Blue Giant: recensione del film presentato in anteprima europea al Cartoomics 2023
Il film di Blue Giant è come un brillante concerto live jazz che ti travolge
di ingiro
Tra gli ospiti di spicco della manifestazione, erano presenti il sensei Ishizuka, autore del manga e accreditato al soggetto originale del film, e Number 8, co-sceneggiatore sia del manga che del film; i quali hanno partecipato alla proiezione facendo una breve introduzione.
Dopo una piccola premessa di rito, gli autori ci hanno rivelato che erano molto contenti che il film venisse proiettato nei giorni in cui erano anche loro ospiti della fiera, anzi hanno lasciato intendere che è stata una loro specifica richiesta. Ci hanno inoltre rivelato in anteprima che il finale sarebbe stato “leggermente” diverso rispetto al manga, e hanno chiesto di non alzarsi ai titoli di coda perché sarebbe stata presente un’ulteriore scena.
Il protagonista della storia è Dai Miyamoto, che scopre il jazz in terza media e se innamora, al punto da non riuscire a fare altro, sfruttando ogni momento libero per suonare il suo sax sul fiume della sua città natale, in qualsiasi periodo dell’anno e con qualsiasi clima e temperatura. Questa è una storia di formazione, di come Dai scopra che il jazz è tutta la sua vita e decida di diventare il più grande sassofonista vivente.
Per raggiungere il suo obiettivo prende la decisione di abbandonare la sua casa natia e trasferirsi a Tokyo dove incontra gli altri due protagonisti della storia, con cui forma un gruppo di tre elementi, i Jass. I tre ragazzi affronteranno varie peripezie durante la loro crescita, con l’obiettivo di suonare nel più importante locale jazz del Giappone.
Senza ulteriori preamboli inizio con recensire il film che, a mio avviso, aveva due enormi sfide da affrontare: il fatto che da un manga di 10 volumi (5 nell’edizione italiana) si traesse un film di 2 ore, e che la componente musicale fosse adeguata.
Iniziamo parlando dell’adattamento in film, Number 8 ha deciso di escludere completamente i primi capitoli del manga, focalizzandosi sulla parte centrale e finale della storia. Il momento in cui Dai si è appassionato al jazz e tutto il supporto ricevuto dalla famiglia, vengono relegati a due piccoli flashback; la storia parte quando il nostro protagonista arriva a Tokyo. La scelta è dovuta probabilmente al fatto che la prima parte del manga è un po’ lenta e la storia “vera e propria” inizia al suo arrivo nella metropoli. Avendo deciso di adattare il manga in un film, credo che questa sia stata una scelta corretta anche se lascia delle lacune, che possono essere colmate solo da chi ha letto la controparte cartacea.
Ora passiamo all’altro punto focale della storia, ovvero il jazz. Ishizuka è stato molto bravo a rendere su carta la musica, le sue tavole, tramite alcuni accorgimenti grafici, risultano vibranti nei momenti in cui vengono eseguite le live. È stato così bravo da farci quasi immaginare la musica, a tratti ho avuto l’impressione che risuonasse nella mia testa mentre leggevo il manga.
Come compositrice è stata scelta l'artista e pianista jazz giapponese Hiromi Uehara. In una precedente intervista, Ishizuka e Number 8, hanno detto di avere dato delle indicazioni molto generiche, volevano un suono ritmato ma anche un po’ pesante, ma alla fine hanno lasciato decidere il tutto all’artista.
La Uehara è conosciuta per le tecniche virtuosistiche e rinomata per le sue performance live molto energiche, cose che si prestano molto bene alla musica di Dai. Pertanto, il nodo da sciogliere più importante del film è stato risolto in modo più che brillante, con composizioni live veramente energiche e performanti. Inoltre, le scene di animazione e la musica dei concerti si fondono benissimo, con immagini virtuose che vanno di pari passo con le performance. Il connubio è riuscitissimo, nelle varie live le immagini fondono il colore dorato del sax con l’elettricità, oppure con il fuoco o l’acqua, tutto a seconda del pezzo suonato e dei sentimenti che vogliono essere trasmessi. A occuparsi della direzione delle scene musicali è stato lo stesso regista Tachikawa coadiuvato da Shu, Kimura e Hirose.
La regia di Yuzuru Tachikawa, famoso per Mob Psycho 100 e Death Parade, è puntuale e ben fatta, non si perde e tiene incollati allo schermo senza "pause". Il character design, a cura di Yuichi Takahashi, è fedele al manga, dandoci l’impressione che i nostri protagonisti abbiano preso “vita”.
Quindi è tutto perfetto in questo film? No, purtroppo ci sono un paio di cose da criticare.
La CG è veramente pessima, durante le live ci sono molte scene in CG che sono legnose e mal fatte. Dopo alcuni momenti in cui musica e animazioni si fondono magnificamente, è veramente un peccato trovarsi davanti questa CG così scadente.
Altra critica è verso alcune scelte fatte nella trasposizione in film, alcuni personaggi vengono appena mostrati ed è possibile capire chi siano solo se si è letto precedentemente il manga. A mio avviso, visto che non aggiungono nulla alla storia e dato che sono state eliminate le parti che li coinvolgono, non aveva alcun senso inserirli nel film; anche perché chi non ha letto il manga probabilmente si rende conto che c’è qualcosa che gli sfugge.
Anche il rapporto di amicizia tra Miyamoto e Tamada non viene ben percepito all’inizio, nel film Dai semplicemente si presenta a casa di Tamada a Tokyo per farsi ospitare, senza farci capire il legame esistente tra i due, tranne, anche in questo caso, con un brevissimo flashback.
Altra cosa non riuscita benissimo, è l’evoluzione di Dai, nel manga si trova davanti diverse difficoltà, che affronta, supera e lo fanno crescere. Nel film invece tira dritto per la sua strada senza dover affrontare ostacoli e questo lo rende meno interessante che nel manga. Cosa diversa invece per gli altri due membri dei Jass (il gruppo in cui suonano i protagonisti), che hanno una loro evoluzione, con addirittura Yukinori Sawabe che ruba a Miyamoto il ruolo di protagonista, con le sue difficoltà e la sua bellissima storia personale.
Forse la decisione di fare un film è stata restrittiva, c’era abbastanza materiale per farne una serie senza dover tagliare varie parti della storia.
Come nel manga sono molto interessanti le micro-interviste del futuro ad alcuni personaggi, che permettono di spezzare e non far annoiare lo spettatore.
Il finale del film, come anticipato dagli autori, è leggermente diverso da quello del manga, ma rende ancora più profonda e commovente la storia, è impossibile non vi scappi una lacrimuccia!
Infine, come richiesto da Ishizuka, ricordatevi (quando uscirà il film in home video) di restare anche dopo i titoli di coda per gustarvi la scena post crediti.
Il film di Blue Giant è come un brillante concerto live jazz che ti travolge. I protagonisti sono tre ragazzi che dedicano tutta la loro vita, o una parte di essa, alla musica che amano.
Ha una regia solida, un ottimo character design e le performance jazz della Uehara sono cariche di energia. Durante i concerti live animazioni e musica si fondono in modo meraviglioso e sono uno spettacolo per gli occhi.
Forse la storia ha delle limitazioni dall'essere stata molto stringata, in modo da essere adattata in un film e la CG sarebbe proprio da rifare.
Comunque il risultato finale è un film profondo e commovente, è impossibile non appassionarsi alle vicende dei tre giovani protagonisti.
Ha una regia solida, un ottimo character design e le performance jazz della Uehara sono cariche di energia. Durante i concerti live animazioni e musica si fondono in modo meraviglioso e sono uno spettacolo per gli occhi.
Forse la storia ha delle limitazioni dall'essere stata molto stringata, in modo da essere adattata in un film e la CG sarebbe proprio da rifare.
Comunque il risultato finale è un film profondo e commovente, è impossibile non appassionarsi alle vicende dei tre giovani protagonisti.