Gundam Breaker 4 - La recensione del miglior videogioco del brand degli ultimi anni
Il GundamHub di ogni appassionato di Gunpla
di Marcello Ribuffo
Su Mobile Suit Gundam si è già detto di tutto, tra anime, manga e chi più ne ha più ne metta. Un brand di una potenza spaventosa in grado di far sognare milioni di appassionati ma anche in grado di raccontare la guerra come poche altre opere al mondo.
Gundam è una serie in cui si ride poco: tralasciando qualche spin-off volutamente più leggero e destinato a un pubblico più giovane o la prima parte di ZZ Gundam, la serietà la fa da padrone, con drammi esistenziali e guerre apocalittiche. La famosa Guerra di un Anno, protagonista del cosiddetto Universal Century, conta 500 milioni di morti solo primo il giorno dall'inizio del conflitto e va da sé che chi ha vissuto da spettatore a questo tipo di racconto, approcciarsi a Gundam Breaker può fare un certo effetto.
Come detto precedentemente, Gundam è fatto anche di opere leggere, magari sfruttando alcuni elementi tangenti alle varie serie. Ma i Gunpla sono qualcosa di più, qualcosa in grado di modificare il design dei mecha perché prima di tutto, devono vendere. Del resto anche l'originale RX-78-2 possiede quei determinati colori per ragioni di marketing.
I Gunpla sono ormai uno status symbol, adatti a tutti e soprattutto a tutte le tasche. Il fascino di poter assemblare il proprio mecha preferito porta quasi a uno stato di meditazione, con un'attenzione maniacale al dettaglio. Ma esiste anche chi decide di spingersi oltre, modificando, anche profondamente, il contenuto della scatola: sono tantissimi i video in cui artisti armati di santa pazienza creano delle vere e proprie d'arte, partendo anche dai Gunpla più economici.
Partendo da questo punto, Gundam Breaker 4 è "gunplaporn", con 250 modelli tutti da combinare, personalizzare e mostrare come un distintivo agli altri utenti. Il focus principale del titolo sta in questo, nel poter realizzare il mecha dei propri sogni, attingendo da tutto ciò che il franchise ha messo a disposizione, dal Gundam Sailor Moon al Super Fumina, passando ovviamente per cose più classiche come il Gundam Wing o lo 00. La quantità soverchiante di pezzi mette quasi soggezione: c'è una così tanta mole di possibilità che la propria immaginazione può seriamente divenire un ostacolo.
I vari pezzi, che possono essere acquistati ma soprattutto “droppati” nelle fasi di gameplay vero e proprio, possono essere modificati per dimensione, colore, con aggiunte di decalcomanie che possono anche divenire LED. Se avete avuto a che fare con il recente Armored Core 6 (qui la recensione), potreste farvi un'idea. La componente di personalizzazione dunque funziona a meraviglia, nonostante una navigazione dei menu decisamente macchinosa e poco intuitiva. Sono davvero tanti i menu e i sottomenu, con troppi input da dare per arrivare a ciò che è di proprio interesse. Ma la personalizzazione va addirittura oltre, non solo perché è possibile creare dei diorami ma anche perché ogni componente possiede proprie statistiche e soprattutto colpi speciali.
Se infatti la questione Gunpla trova pieno senso di esistere, il Gundam Breaker 4 abbiamo a che fare con un gameplay action tendente all'hack and slash e una narrativa che cerca di insinuarsi tra una missione e l'altra.
Partiamo da quest'ultimo punto. Gundam Breaker 4 ci porta in un contesto quasi meta-narrativo. Partecipiamo come altri utenti alla beta di GB4, il cui il nostro Gunpla ci fa da avatar. Come in un Ready Player One qualunque saremo portati a completare diverse missioni lungo i sette capitoli che la storia ci propone, conoscendo altri giocatori appassionati di Gundam e che presto faranno parte del nostro clan. Dimenticate tragedie, lutti, genocidi e disperazione: qui tutto ruota intorno alla gioia di trovarsi davanti al proprio brand preferito e per quanto gli sceneggiatori di Crafts & Meister abbiamo imbastito una storia più funzionale che altro, assistiamo a personaggi troppo stereotipati e situazioni viste e riviste in qualsiasi opera simile. C'è chi cerca di ribellarsi al proprio bullo, c'è chi cerca il proprio posto in un gruppo, chi deve fare i conti con la propria arroganza e così via. Stereotipi uniti dalla passione per i Gunpla e poco altro anche se, in certi frangenti, qualche guizzo fa capolino. Qualche espediente narrativo, sfruttando la natura meta-narrativa della trama, risulta azzeccato ma mal sfruttato, con la presenza di glitch e hacker all'interno della simulazione dei combattimenti. Il tutto però lascia però il tempo che trova, un pretesto per poter sfoggiare la propria build nel single player e nel multiplayer online. Tutti i personaggi trovano in qualche modo rifugio in questa simulazione, un modo per sfuggire a una vita spesso complicata. Manca però un vero team building, con situazioni date fin troppo per scontate. Un vero peccato.
Già perché a un certo punto, bisogna menare le mani e lo si fa anche qui con una moltitudine di possibilità. Possiamo costruire un Gundam su misura o più Gundam in base alle esigenze, specializzati per attaccare a distanza o caricare frontalmente il nemico. Il numero di armi a disposizione è incredibile ma soprattutto è la varietà a colpire maggiormente. Attingendo a ogni serie Gundam uscita finora, abbiamo a disposizione una miriade di fucili di ogni tipo, da quelli da cecchino a quelli realizzati appositamente per distruggere una nave spaziale. Armi a energia o a proiettili e ognuna di queste con diverso range, rateo o effetto speciale. Stessa cosa anche per le armi a corto raggio, tra katane, spade laser, fruste, spadoni, artigli... insomma ci siamo capiti. E il moveset cambia di conseguenza, con una discreta varietà di combo anche se un po' lontano da essere appagante appieno. Trovano spazio però alcune meccaniche interessanti, come smantellamento, che ci permettere di distruggere parti specifiche dei Mobile Suit e disabilitarne movimenti o armamenti per un certo periodo di tempo. Benché randomica, diventa utile per accelerare la fine degli scontri. Mettere assieme tutto questo ben di dio non è affatto semplice e scendendo in campo, qualche problemino lo si nota. Il feedback dei colpi, soprattutto con le armi fisiche spesso lascia a desiderare, perdendo la percezione se si stia colpendo il nemico o meno. Hitbox, soprattutto contro i boss di una certa stazza come i Mobile Armor, poco precise, venendo colpiti molto spesso dal vuoto. C'è insomma un po' di caos una volta scesi in campo ma soprattutto uno sbilanciamento spaventoso: Gundam Breaker 4 è troppo facile, al punto da poter giocare letteralmente a occhi chiusi (test effettivamente fatto). L'enorme mole di possibilità finora narrata si scontra infatti con le possibilità offerte dal gioco, con una sequela sconfinata di orde di nemici provenienti da ogni serie possibile, fino allo sfinimento. La varietà di situazioni presente è riassumibile con il monologo di Vaas Montenegro in Far Cry 3 e la sua definizione di follia: “fare e rifare la stessa cosa, ancora e poi ancora, sperando che qualcosa cambi”. Essenzialmente, ci troviamo di fronte a missioni in tre step, in cui nel primo affrontiamo nemici di varia natura, tra nemici base e mini-boss, nel secondo affrontiamo nemici di varia natura, tra nemici base e mini-boss e nel terzo affrontiamo un boss. E questo praticamente per il 95% delle missioni narrative e non proposte da Gundam Braker 4. Tralasciando una certa monotonia di fondo, il problema è che non esiste nemmeno un tasso di sfida adeguato, nemmeno a difficoltà estrema: i vari pezzi che usiamo per costruire il nostro Gunpla possono infatti essere ulteriormente potenziati, secondo un classico livello espresso da un numero e un grado di rarità che permette lo sblocco di un numero maggiore di park passivi. Se si ha un po' di dimestichezza con l'assemblaggio, si diventa praticamente intoccabili e missioni che richiedono un certo periodo di tempo di completamento per il raggiungimento del grado “S”, vengono risolte in un decimo della durata. Ma in Gundam Breaker 4 sono presenti anche famosi potenziamenti da utilizzare attivamente, come il Trans-AM di Gundam 00 che, una volta attivato potenzia ulteriormente tutte le abilità. Bisogna ovviamente equipaggiare i pezzi giusti ma non è l'unica abilità a garantire queste peculiarità.
Inoltre, a barra apposita caricata, si può attivare un ulteriore potenziamento e un'abilità speciale devastante. Per cui, sentirsi in difficoltà è praticamente impossibile. La ripetitività di fondo, unita a una reale mancanza di sfida porterebbe Gundam Breaker 4 a essere un palliativo per l'insonnia, eppure funziona. Questo perché il target a cui è destinato il titolo è portato ad avere più pezzi a disposizione, soprattutto quelli più rari ed esclusivi. L'incessante drop di materiali e componenti dei nemici sconfitti garantisce in qualche modo l'interesse a proseguire, magari alla ricerca di un pezzo specifico non ancora trovato. Certo, è una situazione quasi da slot machine ma visto che il focus principale è comunque la costruzione e personalizzazione dei Gunpla, risulta più che funzionale.
Tecnicamente invece siamo un po' indietro e in qualche modo la resa visiva sporca un po' l'esperienza. Questo perché, una volta passate ore a perfezionare il proprio Gunpla è veramente un peccato constatare una modellazione non allo stato dell'arte, con una mole poligonale non sufficiente. Anche texture e shader a bassa definizione non aiutano, sperando che le mod possano fare qualcosa a riguardo. È un vero peccato, perché quando si ha a che fare con i Gunpla Master Grade, quelli per intenderci con più componenti e dettagli rispetto agli High Grade più comuni (anche in game), comunque non si riesce ad apprezzare la reale complessità del modello.
Anche la componente sonora non fa gridare al miracolo, con suoni ripresi da varie serie anime ma che mancano di reale tridimensionalità.
Gundam è una serie in cui si ride poco: tralasciando qualche spin-off volutamente più leggero e destinato a un pubblico più giovane o la prima parte di ZZ Gundam, la serietà la fa da padrone, con drammi esistenziali e guerre apocalittiche. La famosa Guerra di un Anno, protagonista del cosiddetto Universal Century, conta 500 milioni di morti solo primo il giorno dall'inizio del conflitto e va da sé che chi ha vissuto da spettatore a questo tipo di racconto, approcciarsi a Gundam Breaker può fare un certo effetto.
Come detto precedentemente, Gundam è fatto anche di opere leggere, magari sfruttando alcuni elementi tangenti alle varie serie. Ma i Gunpla sono qualcosa di più, qualcosa in grado di modificare il design dei mecha perché prima di tutto, devono vendere. Del resto anche l'originale RX-78-2 possiede quei determinati colori per ragioni di marketing.
I Gunpla sono ormai uno status symbol, adatti a tutti e soprattutto a tutte le tasche. Il fascino di poter assemblare il proprio mecha preferito porta quasi a uno stato di meditazione, con un'attenzione maniacale al dettaglio. Ma esiste anche chi decide di spingersi oltre, modificando, anche profondamente, il contenuto della scatola: sono tantissimi i video in cui artisti armati di santa pazienza creano delle vere e proprie d'arte, partendo anche dai Gunpla più economici.
Partendo da questo punto, Gundam Breaker 4 è "gunplaporn", con 250 modelli tutti da combinare, personalizzare e mostrare come un distintivo agli altri utenti. Il focus principale del titolo sta in questo, nel poter realizzare il mecha dei propri sogni, attingendo da tutto ciò che il franchise ha messo a disposizione, dal Gundam Sailor Moon al Super Fumina, passando ovviamente per cose più classiche come il Gundam Wing o lo 00. La quantità soverchiante di pezzi mette quasi soggezione: c'è una così tanta mole di possibilità che la propria immaginazione può seriamente divenire un ostacolo.
I vari pezzi, che possono essere acquistati ma soprattutto “droppati” nelle fasi di gameplay vero e proprio, possono essere modificati per dimensione, colore, con aggiunte di decalcomanie che possono anche divenire LED. Se avete avuto a che fare con il recente Armored Core 6 (qui la recensione), potreste farvi un'idea. La componente di personalizzazione dunque funziona a meraviglia, nonostante una navigazione dei menu decisamente macchinosa e poco intuitiva. Sono davvero tanti i menu e i sottomenu, con troppi input da dare per arrivare a ciò che è di proprio interesse. Ma la personalizzazione va addirittura oltre, non solo perché è possibile creare dei diorami ma anche perché ogni componente possiede proprie statistiche e soprattutto colpi speciali.
Se infatti la questione Gunpla trova pieno senso di esistere, il Gundam Breaker 4 abbiamo a che fare con un gameplay action tendente all'hack and slash e una narrativa che cerca di insinuarsi tra una missione e l'altra.
Partiamo da quest'ultimo punto. Gundam Breaker 4 ci porta in un contesto quasi meta-narrativo. Partecipiamo come altri utenti alla beta di GB4, il cui il nostro Gunpla ci fa da avatar. Come in un Ready Player One qualunque saremo portati a completare diverse missioni lungo i sette capitoli che la storia ci propone, conoscendo altri giocatori appassionati di Gundam e che presto faranno parte del nostro clan. Dimenticate tragedie, lutti, genocidi e disperazione: qui tutto ruota intorno alla gioia di trovarsi davanti al proprio brand preferito e per quanto gli sceneggiatori di Crafts & Meister abbiamo imbastito una storia più funzionale che altro, assistiamo a personaggi troppo stereotipati e situazioni viste e riviste in qualsiasi opera simile. C'è chi cerca di ribellarsi al proprio bullo, c'è chi cerca il proprio posto in un gruppo, chi deve fare i conti con la propria arroganza e così via. Stereotipi uniti dalla passione per i Gunpla e poco altro anche se, in certi frangenti, qualche guizzo fa capolino. Qualche espediente narrativo, sfruttando la natura meta-narrativa della trama, risulta azzeccato ma mal sfruttato, con la presenza di glitch e hacker all'interno della simulazione dei combattimenti. Il tutto però lascia però il tempo che trova, un pretesto per poter sfoggiare la propria build nel single player e nel multiplayer online. Tutti i personaggi trovano in qualche modo rifugio in questa simulazione, un modo per sfuggire a una vita spesso complicata. Manca però un vero team building, con situazioni date fin troppo per scontate. Un vero peccato.
Già perché a un certo punto, bisogna menare le mani e lo si fa anche qui con una moltitudine di possibilità. Possiamo costruire un Gundam su misura o più Gundam in base alle esigenze, specializzati per attaccare a distanza o caricare frontalmente il nemico. Il numero di armi a disposizione è incredibile ma soprattutto è la varietà a colpire maggiormente. Attingendo a ogni serie Gundam uscita finora, abbiamo a disposizione una miriade di fucili di ogni tipo, da quelli da cecchino a quelli realizzati appositamente per distruggere una nave spaziale. Armi a energia o a proiettili e ognuna di queste con diverso range, rateo o effetto speciale. Stessa cosa anche per le armi a corto raggio, tra katane, spade laser, fruste, spadoni, artigli... insomma ci siamo capiti. E il moveset cambia di conseguenza, con una discreta varietà di combo anche se un po' lontano da essere appagante appieno. Trovano spazio però alcune meccaniche interessanti, come smantellamento, che ci permettere di distruggere parti specifiche dei Mobile Suit e disabilitarne movimenti o armamenti per un certo periodo di tempo. Benché randomica, diventa utile per accelerare la fine degli scontri. Mettere assieme tutto questo ben di dio non è affatto semplice e scendendo in campo, qualche problemino lo si nota. Il feedback dei colpi, soprattutto con le armi fisiche spesso lascia a desiderare, perdendo la percezione se si stia colpendo il nemico o meno. Hitbox, soprattutto contro i boss di una certa stazza come i Mobile Armor, poco precise, venendo colpiti molto spesso dal vuoto. C'è insomma un po' di caos una volta scesi in campo ma soprattutto uno sbilanciamento spaventoso: Gundam Breaker 4 è troppo facile, al punto da poter giocare letteralmente a occhi chiusi (test effettivamente fatto). L'enorme mole di possibilità finora narrata si scontra infatti con le possibilità offerte dal gioco, con una sequela sconfinata di orde di nemici provenienti da ogni serie possibile, fino allo sfinimento. La varietà di situazioni presente è riassumibile con il monologo di Vaas Montenegro in Far Cry 3 e la sua definizione di follia: “fare e rifare la stessa cosa, ancora e poi ancora, sperando che qualcosa cambi”. Essenzialmente, ci troviamo di fronte a missioni in tre step, in cui nel primo affrontiamo nemici di varia natura, tra nemici base e mini-boss, nel secondo affrontiamo nemici di varia natura, tra nemici base e mini-boss e nel terzo affrontiamo un boss. E questo praticamente per il 95% delle missioni narrative e non proposte da Gundam Braker 4. Tralasciando una certa monotonia di fondo, il problema è che non esiste nemmeno un tasso di sfida adeguato, nemmeno a difficoltà estrema: i vari pezzi che usiamo per costruire il nostro Gunpla possono infatti essere ulteriormente potenziati, secondo un classico livello espresso da un numero e un grado di rarità che permette lo sblocco di un numero maggiore di park passivi. Se si ha un po' di dimestichezza con l'assemblaggio, si diventa praticamente intoccabili e missioni che richiedono un certo periodo di tempo di completamento per il raggiungimento del grado “S”, vengono risolte in un decimo della durata. Ma in Gundam Breaker 4 sono presenti anche famosi potenziamenti da utilizzare attivamente, come il Trans-AM di Gundam 00 che, una volta attivato potenzia ulteriormente tutte le abilità. Bisogna ovviamente equipaggiare i pezzi giusti ma non è l'unica abilità a garantire queste peculiarità.
Inoltre, a barra apposita caricata, si può attivare un ulteriore potenziamento e un'abilità speciale devastante. Per cui, sentirsi in difficoltà è praticamente impossibile. La ripetitività di fondo, unita a una reale mancanza di sfida porterebbe Gundam Breaker 4 a essere un palliativo per l'insonnia, eppure funziona. Questo perché il target a cui è destinato il titolo è portato ad avere più pezzi a disposizione, soprattutto quelli più rari ed esclusivi. L'incessante drop di materiali e componenti dei nemici sconfitti garantisce in qualche modo l'interesse a proseguire, magari alla ricerca di un pezzo specifico non ancora trovato. Certo, è una situazione quasi da slot machine ma visto che il focus principale è comunque la costruzione e personalizzazione dei Gunpla, risulta più che funzionale.
Tecnicamente invece siamo un po' indietro e in qualche modo la resa visiva sporca un po' l'esperienza. Questo perché, una volta passate ore a perfezionare il proprio Gunpla è veramente un peccato constatare una modellazione non allo stato dell'arte, con una mole poligonale non sufficiente. Anche texture e shader a bassa definizione non aiutano, sperando che le mod possano fare qualcosa a riguardo. È un vero peccato, perché quando si ha a che fare con i Gunpla Master Grade, quelli per intenderci con più componenti e dettagli rispetto agli High Grade più comuni (anche in game), comunque non si riesce ad apprezzare la reale complessità del modello.
Anche la componente sonora non fa gridare al miracolo, con suoni ripresi da varie serie anime ma che mancano di reale tridimensionalità.
Gundam Breaker 4 è quello che è: pornografia Gunpla senza ritegno, in cui perdere intere giornate per personalizzare e creare ogni cosa che la nostra mente può immaginare. Nonostante l'aspetto principale funzioni, così come anche il combat system, il resto non colpisce appieno, soprattutto per una narrativa davvero blanda, una navigazione dei menu lontana dal concetto di quality of life e una componente tecnica che questa volta, sporca un po' l'esperienza. Se amate però Gundam e soprattutto i Gunpla è assolutamente un must have.