Regole più severe per gli studenti stranieri che lavorano in Giappone

Il governo ha annunciato provvedimenti per regolamentare i part time degli studenti

di Hachi194

Nuove regole si prospettano all'orizzonte per chi ha intenzione di andare in Giappone a frequentare una scuola per imparare la lingua. Nell'ultimo decennio infatti nel Sol Levante c'è stata un'impennata nel numero di scuole che insegnano il giapponese: secondo il Ministero della Giustizia, il paese ora ha 711 scuole dedicate solo a questo (non si contano quindi le università o le scuole commerciali che offrono anche lezioni di giapponese), cioè 1,8 volte in più rispetto al 2008.
Quello che il governo vuole ora appurare è se tutti gli iscritti a questi corsi sono davvero lì per imparare la lingua o se è solo un "trucco" per risiedere nel paese con il visto per gli studenti.
 

Fino ad oggi infatti gli stranieri in possesso di un visto per studenti possono lavorare fino a 28 ore a settimana, con un tetto massimo di 8 ore al giorno durante le vacanze. Inoltre per poter mantenere il visto, occorre frequentare almeno 760 unità nel corso di un anno (dove con un'unità si intendono lezioni di 45 minuti).
Ma esistono scuole che offrono corsi molto intensivi, con un numero particolarmente alto di ore di lezione ogni settimana; iscrivendosi a questi programmi, alcuni studenti raggiungono le 760 unità in soli sei mesi. Nel tempo che gli resta prima della scadenza del visto, possono lavorare tranquillamente 8 ore al giorno, senza frequentare perciò nessun corso.
Si crea così una sorta di zona d'ombra, con lavoratori stranieri che non riescono ad essere definiti: sono lavoratori o sono studenti? Per fare chiarezza, il governo ha approntato una serie di nuove regole che saranno applicate a partire da ottobre, fra cui l'obbligo di frequentare una scuola per almeno 35 settimane all'anno.
 

Il Ministero della Giustizia vuole anche tenere sotto controllo le scuole che promuovono i loro programmi intensivi, sia apertamente che implicitamente, come un modo per avere un lavoro a tempo pieno in Giappone senza avere però un visto lavorativo. Inoltre sono previste anche regole più severe per gli operatori scolastici, per evitare ad esempio che una singola persona possa fare il direttore di più scuole, obbligando perciò ad assumere più personale competente.

Fonte consultata:
SoraNews

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