Recensione
Boy's Abyss
8.0/10
"Boy’s Abyss" è un’opera cupa, disturbante e profondamente introspettiva, che mi ha immersa in un vortice di sofferenza e disperazione. La storia ruota attorno a Reiji, un giovane intrappolato in una vita claustrofobica, circondato da personaggi altrettanto spezzati e disfunzionali. Ognuno di loro è un riflesso di problemi reali: insicurezze, traumi, dipendenze e una costante lotta per trovare un senso in un’esistenza che sembra non offrire vie d’uscita.
Minenami non ha paura di mostrare quanto sia difficile liberarsi dei propri demoni, soprattutto quando la mente si trasforma in una prigione senza sbarre.
I disegni sono inquietanti. Ogni tratto, ogni espressione, ogni sfondo contribuisce a creare un’atmosfera opprimente che ti trascina nel baratro insieme ai personaggi.
Tuttavia, non tutto è perfetto. Nei primi volumi ho avuto l’impressione che la trama cadesse in un clichè un po’ forzato: tutte le ragazze della storia sembrano innamorarsi perdutamente di Reiji, come se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra. Questo elemento a mio parere stride con il realismo crudo e spietato del resto dell’opera, risultando poco credibile e quasi fuori luogo.
Altro elemento sfavorevole, è che in alcuni tratti la storia è risultata ripetitiva. Ma forse è proprio questo il punto: la vita, a volte, è un loop infinito di dolore dal quale è difficile uscirne.
Non è una storia per tutti, ma per chi è disposto ad immergersi in un abisso emotivo, consiglio la lettura.
Minenami non ha paura di mostrare quanto sia difficile liberarsi dei propri demoni, soprattutto quando la mente si trasforma in una prigione senza sbarre.
I disegni sono inquietanti. Ogni tratto, ogni espressione, ogni sfondo contribuisce a creare un’atmosfera opprimente che ti trascina nel baratro insieme ai personaggi.
Tuttavia, non tutto è perfetto. Nei primi volumi ho avuto l’impressione che la trama cadesse in un clichè un po’ forzato: tutte le ragazze della storia sembrano innamorarsi perdutamente di Reiji, come se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra. Questo elemento a mio parere stride con il realismo crudo e spietato del resto dell’opera, risultando poco credibile e quasi fuori luogo.
Altro elemento sfavorevole, è che in alcuni tratti la storia è risultata ripetitiva. Ma forse è proprio questo il punto: la vita, a volte, è un loop infinito di dolore dal quale è difficile uscirne.
Non è una storia per tutti, ma per chi è disposto ad immergersi in un abisso emotivo, consiglio la lettura.
News