Perchè i giovani animatori giapponesi non trovano lavoro?

Il regista di Fullmetal Alchemist: Brotherood afferma: "Le nuove leve non guadagnano abbastanza"

di tenshi5100

Il lavoro dell'intercalatore (inbetweener) è un ruolo chiave nelle produzioni animate nonostante venga spesso messo in secondo piano. Esso consiste nel realizzare i vari fotogrammi interposti fra un disegno chiave e un altro (keyframes), così garantendo, fondamentalmente, il senso di movimento, e incidendo sulla fluidità dello stesso; per questo motivo richiede molta precisione, anche se non sempre si ottengono risultati eccellenti.
 

Nella maggior parte dei casi, questo incarico viene assegnato ai membri più giovani e inesperti di uno studio poichè grazie ad esso è possibile ottenere molte competenze e abilità. Non è un caso il fatto che tantissimi animatori e registi di spicco hanno iniziato a fare la gavetta partendo come intercalatori. Tuttavia al giorno d'oggi la situazione non è delle più rosee...

Negli ultimi anni le condizioni lavorative degli intercalatori sono visibilmente peggiorate a causa degli orari di attività prolungati, dei salari bassissimi e degli studi che spostano la loro manodopera all'estero. In media un animatore lavora 11 ore al giorno, riceve solo quattro giorni di ferie ogni mese e guadagna circa 3.3 millioni di yen (24,321 euro) l'anno, il 20% in meno del reddito medio di lavoratore giapponese, il quale ammonta a 4.14 milioni di yen circa (30,511 euro).

Di fronte a questo scenario è intervenuto Yasuhiro Irie (regista di Fullmetal Alchemist: Brotherhood che ha lavorato anche su Cowboy Bebop e RahXephon), una figura di tutto rispetto che ha incominciato a lavorare nell'industria degli anime svolgendo proprio il ruolo di intercalatore.
 

Come è stato già accenato in precedenza, sempre più studi stanno spostando le loro attività in paesi esteri come la Cina o la Corea del Sud. Secondo Irie, circa l'80% del lavoro di intercalazione viene svolto fuori fuori dal Giappone e di conseguenza è sempre più difficile creare opportunità di lavoro riservate ai giovani animatori nipponici.

Irie attribuisce la colpa di questo fenomeno ai nuovi standard di produzione dell'industria, la quale ha incrementato il numero di serie stagionali prodotte nel corso degli ultimi anni. Una crescita che, ormai, non accenna a fermarsi.

In particolar modo, Irie ha fatto notare che ad aumentare sono state le serie di breve durata che coprono solo tre mesi di programmazione televisiva, mentre quelle di lunga durata (un anno circa) sono diminuite. Questo cambiamento svantaggerebbe quindi la formazione professionale dei giovani animatori perché, sempre secondo Irie, iniziare da capo un nuovo progetto dopo solo tre mesi non è una strategia efficiente per migliorare le proprie capacità. I giovani, così facendo, non accumulano esperienza, ma diventano soltanto delle macchiette incaricate a svolgere compiti di rifinitura per conto di studi che ormai lavorano fuori dal loro paese.
 

E questo è un vero peccato visto che in Giappone ci sono molti ragazzi talentuosi, i quali però abbandonano le proprie aspirazioni a causa degli stipendi troppo bassi. In tal maniera il lavoro diminuisce ed è proprio per questo motivo che le aziende si spostano altrove.

Infine Irie ha aggiunto: "L'unico modo per risanare la condizione degli intercalatori è valorizzare il talento di questi giovani."

Fonte Consultata:
Goboiano

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