Recensione
Candidate for Goddess
6.0/10
"Candidate for Goddess" si distingue per una caratteristica particolare che però è difficile considerare un merito, ossia la trama principale non riesce quasi mai ad essere al centro dell'attenzione.
L'intera serie non è altro che una lunga presentazione dei giovani protagonisti, con annessa una serie di loro prove per riuscire a raggiungere lo status di pilota dei misteriosi robot chiamati Dee (che, a dirla tutta, non mi sono sembrati dei mecha così eccezionali), nel frattempo guidati da piloti esperti che in teoria avrebbero dovuto essere un secondo gruppo protagonista. Naturalmente, il materiale per rendere le cose più complesse ci sarebbe, ossia alieni e piloti dall'origine misteriosa, un probabile complotto con annessi segreti sconvolgenti, ma tutto questo viene appena accennato e poi rimandato a un prosieguo che non ci sarà mai. Persino le battaglie contro gli alieni chiamati Victim sono poche e mostrate solo a spizzichi (e non sono nulla di particolare). Ovvio quindi che concentrare tutta la serie su una fase preparatoria che di solito negli altri titoli si esaurisce dopo i primi episodi, e lasciarci poi con molte domande e nessuna risposta, fa rimanere interdetti. Non conosco il manga da cui è tratta la serie, però, trattandosi di un titolo piuttosto breve di soli cinque volumi (1997-2001), temo che sia da considerarsi una colpa la scelta dei realizzatori dell'anime di dedicare ben dodici episodi all'introduzione, e a questa decisione si è unita, penso, una fiducia eccessiva sulla possibilità di realizzare un seguito.
Una volta analizzata questa caratteristica, cosa ci resta? Diciamo un anime nella media, sia nel bene che nel male: il bene è un buon ritmo narrativo che riesce a impedire la noia con un discreto mix di mistero, azione e umorismo, e può renderci pure abbastanza simpatici i protagonisti centrali dei cadetti (gli unici con un piccolo sviluppo); però mancano momenti o idee di rilievo, i progressi della trama e l'introspezione (certo non aiutata dall'eccessivo numero di personaggi) sono ai minimi termini, e per questo, anche se si prova la curiosità di sapere come prosegue la storia, questa nasce più dal disappunto di essere lasciati senza alcuna risposta che dall'essere emotivamente coinvolti nelle vicende raccontate.
Sul piano tecnico siamo abbastanza nella media: le scene con robot e alieni sono realizzati con una CG che, rivista oggi, risulta troppo finta, mentre le animazioni tradizionali e il chara-design sono gradevoli. Da notare alcuni echi di "Neon Genesis Evangelion" (un successo allora troppo recente per essere ignorato da un titolo mecha): le Dee sono robot che alcuni indizi ci fanno sospettare abbiano un'anima, i piloti entrano in un abitacolo pieno di un liquido speciale, utilizzano dei connettori neurali e, se il robot viene danneggiato, il pilota ne risente direttamente.
Infine, le musiche, che sono ordinarie, ma l'opening la trovo proprio fuori contesto, mi sembra più una marcetta trionfale da commedia.
Per concludere, questo è un titolo in sé senza infamia e senza lode, ma risulta penalizzato dal fatto di non andare oltre le basi della trama.
Voto: 6-
L'intera serie non è altro che una lunga presentazione dei giovani protagonisti, con annessa una serie di loro prove per riuscire a raggiungere lo status di pilota dei misteriosi robot chiamati Dee (che, a dirla tutta, non mi sono sembrati dei mecha così eccezionali), nel frattempo guidati da piloti esperti che in teoria avrebbero dovuto essere un secondo gruppo protagonista. Naturalmente, il materiale per rendere le cose più complesse ci sarebbe, ossia alieni e piloti dall'origine misteriosa, un probabile complotto con annessi segreti sconvolgenti, ma tutto questo viene appena accennato e poi rimandato a un prosieguo che non ci sarà mai. Persino le battaglie contro gli alieni chiamati Victim sono poche e mostrate solo a spizzichi (e non sono nulla di particolare). Ovvio quindi che concentrare tutta la serie su una fase preparatoria che di solito negli altri titoli si esaurisce dopo i primi episodi, e lasciarci poi con molte domande e nessuna risposta, fa rimanere interdetti. Non conosco il manga da cui è tratta la serie, però, trattandosi di un titolo piuttosto breve di soli cinque volumi (1997-2001), temo che sia da considerarsi una colpa la scelta dei realizzatori dell'anime di dedicare ben dodici episodi all'introduzione, e a questa decisione si è unita, penso, una fiducia eccessiva sulla possibilità di realizzare un seguito.
Una volta analizzata questa caratteristica, cosa ci resta? Diciamo un anime nella media, sia nel bene che nel male: il bene è un buon ritmo narrativo che riesce a impedire la noia con un discreto mix di mistero, azione e umorismo, e può renderci pure abbastanza simpatici i protagonisti centrali dei cadetti (gli unici con un piccolo sviluppo); però mancano momenti o idee di rilievo, i progressi della trama e l'introspezione (certo non aiutata dall'eccessivo numero di personaggi) sono ai minimi termini, e per questo, anche se si prova la curiosità di sapere come prosegue la storia, questa nasce più dal disappunto di essere lasciati senza alcuna risposta che dall'essere emotivamente coinvolti nelle vicende raccontate.
Sul piano tecnico siamo abbastanza nella media: le scene con robot e alieni sono realizzati con una CG che, rivista oggi, risulta troppo finta, mentre le animazioni tradizionali e il chara-design sono gradevoli. Da notare alcuni echi di "Neon Genesis Evangelion" (un successo allora troppo recente per essere ignorato da un titolo mecha): le Dee sono robot che alcuni indizi ci fanno sospettare abbiano un'anima, i piloti entrano in un abitacolo pieno di un liquido speciale, utilizzano dei connettori neurali e, se il robot viene danneggiato, il pilota ne risente direttamente.
Infine, le musiche, che sono ordinarie, ma l'opening la trovo proprio fuori contesto, mi sembra più una marcetta trionfale da commedia.
Per concludere, questo è un titolo in sé senza infamia e senza lode, ma risulta penalizzato dal fatto di non andare oltre le basi della trama.
Voto: 6-