Anime Site Collaboration Project: Intervista alla Kamikaze Douga

Iniziamo una serie di succose interviste. Il primo a parlare è Junpei Mizusaki dello studio creatore di Batman Ninja e Pop Team Epic

di Kotaro

Inauguriamo una nuova collaborazione con il sito Tokyo Otaku Mode, che ci ha permesso di tradurre in italiano le loro interviste dell' Anime Site Collaboration Project, un progetto nato dall'unione di diversi siti dedicati all'animazione giapponese allo scopo di divulgare interessanti interviste.
Cosa sia il progetto nel dettaglio ce lo spiegheranno loro stessi nel corso dell'articolo. Nel frattempo, dedichiamoci alla prima di queste interviste, allo studio Kamikaze Douga e al suo fondatore, il regista Junpei Mizusaki.

Batman Ninja sta attirando su di sé molta attenzione anche all’estero: quindici anni di creazione degli anime secondo il metodo del signor Junpei Mizusaki dello studio Kamikaze Douga.
 

Kamikaze Douga - Junpei Mizusaki



Un progetto di collaborazione dei siti dedicati agli anime: “Gli studi di animazione, su cui sono puntati attualmente gli occhi del mondo, verso il futuro”
Volume 1: Kamikaze Douga

Attualmente, gli anime stanno attirando inaspettatamente l’attenzione su di sé un po’ in tutto il mondo. Abbiamo perciò deciso di realizzare delle interviste agli studi che gli anime li producono, raccontando attraverso di esse anche i pensieri riguardo alle opere e i retroscena della creazione.
E’ un progetto realizzato dalla collaborazione tra vari siti dedicati agli anime di tutto il mondo, come ad esempio il sito Anime! Anime!, la pagina Facebook Tokyo Otaku Mode, che ha più di 20 milioni di iscritti, il sito cinese Bahamut.

Opere realizzate da Kamikaze Douga: Batman Ninja, Pop Team Epic, le opening di Le bizzarre avventure di JoJo (parti 1 – 3), Touken Ranbu - Hanamaru (ending), Idolish Seven (video di Wish Voyage)…


Un denso “one cut”. Una passione condensata. Si capisce immediatamente, senza ombra di dubbio, l’unicità delle opere dello studio Kamikaze Douga. A partire da Pop Team Epic, che è stato un grandissimo successo nella prima metà del 2018, fino ad arrivare al lungometraggio Batman Ninja, che è stato presentato al pubblico in tutto il mondo. Questo è lo studio Kamikaze Douga, fondato in Giappone quindici anni fa.
“Kamikaze” significa andare avanti con coraggio, senza guardarsi indietro. Abbiamo discusso in una lunga intervista con il regista di Batman Ninja, il signor Junpei Mizusaki, appartenente allo studio Kamikaze Douga che rappresenta una perfetta personificazione di questo concetto.

Kamikaze Douga Studio a Shibuya


Ecco qui il fondatore dello studio Kamikaze Douga, il signor Junpei Mizusaki. E’ il creatore e il regista di Batman Ninja, nonché il regista delle opening delle parti 1 – 3 di Le bizzarre avventure di JoJo.
 

Junpei Mizusaki


“Vorrei pensare ad un modo di utilizzare la computer grafica che sia tipico di noi Giapponesi”

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Per prima cosa, ci parli di com’è stato fondato lo studio.

Mizusaki: E’ da tanto tempo che non parlavo della fondazione dello studio. All’inizio non immaginavo che avrei creato uno studio di questo tipo, con questa struttura e questa atmosfera.
All’inizio eravamo soltanto in tre, era un’industria privata, non una corporazione vera e propria.
Circa vent’anni fa, penso che non ci fossero così tante persone a realizzare anime così come ce ne sono adesso. Noi volevamo provare a realizzare anime soltanto in tre, utilizzando software per la computer grafica. E’ con questo pensiero che abbiamo iniziato a lavorare.
Non volevamo realizzare modelli in computer grafica realistici o simili a figure, come fa la Pixar o come fanno a Hollywood, ma volevamo capire se la computer grafica potesse sostituire o meno i “cel anime”, perciò abbiamo fatto molte ricerche ed esperimenti in tal senso.

Ciò che facevamo era una cosa che all’epoca non stava facendo nessuno e perciò, forse proprio perché era una cosa così rara, vincemmo un concorso cinematografico. Fu allora che decidemmo di convertire ciò che facevamo in un lavoro vero e proprio e creammo una corporazione, trasformandoci in uno studio.

A quel tempo, vi fu un problema, poiché tutti volevano usare la computer grafica mirando a diventare come la Pixar o gli studi di Hollywood, usando i loro stessi effetti visivi.
Pensai “Non sarebbe meglio, per i Giapponesi, usare un tipo di computer grafica più adatta a loro?”. Il nome dello studio è stato scelto proprio sulla base di questo mio intenso pensiero.

“Elevare la qualità delle scene peggiori”

Le opere della Kamikaze Douga sono veramente uniche. Penso che abbiate un modo di realizzarle, a metà tra il 2D e il 3D, che è davvero unico. Da dove viene questa vostra caratteristica?

Mizusaki: Non penso che noi stiamo lavorando forzandoci, seguiamo quello che è il metodo su cui noi ci basiamo. Mi piace molto, ad esempio, la densità delle copertine di Shounen Jump.

Penso che sia molto importante l’esperienza nel graphic design. Il modo di realizzare volantini e siti web, la grafica e la posizione dei testi nei prodotti editoriali, i video e le immagini.
“Se metti questo qui, ti darà l’impressione di una maggiore densità”, “Se lo metti qui, l’impatto grafico sarà migliore”… cose di questo genere. Questo tipo di cose le svolgiamo in realtà meccanicamente, perciò, anche se poi il film può sembrare molto denso, in realtà non è che noi lavoriamo poi così tanto, ci limitiamo a stare attenti al dove posizionare le cose e al come lavorarci.

Inoltre, un’altra cosa a cui teniamo molto è riguardare il film nel suo complesso, trovare le scene peggiori ed elevarne la qualità. E così anche con la prossima brutta scena. Non si tratta solo di migliorare le scene già belle, ma anche di migliorare le scene di bassa qualità. Continuando a ripetere questa procedura, gli standard pian piano si elevano.

Capita ad esempio che si dica “Questa scena non mi piace. Ma non è poi così brutta, quindi la lasciamo così”. E poi invece il giorno dopo viene corretta (ride). Sono davvero grato al mio staff!

“Arrendersi ai compromessi significa la morte”

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Qual è stato il periodo più difficile che lo studio ha dovuto affrontare?

Mizusaki: Adesso occupo la posizione del regista, e posso far sì che tutti gli altri abbiano il loro posto e facciano le loro esperienze, ma devo dire che il periodo più difficile è stato quando io stesso ero in prima linea.
Poiché ci occupavamo di tecniche di animazione che non erano ancora riconosciute a livello mondiale, ero io stesso ad occuparmi della maggior parte delle sequenze in computer grafica. Quei ritmi di lavoro erano pazzeschi. C’è stato un periodo in cui non sono riuscito neppure a coricarmi e dormire per ben ventuno giorni.
Il punto di svolta arrivò grazie a un video musicale di cui ci occupammo dell’animazione. “Se riusciamo a far questo, la situazione del nostro studio Kamikaze Douga cambierà completamente!”
Ho lasciato perdere soltanto una singola scena di quell’opera. Gli spettatori normali, anche solo vedendola, non capirebbero che cos’è che non va in quella scena. Non era un errore fatale, siamo riusciti a rendere quella scena alla miglior qualità possibile, ma io ero sul punto di crollare e non ce l’ho fatta, ho deciso di lasciarla così com’era. In condizioni normali, l’avrei sicuramente corretta.
Ho avuto molte occasioni, successivamente, di rivedere quella scena e ogni volta mi sentivo nervoso. E’ una cosa che noto solo io, ma ogni volta penso che avrei voluto renderla meglio. Mi deprimo un po’ ogni volta che la vedo. E’ un po’ come se le cose non fossero andate nel modo giusto. Nonostante sia qualcosa a cui abbiamo lavorato con orgoglio tutti insieme, io mi sento un po’ in colpa.
“Ah, mi sento come se fossi morto”. Arrendersi a un compromesso è un po’ come morire.
Le parole “Il compromesso è morte” non significano “Non accettare compromessi” né “Se accetti compromessi morirai”, ma “Sei pronto a portare avanti quest’opera fino alla morte”?

“Voglio vedere nei disegni le singolarità di uomini soddisfatti”

Mizusaki: Abbiamo parlato del nostro modo di partire dalle scene peggiori e correggerle, ma l’intera industria dell’animazione giapponese condivide questo stesso punto di vista. Non mi piace un pensiero del tipo “Nell’industria dell’animazione giapponese funziona così, è questo il senso comune”.

(Nota del redattore: in Giappone, la questione dei bassi salari e dell’ambiente lavorativo degli animatori sta diventando un problema sempre più sentito)

Noi alla Kamikaze Douga facciamo in modo di creare un ambiente dove lo staff riesce ad avere tutto ciò di cui ha bisogno. Gli diamo il tempo e il denaro necessari. Questo è fondamentale. Qui alla Kamikaze Douga nessuno si ferma a lavorare fino a tarda notte, e se anche fa degli straordinari, questi gli vengono pagati. Penso che sia una cosa scontata, ma vorrei che fossero queste le basi della nostra azienda.
Vorrei vedere in che modo cambierebbe l’animazione giapponese se le opere mostrassero le singolarità di uomini soddisfatti, che mangiano bene, si divertono, passano del tempo con la propria famiglia, si prendono del tempo per riposarsi, per leggere i manga, guardare i film o le opere che più gli piacciono.

“Non esiste una risposta sempre giusta”

Quali sono le esperienze che l’hanno condotta a creare una struttura di questo tipo?

Mizusaki: Non so che effetto abbia avuto tutto ciò, ma io mi sono sempre spostato qua e là. Mio padre lavorava nelle forze di autodifesa, perciò almeno una volta ogni quattro anni ci toccava trasferirci. Ho cambiato scuola elementare e scuola media due volte, ho visto diversi posti, e forse è grazie a questo che ho notato diverse cose.
Anche gli adulti non hanno risposte che siano sempre giuste. A seconda della scuola elementare, cambia il metodo. Anche alla scuola media è così. Ho conosciuto insegnanti che avevano pensieri differenti nonostante si occupassero della stessa materia. Eppure, ognuno di loro pensava di essere nel giusto.
Può darsi che ci siano state insegnate molte cose irrazionali dagli adulti. E’ da questo, forse, che ho cominciato a sviluppare il mio modo ideale di intendere la mia azienda.

Quale deve essere il giusto comportamento di un superiore? E se anch’io iniziassi a dire cose irrazionali? Come posso fare per evitarlo? La mia azienda è nata da questi miei pensieri, mentre cercavo risposte a questi miei dilemmi.

Una delle cose che mi differenziano dagli altri è che io non ho un paese natale. Non ho la coscienza di ritornare al mio paese natale. Io non ho un “qui” dove ritornare, perciò avevo bisogno di questo “qui”. Che sia proprio questo studio ad essere diventato il “qui” che cercavo?

“Vorrei che la gente conoscesse i cartoni animati giapponesi”

Adesso vorrei chiedere qualcosa non al signor Mizusaki rappresentante dello studio, ma al signor Mizusaki in quanto regista. Come regista di Batman Ninja, che messaggio ha per i fan internazionali degli anime?

Mizusaki: Quando ho realizzato Batman Ninja, la cosa che più mi premeva era che volevo far conoscere i cartoni animati giapponesi. Non lo abbiamo fatto con lo scopo di allinearci al vigore e alle atmosfere a cui gli spettatori del mondo anglo-americano sono abituati, ma volevamo mostrar loro i punti forti dell’animazione giapponese.
 

Batman Ninja CD



I casi di film hollywoodiani basati su opere giapponesi stanno aumentando, e spesso si tratta di adattamenti piuttosto audaci. Perciò, quando ci siamo trovati a doverci occupare di Batman, lo abbiamo trattato tenendo in mente il detto “Se sei a Roma, comportati da Romano”.
Per quanto si tratti di Batman, non avremmo permesso nemmeno a lui, una volta che è venuto in Giappone, di entrare in casa con le scarpe che si usano fuori casa.
Gli altri personaggi non parlano inglese e anche se ha cercato di vincere con la Batmobile o altri sistemi di comunicazione, non ci è riuscito. E’ in Giappone, perciò deve combattere alla maniera dei Giapponesi.
Penso che “Se sei a Roma, comportati da Romano” sia diventato proprio il tema della storia.

Ho detto alla DC Comics e alla Warner Bros di lasciar fare a me. Aspettate, lasciate fare a me, poiché qui in Giappone produciamo i cartoni animati col massimo impegno. Dato che mi avevano affidato il loro prezioso Batman, gli ho promesso che non avrei fallito, gli avrei restituito in cambio un anime. La DC Comics ha accettato.
Quando Batman Ninja è stato proiettato alla WonderCon di Anaheim, pensavo che i fan si sarebbero arrabbiati con me. Al contrario, hanno riso e si sono emozionati con le scene in cui volevo lo facessero.
Batman è un personaggio che ha una lunga storia e ne esistono diverse versioni. In realtà, è una serie ricca di humour, e perciò sono contento di essere pienamente riuscito a tramettere l’humour insito in Batman Ninja.

“Che cos’è un’idea brillante?”

Kamikaze Douga - Junpei Mizusaki


Prima di questo progetto, abbiamo chiesto tramite un sondaggio a 300 animefan internazionali che cosa vorrebbero chiedere ai creatori di anime. La domanda più popolare è stata “Da dove nascono queste idee così brillanti?”.

Mizusaki: I creatori di anime non sempre pensano che le loro idee siano brillanti. Noi inseriamo nelle nostre opere i nostri valori, le idee che per noi sono brillanti, senza alcun imbarazzo; sono poi gli spettatori a pensare che siano brillanti idee.

Le idee nascono poi anche dal punto di vista e dal pensiero degli spettatori. Andrà su Youtube? Andranno a vederlo al cinema? Ad esempio, in Pop Team Epic c’erano diverse gag difficili, e si è creata una comunicazione tra chi capiva le battute e chi non le capiva. Perciò ho reso più forti le scene di Pop Team Epic che non avevano una battuta finale. Abbiamo pensato al pubblico come allo “tsukkomi” (l’uomo serio, tutto d’un pezzo) del manzai, perciò abbiamo creato dei video che la gente potesse guardare sui social network come se fosse lo tsukkomi.

Nel mio vocabolario non esiste la parola “motivazione”. E’ naturale che la mia motivazione sia alta, no?
Si tratta di talento. Se non sei questo tipo di persona, allora questa non è l’industria che fa per te.
Penso che la creazione di anime non sia il lavoro adatto a chi cerca motivazione. Se ai creatori stessi non piace realizzare anime, allora il risultato non sarà interessante.

“Spielberg mi impedisce di diventare adulto”
 

Kamikaze Douga - Junpei Mizusaki



Vi è qualche artista straniero di cui ha subito l’influenza?

Mizusaki: Innanzitutto, Michel Gondry, il regista di Se mi lasci, ti cancello, che ha cominciato girando video musicali. Ammiro molto il processo con cui ha realizzato il suo sogno di diventare un regista di lungometraggi partendo dai video musicali, ma trovo bellissime anche tutte le sue opere.
Ad esempio, il video di “Come into my world” di Kylie Minogue. E’ un’idea semplicissima, ma non riesco a smettere di guardarlo.

Poi, Brad Bird. Trovo che Il gigante di ferro sia fantastico. Inoltre, ha anche lavorato a I Simpson e a Mission Impossible, grandioso! Io sono un grande fan de I Simpson.

Poi, anche se so che è una risposta banale, Steven Spielberg. Quando ero in prima elementare, mio padre ha portato me e i miei amici del vicinato al cinema a vedere E.T. Questo film è stato un grande successo, ma lo è stato in particolare nel luogo dove vivevamo noi. Quell’atmosfera, quell’universo… era tutto così spaventoso ma anche così sognante. Ho realizzato tantissimi disegni di E.T., ad esempio delle rughe che ha sulla faccia. Penso che mi abbia influenzato. Anche Jurassic Park e Minority Report.
Il regista Steven Spielberg mi impedisce di diventare adulto. Quando in Ready Player One è comparso il Gundam, lì è stato come tornare un bambino di prima elementare.

“Vorrei che la gente apprezzasse il fascino degli anime delle Galapagos

Kamikaze Douga - Junpei Mizusaki

Infine, può dire qualcosa agli animefan di tutto il mondo?

Mizusaki: Ora come ora gli anime stanno raggiungendo un livello molto alto, ma riusciranno a mantenerlo nel tempo? Ci sono alcune cose di cui ho un po’ timore. E se un giorno l’industria dei cartoni animati giapponesi perdesse il suo potere?
Sento di dover dire fortemente ai fan di tutto il mondo “Non vi preoccupate, continueremo a produrre anime!”. E’ un pensiero che sento molto forte, quindi è probabile che lo abbia fatto trasparire anche in Batman Ninja.

Mi piace molto la parola “sindrome delle Galapagos” (un termine giapponese che indica un business nato in Giappone ad esclusivo consumo del mercato interno). Il Giappone è un arcipelago, perciò ha una storia molto particolare. Non abbiamo confini territoriali, non siamo molto bravi a cooperare con le altre nazioni. Non ci siamo abituati.

Tuttavia, penso che la sindrome delle Galapagos sia un fenomeno interessante. Penso che sia molto importante non fissarsi sugli standard internazionali ma continuare a lavorare nella maniera a noi più congeniale.

Se i fan di tutto il mondo continueranno a guardare i nostri lavori, non deluderò le loro aspettative.

Fonti consultate:
Tokyo Otaku Mode
Anime! Anime!

Si ringrazia lo staff di Tokyo Otaku Mode per il materiale



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