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Avendo apprezzato lo “Spider-Man” del 2018 su PS4 avevo riposto su questo capitolo con protagonista Miles Morales delle buone aspettative, consapevole che si sarebbe trattato di un’esperienza più breve e che bene o male avrebbe mantenuto le stesse caratteristiche del predecessore. Il gioco è stato in grado di rispettare le attese, riproponendo in tempi più brevi le stesse qualità dell’originale e offrendo anche qualche sorpresa sul piano del gameplay.

Il gioco in questione riesce in primo luogo a recuperare tutti gli aspetti che già si erano dimostrati convincenti nel capitolo precedente: un’ottima grafica, una buona storia, una discreta varietà nelle attività di gioco e un sistema di movimento al top. Oscillare tra i palazzi di New York sparando ragnatele a destra e sinistra era ed è rimasta una delle cose più divertenti da fare. Tuttavia, l’aspetto che più mi ha colpito di questo capitolo è lo stealth, componente già presente nel titolo precedente in modo essenziale, ma che qui è stato considerevolmente ampliato con nuovi poteri, abilità e oggetti che rendono molto più soddisfacente completare le missioni senza farsi notare. Sul piano narrativo le vicende raccontate sono risultate piuttosto interessanti, seppur occasionalmente prevedibili e a volte con qualche cliché di troppo. Però la narrazione rimane sempre coinvolgente e ben ritmata, rendendo comunque la storia complessivamente appassionante.

Questo spin-off rimane un’esperienza consigliata principalmente a chi aveva amato il capitolo precedente. Volendo credo possa essere affrontato anche in modo autonomo, ma la scelta migliore rimane quella di recuperare prima il gioco del 2018, che per ovvi motivi fu un’esperienza più innovativa e consistente. Questo capitolo intermedio però riesce a riprenderne tutti i punti di forza, facendo anche qualche passo in avanti sul piano dello stealth, regalando un’esperienza che offre un buon equilibrio tra certezze consolidate e novità.