Recensione
Dancouga Nova
7.0/10
Grazie all'opera dei mai troppo lodati SubZero, possiamo goderci nell'italico idioma anche questo Dancouga Nova. Il titolo non suonerà nuovo agli aficionados più attempati, dato che è la versione 'rimodernata' di una vecchia gloria degli anni '80 mai trasmessa in Italia, salvo per il film che ne costituiva l' epilogo, "God Bless Dancougar", edito da Yamato Video e che gli orfani dei robottoni giganti come me all'epoca non si fecero sfuggire. Per quel poco che conosco dell'originale, derivato appunto dalla visione di quel film, questo remake mantiene intatte solo parte delle premesse e per il resto sviluppa la storia in un universo narrativo del tutto differente. Rimane intatto il concept alla base del mecha design: Il Dancouga Nova, come l' omonimo (salvo il 'nova') predecessore, è formato da quattro unità, ciascuna delle quali ha tre configurazioni differenti: modalità veicolo, modalità Beast, modalità umanoide. I quattro mezzi sono il Nova Eagle, pilotato dalla rossa Aoi, il Nova Elephant, pilotato dal biondo e compito Johnny, il Nova Liger, pilotato dalla determinata poliziotta Kurara, ed il Nova Rhinos, pilotato dallo scanzonato Sakuya. I quattro robot, oltre ad assumere le tre diverse configurazioni sopradette, possono unirsi a formare il gigantesco Dancouga Nova, con l' Elephant a formare braccia, gambe e torso, il Liger a formare il piede destro, il Rhinos il piede sinistro e l' Eagle la testa. Come si vede, il mecha concept è pressoché identico al 'vecchio' Dancougar, con qualche differenza di design. Altra caratteristica ripresa dall'originale è il fatto che il Dancouga attinge potere dai sentimenti dei piloti. A parte questo, il resto è nuovo. All'inizio la storia sembra piuttosto fiacca e poco avvincente, i nuovi piloti non hanno il carisma di Shinobu e compagni ed anche i comprimari che gravitano loro attorno sono poco più che macchiette per spunti comici, e non manca qualche (lieve, comunque)spruzzatina di fanservice fine a sé stesso. Tuttavia le cose migliorano abbastanza presto, il Dancouga cela molti più segreti di quanto fosse dato sospettare all'inizio, e la trama evolve in una direzione che ho trovato piuttosto avvincente e ben congegnata, parallelamente ai protagonisti che riescono a conquistarsi le simpatie dello spettatore (pur non raggiungendo livelli elevatissimi)grazie ad una certa maturazione come individui e come team. Il guaio è il ridotto numero di episodi, che non permette di sviluppare a dovere tutti gli spunti, giungendo ad un finale gradevole ma un po' tirato via. Anche la componibilità del mecha non viene sfruttata a dovere, dato che i quattro mezzi agiscono separatamente solo in due o tre puntate, per il resto tutto ciò che fanno è arrivare sul posto ed agganciarsi. Gradevoli regia ed animazione, pur senza fare gridare al miracolo. Personalmente il titolo l' ho trovato molto piacevole, ed i fan dei super robottoni possono gustarselo tranquillamente, mentre chi non è amante di questa tipologia di cartoni animati potrebbe anche passare oltre, dato che non è un anime trascendentale che possa fare cambiare idea ai detrattori del genere.