Live dal Far East Film Festival 26: impressioni finali sui film in concorso

Dalle atmosfere di Slam Dunk in 18x2 Beyond Youthful Days all'intimistico Voice e l'horror The Train of Death, scopriamo cosa ci stanno riservando gli ultimi giorni della kermesse udinese

di zettaiLara

Volge al termine la ventiseiesima edizione del Far East Film Festival di Udine, partita lo scorso 24 aprile sino al 2 maggio in una duplice veste: in primo luogo dal vivo presso il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e al Visionario, attraverso i 75 film (48 film in concorso e 27 fuori concorso) e tanti altri sentieri tematici.
 

Una seconda modalità di poter partecipare al festival è stata attraverso il portale MYmovies: il FEFF ha offerto anche quest’anno una preziosa selezione di titoli online per l’intera durata del festival, con 27 film che le case di distribuzione asiatiche hanno reso disponibili per lo streaming. 

Ricordandovi che nella nostra precedente news potrete trovare l'elenco completo di tutti i film che risultavano in programma, di seguito vi proponiamo invece le nostre ultime impressioni sui restanti film passati in rassegna.
 
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Voice (Giappone, 2024)
disponibile online solo in proiezione speciale Gala (27 aprile 2024)
 
Voice è un film dai contenuti forti, che racconta in tre episodi le storie di tre persone diverse, accomunate dal fatto di portare con sé il peso di un grande dolore derivato da una perdita. Sebbene qualcuno dica "siamo tutti peccatori", la realtà è che la storia raccontata è quella delle vittime, che nulla hanno fatto di male. Eppure portano con sé dei profondi sensi di colpa. Se in un caso la perdita è quella di una persona cara a seguito di un tragico incidente, negli altri due si parla di bambine vittime di violenza sessuale.
Un argomento che già di per sé arriva dritto allo stomaco, ma l'abilità della regista, Yukiko Mishima, riesce a farlo arrivare allo spettatore in tutta la sua gravità e pesantezza, grazie ai contrasti dati dall'alternarsi dei silenzi (che spesso dicono più di tante parole) ai dialoghi, a volte monologhi, che i personaggi sussurrano, o gridano disperatamente, nel tentativo di esorcizzare quella pena senza fine che si trascinano dentro; ma anche grazie al passaggio da scene in cui il colore la fa da padrone, a un intero episodio in bianco e nero, in cui la realtà viene presentata dura e cruda, al punto che si finisce per empatizzare completamente con la protagonista Reiko (magistralmente interpretata da Atsuko Maeda), vittima e sopravvissuta ad una violenza subita all'età di sei anni, e nel contempo controparte sullo schermo di Yukiko Mishima, che ha subìto lo stesso nella vita reale. 
Delle tre storie ho apprezzato: 
- la recitazione di Maki Carrousel, trovando la sua interpretazione molto intensa, soprattutto quando rievoca tragici eventi;
- l'unico siparietto da un risvolto quasi comico, presente nel secondo episodio, che coinvolge il padre della protagonista;
- la catarsi della protagonista del terzo episodio a seguito dell'incontro con un fidanzato a noleggio, che in un certo modo l'aiuta a liberarsi dall'opprimente senso di colpa e ad affrontare il passato.
- l'acqua, dell'oceano o del lago Toya, sempre presente nella storia, a volte calma, ma più spesso tumultuosa, quasi a voler rappresentare ciò che i personaggi sentono dentro, e sempre accompagnata dalla presenza di imbarcazioni, molto importanti ai fini narrativi, come spiegato anche dalla regista.
Concludendo, Voice è un film importante, a volte un po' difficile da interpretare, perché bisogna coglierne i dettagli, ma che sicuramente ci lascia un messaggio profondo.
AutoreGodaime Hokage
 
Voice palco FEFF
 
Tre storie diverse unite dal filo conduttore dell'elaborazione del dolore, e un epilogo.
Nella prima un anziano padre transessuale, che non ha mai superato la morte della figlia primogenita, accoglie per un teso pranzo di capodanno la figlia secondogenita con la sua famiglia. Nel secondo segmento un pastore di mezza età, Makoto, che anni prima ha perso la moglie in un incidente, vive sull’isola di Hachijojima e riceve improvvisamente la visita della figlia, incinta. Ma lei nega di esserlo senza un apparente motivo. Nella terza parte una giovane donna, Reiko, sbarca da un traghetto a Osaka per andare al funerale di un suo ex fidanzato. Conoscerà un gigolò, con cui passerà la notte, e grazie a questo incontro riuscirà a raccontare ed elaborare un brutale trauma del passato.
Film d'autore personalissimo e molto intimo, criptico, a tratti quasi impalpabile e rarefatto, ma di grande intensità, soprattutto nel terzo segmento e nell'epilogo in cui raggiunge il suo culmine.
Spettacolare la fotografia, in particolare il bianco e nero della terza parte. Grandissime interpretazioni di Maki Carrousel e Shō Aikawa, potentissima e struggente Maeda Atsuko.
Stupendo ma non adatto a tutti i palati.
AutoreRudido
Ichigatsu_no_Koe
 
Voice si inserisce nel panorama dei film antologici giapponesi con un'originalità e una maestria che ne fanno un'opera fondamentale nel genere. Mentre tradizionalmente questi film sono stati terreno fertile per nuovi talenti emergenti, Voice segna un nuovo capitolo, presentando un lavoro di qualità eccellente e omogenea, grazie alla regia di Mishima Yukiko, già affermata nel panorama cinematografico. Il film, composto da tre episodi indipendenti, si concentra sul tema del trauma e sulla sua persistenza per tutta la vita. Anziché indulgere in una narrazione confessionale, Mishima Yukiko adotta un approccio più ampio e universale, usando le esperienze personali come punto di partenza per esplorare emozioni e conflitti con una cruda immediatezza. La regista dimostra una padronanza sorprendente delle strategie narrative e degli stili visivi, intrecciando i tre episodi in un insieme coeso e potente. Sebbene le storie si svolgano in luoghi diversi del Giappone, il motivo ricorrente delle imbarcazioni e degli specchi d'acqua crea una connessione simbolica, sottolineando il viaggio interiore e psichico dei protagonisti.
Il primo episodio ci presenta Maki, una transgender che affronta il dolore per la morte della sorella Reiko, vittima di abusi sessuali. La tensione familiare è palpabile quando Maki ospita sua figlia Masako e la sua famiglia per il Capodanno. Attraverso un'interpretazione intensa e commovente, l'attrice trasmette il persistente dolore di Maki, mettendo in luce la complessità delle relazioni familiari e il peso dei traumi passati.
Il secondo episodio ci porta sull'isola di Hachijojima, dove un contadino deve affrontare il ritorno improvviso della figlia incinta. La musica dei tamburi taiko, usati tradizionalmente per comunicare emozioni, si fonde con la narrazione, creando un'atmosfera densa di tensione e conflitto familiare.
Infine, il terzo episodio segue Reiko mentre si confronta con il suo passato durante il funerale di un ex fidanzato. L'incontro con un gigolò diventa un momento di catarsi, in cui Reiko affronta apertamente il trauma del suo stupro infantile.
L'interpretazione commovente di Maeda Atsuko aggiunge profondità e intensità a questa potente storia di sopravvivenza e rinascita. Il finale del film, che giustappone le storie di Maki e Reiko, offre una riflessione toccante sulle diverse modalità con cui le persone affrontano e superano i loro traumi. Sebbene Voice possa sembrare un'immersione nell'oscurità dell'anima umana, la sua vera forza risiede nella possibilità della redenzione e della rinascita per coloro che trovano la forza di guardare al futuro.
Autore: 

 
When This Is All Over - The Philippines 2023
disponibile solo in sala (proiezione del 1 maggio 2024)
 
When_This_Is_All_Over
 
Un potentissimo trip. Questa è l’unica frase con cui può essere descritto.
When This Is All Over è un film sorprendentemente audace che offre uno sguardo affilato sul divario di classe nelle Filippine durante il periodo del lockdown. Ambientato dopo la fine del regime di Rodrigo Duterte, esplora le vite di quattro ragazzi abbienti che cercano di organizzare una festa segreta sul tetto del palazzo dove abitano, mentre il paese è bloccato e i lavoratori lottano per sopravvivere.
La regia di Kevin Mayuga cattura abilmente l'atmosfera surreale della pandemia, mettendo in risalto il contrasto tra la vita agiata dei giovani privilegiati e le difficoltà dei lavoratori comuni.
Il connubio, per me eccelso, tra fotografia e colonna sonora aggiunge un elemento di immersione alla narrazione, mentre le performance degli attori sono coinvolgenti e autentiche.
When This Is All Over è un viaggio psichedelico che ci dona una prospettiva penetrante sulla realtà delle disuguaglianze sociali nelle Filippine, incorniciato dalla stranezza e dalla complessità della pandemia e della politica post-Duterte.
Autoremxcol


Gold Boy - Japan 2023
disponibile solo in sala (proiezione del 1 maggio 2024)
 
Gold_Boy
 
Quando nella scena iniziale si vede il protagonista Noboru (interpretato da un brillante Masaki Okada) scaraventare giù da un dirupo i detestati suoceri, lo spettatore pensa di aver già intuito l'impianto del film.
Quando poi il focus si sposta sui tre ragazzini che hanno involontariamente filmato la scena e, anziché denunciare il tutto alla polizia, decidono di utilizzarla per ricattare Noboru, lo spettatore osserva deliziato il plot twist ritenendo che, di nuovo, l'intrigo sia ormai definito e non resti che osservare con curiosità il muoversi delle pedine sullo scacchiere.
Nulla di più errato. E' invece proprio lo spettatore a sentirsi ripetutamente manipolato di pensieri e riflessioni durante lo svolgersi delle vicende, mentre i diversi protagonisti della pellicola si scontrano a suon di elucubrazioni sempre più spietate.
Siamo di fronte a un thriller intrigante e sottile, inquietante in maniera crescente, splendidamente delineato dallo sceneggiatore Takehiko Minato (Ab-normal desire) sulla base della miniserie cinese The Bad Kids da cui è tratto. L'esecuzione del regista Shusuke Kaneko (Death Note) è a dir poco impeccabile, per un'opera che lascia a bocca aperta a più riprese.
Autore: 


Fly Me to the Moon - Hong Kong 2023
disponibile solo in sala (proiezione del 30 aprile 2024)
 
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Fly Me to the Moon è un film toccante che affronta temi universali con una sensibilità e una profondità straordinarie. La narrazione coinvolgente porta gli spettatori in un viaggio emotivo attraverso le vite dei protagonisti, offrendo uno sguardo intimo e sincero sulle loro lotte e trionfi. La regista Sasha Chuk dipinge un ritratto vivido della diaspora cinese a Hong Kong, esplorando le complesse dinamiche familiari, quanto sia difficile allontanarsi da figure abusive, le sfide dell'immigrazione e i conflitti di identità.
Ciò che rende il film particolarmente toccante è la sua capacità di trasmettere emozioni autentiche e universali: le esperienze dei personaggi sono presentate in modo così realistico che gli spettatori non possono fare a meno di identificarsi con le loro gioie e le loro sofferenze. La ricerca di appartenenza, l'amore perduto, la lotta per trovare il proprio posto nel mondo, tutti questi sono temi che risuonano profondamente nel cuore dello spettatore durante la pellicola.
Inoltre, la maestria della regia di Sasha Chuk, nonostante fosse alla sua opera prima (o meglio, al suo primo lungometraggio), contribuisce alla potenza emotiva del film.
Le scene sono composte con cura e attenzione ai dettagli, mentre le performance degli attori sono autentiche e commoventi. Ogni gesto, ogni sguardo soppesato, ogni parola pronunciata è carico di significato e contribuisce a creare un'atmosfera coinvolgente e ad amplificare le emozioni già potenti raccontate sullo schermo.
Autoremxcol


Rob N Roll - Hong Kong 2024, European Premiere
disponibile online
 
Una action comedy nera che funziona solo in parte. Una rapina non va a buon fine e, di conseguenza, avvengono vari scambi e smarrimenti di borse contenenti la refurtiva. Dopo vari equivoci (la parte migliore dell'opera, assieme alla rapina iniziale), si ritrovano a fuggire assieme due attempati signori di mezza età con un sanguinario bandito, matto come un cavallo, inseguiti da altri criminali e da una coppia di poliziotti.
Ma dopo un buon inizio il film non ingrana mai del tutto e malgrado gli elementi positivi (un buon cast e delle scene d'azione di buon livello), il finale lascia con un leggero senso di incompiutezza.
AutoreRudido
 
Rob_N_Roll
 
Rob N Roll di Albert Mak è un'esplosione di azione, comicità e violenza che cattura l'essenza del cinema di Hong Kong, mescolando abilmente generi e personaggi eccentrici in una trama frenetica e divertente.
Il regista adotta il tratto sintetico ed essenziale del fumetto per raccontare una storia che ruota attorno a due rapine avvenute contemporaneamente in due uffici di cambiavalute. La commedia degli errori prende il sopravvento mentre i personaggi si scambiano borse, armi e identità, generando una serie di situazioni caotiche e imprevedibili. La violenza, sempre in agguato, si rivela spesso contro la persona sbagliata, aggiungendo un tocco di inaspettata ironia al film.
Il cuore del racconto è il personaggio di Mui Lam-tin, interpretato magistralmente da Aaron Kwok, un criminale psicotico e imprevedibile con un codice etico tutto suo. Kwok porta sullo schermo un personaggio bidimensionale ma estremamente divertente, con tratti fisici esagerati e un comportamento da vera e propria caricatura.
La trama si evolve in modo fluido, passando dalla commedia all'azione senza soluzione di continuità.
Mak omaggia il cinema occidentale, in particolare i fratelli Coen e Guy Ritchie, ma con una freschezza e un ritmo tipicamente hongkonghesi.
La coralità del cast e la rapidità del montaggio contribuiscono a mantenere alto il livello di intrattenimento per tutta la durata del film. La svolta noir con tratti western aggiunge ulteriore verve alla storia, con la solidarietà tra i tre protagonisti che si muove tra la complicità e l'interesse individuale.
Questo equilibrio fragile ma intrigante ricorda i grandi classici del genere, come "Il buono, il brutto, il cattivo" di Sergio Leone.
 
Autore: 


Alienoid - South Korea 2022
Alienoid: The Return to the Future - South Korea 2024, Italian Premiere
disponibili online
 
alienoid
 
Diretto dal maestro del cinema di genere sudcoreano Choi Dong-hoon, il film si presenta come un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, offrendo una commistione di dramma storico, azione e fantascienza (con particolare riferimento alla saga di Ritorno al futuro e una strizzatina d’occhio a Men in black) che cattura l'immaginazione dello spettatore fin dalla prima sequenza adrenalinica. Il risultato è un'esperienza visivamente accattivante e narrativamente complessa.
La storia si dipana su due linee temporali: da un lato, ci troviamo nella Corea del Sud contemporanea, e dall'altro, ci immergiamo nell'ultimo anno della dinastia Goryeo nel XIV secolo. Questo approccio permette al film di esplorare il folklore medievale e la fantascienza aliena, mantenendo al contempo un filo conduttore coerente che tiene incollati gli spettatori allo schermo.
Le sequenze d'azione sono tra i momenti più spettacolari del film, soprattutto quelle ambientate nel passato durante l'era Goryeo.
Le coreografie dei combattimenti, chiaramente ispirate al tradizionale cinema d'arti marziali hongkongese, sono elaborate e dinamiche, arricchite da colori sgargianti e forme artistiche che rendono ogni duello un'esperienza unica.
La regia di Choi Dong-hoon si dimostra abile nel catturare l'energia e la fluidità dei combattimenti, offrendo al pubblico una festa per gli occhi che trasporta lo spettatore in un mondo ricco di avventure e misteri. Nonostante la brillantezza delle sequenze d'azione, il film non manca di offrire anche momenti di riflessione più profonda. La fusione dei generi e delle linee narrative permette a Alienoid di esplorare temi universali come il conflitto tra il bene e il male, l'identità e la ricerca di significato nella vita. Questi temi vengono trattati con sensibilità, aggiungendo un ulteriore elemento alla trama già ricca di avvenimenti.
In conclusione, il film di Choi Dong-hoon si distingue come uno dei più audaci e stimolanti della cinematografia sudcoreana contemporanea. Da non perdere per gli amanti del cinema d'avventura e di fantascienza.
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Takano Tofu - Japan 2023, European Premiere
disponibile online
 
La trama di Takano Tofu affonda le sue radici nel tessuto quotidiano della prefettura di Hiroshima, intessendo un racconto che oscilla tra la fragilità dell'esistenza e la forza dei legami familiari. Nel cuore di questa narrazione si trova Tatsuo, un uomo cocciuto e abitudinario, il cui mondo sembra sgretolarsi sotto il peso delle preoccupazioni per la salute e il futuro della figlia, Haru. Il film si apre con una pacata osservazione dei gesti rituali di Tatsuo nella preparazione del tofu, un'attività che svolge con maestria insieme alla figlia. Tuttavia, dietro la superficie tranquilla di questa routine si nascondono tensioni latenti e insoddisfazioni profonde, che esplodono nel corso della storia. La rabbia di Tatsuo, il suo carattere ostinato e le sue preoccupazioni si scontrano con la leggerezza portata da Fumie, un personaggio che porta una ventata di freschezza nella vita di Tatsuo e nella trama stessa. Uno degli elementi più affascinanti del film è la presenza degli amici di Tatsuo, un coro greco moderno che amplifica le sue emozioni con un mix di comicità e saggezza. Questi personaggi, buffi nell'aspetto e nelle battute, aggiungono un tono di leggerezza alla storia, anche quando affrontano temi profondi e drammatici. 
La regia di Mihara Mitsuhiro guida il pubblico attraverso un viaggio emotivo che oscilla tra luci e ombre, tra momenti di commozione e sorrisi. Le scene ambientate nei luoghi chiusi, come il laboratorio di tofu o il negozio da barbiere, riflettono le frustrazioni e le tensioni dei personaggi, mentre i momenti di apertura e di contatto con la natura segnano un cambiamento nei loro cuori e nelle loro relazioni.
Il cast offre interpretazioni convincenti, con Tatsuya Fuji (che qualcuno ricorderà protagonista del leggendario cult "L'impero dei sensi" di Nagisa Oshima) che porta sullo schermo tutta la complessità del personaggio di Tatsuo, mentre Kumiko Aso dona profondità e vulnerabilità al ruolo di Haru. Le performance degli attori di supporto contribuiscono a creare un mondo ricco di sfumature e contrasti, in cui la risata e la commozione si mescolano in modo naturale. Takano Tofu è un film che tocca le corde emotive del pubblico con delicatezza e profondità, offrendo una riflessione sulla fragilità della vita e sulla forza dei legami familiari. 
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18x2 Beyond Youthful Days - Taiwan/Japan 2024
disponibile solo in sala (proiezione del 27 aprile 2024)
 
18x2 beyond
Nel viaggio che il programmatore taiwanese Jimmy compie in Giappone, lo spettatore che a sua volta sia stato un turista nella terra del Sol Levante ritrova intatta tutta la curiosità, la meraviglia, le aspettative e lo stupore di chi finalmente si trova in un luogo lungamente sognato e decantato: davanti a sé, paesaggi di una bellezza talora incantata, tal'altra semplice e quotidiana, ma non di minor fascino. 
Gli intenti di Jimmy, per la verità, sono in parte diversi da quelli di un turista qualunque: il trentaseienne ne esplora sì diverse aree, ma ha bisogno di farlo sia per rifuggire da un difficile presente, sia per venire infine a patti con i propri sentimenti nei confronti della giapponese Ami (la brava Kaya Kiyohara) conosciuta in gioventù. Il suo percorso è così costellato di immagini, incontri inattesi e memorie preziose, in un continuo viaggio tra presente e passato.
Quando il regista nipponico Michihito Fujii ha preso in mano un progetto taiwanese ispirato a una storia vera ma che che giaceva incompiuto da troppi anni, egli infonde il proprio stile attraverso quattro anni di intenso lavoro alla sceneggiatura e la spinta alla collaborazione con sponsor importanti: la pellicola si trasforma e diviene così una co-produzione nippo-taiwanese di notevole impatto sul grande schermo.
Grazie all'intensa interpretazione del bravo Kuang Han Hsu (Greg Hsu), la personalità timida ma sincera dell'imbranato Jimmy, innamoratosi della viaggiatrice Ami nel momento in cui la ragazza giunge a Tainan, è capace di suscitare svariati momenti di scoppiettante ilarità e morbida tenerezza; la sua versione adulta di 18 anni più tardi appare ben più quieta e riflessiva, determinata a vedere infine con i propri occhi luoghi -e sentimenti- che aveva riposto soltanto in un cassetto.
Il risultato è per certi versi di una efficacia disarmante: il duplice piano temporale si amalgama fondendo l'ora e l'allora con una facilità impressionante, mentre sentimento, commedia e dramma si alternano in maniera fluida.
Ottime le tante citazioni, dalla pellicola Love Letter di Shunji Iwai ai ripetuti omaggi a Slam Dunk di Takehiko Inoue, passando infine (ma non soltanto) per le musiche dei Mr. Children, che escono silenti dalle vite di Ami e Jimmy per entrare vivide in quelle degli spettatori attraverso la potente theme song 'Kioku no tabibito' (Il viaggiatore delle memorie).
Diversi sono i momenti che tolgono il fiato, lasciando senza parole, finale compreso: 18x2 Beyond Youthful Days è dunque un film tanto semplice nella sua costruzione sullo schermo quanto meticoloso e solido nella sua spina dorsale.
Impossibile rimanervi indifferenti. 
Autore: 


Rookie - The Philippines 2023, International Festival Premiere
disponibile online
 
Vincitore del premio del pubblico al Cinemalaya Independent Film Festival del 2023, Rookie si distingue come una toccante storia di formazione lesbica immersa nel mondo competitivo della pallavolo. Ambientato in un contesto scolastico, il film offre uno sguardo autentico sulle sfide che due giovani atlete devono affrontare mentre attraversano il labirinto della crescita personale e dell'identità sessuale. La trama ruota attorno a Ace, interpretata magistralmente da Pat Tingjuy, una giovane atleta maschiaccio che si trova ad affrontare una serie di nuove sfide quando si trasferisce in una scuola cattolica femminile. Amante del basket, Ace si ritrova improvvisamente a dover affrontare il mondo della pallavolo quando l'allenatrice la convince a provare. Questo cambio di scenario è solo l'inizio di una serie di scoperte personali e relazionali per Ace, il cui cammino di auto-accettazione si intreccia con la sua crescita nel mondo dello sport.
Il nucleo emotivo del film è la relazione tra Ace e Jana, la capitana della squadra di pallavolo interpretata da Aya Fernandez. Ciò che inizia come una rivalità competitiva si trasforma gradualmente in un'intensa storia d'amore, seguendo la classica dinamica "da nemico ad amante". Tuttavia, al di là della trama romantica, Rookie affronta anche tematiche più profonde e impegnative, come la sessualità, le aspettative familiari e gli abusi sessuali.
La regista Lee adotta una delicata lente queer per esplorare questi temi, offrendo una rappresentazione sobria ma autentica delle esperienze delle giovani donne queer nelle Filippine. La scelta di ambientare la storia nel mondo della pallavolo aggiunge una dimensione interessante, considerando che questo sport è spesso considerato uno "spazio sicuro" per la comunità LGBTQ+. Tuttavia, il film non esita a esaminare le tensioni e le difficoltà che possono sorgere anche in un contesto presumibilmente accogliente.
Autore: 


Old Fox, HSIAO Ya-chuan - Taiwan 2023, European Premiere  
disponibile online
 
OldFox
 
Hsiao Ya-chuan, regista affermato nel panorama cinematografico di Taiwan, dimostra la sua abilità nel bilanciare le aspettative del pubblico con uno stile visivo unico che rifugge dai cliché del cinema di genere. Old Fox è il suo quarto lungometraggio, preceduto da opere come Mirror Image (2001) e Father to Son (2018), che hanno evidenziato la sua sensibilità nell'esplorare temi complessi come il destino, il tempo e le relazioni familiari.
Il film si concentra sulla storia di Liao Jie, un bambino che cerca di destreggiarsi tra la complessità dei legami familiari e le difficoltà economiche in una Taiwan in continuo cambiamento. La sua vita prende una svolta inaspettata quando incontra il ricco boss Xie, che diventa il suo mentore. Questo rapporto non convenzionale rivela le dinamiche intrinseche della società taiwanese, evidenziando le tensioni tra le classi sociali e il ruolo del lavoro nel modellare le relazioni tra padri e figli.
Ciò che distingue Old Fox è la profondità emotiva con cui esplora i temi universali della famiglia, del lavoro e della ricerca di un senso di appartenenza.
Hsiao Ya-chuan evita abilmente i cliché e offre una narrazione ricca di sfumature che affronta le complessità della condizione umana. Una delle scene più potenti del film è quando Liao Jie rivela al boss Xie il suo desiderio che suo padre possa aprire un salone di parrucchiere. Questo momento toccante rivela le speranze e i desideri nascosti di Liao Jie, mentre il boss Xie diventa un surrogato paterno per lui. Questa relazione sottolinea la centralità della famiglia e delle connessioni umane nella vita di ognuno, anche in un contesto sociale e economico turbolento.
La regia di Old Fox è notevole per la sua capacità di catturare l'essenza della vita a Taiwan. Le scenografie variano dalle lussuose dimore del boss Xie ai modesti appartamenti di Liao Jie, offrendo uno sguardo autentico sulla diversità sociale del paese. Questo contrasto visivo aggiunge profondità alla narrazione e sottolinea le disparità economiche che permeano la società. Inoltre, il regista si distingue per la sua attenzione ai dettagli e per la sua capacità di creare tensione emotiva attraverso l'uso sapiente della fotografia. Ogni inquadratura è studiata con cura, contribuendo a creare un'atmosfera coinvolgente che permette allo spettatore di immergersi completamente nella storia.
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Confetti - Japan 2024
disponibile solo in sala (proiezione del 28 aprile 2024)
 
confetti visual
 
Il giovane regista Naoya Fujita si è emozionato fino alle lacrime nella platea del Teatro Nuovo di Udine, con l'ovazione che i presenti gli hanno dedicato dopo la proiezione della sua tenerissima opera prima. Confetti (che dal giapponese all'italiano si traduce in "coriandoli") è d'altronde una rappresentazione semplice ma estremamente accattivante di un cliché visto già tante volte, eppur qui declinato in maniera nuova e originale. Il liceale Yuki Iwata vive da sempre cambiando scuola ogni mese: è già persuaso a non farsi mai amici, perché ripete a sé stesso e agli altri di non averne bisogno, che non gli servono. Il suo tempo, la sua concentrazione, i suoi occhi sono tutti per il Taishū engeki, ovvero il teatro popolare la cui arte assorbe dall'interno della compagnia teatrale del padre. Quando Yuki conosce il compagno di scuola Ken fuori dalla classe, presso un concerto di idol, il suo mondo inizia a cambiare e allargarsi: sulle prime un po' impacciato, nell'intrecciare un'inedita amicizia con Ken, Yuki si scopre curioso di confrontarsi, aprirsi, fare domande, ascoltare, tornare ad interrogarsi, farsi prendere da dilemmi e dai primi crucci adolescenziali.
Il fascino delle tradizioni artistiche nipponiche (non sempre così conosciute) e la bravura dei giovanissimi attori  e  (Let's go karaoke!) che bucano lo schermo con una facilità impressionante, basterebbero già da soli a confezionare una pellicola morbida e piacevolissima, ma non è tutto qui: il film si caratterizza per dialoghi calzanti, momenti di fresca ilarità, toni vagamente drammatici e risvolti che suscitano emozioni purissime, di una delicatezza unica, verso un finale -per l'appunto- da applausi e coriandoli.
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Tales of Taipei - Taiwan 2023, International Premiere
disponibile online
 
tales of taipei
 
Sin dal titolo Tales of Taipei si propone di raccontare una città dalle mille culture e dalle mille sfumature dei sentimenti. Questo film antologico tessuto con cura offre nove episodi diretti da giovani registi, ciascuno con la propria visione unica dell'amore nella metropoli asiatica. Il film si apre con il personaggio del fattorino, interpretato dalla rockstar Wu Bai, che guida attraverso le strade frenetiche di Taipei, introducendoci al cuore pulsante della città. Da qui, ci immergiamo in un mosaico di storie che riflettono l'amore in tutte le sue forme e sfaccettature.
Nonostante la varietà degli episodi e la diversità degli stili registici, l'incastro degli episodi si rivela fluido, con un primo trittico che spazia dall'addio struggente di una vedova all'incontro leggero tra nuora e suocero, fino alla svolta surreale di una separazione amorosa in "Midsummer Serpent".
Le atmosfere sono ricche di contrasti, dalle penombre degli interni ai neon invadenti delle strade, catturando l'essenza multiforme della metropoli. Le storie si sviluppano in diverse direzioni, dall'amore familiare alla passione improvvisa, dalle relazioni in crisi fino alla perdita della persona amata. Attraverso questi racconti, il film esplora le molteplici facce dell'amore, offrendo spunti di riflessione sulla natura umana e sulle dinamiche relazionali. 
La regia attenta e le interpretazioni convincenti guidano lo spettatore in un viaggio emozionante, mentre la colonna sonora accattivante accompagna con vivacità le vicende dei protagonisti., il fil rouge dell'amore si rivela costante, legando insieme le diverse storie in un unico affascinante intreccio. Tuttavia la bellezza delle singole storie, emerge un lieve senso di artificiosità nell'insieme, come se l'essenza autentica di Taipei fosse un po' offuscata dall'operazione di produzione del film. Ad ogni modo, questo non compromette la fruibilità del film, che rimane coinvolgente e appassionante fino alla fine.
Il punto culminante arriva con "The Good Fortune", uno degli episodi più riusciti, dove un incontro ambiguo tra due uomini porta alla luce la magia e il mistero degli incontri casuali. Qui, la città stessa sembra trasformarsi in un microcosmo accogliente per gli amanti e i viandanti. 
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Motion Picture: Choke - Japan 2023, International Premiere 
disponibile online solo in proiezione speciale Gala (28 aprile 2024)
 
Motion Picture: Choke di Gen Nagao è un'opera cinematografica che sfida le convenzioni e propone uno scenario distopico unico nel suo genere. Ambientato in un futuro indefinito o in una realtà alternativa dove la società civile è scomparsa e il linguaggio umano è caduto in disuso, il film intriga fin dall'inizio con la sua premessa audace. La mancanza di dialogo verbale e l'uso esclusivo di sguardi e gesti come forma di comunicazione sono elementi distintivi che catturano l'attenzione dello spettatore fin dalle prime scene.
Questa scelta registica mette in risalto la bravura dell'attrice protagonista, Misa Wada, che con la sua performance eccezionale riesce a trasmettere una vasta gamma di emozioni senza pronunciare una sola parola. Il suo personaggio è una figura complessa e sfaccettata, lontana dalle caricature, e la sua presenza domina lo schermo con forza e intelligenza. La scelta di girare il film in bianco e nero contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e surreale, accentuando il senso di isolamento e desolazione dell'ambientazione. L'edificio abbandonato diventa un simbolo della solitudine e della lotta per la sopravvivenza della protagonista, che vive come una moderna eroina alla Robinson Crusoe.
La prima parte del film ricorda le commedie dell'epoca del cinema muto, con gag visive e situazioni comiche che aggiungono leggerezza e divertimento alla narrazione. Tuttavia, questa serenità viene rapidamente interrotta dall'arrivo dei banditi, che introducono tensione e conflitto nella storia. La lotta della protagonista contro i banditi diventa una metafora della storia umana, con la guerra, la schiavitù e l'avvento della civiltà che si intrecciano nel tessuto della narrazione. Questo non è solo un racconto femminista sulla resistenza di una donna contro le oppressioni maschili, ma una riflessione più ampia sulle dinamiche di potere e sulle forze oscure che permeano la società umana. 
Autore: 
 
Choke
 
Avete presente la frase di Einstein secondo cui la quarta guerra mondiale si combatterà con i bastoni e le pietre? Ecco, questa frase mi è tornata in mente guardando Motion Picture: Choke. Il mondo che vi è raccontato, in un rigoroso bianco e nero, è proprio quello derivato da una non meglio specificata apocalisse, che ha prodotto degli effetti simili a quelli profetizzati da Einstein.
Vi si narra una vita difficile, crudele,  inumana, molto simile a quella di bestie governate dai propri istinti. La brutalità emerge nelle piccole cose della vita quotidiana, laddove anche procurarsi il cibo diventa una sfida per la sopravvivenza. Soprattutto se si è soli, e donne. 
Per quanto ci si sforzi, ci sarà sempre qualcuno pronto a calare come un avvoltoio sulla preda, ad approfittarsi del duro lavoro altrui, ad abusare del più debole. 
Ma la forza di volontà aiuta ad andare avanti, a sopravvivere nel mondo crudele. Ed ecco che può arrivare un conforto inatteso, e ciò che sino a quel momento era un peso enorme da sopportare, diventa ora più gradevole, perché condiviso.
Ma sarà duratura la felicità? O il destino beffardo giocherà qualche brutto tiro?
In un'atmosfera surreale, con il tempo scandito dal sorgere del sole, dove un gesto, o un'espressione, hanno valore più di mille parole, viene raccontata questa storia.
Non si può non simpatizzare con la protagonista, una donna forte, che affronta le avversità con coraggio, ma che riesce anche a sorridere quando la pioggia crea un sottofondo musicale al divenire della propria esistenza. È lei che tiene incollati allo schermo, con il fiato sospeso, a chiedersi se ce la farà, a sperare che il futuro le riservi qualcosa di buono. Perché la sua lotta quotidiana deve essere in qualche modo premiata. E per sperare in un domani migliore.
AutoreGodaime Hokage



Ali Topan - Indonesia 2023, Italian Premiere
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Alla sua seconda regia, Sidharta Tata sceglie di adattare in un film contemporaneo un romanzo di culto pubblicato nel 1977. Basandosi su questo materiale già rimaneggiato per il cinema e la televisione, Tata include nel cast del suo remake Ari Sihasale, il protagonista della serie televisiva originale, nel ruolo di Pung, il leader della comunità artistica presso il Warung Seni. La tecnica registica si distingue per la sua abilità nel posizionare la macchina da presa durante le scene d'azione e nel permettere agli attori di esprimersi pienamente. La recitazione dei protagonisti, in particolare quella di Lutesha, nel ruolo di Anna Karenina, è convincente e promettente. Tuttavia, se da un lato il regista merita credito per aver aggiornato e riscattato elementi obsoleti del materiale originale, dall'altro il film soffre per la mancanza di approfondimento dei personaggi principali. Tata sembra concentrarsi più sulla celebrazione dell'amore giovanile e sulla sfida adolescenziale piuttosto che sull'analisi psicologica dei protagonisti.
La storia, sebbene esteticamente gradevole e ben bilanciata tra amore, critica sociale e conflitto di classe, funziona solo a metà. Tata utilizza il materiale del romanzo originale senza andare oltre a offrire una sua visione personale o a modernizzare appieno i personaggi e la trama.
In definitiva, Ali Topan è un film che offre spunti interessanti ma che non riesce completamente a realizzare il suo potenziale. Tata dimostra abilità tecnica e una buona intenzione nel riscattare il materiale originale, ma il film manca di profondità e di una visione personale che avrebbe potuto renderlo più significativo.
Autore: 
 
ali topan sfondo
 
Film indonesiano particolarmente interessante, con una splendida colonna sonora rock e degli ottimi e carismatici protagonisti (Lutesha e Jefri Nichol). La storia racconta della fuga avventurosa di Anna Karenina e Ali Topan, due giovani che frequentano ambienti molto diversi. Dopo essersi conosciuti e innamorati i due scelgono di scappare fuggendo dalle pressanti richieste delle proprie famiglie, da un pretendente molesto e persino dalla polizia a causa di un incidente.
La pellicola ha i suoi momenti migliori proprio nell'introspezione dei personaggi e nelle emozioni che li muovono, rese egregiamente dai protagonisti: dal primo incontro al primo bacio, alla fuga d'amore. Ma incisiva è anche la descrizione dei problemi e delle dinamiche familiari. Decisamente meno riuscito il lato action anche se non è il fulcro dell'opera. Quasi sublime la scena musicale a ridosso del finale.
AutoreRudido


Becky and Badette - The Philippines 2023, European Premiere
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Coloratissima commedia demenziale che convince soprattutto con la simpatia delle due protagoniste. Ci sono tante trovate comiche che funzionano bene (su tutte il confronto con le madri) anche se in alcuni momenti la trama molto ondivaga sembra non ricondurre a un discorso unitario e coerente. Comunque una pellicola che diverte e tocca di sfuggita anche temi importanti, come l'omofobia, con leggerezza.
AutoreRudido
 
Becky_and_Badette
Protagoniste della storia sono le divertenti Becky e Badette, interpretate rispettivamente da Eugene Domingo e Pokwang, due donne che lavorano come addette alle pulizie in un edificio direzionale. Stanche di sentirsi piccole e impotenti, decidono di abbracciare i loro sogni più grandi, puntando verso il mondo dello spettacolo. Ciò che segue è una serie di eventi strampalati e surreali che trasformano la loro vita e le loro aspirazioni in una commedia dal sapore queer. Ciò che rende Becky and Badette così irresistibile è il modo in cui il regista gioca con gli stereotipi e le aspettative del pubblico.
Le due protagoniste diventano improvvisamente icone queer dopo un incidente virale che le vede dichiarare pubblicamente il loro amore, anche se finto, e vengono catapultate nell'occhio del ciclone dell'industria dell'intrattenimento queer locale.
La forza del film risiede nel suo cuore comico, rappresentato magnificamente da Eugene Domingo e Pokwang, che riescono a donare profondità e umanità ai loro personaggi senza scadere nella caricatura.
La chimica tra le due attrici è palpabile, e il loro scambio di battute è un piacere da guardare, anche quando il film affronta temi più seri come il queerbaiting e la cancel culture. Il regista non teme di mettere in discussione il pubblico e la sua accettazione delle relazioni queer sullo schermo. Attraverso la lente di Becky e Badette, ci invita a riflettere sulle nostre stesse preoccupazioni e pregiudizi, offrendo una visione fresca e spregiudicata di cosa significhi essere queer nella società contemporanea.
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The Contestant - Regno Unito, documentario, 2023
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The contestant ci porta nel mondo dei reality show giapponese, raccontandoci la vocende di Nasubi, comico giapponese diventato famosissimo in patria per essere stato rinchiuso, negli anni '90, per 11 mesi in una stanza, nudo e munito soltanto di riviste di ogni genere e cartoline da compilare. Lo scopo? Vedere se riusciva a sopravvivere soltanto grazie ai premi vinti per aver partecipato ai concorsi presenti nelle riviste, sino al raggiungimento del milione di yen.
Tralasciando il fatto che una situazione del genere possa essere grottesca ed umiliante, cosa che ai giapponesi non sembrava minimamente interessare, il documentario si focalizza sullo stato d'animo di Nasubi durante tutto questo periodo, attraverso una lunga intervista, inframmezzata da spezzoni del programma. Per rendere più completo il quadro della situazione vengono intervistati anche il produttore del reality, persona diabolica interessata solo allo share e ad successo del programma, la famiglia e gli amici di Nasubi. Perché ciò che si vuole raccontare in realtà è la storia della persona. Se in un primo momento lo spettatore resta spiazzato da ciò che vede, chiedendosi cosa mai frullasse in testa a chi ha creato il programma, questo pensiero presto lascia il posto all'empatizzazione con Nasubi. In un continuo gioco di contrapposizione tra ciò che veniva trasmesso e come sia la realtà dei fatti del dietro le quinte, si scoprono motivazioni, pensieri profondi, sentimenti, di una persona data in pasto alla scena mediatica senza esserne minimamente consapevole.
La crudeltà umana viene presentata senza filtri. Si mette in luce il sentire di un uomo, della sua famiglia, contrapposto a quello di milioni di spettatori divertiti dallo spettacolo come gli antichi romani a cui gli Imperatori propinavano pane et circenses per tenerli buoni. E viene da pensare che, essendo diventato questo reality scuola per i programmi dello stesso tipo realizzati di seguito, sia proprio lo stesso obiettivo che venga perseguito da chi li mette in onda. 
Anche se qualcuno può esserne disgustato e decidere di non vedere, cambiando canale o spegnendo la TV,  la massa detta legge. Finché si diverte, si sorprende, si crea il momento topico, allora tutto è lecito. Che la persona messa a nudo (sia in senso letterale che metaforico) nella realtà mostri anche altro, questo non conta. E non va mostrato, perché sennò lo spettatore sinincupisce e gli ascolti calano.
In conclusione, penso che questo documentario meriti di essere visto, per comprendere quanto di reale ci sia nei reality e quanto possa essere devastante raggiungere la cima dello share ad ogni costo.
AutoreGodaime Hokage


The Train of Death - Indonesia 2024, International Premiere
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Kereta_Berdarah
Un survival-horror che porta anche un messaggio ambientalista attuale e importante (soprattutto pensando all'Indonesia e allo sfruttamento delle sue foreste e del suo suolo). Una trama comunque non originalissima e una sceneggiatura che zoppica un po' nella prima metà appesantiscono abbastanza il ritmo.
Il film si riscatta però grazie a una caratterizzazione non banale dei personaggi e a un finale che sa spiazzare con alcuni colpi di scena interessanti. Nel complesso un film di genere abbastanza canonico ma divertente.
AutoreRudido


 

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