Lo sapevate che? Curiosità e aneddoti su anime e manga (04/2016)

Vi siete mai chiesti il significato del Che schifo di Asuka in Evangelion? O volete conoscere quale sarebbe dovuto essere, secondo Toriyama, il Dragon Ball di un lontano futuro? Queste e altre curiosità in questo secondo appuntamento.

di Slanzard

Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti, dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.

Leggi gli appuntamenti precedenti:
Lo sapevate che? Curiosità e aneddoti su anime e manga (03/2016)

Le due Yawara del judo giapponese


Kaori Yamaguchi fu la prima judoka donna giapponese a vincere, nel 1984, un campionato del mondo. La successiva conquista del'argento olimpico alle Olimpiadi di Seoul la rese un modello per le nuove generazioni e la fonte d'ispirazione per Yawara Inokuma, la protagonista dell'omonimo manga di Naoki Urasawa A seguire l'esempio di Yamaguchi fu Ryoko Tamura, che a 16 anni conquistò l'argento olimpico a Barcellona 1992, primo di una lunga lista di successi (7 titoli del mondo e 2 ori olimpici). A causa del fiocco che portava tra i capelli, omaggio al personaggio di Urasawa, Ryoko Tamura venne soprannominata dai fan "Yawara-chan".
Io ho aperto la via al judo femminile e Yawara-chan l'ha resa più ampia”, ha detto Kaori Yamaguchi riguardo al boom ottenuto dal judo femminile a seguito delle esaltanti prestazioni di Tamura.
 

Fonte: Japanese Women Kick and Punch Out a Space for Themselves in Sports (nytimes.com)

L'incidente stradale del Sig. Harlock, non ancora pirata spaziale


Il celebre pirata dello spazio Harlock, originariamente non si chiamava Harlock, e non viaggiava nemmeno nello spazio: il suo nome era Capitan Kingston, pirata dell'Oceano Pacifico in cerca di un leggendario tesoro, ideato da Leiji Matsumoto quando andava ancora a scuola. Fu con l'arrivo a Tokyo che Matsumoto lesse un articolo di giornale in cui si diceva che un signore tedesco, tale Herrlock, era stato investito da un taxi. E fu così che venne battezzato Capitan Harlock col nome con cui lo conosciamo oggi.
 
L'incidente stradale del Sig. Harlock, non ancora pirata spaziale

Fonte: Il giorno che Harlock finì all'ospedale (Capitan Harlock volume 1, edizioni d/books)

Osamu Tezuka VS i soldati americani


Nel periodo immediatamente successivo alla conclusione della seconda guerra mondiale, un ancora giovane Osamu Tezuka, mentre stava passeggiando, venne fermato da un gruppo di soldati americani ubriachi. Dal momento che Tezuka non riusciva a capire cosa dicessero e quindi a rispondere alle loro richieste, i soldati si arrabbiarono e lo picchiarono. Fu così che il futuro Dio dei manga iniziò a domandarsi come potessero le persone vivere in pace senza nemmeno riuscire a comunicare tra loro. L'incomunicabilità alla base dei contrasti tra gli esseri viventi (di qualunque razza) divenne da quel momento una tematica cara a Tezuka, per venire poi ereditata anche da alcuni suoi successori (qualcuno ha detto Tomino?)
 

Fonte: Osamu Tezuka, una biografia manga volume 1, Coconino Press

La doppiatrice che gridò “che schifo” nel cuore di Evangelion


ATTENZIONE! SPOILER SUL FINALE DI THE END OF EVANGELION!

Nella scena finale di The End of Evangelion, osserviamo Shinji e Asuka rimasti soli: mentre Shinji cerca di strangolare la ragazza, Asuka gli accarezza la guancia; al che, Shinji lascia il collo di Asuka, mettendosi a piangere; la reazione di Asuka è un semplice «Che schifo!» (Kimochi warui).
La scena ha fatto molto discutere, in Giappone come in Italia, e anche le stesse doppiatrici si sono trovate più volte a rispondere a domande al riguardo.
A quanto ci racconta Megumi Ogata, la doppiatrice di Shinji, la scena è ispirata a quanto avvenuto realmente a un'amica di Hideaki Anno. Quest'amica, mentre stava per venire uccisa dal suo ragazzo, sentì l'inspiegabile desiderio di accarezzarlo, ma una volta che la stretta sul collo si attenuò, urlò «Col cavolo che mi lascio ammazzare da te!».
Stando alle dichiarazioni di Yuko Miyamura, la doppiatrice di Asuka, quella era anche la frase originariamente presente sul copione. Tuttavia, Miyamura si trovava in difficoltà con la battuta e non riusciva a fornire un'interpretazione accettata dal regista. A quel punto, Anno andò dalla doppiatrice e disse: «Miyamura, prova a immaginarti di star dormendo sul tuo letto, e che uno sconosciuto sia penetrato nella tua stanza. Tu stai dormendo, e lui potrebbe violentarti in qualunque momento. Però non lo fa, e invece comincia a masturbarsi guardandoti. Allora tu ti svegli, e ti accorgi di quel che ha fatto. Cosa credi che diresti in quel momento?»
Miyamura rispose: «Direi ‘Che schifo!’»... così nacque la battuta conclusiva di Evangelion.
 

Fonte: Mag Mell - Che schifo! (yupa1989.wordpress.com)

Le teste minuscole di Holly e Benji


Nel processo di trasposizione da manga ad anime di Capitan Tsubasa, il direttore delle animazioni e character design Nobuhiro Okaseko ebbe diversi problemi nell'adattare i personaggi. Nel manga, infatti, questi presentano teste minuscole rispetto alle dimensioni del resto del corpo, particolarità che in animazione non era possibile mantenere. Oltre a proporzionare i personaggi, Okaseko optò anche per una semplificazione del character design, nell'ottica di una serie rivolta ai più piccoli.
 

Fonte: Intervista a Nobuhiro Okaseko a cura di Manga-News (Manga-News)

Il Dragon Ball di un lontano futuro


Ero veramente stanco dei ritmi settimanali all'epoca. Quando ho chiesto a Shueisha di terminare la serie ho dovuto supplicare di lasciarmelo fare, non avevo realizzato la risonanza che Dragon Ball aveva per le casse della casa editrice, non c'ero nemmeno vicino a quei tempi... mi dissero che la serie animata di Dragon Ball Z era sulla cresta dell'onda e che Toei Animation desiderava il mio benestare per continuare le avventure di Goku anche oltre la saga di Bu. Per questo ho pensato di posticipare il capitolo conclusivo diversi anni dopo nel futuro: Toei avrebbe potuto continuare a raccontare cos'è avvenuto in quegli anni ancora per diverso tempo. È lo stesso motivo per cui durante il Torneo Tenkaichi nell'ultimo capitolo non ho mostrato nessun combattimento serio o trasformazione di sorta, non volevo che il lettore potesse pensare qualcosa come: 'Ma come, Goku è ancora Super-Saiyan 3? In tutti questi anni non ha compiuto alcun progresso', noi non sappiamo cos'è successo ai Guerrieri Z in quegli anni. Il motivo per cui ho scelto di muovermi in quella direzione è piuttosto semplice: al di fuori dei Saiyan che restano geneticamente giovani fino all'età di 80 anni per combattere più a lungo, tutti gli altri personaggi sarebbero poi diventati troppo vecchi ed inutilizzabili a fini narrativi... quindi mi ha stupito molto quando Toei mi chiese di disegnare l'aspetto che avrebbero avuto i personaggi addirittura una decina d'anni dopo il termine di Dragon Ball Z. Si sono privati di quasi vent'anni di avventure in cui potenzialmente sarebbe potuto succedere di tutto. Dragon Ball GT è stato diverso da come l'immaginavo. Se lo chiedete a me, il 'Dragon Ball di un lontano futuro' è in mano alle nuove generazioni come Ub, Goten, Trunks e Pan. Goku e Vegeta continueranno sicuramente ad allenarsi nell'aldilà!
 
Akira Toriyama
 
Il Dragon Ball di un lontano futuro

Fonte: Commento di Akira Toriyama sul Dragon Ball Super History Book
 


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