Ys Memoire: The Oath in Felghana - Recensione della nuova versione del classico Falcom
La versione definitiva di un Ys dall'anima hardcore
di TWINKLE
L'avventuriero Adol e il suo compagno Dogi decidono di recarsi nella terra natale di quest’ultimo, Felghana, per indagare sulle voci riguardanti strani e nefasti avvenimenti che hanno causato un calo significativo della produzione agricola. Giunti nella città di Redmont, diventa subito evidente che le cose sono cambiate radicalmente da quando Dogi ha lasciato queste terre otto anni prima. Orde di mostri violenti vagano per la periferia della città, c'è una voce inquietante di un vulcano dormiente da tempo che improvvisamente sta tornando attivo e il signore della terra è diventato sempre più tirannico, privando i cittadini del loro diritto di estrarre il prezioso minerale noto come "raval", un punto fermo dell'economia per generazioni. Mentre Adol e Dogi indagano sulle cause di questi avvenimenti, scoprono che ogni indizio li conduce sempre più verso la conclusione inquietante che questi eventi sono in qualche modo collegati.
Il 2025 appena iniziato si preannuncia un anno importante per i fan delle produzioni Falcom. Sono ben quattro, infatti, i giochi di questa casa già confermati per i prossimi mesi, tra novità e riproposte, partendo da The Legend of Heroes: Trails through Daybreak II a febbraio, sarà la volta poi del cross-over Ys vs. Trails in the Sky: Alternative Saga e del già attesissimo remake Trails in the Sky 1st Chapter, previsto per il prossimo autunno, in attesa di scoprire nel frattempo qualcosa di più sul nuovo Tokyo Xanadu. Ad aprire l’annata però è Ys Memoire: The Oath in Felghana, nuova edizione del classico del 2005 pubblicata in Giappone nel 2022 e che arriva ora in occidente per PS4, PS5 e Switch grazie a XSEED e Marvelous, già publisher del gioco originale su PSP e PC.
Ys III: Wanderers from Ys, pubblicato nel 1989, determinò un punto di svolta per Nihon Falcom, ma in negativo. La scelta di stravolgere totalmente il gameplay passando da una visuale dall’alto ad un platform side-scrolling, del tutto simile a Zelda II (non proprio l’esempio ideale da seguire), pur essendo un buon gioco, non pagò quanto sperato e venne criticato per il sistema di combattimento tedioso e una trama poco interessante. Tomoyoshi Miyazaki e Masaya Hashimoto, rispettivamente scrittore e principale game designer di Dragon Slayer e Ys, lasciarono l’azienda per fondare Quintet, artefici poi di bellissimi action adventure per il Super Nintendo sotto il marchio Enix. A questi seguirono altri abbandoni, tra cui quello del compositore Yuzo Koshiro, che invece fondò la compagnia Ancient insieme a sua sorella Ayano. Per il fondatore e presidente di Falcom Masayuki Katō questo è stato forse il periodo più difficile della sua lunga dirigenza, per cui, prima o poi, la macchia di Ys III, doveva essere ripulita. Nel 2005, in un periodo di totale rinnovamento e dopo il buon successo di Ys VI: The Ark of Napishtim, si decide di mettere ordine alla cronologia di Ys realizzando un remake di Wanderers from Ys, sfruttando proprio lo stesso motore grafico utilizzato per il sesto capitolo, contemporaneo ad un altro port di Ys III per PS2, commissionato a Taito, più fedele all’originale con visuale 2D, una doppia uscita abbastanza curiosa, non l’unica della longeva serie (vedasi a riguardo i due Ys IV).
Intitolato Felghana no Chikai, Oath in Felghana in occidente, il rinnovato Ys III amplia la storia dell’originale che vede Adol e Dogi esplorare le terre di Felghana, paese natio del secondo. Dopo il loro primo incontro avvenuto nelle prigioni del primo Ys, tra Adol e lo “spacca-muri” si instaura quasi immediatamente una forte amicizia, da qui in poi il gigante buono dai capelli blu accompagnerà Adol in quasi tutte le sue avventure, anche se spesso assumerà il ruolo più che altro di supporto logistico nel campo base di turno, divenendo effettivamente giocabile solamente in Ys Seven. La storia di Oath in Felghana farà quindi per la prima volta luce sul passato di Dogi, salvo poi concentrarsi su Elena, suo fratello Chester e i vari intrighi che stanno affliggendo questa terra, in uno scenario che affonda le sue radici fino alle gesta del leggendario eroe Genos, dimostrandosi un buon entry point per la serie, visto che non necessita di pregresse nozioni, ma anche un tassello abbastanza rilevante nella cronologia generale, anche se non quanto Ark of Napishtim. Ecco, rispetto ai capitoli più recenti, gli NPC di Felghana rimangono ancorati al loro ruolo un po' essenziale da vecchio RPG che stanno lì a dirti all'occorrenza dove devi andare e cosa fare, con l'unica eccezione del villain Chester. Nel restante, però, Felghana è superiore a Napishtim.
Confermando la sua impalcatura classica da action rpg, caratterizzata da un singolo villaggio-hub centrale da cui si diramano le varie location che si scoprono gradualmente, Oath in Felghana, rispetto al precedente Ark of Napishtim, attua delle mirate ma decisive modifiche al sistema di gioco, con il chiaro intento, forse già con il mercato console nelle mire future della nuova gestione, di rendere l’esperienza molto più snella e action-oriented. Ecco quindi la totale eliminazione degli oggetti consumabili, siano essi curativi o di potenziamento, nonché degli status alterati (come il veleno), saranno i mostri stessi a rilasciare curativi e buff vari, su difesa e attacco di Adol, al loro abbattimento, accorgimenti atti allo scopo di far aprire l’inventario al giocatore il meno possibile e non spezzare così il “ritmo” dell’azione. Basta poco per entrare infatti in questo meccanismo che premia il non fermarsi praticamente mai, da un save point all’altro (insolitamente lontani tra loro, quasi a non volerci far fiatare), poiché è mantenendo una combo di uccisioni consecutive che si avranno i maggiori bonus di esperienza e di potenziamenti, catapultandoci in un vortice di inebriante frenesia e adrenalina.
In gergo prettamente accademico, si definisce “Flow”, o “stato di flusso” quando un giocatore è in uno stato di coscienza in cui è totalmente immerso in una attività, spronato da motivazione intrinseca e gratificazione. Un flow necessita di alcune condizioni per funzionare al meglio: un obiettivo chiaro, totale senso di controllo, distorsione del senso del tempo, bilanciamento tra sfida e capacità, feedback diretto e inequivocabile (sai se stai giocando bene e dove eventualmente sbagli). Padroneggiare il flusso è uno dei principali obiettivi di un abile game designer e Oath in Felghana mi ha fatto pensare a tutto questo per il suo metodo impeccabile di gestirlo, così dannatamente efficace e a tratti assuefacente, laddove Ark of Napishtim non ci riusciva sempre, nei suoi continui cambi di ritmo. Il successivo Origin sarà invece l’apoteosi di questo metodo realizzativo applicato a Ys, un manuale generale di come si realizza un action impegnativo e gratificante, ed è questo, forse, l’unico limite di Oath in Felghana, avere come conclusione di questa ideale trilogia tecnica uno dei migliori action rpg mai concepiti, più vario, nonostante si svolga interamente all’interno della Dharm Tower, e più bello sia dal punto di vista estetico e musicale. Ma sarebbe ingeneroso continuare a confrontare Felghana con Origin, entrambi sono considerati un pinnacolo dell’Ys più hardcore, quasi arcade nella sua essenzialità con pochi, ma essenziali power-up, per una durata che si attesta intorno alle dieci ore, prima che Seven e soprattutto Celceta non proveranno ad allargare gli orizzonti della serie con nuove implementazioni, avvicinandoli maggiormente agli rpg di più ampio respiro, percorso che ci porterà poi a Lacrimosa of Dana.
Oath in Felghana viene portato su PSP nel 2010 e sarà questa la versione ad arrivare in occidente, grazie a XSEED/Marvelous, facendo poi da base per quella indirizzata a Steam e GoG, con doppiaggio completo e altre novità tra cui checkpoint tra le schermate (in caso di sconfitta), galleria, modalità New Game+ e possibilità di selezionare la soundtrack in versione PC-8801 e X68000, il tutto però bloccato a 30 fps. Nel 2023 il gioco viene rimasterizzato con il titolo Ys Memoire: Oath in Felghana, prima in esclusiva Nintendo Switch e poi con una pubblicazione anche su PS4 e PS5 l’anno successivo; in occidente arriva direttamente multipiattaforma, nel gennaio 2025. Questa versione, oltre ad una vera risoluzione in HD, propone l’azione a 60 fps, nuove illustrazioni per i personaggi (con possibilità comunque di mantenere il vecchio stile), modalità turbo fino a 2x e un nuovo doppiaggio per Adol, che si sostituisce al narratore qualora questo venga deselezionato dalle opzioni. Il Time Attack include due boss non presenti nel gioco base. Come facilmente intuibile, Oath in Felghana è un gioco estremamente punitivo, in particolare in occasione dei temibili boss, ma i vari livelli di difficoltà lo rendono comunque affrontabile anche da giocatori meno esperti; come nel caso dei Trails, quando si perde più di una volta contro un nemico, il gioco dà la possibilità di abbassare il livello di difficoltà, in caso di orgoglioso rifiuto, preparatevi ad imprecare come un contadino dopo una grandine.
In definitiva, Memoire è una remaster che fa quello che deve fare, sancendo il ritorno su console di uno dei capitoli più apprezzati della serie, lasciando a Napishtim e Seven, a questo punto, gli unici “buchi” rimasti a riempire, se si esclude quell’Ys V dimenticato da Falcom da tempi immemori.
Versione testata: PS5. Disponibile anche per PS4 e Switch.
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