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Da amante del genere non ho esitato a iniziare questa serie, e la ventina di storielle auto-conclusive a tema horror spalmate in soli 12 episodi, hanno contribuito a rendere la visione leggera e scorrevole.
Ogni episodio è ben caratterizzato da un clima tetro ed inquietante, senza dover quasi mai ricorrere ad inutili jump scare troppo spesso utilizzati a solo scopo riempitivo. Le ambientazioni utilizzate rendono bene l’idea di angoscia e stranezza su cui la serie vuole basarsi; boschi spettrali, metropoli cupe e “case degli orrori” sono tra le più gettonate, che risultano dunque ben realizzate.
I personaggi “scelti” dell’autore variano tra psicopatici, maniaci, assassini o individui solo all'apparenza normali, tutti capaci a modo loro di rendere le vicende inquietanti grazie all'inspiegabile alone di stranezza in cui risiede la vera e propria anima horror dell’opera.
Gli elementi fin qui citati non bastano però a farmi apprezzare poco più di una manciata degli episodi presenti nella serie, e i finali così aperti non sono affatto d’aiuto; se alle volte possono risultare un’idea intelligente, capaci di lasciare allo spettatore lo spazio per una personale interpretazione, altre volte qualche spiegazione più approfondita sarebbe stata più che gradita, o addirittura quasi d’obbligo. La così breve durata di alcune vicende è troppo spesso insufficiente anche solo a far entrare lo spettatore nel vivo, lasciandolo il più delle volte con l’amaro in bocca.

Ho apprezzato abbastanza lo stile grafico dell’opera; i disegni così minimal e un po’ in stile rétro hanno contribuito a mettere in risalto gli elementi mostruosi presenti nei vari episodi, facendo focalizzare lo spettatore sui componenti chiave in modo da non perdersi in dettagli inutili.
Belle sia opening che ending, fortemente caratteristiche e che ho trovato molto in stile “American Horror Stories”.
A fare ottimamente da contorno alle ambientazioni cupe poco fa citate, ci sono delle colonne sonore ben appropriate, che soprattutto nei momenti chiave che precedono i “colpi di scena”, riescono ad aumentare la tensione nello spettatore.

Nonostante il giudizio globale sia un po’ basso, data appunto la così bassa percentuale di vicende di mio gradimento, non me la sento di sconsigliate a priori la visione di quest’opera, perché in questa playlist di episodi in pieno stile “Piccoli brividi”, ne troverete sicuramente qualcuno nelle vostre corde, in oltre, come ho lasciato intendere ad inizio recensione, la visione è tutt’altro che lunga o impegnativa.
Voto finale: 5,5.