logo AnimeClick.it

6.5/10
-

Quanto seguirà sono solo considerazioni fatte dopo la visione della prima stagione, non ho letto il manga e non ho idea di cosa accada nella seconda stagione.

Sono abbastanza convinto ci sia una grossa distanza che mi separa dalla maggior parte delle opinioni su questo anime. Ho guardato “Vinland Saga” trasportato dall’hype che lo trascina, e che ha spinto molti a metterlo alla pari di opere come “Berserk” o “Vagabond”. E quindi la domanda mi sorge spontanea: “Ma costoro “Berserk” e “Vagabond” li hanno mai letti?” Perché altrimenti non mi spiego tutto questo sperticarsi in lodi per un prodotto che, sì, è sicuramente sopra la media - una media patetica e non così difficile da scavalcare -, ma che non è assolutamente meritevole di tutta questa attenzione.

La storia si configura come una cronaca medievale dell’invasione danese in Inghilterra, in cui si vanno a intrecciare storie di personaggi inventati e realmente esistiti. Il racconto si prende sul serio sin da subito, ma va ad inserire già nelle prime puntate personaggi dalla forza e abilità sovraumane, cosa che va ad erodere totalmente la sua credibilità. “Vinland Saga” quindi esordisce con queste due anime a mio avviso antitetiche: la velleità da cronaca storica (pur romanzata) e la vena battle shonen che inevitabilmente distrugge la sospensione dell’incredulità. Certo non aiuta poi che la maggior parte dei personaggi, ad eccezione di pochissimi come Askeladd, non abbiano alcun tipo di sviluppo del personaggio o che rimangano sempre piatti e monodirezionali. Per fare un esempio tra tutti, il protagonista Thorfinn dal primo all’ultimo episodio è mosso solo e unicamente dal desiderio di vendetta, e non trova alcun tipo di evoluzione degna di nota, se non l’urlare cose a caso di tanto in tanto. Molti altri personaggi principali, come Thorkell, sono meri stereotipi con le gambe che svolgono il loro ruolo di personaggio forte 1, personaggio scaltro 2, alleato ‘sfigato’ 3 ecc. Tra tutti il più ridicolo per sviluppo risulta proprio Canuto, il personaggio che generalmente viene considerato come la grande sorpresa dello show: Canuto è sin da principio raccontato come un totale inetto, debole e schivo in un mondo di vichinghi nerboruti, totalmente incapace di qualsiasi azione o persino di affrontare una conversazione a testa alta. Così, dopo episodi in cui ci viene rimarcata la sua totale inutilità non solo come principe, ma anche come essere umano, ecco che ha una illuminazione a metà tra un flusso di coscienza joyciano e una rivelazione divina, e nel giro di cinque minuti di monologo interiore si trasforma completamente in un personaggio totalmente diverso. Un cambiamento schizofrenico che ha la naturale conseguenza di far sorridere, ma per i motivi ‘sbagliati’. In un episodio il principino per poco non se la fa sotto, e quello dopo è un generale risoluto capace di tenere testa ai più mostruosi e gretti vichinghi senza cervello. In tal senso, “Vinalnd Saga” quindi non solo fallisce nella creazione di personaggi credibili, ma anche quando prova a farli evolvere inciampa goffamente su sé stesso con trovate pretestuose. L’unico (forse) a salvarsi da questo mix assortito di personaggi poco interessanti è Askeladd, antagonista che l’autore si prende la briga di raccontare veramente e che col tempo evolve da cattivo a mentore. Anche se poi, a ben vedere, anche lui subisce inevitabilmente la sorte degli altri personaggi, in quanto sul finale agirà in maniera “out of character”, per necessità di trama, tradendo il modo in cui era stato scritto sin dall’inizio. A concludere questo mix esplosivo di medietà, l’anime viaggia su un ritmo sempre molto lento e compassato, cosa che non si configura come un difetto di per sé, ma che va ad aggravare il senso di noia che cresce puntata dopo puntata.

Lato tecnico, l’anime risulta totalmente nella media delle produzioni della medesima importanza. I colori sono prevalentemente piatti e privi di sfumature, mentre le animazioni (tolti rari casi) sono semplicemente funzionali allo scopo, senza particolari guizzi registici o creativi. Non aiuta nemmeno il character design che, pur essendo in linea con il tenore delle vicende raccontate, non riesce nel rappresentare personaggi memorabili o visivamente carismatici. È presente anche la CGI, ma non è invadente come si legge in giro. Pur con delle buone opening, l’anime non fa pervenire brani memorabili dalla sua colonna sonora e, onestamente, ad ora che scrivo, non penso di ricordare nemmeno un singolo brano di accompagnamento.

Dal punto di vista delle tematiche, non credo ci sia davvero qualcosa di interessante da dire. È la storia di un desiderio infantile di vendetta che si trasforma col tempo in una presa di coscienza di sé, in cosa valga la pena di lottare e sul senso della guerra e della violenza. Ottimi presupposti, non fosse che al solito non è quello che si vuole dire a contare davvero, ma il come lo si faccia. “Vinland Saga” in questo è estremamente didascalico e poco interessante nel raccontare personaggi piatti e “telefonati”, caratteristiche che inevitabilmente riducono la portata delle tematiche proposte, per far spazio a una piatta cronaca degli eventi di una invasione. Si staglia negli ultimi episodi una dinamica da lotta di potere, ma anche in questo caso viene banalizzata sul nascere con trovate che non seguono un filo logico plausibile.

A conclusione di quanto scritto, mi preme riportare quanto detto all’inizio, ovvero che “Vinalnd Saga” fallisce nel portare il peso dell’hype che gli gravita attorno, ma non manca di essere comunque un anime che tendenzialmente “si lascia vedere”, purché si tengano le aspettative piuttosto basse. Sul perché sia tanto osannato, non posso che spiegarmelo (con una certa arroganza, me ne rendo conto) immaginando che chi ne parla tanto siano giovanissimi con poca dimestichezza del mondo anime (ho letto online di gente che lo esalta usando come termine di paragone “Naruto”, “One Piece” o “One-punch Man”...) oppure che con l’avanzare della storia diventi un prodotto totalmente diverso da quanto raccontato in questa prima stagione. Detto ciò, se siete alle vostre prime esperienze anime e magari siete solo abituati ai battle shonen, allora mi sento di consigliarvi la visione di “Vinland Saga”. Per tutti gli altri invece, che sono giunti a questo titolo spinti dal chiacchiericcio, che hanno ormai maturato una certa esperienza e magari hanno voglia di qualcosa di appetitoso su cui affondare i denti, allora no, ‘skippatelo’ allegramente senza rimpianti.