Godzilla Minus One: quando la paura del mostro diventa inno alla vita - Recensione
Il film della Toho, costato appena 15 milioni di dollari, è già un caso negli USA. Cosa ne pensiamo?
di Ironic74
Godzilla Minus One è infatti il primo film del più famoso Kaijū del cinema giapponese dallo Shin Godzilla del 2016, ovvero dall'interpretazione che il celebre regista Hideaki Anno (QUI la nostra recensione) aveva dato del celebre mostro.
Per capire quanto è importante e longevo il franchising in Giappone, basti pensare che quest'ultimo pellicola è il 30° film della serie e il 37° film in assoluto dedicato a Godzilla.
La Toho si è occupata della distribuzione nelle sale cinematografiche giapponesi a partire dal 3 novembre 2023, proprio nella stessa data in cui l'iconico primo film di Godzilla fu presentato per la prima volta nel lontano 1954, mentre negli USA è uscito il 1 dicembre e con 15 milioni di dollari fino ad ora incassati è già diventato il live action giapponese dal maggior introito di sempre.
Il film è scritto e diretto da Takashi Yamazaki (Space Battleship Yamato - Live Action, Lupin III: The First, The Eternal Zero) e vede come protagonisti Ryunosuke Kamiki (Ranman) e Minami Hamabe (Kakegurui). Altri membri del cast sono Yuki Yamada, Munetaka Aoki, Hidetaka Yoshioka, Sakura Andō e Kuranosuke Sasaki.
In Italia è arrivato come evento cinematografico ad opera di Nexo Digital, senza doppiaggio e con i sottotitoli in italiano, dal primo al 6 dicembre 2023, date poi prolungate in qualche fortunato cinema.
L'ultimo titolo live-action giapponese di Toho relativo al suo iconico kaijū, come dicevamo, è stato Shin Godzilla di Hideaki Anno, uscito nel 2016 con un incasso di 8,2 miliardi di yen (circa 53 milioni di euro) al botteghino in Giappone. Il film è stato appunto l'ultimo della serie di film di Toho, dopo un'assenza di 12 anni da Godzilla: Final Wars del 2004.
Anche con Godzilla Minus One si riparte da zero, quasi un remake/reboot del primo celebre film della saga uscito nel 1954 e come esso ambientato nel Giappone del secondo dopoguerra in piena ricostruzione dopo i disastrosi eventi bellici.
Ho chiesto all'amico Diego Genre di Voci Animate, super fan della filmografia legata a Godzilla, di scriverci le sue impressioni legate a questo film.
Attenzione: da questo momento il contenuto di questa recensione è da considerarsi SPOILER per chi non ha visto il film.
Partiamo dall'unico aspetto negativo, la distribuzione in Italia. Questo film si meritava molto più che sei giorni di proiezione al cinema in lingua originale. Con un doppiaggio di qualità e un minimo di promozione, sono convinto che avrebbe riempito le sale.
Iniziamo con il dire che non c'è nessuno stravolgimento della storia originale, in Godzilla Minus One la CGI non prende il sopravvento e le apparizioni di Godzilla sono mirate a completare una trama che mette al centro il dramma della fine della guerra.
Godzilla fa più paura quando non si vede, e quando appare sembra quasi impacciato nei movimenti, che creano più distruzione delle sue azioni volontarie: più cresce di dimensioni e più sembra non saper gestire il suo corpo, in particolare fuori dall'acqua.
Iniziamo con il dire che non c'è nessuno stravolgimento della storia originale, in Godzilla Minus One la CGI non prende il sopravvento e le apparizioni di Godzilla sono mirate a completare una trama che mette al centro il dramma della fine della guerra.
Godzilla fa più paura quando non si vede, e quando appare sembra quasi impacciato nei movimenti, che creano più distruzione delle sue azioni volontarie: più cresce di dimensioni e più sembra non saper gestire il suo corpo, in particolare fuori dall'acqua.
Il film inizia a bordo di un Mitsubishi A6M Zero, l'aereo simbolo di un Giappone che non ha nessun rispetto per la vita umana e che manda i suoi migliori piloti a schiantarsi sulle navi americane e morire per la patria. Le riprese dei voli aerei sono spettacolari, sembra di essere a bordo e l'attenzione ai dettagli è accuratissima.
Il pilota Koichi Shikishima (Ryunosuke Kamiki) viene meno al suo dovere di kamikaze e atterra sull'isola di Odo dove incontrerà una creatura che gli abitanti del posto chiamano Gojira, ovvero un “gorilla/balena” (dai termini giapponesi 'gorira' e 'kujira') adattato dagli americani in Godzilla.
Le sue dimensioni sono ancora ridotte a circa 20 metri di altezza e apparentemente non fa ancora uso del raggio atomico. Questo primo incontro con Godzilla avviene nell'agosto 1945, ed è precedente alla famosa prima apparizione sull'isola di Odo. La data combacia con l'esplosione delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, per cui è probabile che la trasformazione di questa bestia marina abbia inizio proprio con la prima esplosione nucleare in Giappone.
Godzilla sembra più interessato alla ricerca di qualche minaccia o arma, piuttosto che agli uomini che uccide anche con la bocca ma senza divorarli: come non pensare al Godzilla americano che mangiava pesce, che nel film Final Wars viene chiamato "inutile mangia tonni".
A dicembre dello stesso anno le scene si trasferiscono a Tokyo, una città completamente distrutta dai bombardamenti, dove fame, freddo e miseria lasciano intravedere un Giappone devastato dalla guerra e ancora schiavo di quelle antiche tradizioni, per cui Koichi viene visto dagli altri, ma soprattutto da se stesso, come un ronin che ha disonorato la sua patria rifiutandosi di morire.
Il pilota Koichi Shikishima (Ryunosuke Kamiki) viene meno al suo dovere di kamikaze e atterra sull'isola di Odo dove incontrerà una creatura che gli abitanti del posto chiamano Gojira, ovvero un “gorilla/balena” (dai termini giapponesi 'gorira' e 'kujira') adattato dagli americani in Godzilla.
Le sue dimensioni sono ancora ridotte a circa 20 metri di altezza e apparentemente non fa ancora uso del raggio atomico. Questo primo incontro con Godzilla avviene nell'agosto 1945, ed è precedente alla famosa prima apparizione sull'isola di Odo. La data combacia con l'esplosione delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, per cui è probabile che la trasformazione di questa bestia marina abbia inizio proprio con la prima esplosione nucleare in Giappone.
Godzilla sembra più interessato alla ricerca di qualche minaccia o arma, piuttosto che agli uomini che uccide anche con la bocca ma senza divorarli: come non pensare al Godzilla americano che mangiava pesce, che nel film Final Wars viene chiamato "inutile mangia tonni".
A dicembre dello stesso anno le scene si trasferiscono a Tokyo, una città completamente distrutta dai bombardamenti, dove fame, freddo e miseria lasciano intravedere un Giappone devastato dalla guerra e ancora schiavo di quelle antiche tradizioni, per cui Koichi viene visto dagli altri, ma soprattutto da se stesso, come un ronin che ha disonorato la sua patria rifiutandosi di morire.
Il film analizza in modo efficace i traumi della guerra, e quello che oggi chiamiamo disturbo da stress post traumatico. Altro aggancio storico, gli esperimenti nucleari del 1946 nell'atollo Bikini sarebbero la causa dell'ulteriore crescita di Godzilla e del suo risveglio alla ricerca di minacce. A farne le spese è in prima battuta la marina americana e poi quel che rimane della marina giapponese.
Durante un combattimento in mare, Godzilla viene colpito e cade in modo rigido, come un modellino giocattolo, per non dimenticare la lunga storia di film a basso costo utilizzando modellini in scala.
Il secondo attacco è al quartiere di Ginza, accompagnato dalle note storiche di Akira Ifukube. Godzilla appare gigantesco, e la pesantezza viene percepita, le sue movenze ricordano molto Shin Godzilla. Le inquadrature danno risalto alla stazza del kaijū mentre il suo peso affonda le strade e abbatte i palazzi.
La scena iconica del treno tra le fauci è una delle tante citazioni che ci divertiremo a scovare, come i cronisti che dal tetto di un palazzo elencano le strutture distrutte commentando a rischio della morte.
Tutto è curato nei minimi dettagli: i carri armati, le ambientazioni cittadine, sembra di essere presenti, anche quando il raggio termico provoca un fungo nucleare e il vento atomico spazza via tutto, così come a Hiroshima e Nagasaki tutto finisce tra le urla dei sopravvissuti e la pioggia nera.
Durante un combattimento in mare, Godzilla viene colpito e cade in modo rigido, come un modellino giocattolo, per non dimenticare la lunga storia di film a basso costo utilizzando modellini in scala.
Il secondo attacco è al quartiere di Ginza, accompagnato dalle note storiche di Akira Ifukube. Godzilla appare gigantesco, e la pesantezza viene percepita, le sue movenze ricordano molto Shin Godzilla. Le inquadrature danno risalto alla stazza del kaijū mentre il suo peso affonda le strade e abbatte i palazzi.
La scena iconica del treno tra le fauci è una delle tante citazioni che ci divertiremo a scovare, come i cronisti che dal tetto di un palazzo elencano le strutture distrutte commentando a rischio della morte.
Tutto è curato nei minimi dettagli: i carri armati, le ambientazioni cittadine, sembra di essere presenti, anche quando il raggio termico provoca un fungo nucleare e il vento atomico spazza via tutto, così come a Hiroshima e Nagasaki tutto finisce tra le urla dei sopravvissuti e la pioggia nera.
Nel primo Godzilla del 1954 fu un'arma a distruggere il kaijū, l' "Oxigen Destroyer", in Minus One si tenta di dare una parvenza di reale a questa strategia usando il gas freon per far affondare in un mare di bolle Godzilla.
Il piano è un po' assurdo ma sta alla base del concetto principale del film: i militari hanno fallito, l'impero giapponese ha sempre glorificato la morte, senza rispetto per la vita dei suoi sudditi, nasce un Giappone moderno che vuole dare un taglio al passato. L'idea è di attirare Godzilla in un punto profondo del mare utilizzando il suo ruggito registrato (una sorta di ORCA, l'apparecchiatura già vista in King of the Monsters del 2019, un'altra piccola stoccata al monsterverse americano) ma la "nave esca" vola sul porto per mano di Godzilla. A questo punto rientra in gioco Koichi a bordo di un Kyushu J7W Shinden, un aereo che doveva essere l'ultimo baluardo della difesa giapponese, ora sarebbe diventato l'asso nella manica per attirare Godzilla, che nel frattempo si dirige in modo lento ma inesorabile verso Tokyo. Funziona! Ma quanto danno fastidio gli aerei da guerra a Godzilla?
Una volta in mare parte l'operazione navale, con tanto di musica epica del primo storico film!
Tutti danno una mano, anche i pescherecci e la gente comune, ma sarà proprio Koichi a decidere le sorti della battaglia, con una vittoria che da la possibilità ai marinai giapponesi di godersi quel rientro a casa tra i festeggiamenti, che molti di loro sognavano quando erano in guerra.
Il saluto militare a un Godzilla morente è un segno di rispetto per il nemico che troppe volte è mancato al Giappone imperiale. Godzilla è morto? E' sparito? Naturalmente no!
E a quanto pare nemmeno gli effetti delle radiazioni, che lasciano lo spettatore in balia dell'ultimo ruggito in sala dopo i titoli di coda.
Diego Genre
Il piano è un po' assurdo ma sta alla base del concetto principale del film: i militari hanno fallito, l'impero giapponese ha sempre glorificato la morte, senza rispetto per la vita dei suoi sudditi, nasce un Giappone moderno che vuole dare un taglio al passato. L'idea è di attirare Godzilla in un punto profondo del mare utilizzando il suo ruggito registrato (una sorta di ORCA, l'apparecchiatura già vista in King of the Monsters del 2019, un'altra piccola stoccata al monsterverse americano) ma la "nave esca" vola sul porto per mano di Godzilla. A questo punto rientra in gioco Koichi a bordo di un Kyushu J7W Shinden, un aereo che doveva essere l'ultimo baluardo della difesa giapponese, ora sarebbe diventato l'asso nella manica per attirare Godzilla, che nel frattempo si dirige in modo lento ma inesorabile verso Tokyo. Funziona! Ma quanto danno fastidio gli aerei da guerra a Godzilla?
Una volta in mare parte l'operazione navale, con tanto di musica epica del primo storico film!
Tutti danno una mano, anche i pescherecci e la gente comune, ma sarà proprio Koichi a decidere le sorti della battaglia, con una vittoria che da la possibilità ai marinai giapponesi di godersi quel rientro a casa tra i festeggiamenti, che molti di loro sognavano quando erano in guerra.
Il saluto militare a un Godzilla morente è un segno di rispetto per il nemico che troppe volte è mancato al Giappone imperiale. Godzilla è morto? E' sparito? Naturalmente no!
E a quanto pare nemmeno gli effetti delle radiazioni, che lasciano lo spettatore in balia dell'ultimo ruggito in sala dopo i titoli di coda.
Diego Genre
A quanto è dato sapersi, il budget di produzione di Godzilla Minus One sembra si attesti sui 15 milioni di dollari: davvero irrisorio se si pensa alle cifre di ben altre pellicole, e questo film di rivela essere una vera sorpresa.
Attraverso una prova attoriale di livello ma soprattutto una ricostruzione del Giappone postbellico davvero ben fatta, ivi compresa la mentalità delle persone che lo vivevano.
Non mancano, come detto, i tantissimi omaggi alla saga, disseminati ovunque a beneficio dei fan storici. Nonostante questo, il film film sta piacendo tantissimo anche al pubblico generalista, che lo sta andando a vedere sull'onda del passaparola.
In effetti non è solo un film di mostri, ma un inno alla vita e al suo valore.
Attraverso una prova attoriale di livello ma soprattutto una ricostruzione del Giappone postbellico davvero ben fatta, ivi compresa la mentalità delle persone che lo vivevano.
Non mancano, come detto, i tantissimi omaggi alla saga, disseminati ovunque a beneficio dei fan storici. Nonostante questo, il film film sta piacendo tantissimo anche al pubblico generalista, che lo sta andando a vedere sull'onda del passaparola.
In effetti non è solo un film di mostri, ma un inno alla vita e al suo valore.