Recensione
Sugar wa Otoshigoro
8.0/10
Keiko Hatanaka è una liceale fuori dal comune con un desiderio segreto: diventare una prostituta. Keiko è un’outsider che fatica a connettersi con le sue coetanee e trova sfogo nella scrittura di un blog in cui esplora le sue fantasie. Proprio questo blog dà il via a una serie di eventi che cambieranno la sua vita, portandola a incontrare Tsubaki Asami, una ragazza affascinante ma altrettanto isolata, vittima di voci sul suo presunto passato nel mondo della prostituzione.Il loro legame nasce da un terreno comune di alienazione e solitudine, ma evolve presto in una connessione più profonda, che sfida i confini tra amicizia, complicità e qualcosa di più intimo.
Sebbene non esplicitamente romantico in senso classico, Sugar wa Ososhigoro è impregnato di tensione emotiva e sottotesto erotico tra le due protagoniste. Il loro legame sfugge a una definizione univoca, sospeso tra amicizia, complicità e attrazione. Il manga evita facili idealizzazioni del rapporto tra ragazze, preferendo invece esplorare come queste relazioni si formino anche in contesti disfunzionali, segnati da traumi e desideri non convenzionali. Keiko, poi, è una delle eroine yuri più particolari e affascinanti che abbia mai incontrato. Almeno per quanto mi riguarda, me ne sono innamorato. Il tratto di Hikaru Ninomiya è “leggermente grezzo”, ma ben si adatta alla natura cruda della storia. Questo stile essenziale e diretto rafforza l’atmosfera disturbante e malinconica che permea la narrazione. Anche la caratterizzazione di Keiko, volutamente normale e un po’ sgraziata, si distacca dai soliti cliché delle ragazze carine, pucciose o misteriosamente affascinanti. Eppure, proprio per questa sua autenticità, possiede una fortissima identità e originalità: l’ho trovata di una bellezza pura, fuori dagli schemi, e ne sono rimasto sinceramente affascinato.
Sugar wa Ososhigoro è un manga un po' criptino e difficile da digerire, ma questo è anche il suo fascino. Non è un'opera pensata per confortare, bensì per mettere in discussione. La rappresentazione della prostituzione come desiderio adolescenziale è senza dubbio controversa, ma viene trattata in modo non sensazionalistico, come simbolo di una rottura interiore con le aspettative sociali. Il manga affronta temi pesanti – bullismo, esclusione, sessualità, trauma – senza cercare risposte facili, ma invitando il lettore a confrontarsi con la complessità del vissuto delle due protagoniste. La narrazione è ambigua, frammentaria e a tratti destabilizzante, ma sempre coerente con l'idea di esplorare le zone grigie dell’adolescenza e delle relazioni. Il finale non chiude tutto con chiarezza, ma lascia spazio a riflessioni e interpretazioni.
Mi sono trovato in difficoltà nel giudicare questo lavoro: non è certo la classica storia rassicurante, e confesso di aver faticato a seguire una trama non sempre lineare. Ma è anche un’opera che mi ha lasciato tutt’altro che indifferente, e che sono sicuro rileggerò in un futuro non troppo lontano per coglierne sfumature che alla prima lettura mi sono sicuramente sfuggite.
Sebbene non esplicitamente romantico in senso classico, Sugar wa Ososhigoro è impregnato di tensione emotiva e sottotesto erotico tra le due protagoniste. Il loro legame sfugge a una definizione univoca, sospeso tra amicizia, complicità e attrazione. Il manga evita facili idealizzazioni del rapporto tra ragazze, preferendo invece esplorare come queste relazioni si formino anche in contesti disfunzionali, segnati da traumi e desideri non convenzionali. Keiko, poi, è una delle eroine yuri più particolari e affascinanti che abbia mai incontrato. Almeno per quanto mi riguarda, me ne sono innamorato. Il tratto di Hikaru Ninomiya è “leggermente grezzo”, ma ben si adatta alla natura cruda della storia. Questo stile essenziale e diretto rafforza l’atmosfera disturbante e malinconica che permea la narrazione. Anche la caratterizzazione di Keiko, volutamente normale e un po’ sgraziata, si distacca dai soliti cliché delle ragazze carine, pucciose o misteriosamente affascinanti. Eppure, proprio per questa sua autenticità, possiede una fortissima identità e originalità: l’ho trovata di una bellezza pura, fuori dagli schemi, e ne sono rimasto sinceramente affascinato.
Sugar wa Ososhigoro è un manga un po' criptino e difficile da digerire, ma questo è anche il suo fascino. Non è un'opera pensata per confortare, bensì per mettere in discussione. La rappresentazione della prostituzione come desiderio adolescenziale è senza dubbio controversa, ma viene trattata in modo non sensazionalistico, come simbolo di una rottura interiore con le aspettative sociali. Il manga affronta temi pesanti – bullismo, esclusione, sessualità, trauma – senza cercare risposte facili, ma invitando il lettore a confrontarsi con la complessità del vissuto delle due protagoniste. La narrazione è ambigua, frammentaria e a tratti destabilizzante, ma sempre coerente con l'idea di esplorare le zone grigie dell’adolescenza e delle relazioni. Il finale non chiude tutto con chiarezza, ma lascia spazio a riflessioni e interpretazioni.
Mi sono trovato in difficoltà nel giudicare questo lavoro: non è certo la classica storia rassicurante, e confesso di aver faticato a seguire una trama non sempre lineare. Ma è anche un’opera che mi ha lasciato tutt’altro che indifferente, e che sono sicuro rileggerò in un futuro non troppo lontano per coglierne sfumature che alla prima lettura mi sono sicuramente sfuggite.