Lucca Comics & Games 2024: la nostra intervista a Maurizio Merluzzo
Abbiamo intervistato il doppiatore più in voga del momento e questa è la chiacchierata che è emersa
di DannyK
Iniziamo con una domanda molto generica che però tocca tanti aspetti del tuo principale lavoro, quello del doppiatore: ci puoi spiegare in che modo il doppiaggio tradizionale di anime e film tradizionale differisce da quello dei videogiochi.
"Sono completamente diversi. Cartoni animati, serie tv e film sono molto simili, si lavora con un copione ed un video: con i videogiochi invece si ha a disposizione semplicemente un'onda sonora con un'indicazione e tutte le battute scritte consecutivamente, senza un contesto o un altro interlocutore. Diventa molto difficile dare un'intenzione se non sai con chi stai parlando e se l'unico tuo riferimento è una scritta "arrabbiato" o "triste". Per fortuna ci sono dei direttori che tengono molto ai prodotti e che con gli script ti danno la battuta di risposta per cercare di far uscire un prodotto valido. Il problema è che essendo doppiato in fase di creazione, si lavora su un prodotto non ultimato: nella migliore delle ipotesi hai dei poligoni non renderizzati che ti danno l'idea di quello che sta succedendo. A volte capita che al tuo personaggio aggiungano due frasi e bisogna tornare in studio a dire solo quelle poche parole."
Maurizio tu sei un po' l'esempio di quello che è il nuovo tipo di nerd, una figura che da un certo punto ha avuto uno switch, passando da "sfigato" a "cool". Hai un'idea del quando sia avvenuto questo cambiamento? Ma soprattutto quanto può avere inciso anche nella voglia tua e dei tuoi colleghi di approcciarsi a determinate opere e produzioni?
"Cominciamo col dire che nel momento in cui sei in forma stai meglio in generale, hai più fiato, ti sposti meglio e tutta una serie di cose molto utili anche nel doppiaggio. Proprio la mia ragazza qualche giorno fa mi ha detto 'sei nato col corpo sbagliato' facendo riferimento al mio essere tanto nerd; però è vero, noi nati negli anni '80 fino a metà dei '90 secondo me siamo cresciuti con esempi molto fisicati, come Tiger Man, He Man, Kenshiro, persino mio padre era molto palestrato e questo ha impiantato in me il pensiero che l'uomo adulto dovesse in qualche modo essere così. Anime e videogiochi, un po' tutto quello che è il mondo nerd, sono pieni di eroi fisicamente molto prestanti che alla fine possono essere presi anche come modelli. Se tu sei appassionato di qualcosa ed in quel qualcosa vedi un personaggio che ammiri, cerchi di somigliargli il più possibile, che poi è anche il senso del cosplay, cercare di essere il proprio personaggio preferito. C'è chi lo è ogni tanto e chi cerca invece di somigliargli nell'aspetto. C'è anche un bel tatuaggio qui che lo dimostra (facendo riferimento al tatuaggio della famosa stella sul trapezio sinistro della famiglia Joestar tratta dal manga Le Bizzarre avventure di Jojo ndr.)"
Secondo te questa cosa ha dato anche modo ai tuoi colleghi di cambiare approccio, nel momento in cui viene proposto di doppiare un anime o un videogame?
Sono cambiate anche le generazioni. I doppiatori più giovani sono fan degli anime, molti sono diventati doppiatori partendo proprio da questo, quindi c'è sicuramente un amore, non una bravura, proprio un amore maggiore nei confronti di questi prodotti da parte loro e secondo me gli va lasciata questa libertà. Io sono sempre dell'idea che a parità di voce e preparazione un doppiatore innamorato del prodotto risulterà cento volte più bravo, perché la passione che metti quando doppi incide tantissimo. Ad esempio per me è stato così quando ho doppiato Mirio (nell'anime di My Hero Academia ndr), perché è un personaggio che mi rispecchia. Io per esempio non mi proporrei mai su un personaggio che secondo me non è nelle mie corde, perché farei un danno a me, all'opera e al pubblico. Il direttore di My Hero Academia mi convocò per un personaggio preciso, ma poiché siamo molto amici gli dissi che secondo me non era quello giusto per me e che io avrei voluto Mirio. 'Ma arriva tra 150 puntate!' disse, ma a me non importava, perché sapevo di poter dare quello che avevo e che le corde erano giuste. L'attesa secondo me ha ripagato alla grande. Ci sono stati personaggi per i quali secondo me non ero adatto, anche se poi ho ovviamente provato a farli nel miglior modo possibile, perché comunque è il mio lavoro"
Cambiamo un attimo l'argomento, entrando un po' più nello specifico della tua professione: Siamo in un momento turbolento per il doppiaggio e volevo chiederti secondo te qual è la via di uscita da questo periodo, per recuperare anche un po' quello che si sta perdendo in questo settore.
"Adesso dirò una cosa che va anche un po' contro i miei interessi: ci dovete mettere meno fretta! Non ci potete dare una serie e dire 'questa la vogliamo la settimana prossima!', perché ci vuole tempo a doppiare le cose. Capisco che ormai con l'era di internet vuoi la puntata già doppiata il giorno stesso dell'uscita, in tempo zero, ma purtroppo prima vuoi una cosa peggio l'avrai, non c'è niente da fare. Con più tempo le cose si fanno molto meglio. Nelle rare occasioni in cui si ha tempo, prevalentemente con i film che escono al cinema, la differenza di qualità si sente tutta."
E secondo te la spinta nasce più dalla pretesa del pubblico o dai produttori?
"Credo sia una sorta di uroboro (un simbolo antico rappresentato da un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio continuo ndr). Ognuno è la conseguenza dell'altro e quindi chi decide ormai è entrato nel meccanismo ed è difficile fermarlo, perché ormai vale così per tutto, manca la pazienza. Noi siamo cresciuti con la 56k, la nostra generazione è quella forgiata sulla pazienza: avevamo bisogno di quasi 15 minuti solo per connetterci ad internet e quando si seguiva qualcosa sull'anime night di MTV si aspettava una settimana. Le nuove generazioni non hanno pazienza soprattutto perché non hanno avuto bisogno di averne, però in generale la qualità media ne sta risentendo. In più c'è anche il problema della pirateria: se una serie è molto piratata non farà grandi incassi e quindi automaticamente non ci sarà un grosso investimento per le stagioni successive, ancora ricadendo sulla qualità finale."
Mi piace tantissimo il tuo format in cui giochi con i doppiatori dei personaggi e ti chiedo come tu abbia avuto l'idea di iniziarlo. E poi per finire ti chiederei un videogioco che porti nel cuore.
"L'idea mi è venuta da una reale serata a giocare a Dragon Ball Z Budokai 3 con Gianluca Iacono a casa mia: pizza, birra e Budokai e lui doppiava Vegeta mentre giocavamo! Io ridevo come un matto e lì ho detto 'ma se rido io figuriamoci il pubblico!'. Parlandone tra noi abbiamo convenuto che sarebbe bello far conoscere al pubblico le voci dei personaggi e lì mi è venuta in mente "L'anime de li videogiochi tua" il primo format del 2017. Se dovessi dirti un titolo che ho nel cuore da sempre, per me è The Legend of Dragoon. È il mio videogioco preferito, l'ho finito per 5 o 6 volte e ciclicamente lo rigioco e lo completo, ma questa volta con più soddisfazione perché ho potuto platinarlo, dato che è stato messo su Playstation Network con i suoi trofei."