anime dalla concorrenza, più che la trama in sé. In un'opera del genere, come in un film, la grammatica registica, di sceneggiatura, di messa in scena ecc. è ciò che fa la differenza; per questo i remake di opere famose fanno spesso schifo, anche se la trama è sempre uguale. "Madoka Magica" prende tutti gli elementi del genere cui appartiene e li rielabora in modo nuovo, altisonante. Il motivo principale del successo va proprio a questo, è una gioia da vedere, da sentire, da vivere; ti tiene incollato allo schermo, gioca con i colori e le ombre, ti fa uscire di testa coi design dei mostri e riempie gli sfondi di dettagli onirici e surreali che fanno pensare di essere in una città eterna e fuori dal mondo.
Proprio come Kubrick non sarebbe Kubrick senza la sua regia, "Madoka Magica" è "Madoka Magica" in virtù di come è raccontata la storia, non di cosa racconta. Le emozioni dei personaggi sono palpabili, vivide, si percepiscono come reali; i colpi di scena arrivano al momento giusto e, anche se sono telefonati, ti rimangono impressi; le scene drammatiche sono poche eppure tremendamente taglienti. Nessun altro anime del genere aveva mai raggiunto una qualità così elevata su praticamente ogni cosa al tempo stesso. E nessun anime dopo "Madoka Magica", dello stesso genere, ha mai superato "Madoka Magica": perché non basta prendere delle maghette e farle stare uno schifo, per fare "Madoka Magica"; quest'anime ha ucciso il genere di cui fa parte, creando qualcosa di inarrivabile sia qualitativamente che quantitativamente.
In definitiva, "Madoka Magica" prende a piene mani da tutto ciò che l'ha preceduto, non si inventa nulla, ma smonta pezzo per pezzo gli stilemi narrativi e i cliché del genere, per poi ricomporli come un Picasso e riproporli al pubblico accompagnati da un comparto tecnico eccellente, che a distanza di dieci anni e passa ancora fa la sua porca figura (vedetelo in Bluray); affiancando ad esso una trama sì banale, ma anche efficace ed emozionante, dei personaggi ben scritti e con cui chiunque abbia un vago ricordo della sua adolescenza, o sia adolescente, può identificarsi. Il tutto è mixato bene, senza che nessun elemento superi gli altri o li metta in secondo piano. L'opera tratta temi profondi e complessi e vive del non detto, basta uno sguardo o un dialogo di poche righe per farci capire tutto il dolore di una Sayaka sull'orlo del baratro; bastano poche parole per farci investire dalla malinconia di Homura; non servono spiegazioni sulle intenzioni di Mami, perché dopo solo alcune battute è chiaro cosa la spinga.
In molti scambiano la sintesi, il non mostrare, l'essere delicati, con la superficialità. In questa storia c'è molto di appena sfiorato, ma non per superficiale volontà di proporre un tema e mai affrontarlo davvero: moltissime cose sono trattate con dolcezza e poetica, appena sussurrate. Io adoro quando un prodotto non prende per mano lo spettatore, quando ti lascia la possibilità di riempire i vuoti con la fantasia e la logica: lo stesso Kyubey, uno dei pochi anti-antagonisti dell'animazione e motore della vicenda, viene poco esplorato. Insomma, a prima vista questo anime potrebbe sembrare superficiale, commerciale e volutamente edgy, ma in realtà vive della sensibilità di chi lo guarda, e tanto più si è disposti a concentrarsi, tanto più si intuisce sulla storia e sui personaggi.
Per tutte queste ragioni "Madoka Magica" è un capolavoro, un'opera da 10. Ci sono tanti difetti di cui potrei parlare, alcuni 'spiegoni' di troppo, il ritmo dei primi episodi eccessivamente lento, la pochezza stessa di minutaggio che costringe gli autori a 'rushare' molti eventi importanti, alcune scelte bizzarre dei personaggi, il carattere a tratti insopportabile della protagonista... Insomma, potremmo rimanere qui ore a parlare di tutti i difetti di quest'opera, ma sinceramente nessuno di loro è tale da rendere la visione fastidiosa o da inficiare i pregi: perché 10 non si dà a un'opera perfetta, ma a quell'opera che in virtù dei suoi pregi rimane nella storia nonostante i numerosi difetti. Se dovessi essere oggettivo fino all'inverosimile, darei un 8,5, ma dare un voto oggettivo non ha senso in questi casi: perché allora "Star Wars" sarebbe da 6 e di "Neon Genesis Evangelion" manco ne parliamo. Certe volte un'opera ha qualcosa, qualcosa di magico che la rende immortale. Probabilmente ad oggi non abbiamo più bisogno di "Madoka Magica", i gusti sono cambiati, il pubblico si è evoluto; ma esso rimane un cult, una piccola, piccolissima perla che fortunatamente è stata salvata dall'abisso in cui finiscono moltissimi anime, usciti e dimenticati dal tempo, e che è rimasta come uno di quei prodotti che ogni appassionato dovrebbe vedere.
Insomma "Puella Magi Madoka Magica" è un classico dell'animazione giapponese, un capolavoro del suo genere, un'opera difettosa e bellissima.
"Hai mai sentito parlare di entropia?"