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7.5/10
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Recuperata una vecchia prima edizione della Planet Manga, su "Piece" della Ashihara non ho molto da aggiungere, rispetto a quello che è già stato detto in altre recensioni. L' autrice sviluppa in dieci volumi una storia complessa, contorta, intimista e a tratti toccante, non facile da dipanare, gestita però con una certa coerenza fino alla fine.

"Piece" è una sorta di puzzle, elemento richiamato anche dalle copertine dei volumi, che lentamente viene ricomposto attraverso una ricerca della verità fatta dalla protagonista, Mizuho Suga, ragazza introversa, anaffettiva e incapace di aprirsi agli altri; tale indagine diventa un percorso personale alla ricerca di sé stessa, tema senza dubbio affascinante, ma non così semplice da gestire.
L'autrice ci riesce abbastanza bene, dipanando tutti gli elementi attraverso la costruzione della vicenda dei suoi personaggi, tutti tratteggiati con cura psicologica, da Mizuho, ad Haruka Origuchi la ragazza deceduta di cui si cerca di ricostruire gli ultimi episodi misteriosi della sua vita, alla fine, il personaggio forse più bello di tutta la serie, benchè sia una figura introdotta quasi a pretesto per smuovere le dinamiche della trama.

Non posso dire di aver amato questi personaggi, il più delle volte contorti, ossessionati da se stessi o dagli altri, poco empatici come il problematico e autodistruttivo Hikaru Narumi, ragazzo che sembra non lasciarsi toccare da niente e nessuno, il fragile fratello di lui, Hiro, più sensibile e disperato, due fratelli con un vissuto familiare che ho trovato inquietante e al limite della normalità, concetto che qui viene messo in discussione dalle teorie folli di una madre incapace di amare, egoista all'ennesima potenza.
Il rapporto genitoriale - quasi sempre squilibrato - è uno dei temi che l'autrice affronta, ma non so quanto lo risolva, alla luce del finale dell'opera dove sembra voler suggerire che i rapporti interpersonali sono costruiti dai reali o presunti bisogni delle persone, finale che francamente ho trovato molto ambiguo, come se l'autrice avvalorasse certe teorie; un fondo di verità ci può essere, viste le vicende personali infelici di alcuni personaggi, come l'amica Remi, ragazza con problemi di sovrappeso che finisce per innamorarsi della prima persona che le presta un minimo di considerazione e si rivelerà sbagliata, gli amici stessi di Narumi, bulletti e teppistelli pronti ad usare la violenza per risolvere i problemi.

I temi introdotti sono tanti, forse troppi da gestire tutti insieme e mantenere ampio respiro all'opera nella sua interezza: tradimento, gravidanza, aborto, amore non corrisposto, inganno e disillusione, libertà di essere ed esprimere se stessi.
Alla fine, in tutto questo puzzle che l'autrice imbastisce e padroneggia piuttosto bene a livello di trama, la figura che ne esce meglio e rivela una bella immagine di sé è proprio la compianta Haruka Origuchi, per quanto anche la protagonista riesca a compiere un suo percorso di crescita, cambiamento e maturazione.

Quello che per me penalizza molto l'opera è il tratto rigido, disarmonico, troppo geometrico dell'autrice, che non riesco ad apprezzare, come mi era già accaduto leggendo 'La Clessidra', dove più o meno riscontrai gli stessi difetti; la Ashihara a volte imposta le sue tavole in maniera troppo densa e fitta, togliendo respiro all'insieme, senza dare risalto a certi momenti decisivi, salvo qualche caso. Non so dire se una nuova edizione gioverebbe a far risaltare meglio tutto, salvo poter recuperare un josei, quasi introvabile nell'usato.
Retta da un altro stile di disegno, penso che tutta la storia, molto valida nella sua impostazione e sviluppo, ma inusuale nel panorama shoujo/josei, avrebbe avuto tutto un altro impatto su di me.
Da qui, il mio voto non troppo generoso.