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"Girls Band Cry" è stato sicuramente una delle più piacevoli sorprese di questo 2024: anime musicale dallo studio PINE JAM, segue la storia di un gruppo di ragazze che formano una band musicale.

L'anime esplora le loro vite mentre affrontano le sfide e le gioie del mondo della musica, sviluppando le loro amicizie e inseguendo i loro sogni artistici. Tra prove, esibizioni e momenti di crescita personale, la serie cattura l'essenza delle esperienze di una band emergente. Ogni episodio è ricco di momenti emozionanti e di performance musicali che riescono a trasmettere tutta l'energia e la passione delle protagoniste. L'anime esplora temi come il bullismo, la difficoltà nel socializzare, la disillusione una volta raggiunta l'età adulta, tutti trattati con grande sensibilità e profondità, senza falsa retorica.

Uno degli aspetti che mi ha colpito di più è stata la profondità del personaggio di Nina. Il suo percorso personale, dalle insicurezze iniziali alle difficoltà nel mantenere coeso il gruppo, è raccontato con grande cura e realismo. Il suo carattere spigoloso e senza filtri -non la classica tsundere stereotipata- il suo essere senza compromessi, la sua genuinità e la sua ingenuità sono tutti elementi che la rendono un adorabile vulcano in eruzione e ti portano ad immedesimarti in lei. A fare da contraltare c'è Momoka, l'altra protagonista, che porta una dimensione di sensibilità e introspezione. La sua storia è caratterizzata da un conflitto interiore tra il desiderio di seguire le proprie passioni e le aspettative esterne. A differenza di Nina ha già avuto la sua grande occasione e l'ha persa a causa della sua integrità, si ritrova quindi in una fase di profonda disillusione e solo l'incontro con con quel fiume in piena che è Nina riesce a scuoterla. Ed è proprio il tumultuoso rapporto tra Nina e Momoka e la sua evoluzione il vero punto di forza dell'anime. Conosciutesi perché Nina è una grande fan di Momoka, la loro relazione evolve, passando tra molteplici scontri in un amicizia profonda con forse qualche sfumatura anche romantica. Le due si completano e hanno un bisogno l'una dell'altra per andare avanti. Nina aiuta Momoka a uscire dal suo guscio e a esprimere se stessa attraverso la musica, incoraggiandola a essere più sicura e audace. Momoka, a sua volta, fornisce a Nina un punto di vista più equilibrato e spesso la aiuta a riflettere su decisioni importanti, offrendo consigli saggi e ponderati.
Ben caratterizzati anche i restanti membri della band, ognuno con una sua storia e con le sue problematiche. Su tutte ho apprezzato Yuki, eccentrica tastierista amante dei rettili, per certi versi simile a Nina, nella sua schiettezza, ma al tempo stesso gli fa da contraltare nel sue essere molto più razionale e cinica.

Passiamo all'aspetto che ho digerito poco, ovvero l'uso della computer graphic. Mi rendo conto che è questione di gusti anche personali, ma in alcune scene, soprattutto durante le esibizioni dal vivo, la CG può apparire troppo evidente e poco integrato con l'animazione tradizionale. Questo contrasto può a volte distrarre e rompere l'immersione, dando un aspetto posticcio alle performance che altrimenti sarebbero molto coinvolgenti. Devo ammettere che mentre nei primi episodi la cosa mi dava molto più fastidio, col procedere delle puntate mi ci sono un po' abituato, rimane il fatto che avrei preferito un'animazione classica.

Nonostante ciò, "Girls Band Cry" si ritaglia un ruolo importante tra gli anime dello stesso genere. Su tutti ho trovato diverse analogie con "Beck", a partire dalla coppia di protagonisti, Nina come Koyuki, acerba, ma cantante ricca di talento, Momoka come Ryusuke, ha perso il treno del successo per non scendere a compromessi con la musica che vogliono suonare. In entrambi i casi ci si trova a fronteggiarsi e confrontarsi con la band di maggior successo del momento. Al netto di questo "Girls Band Cry" si differenzia per un tono molto più slice of life, focalizzato molto sulle relazioni umane, rendendo il tutto un po' più verosimile.