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“Estate Infinita” è il primo fumetto vietnamita che ho letto.
Il volume racconta di due giovani ragazzi all’ultimo anno delle scuole medie, un maschio e una femmina che si chiamano nello stesso modo: Phuong.
In una fase difficile come il passaggio tra l’essere bambini e diventare dei giovani adulti, non solo questi due ragazzi condividono il nome, ma anche un grande peso: infatti, i genitori ripongono in loro grandi aspettative, sia a livello scolastico che a livello lavorativo.
Ritorna un tema molto affrontato nelle opere asiatiche che è, appunto, lo stress scolastico a cui vengono sottoposti la maggior parte degli studenti. In un mondo che sembra soffocante, in cui tutti dicono loro cosa devono fare, l’unica cosa bella è che possono contare sempre l’una sull’altro. Ed è così che quando Phoung è asfissiata dalla madre che vorrebbe sempre voti migliori, è l’amico a tirarle su il morale. E quando lui è oppresso da un padre ancora instabile per la perdita della moglie, è lei a dover in qualche modo trascinarlo fuori dai suoi pensieri bui, anzi, dal non voler più pensare.

Per festeggiare la fine della scuola, si fanno la promessa di andare al mare, finiti finalmente gli esami.
Un volume intenso, con un ritmo sempre più incalzante, fino ad arrivare alla parte finale, molto emozionante; in pochi capitoli, affronta tantissimi temi importanti.
I disegni sono bellissimi con tanta attenzione ai dettagli naturalistici, regalandoci delle magnifiche tavole dedicate a alberi e paesaggi.
Toshokan ha messo la ciliegina sulla torta con una carinissima edizione: capovolgendo la sovra-copertina troviamo un’immagine meravigliosa.