Napoli Comicon 2024: Talk con il maestro Katsuya Iwamuro, autore di Shibatarian
I manga e i film sono dei fortissimi mezzi di connessione tra le persone.
di Artax
Al panel hanno presenziato l'autore stesso, Katsuya Iwamuro, il suo editor Takuya Ito, Christian Posocco, publishing manager di Star Comics, Timewalker, Cavernadiplatone e Sommobuta. Per la traduzione, invece, c'è stato l'intervento di Vittoria Porcelli.
Una conferenza davvero ricca, insomma, che vi riportiamo.
Sommobuta presenta dunque quello che sarà uno vero "show cinematografico", come lo descrive Posocco.
Cavernadiplatone: Innanzitutto grazie mille al maestro e a Ito di essere qui in Italia. È la prima volta che venite a Napoli? Come vi siete trovati?
Iwamuro: Per me è la prima volta; ho già mangiato la pizza: davvero buona! Davvero un ottimo benvenuto.
Ito: Anche per me è la prima volta. Sono stato accolto da persone splendide e non vedo l’ora di vedere la città e fare il tifo per il Napoli.
Timewalker: Com’è nata la passione per il disegno?
Iwamura: è tutto nato quando ho visto mio nonno disegnare. Abbiamo iniziato a disegnare insieme e da lì non ho mai smesso.
Cavernadiplatone: quali sono gli autori che ammira?
Iwamura: Una grande influenza su di me l'ha avuta sicuramente Dragonball; penso di non dover aggiungere altro. È stato il mio primo manga. L’ho visto per la prima volta tornando dall’asilo con mia madre: ci siamo fermati in un cafè e ho visto un intero scaffale con tutti i volumetti. Mi sono chiesto cosa fossero e... così è andata.
Cavernadiplatone: perché ha deciso di fare il mangaka?
Iwamura: ho studiato design all'università e ho fatto quel lavoro per un'azienda per cinque anni. Poi un giorno ho incontrato un mio amico dei tempi della scuola e abbiamo iniziato a parlare proprio di Dragonball. Mi ha chiesto poi perché non avessi mai pensato di diventare io stesso un autore. Ci ho pensato su e ho deciso di sì.
Timewalker: com’è stato diventare un mangaka professionista, a partire da Armageddon wa mata ashita fino a Shibatarian?
Iwamuro: la mia carriera è iniziata con altre due one-shot prima di Armageddon. Dopo quelle ho fatto una pausa di due anni che ho interrotto cercando proprio di scrivere qualcosa di leggero, esattamente come Dragonball. Il terzo che ho scritto, infatti, è stato Armageddon wa mata ashita.
Si passa ora a fare domande interessanti anche all'editor, Takuya Ito.
Cavernadiplatone: Ito, lei segue il maestro sin dagli inizi?
Ito: lo seguo dalle origini, da quando voleva portare il manga da noi e sono stato la prima persona che ha contattato. Ho visto i suoi lavori e ho pensato fosse un genio! Quindi ho deciso di seguirlo per il resto del suo percorso.
Cavernadiplatone: come lavorate lei e il maestro Iwamuro?
Iwamuro: io sto a due prefetture di distanza da Tokyo, dove sta Ito sta e la sede di Shueisha. Io gli mando i lavori via mail, lui mi manda le note e lavoriamo a distanza. Però ci vediamo almeno una volta ogni tre mesi per discutere di persona delle cose più specifiche.
Ito: ora ci vediamo di più ma per due anni, per via della pandemia, non ci siamo visti. Quando ci siamo poi visti ci eravamo fatti crescere entrambi i capelli ed eravamo simili: ci siamo guardati e ci siamo detti: "Oh, no! Siamo diventati entrambi Shibata!" Comunque abbiamo la stessa età e ci troviamo d’accordo.
Timewalker: Shibatarian ha attirato subito l’attenzione di tutti, sia in Giappone ma anche all’estero. Si aspettava questa fama oltreoceano?
Iwakuro: in realtà non mi aspettavo tanto interesse dall’inizio ma volevo comunque fare qualcosa che fosse godibile per tutti e sono contento di avercela fatta.
Ito: come diceva il maestro: come tutto il mondo ha amato film horror e thriller come "I Gremlins", "Ghostbusters" e "La bambola assassina", quest'opera sarà altrettanto amata.
Cavernadiplatone: com’è nata l’idea del manga Shibatarian e come è nata l’idea per Shibata?
Iwamuro: l’idea di Shibata è nata dal fatto che volevo creare un personaggio che non avesse alcuna personalità o caratteristica particolare. Mi sono ispirato, per la sua faccia, ai manga di un tempo con gli occhi lunghi e verticali, anonimi, e senza espressione: perché sarebbe inquietante essere circondati da una folla con quella faccia.
Cavernadiplatone: sin dall'inizio aveva già in mente la fine della storia?
Iwamuro: abbiamo deciso la linea narrativa sin da subito, praticamente alla pubblicazione del terzo capitolo. Il grosso è fatto, ma ogni volta che ci incontriamo io e Ito discutiamo di volta in volta i dettagli.
Ito: personalmente ricordo di quando mi ha raccontato la trama in maniera generale. In sostanza il concept è di un personaggio che si moltiplica e può apparire una cosa sciocca. Ma poi parlandone in modo approfondito ho capito che avrebbe potuto essere una hit nel prossimo futuro.
Dopodiché il pubblico ha potuto vedere una selezione di tavole particolarmente iconiche o significative per la storia o l'autore.
Posocco: cosa ci ha colpito del manga è la potenza del paneling. Qui possiamo vedere Shibata seppellito in fondo alla vignetta, ai piedi di un ciliegio... è incredibile, tanto che l’abbiamo usata come copertina. È davvero impossibile non essere incuriositi da una partenza simile. Perché ha deciso di iniziare in maniera così particolare?
Iwamuro: Shibata sarebbe diventato un personaggio che si moltiplica. Ho voluto quindi creare un'associazione grafica. Per il Giapponesi i fiori di ciliegio sono icone culturali ma il ciliegio sopra Shibata è una specie particolare, si chiama Somei Yoshino. In Giappone era praticamente scomparso finché, grazie alla clonazione, non sono riusciti a diffonderlo nuovamente nel paese, e ora è ovunque. All'apparenza è una cosa da poco, molto semplice, ma nasconde un lato oscuro.
Posocco: queste due pagine invece le ha selezionate il maestro, perché per lui hanno un significato particolare. Ci può dire che senso hanno nella storia?
Iwamuro: ho scelto la scena perché ci possiamo rendere conto di quanto Sato sia speciale per Shibata. Lui è stato l'unico a rendersi conto di lui fino a quel momento. Un po' come la mia esperienza qui, in Italia: io sono in Giappone a disegnare e pubblicare, ma allo stesso tempo dall'altra parte del mondo c'è un pubblico a cui piace quello che faccio. È un modo per ringraziarvi di essere stati il mio Sato.
Ito: in quanto editor ho visto la scena mi sono reso conto di quanto fosse particolare. Sato vede in Shibata qualcosa di diverso, si interessa a lui. E così mi sono reso conto di quanto fosse sottile la narrazione dell'autore.
Posocco: qui i due sono al cinema e Sato si accorge che tutti gli spettatori attorno a loro sono diventati Shibata. È un’altra double page. Com’è nata questa scena?
Iwamuro: è una scena molto importante anche per me perché è stata la prima che ho visualizzato quando pensavo al racconto, ancor prima di immaginare Shibata stesso. Volevo visualizzare un posto in cui fosse pauroso entrare ed anche uscire, e dove l'essere circondato dallo stesso volto potesse essere inquietante.
Posocco: in Shibatarian si nota l’amore per il cinema. Avete citato "I Gremlins", "Ghostbusters"... e qui le tavole sono molto simmetriche, tanto da ricordare delle locandine cinematografiche. Il fumetto in più parla proprio dell'amore per il cinema e lo esprime usando un linguaggio che sembra quello delle locandine dei film. Infatti l'onomatopea ricorda quasi il titolo del film. Può commentare questa cosa?
Iwamuro: in effetti sono un grande fan di film horror e thriller. Nel caso specifico l’influenza però viene dal mio passato di designer. Ho voluto trasmettere il terrore di sentire il suono improvviso del campanello mentre i due parlano. In sostanza, il diavolo che si manifesta. Ho avuto anche il consenso del mio editor.
Ito: anche tra noi parliamo di come il maestro sia bravo a comporre la pagine e sono contento che questa tavola sia stata mostrata.
Posocco: ecco il battaglione degli Shibata che appare con le teste mozzate dei compagni. Lui è davvero pericoloso, ma scopriamo che quelle teste appartengono a dei bulli. C’è un messaggio in questa scena?
Iwamuro: in realtà con questa immagine non volevo trasmettere un messaggio sociale particolare. È vero che i compagni non hanno trattato bene i protagonisti, ma non erano esattamente bulli, li hanno solo ignorati. In questa scena ci tenevo a focalizzare l'attenzione sul terrore provato da Sato quando si accorge che Shibata è davvero pericoloso.
Ito: dal punto di vista del potenziale adattamento in un anime di Shibatarian, penso a questa scena perché capisco quanto sia difficile che si realizzi. Il bullismo è qualcosa di cui non si vuole parlare e quando ho visto la scena ho capito che non sarebbe diventato una serie animata, anche se ancora non mi sono arreso.
Posocco: c'è qualche opera, o più opere, alle quali si è ispirato per la scena?
Iwamuro: mi sono ispirato a vari film horror o anche a video di esperimenti con corpi che si sciolgono o simili. L'idea di disegnare degli Shibata non riusciti è nata da voler mostrare cos’è stato di quelli che non hanno avuto lo stesso destino degli Shibata "riusciti", come gli Shibata forzuti o quelli cane.
Posocco: qual è stata invece l'ispirazione per questa scena?
Iwamuro: non saprei. Sicuramente l’influenza dei Gremlin si vede in tutto il racconto, con l'unica differenza che gli Shibata a contatto con l'acqua si moltiplicano. E poi esattamente come "I Gremlins", Shibatarian è un horror che può essere seguito anche dai più giovani. Entrambi non hanno limiti di età.
Cavernadiplatone: Maestro, ha un messaggio per noi? Ha già pensato il finale del fumetto?
Iwamuro: non vi posso dire troppo ma ho già in mente come andrà a finire. Invece per il messaggio al pubblico italiano… vorrei dirvi che in questo mondo ci capita spesso di essere soli e incompresi e dal canto mio ho sempre trovato modo di creare connessioni con altre persone a partire da opere anche fatte da altre persone. I film che guardiano ad esempio sono fatti da altri, magari da gente di altri paesi o addirittura di altre epoche, o forse pure defunti. Ad esempio, questo evento, il Napoli Comicon è la prova che queste opere, come i manga e i film e sono un punto di contatto e sono in grado di creare delle forti connessioni.
E con queste parole incoraggianti, il maestro Katsuya Iwamuro saluta il pubblico del Napoli Comicon che per fortuna non si è tramutato in un esercito di Shibata.