Recensione
Wo Long: Fallen Dynasty
8.0/10
Recensione di Fabbrizio_on_the_Road
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“Wo Long” è un videogioco Action RPG sviluppato dal Team Ninja e pubblicato su varie piattaforme a inizio 2023. Dello stesso studio avevo già apprezzato molto i due capitoli di “Nioh” e attendevo con una certa trepidazione anche questo titolo che a ogni trailer mi incuriosiva sempre di più. Il risultato finale è stato pienamente soddisfacente e in linea con le aspettative che mi ero creato, ma, esattamente come i già citati “Nioh”, non sono mancate alcune sbavature che apparentemente il team sembra non riuscire a superare.
Partendo dagli aspetti più riusciti non può non citare il gameplay. Il gioco riunisce efficacemente alcuni degli aspetti più peculiari del genere “souls-like” con le meccaniche e la filosofia di “Sekiro”, offrendo un’esperienza che non tradisce la libertà di personalizzazione e di approccio che già si era vista nei due “Nioh”, spingendo però l’acceleratore sull’abilità e la pazienza del giocatore. Il risultato finale di quest’operazione mi ha sinceramente sorpreso. Mixare queste due filosofie di gioco in un’unica formula potenzialmente avrebbe potuto deludere chi si fosse aspettato una versione più pura dell’una o dell’altra categoria. Non nego che inizialmente rimasi perplesso da questo mix, soprattutto nelle fasi iniziali avevo fisso in mente il desiderio costante di giocare a un titolo molto più sbilanciato verso la componente “sekiro-like”. Altri ho notato avrebbero preferito nettamente un vero e proprio “Nioh 3”. Ma già dopo poche ore questo desiderio è svanito e il combat system di “Wo Long” ha saputo conquistarmi missione dopo missione, regalandomi partite molto avvincenti e davvero godibili. Insomma, a mio avviso il primo pregio del gioco è quello di divertire grazie a un gameplay frenetico, vario e tecnico. Tra gli altri aspetti più convincenti cito sicuramente le boss fight. Ce ne sono davvero tante in questo gioco, anche se una discreta parte di loro sono delle gimmick. Naturalmente non tutte sono ottime, ma il livello medio è piuttosto soddisfacente e non mancano quelle grandiose, come quella con Lu Bu. Un ultimo aspetto particolarmente riuscito per me è il bilanciamento della difficoltà. In questi giochi la sfida deve essere alta, ma non al punto da risultare artificiosa. “Wo Long” riesce fortunatamente a offrire un’esperienza impegnativa, ma quasi sempre corretta ed equilibrata. Dico quasi perché ci sono alcuni picchi di difficoltà un po’ inspiegabili. La battaglia con il già citato “Lu Bu” di per sé è fantastica, ma per come la vedo io è piazzata troppo presto all’interno del gioco e rispetto alle boss fight precedenti rappresenta un’impennata innaturale. Idem per quanto riguarda qualche secondaria pensata abbastanza male. Ma nel complesso raramente mi sono trovato a pensare che la difficoltà del gioco fosse mal calibrata.
Vi sono poi molti punti dove il gioco a mio avviso non va oltre il discreto. Tra questi il level design. Le ambientazioni non sono malvagie, ma alcune appaiono forse un po’ troppo anonime e in generale la costruzione dei vari livelli non è particolarmente creativa. L’esplorazione delle aree invece è ben stimolata dalla presenza delle bandiere, che alimentano il rango del giocatore. Questa è un’altra meccanica che ho trovato particolarmente intelligente visto che si lega a doppio filo con la difficoltà dell’esperienza. Ho apprezzato i progressi fatti nella meccanica di potenziamento delle armi, che rimane migliorabile, ma è diventata sicuramente più intuitiva. La colonna sonora è ok, nulla di memorabile, ma abbastanza piacevole. Infine, alcune sbavature che abbassano una valutazione che avrebbe sicuramente potuto essere più generosa senza questi problemi. Il comparto tecnico è mediocre. Ok, è un titolo cross-gen, ma avrebbe potuto essere un po’ più piacevole alla vista. Anche la componente narrativa è insignificante, così come i personaggi che sono totalmente privi di spessore. Su questi due punti si potrebbe obiettare dicendo che raramente sono il focus di prodotti come questo, e in parte è vero. Ma c’è un terzo punto negativo che a mio avviso dovrebbe essere migliorato notevolmente anche per un gioco di questa tipologia: il sistema di loot. Il gioco ti lancia una moltitudine di oggetti e armi talmente imbarazzante che ci vorrà un attimo a disinteressarsi a tutto ciò che si raccoglie, per rendersi conto, forse, in un secondo momento di aver trovato degli oggetti effettivamente utili, magari mentre si era in procinto di sfoltire l’inventario, operazione guarda caso fin troppo frequente. Questo problema toglie il piacere della scoperta mentre si esplorano i livelli ed è sinceramente un gran peccato. Più in generale questi problemi, pur non penalizzando troppo il gioco nel suo insieme, risultano comunque molto fastidiosi perché ormai presenti fin dal primo Nioh.
Complessivamente per me “Wo Long” è stato un gioco intenso e molto divertente, che senza fare rivoluzioni ha cercato di creare una formula che mantenesse una certa libertà ruolistica nell’esperienza e che al tempo stesso spingesse il giocatore ad adottare un approccio tecnico. Il risultato per me è stato soddisfacente, perché in fin dei conti il gioco funziona su tutti gli aspetti più importanti, ma trascura forse eccessivamente alcuni elementi di contorno ormai presenti da anni nei giochi dello stesso sviluppatore. Mi auguro quindi che il Team Ninja continui a lavorare su questa tipologia di giochi, mantenendo i loro punti di forza, ma provando magari anche a rimediare a qualche scivolone che diventa sempre più difficile ignorare.
Partendo dagli aspetti più riusciti non può non citare il gameplay. Il gioco riunisce efficacemente alcuni degli aspetti più peculiari del genere “souls-like” con le meccaniche e la filosofia di “Sekiro”, offrendo un’esperienza che non tradisce la libertà di personalizzazione e di approccio che già si era vista nei due “Nioh”, spingendo però l’acceleratore sull’abilità e la pazienza del giocatore. Il risultato finale di quest’operazione mi ha sinceramente sorpreso. Mixare queste due filosofie di gioco in un’unica formula potenzialmente avrebbe potuto deludere chi si fosse aspettato una versione più pura dell’una o dell’altra categoria. Non nego che inizialmente rimasi perplesso da questo mix, soprattutto nelle fasi iniziali avevo fisso in mente il desiderio costante di giocare a un titolo molto più sbilanciato verso la componente “sekiro-like”. Altri ho notato avrebbero preferito nettamente un vero e proprio “Nioh 3”. Ma già dopo poche ore questo desiderio è svanito e il combat system di “Wo Long” ha saputo conquistarmi missione dopo missione, regalandomi partite molto avvincenti e davvero godibili. Insomma, a mio avviso il primo pregio del gioco è quello di divertire grazie a un gameplay frenetico, vario e tecnico. Tra gli altri aspetti più convincenti cito sicuramente le boss fight. Ce ne sono davvero tante in questo gioco, anche se una discreta parte di loro sono delle gimmick. Naturalmente non tutte sono ottime, ma il livello medio è piuttosto soddisfacente e non mancano quelle grandiose, come quella con Lu Bu. Un ultimo aspetto particolarmente riuscito per me è il bilanciamento della difficoltà. In questi giochi la sfida deve essere alta, ma non al punto da risultare artificiosa. “Wo Long” riesce fortunatamente a offrire un’esperienza impegnativa, ma quasi sempre corretta ed equilibrata. Dico quasi perché ci sono alcuni picchi di difficoltà un po’ inspiegabili. La battaglia con il già citato “Lu Bu” di per sé è fantastica, ma per come la vedo io è piazzata troppo presto all’interno del gioco e rispetto alle boss fight precedenti rappresenta un’impennata innaturale. Idem per quanto riguarda qualche secondaria pensata abbastanza male. Ma nel complesso raramente mi sono trovato a pensare che la difficoltà del gioco fosse mal calibrata.
Vi sono poi molti punti dove il gioco a mio avviso non va oltre il discreto. Tra questi il level design. Le ambientazioni non sono malvagie, ma alcune appaiono forse un po’ troppo anonime e in generale la costruzione dei vari livelli non è particolarmente creativa. L’esplorazione delle aree invece è ben stimolata dalla presenza delle bandiere, che alimentano il rango del giocatore. Questa è un’altra meccanica che ho trovato particolarmente intelligente visto che si lega a doppio filo con la difficoltà dell’esperienza. Ho apprezzato i progressi fatti nella meccanica di potenziamento delle armi, che rimane migliorabile, ma è diventata sicuramente più intuitiva. La colonna sonora è ok, nulla di memorabile, ma abbastanza piacevole. Infine, alcune sbavature che abbassano una valutazione che avrebbe sicuramente potuto essere più generosa senza questi problemi. Il comparto tecnico è mediocre. Ok, è un titolo cross-gen, ma avrebbe potuto essere un po’ più piacevole alla vista. Anche la componente narrativa è insignificante, così come i personaggi che sono totalmente privi di spessore. Su questi due punti si potrebbe obiettare dicendo che raramente sono il focus di prodotti come questo, e in parte è vero. Ma c’è un terzo punto negativo che a mio avviso dovrebbe essere migliorato notevolmente anche per un gioco di questa tipologia: il sistema di loot. Il gioco ti lancia una moltitudine di oggetti e armi talmente imbarazzante che ci vorrà un attimo a disinteressarsi a tutto ciò che si raccoglie, per rendersi conto, forse, in un secondo momento di aver trovato degli oggetti effettivamente utili, magari mentre si era in procinto di sfoltire l’inventario, operazione guarda caso fin troppo frequente. Questo problema toglie il piacere della scoperta mentre si esplorano i livelli ed è sinceramente un gran peccato. Più in generale questi problemi, pur non penalizzando troppo il gioco nel suo insieme, risultano comunque molto fastidiosi perché ormai presenti fin dal primo Nioh.
Complessivamente per me “Wo Long” è stato un gioco intenso e molto divertente, che senza fare rivoluzioni ha cercato di creare una formula che mantenesse una certa libertà ruolistica nell’esperienza e che al tempo stesso spingesse il giocatore ad adottare un approccio tecnico. Il risultato per me è stato soddisfacente, perché in fin dei conti il gioco funziona su tutti gli aspetti più importanti, ma trascura forse eccessivamente alcuni elementi di contorno ormai presenti da anni nei giochi dello stesso sviluppatore. Mi auguro quindi che il Team Ninja continui a lavorare su questa tipologia di giochi, mantenendo i loro punti di forza, ma provando magari anche a rimediare a qualche scivolone che diventa sempre più difficile ignorare.