Lucca 2018: Reportage degli incontri con Mikio Ikemoto
Curiosità su Boruto e sul lavoro di mangaka ed editor di Shounen Jump
di lightorange
Il trio si è reso disponibile a incontrare la stampa e il pubblico di Lucca in tre diverse occasioni: Press Cafè, Showcase e incontro col pubblico. Sfortunatamente, per esplicita richiesta degli ospiti, non è stato possibile riprendere o fotografare gli eventi, se non all'inizio dell’incontro con la stampa.
Ecco quindi il dettaglio dei tre incontri che abbiamo seguito per voi.
Press Cafè - Giovedì 1 novembre
Fin dall'inizio, il personaggio di Kawaki viene presentato come una figura contrapposta a quella di Boruto. Adesso che si sono incontrati, questa contrapposizione comincia a essere leggermente spiegata e vediamo come Boruto pian piano segue la via del ninja mentre Kawaki se ne allontana. Potrebbe parlarci un po' di questi due personaggi? Cosa ha in serbo per loro?
Ikemoto: Come già sapete, Kawaki entra in scena all'inizio del manga, contrapponendosi a Boruto. Ora siamo arrivati a un punto in cui si riesce un po' a capire in che direzione andrà la storia. Però in questo momento non posso dire altro.
Come si pone rispetto alla multimedialità del progetto di Boruto? Esistono il manga, l’anime, i film, il videogame, c’è anche un manga spin-off…
Ikemoto: Sì, Boruto è un prodotto multimediale, ma purtroppo io seguo solamente la parte relativa al manga. Di anime, spin-off, romanzi e altro si occupano altre persone, mentre io ho occhi solamente per il manga. In ogni caso, sono contento del successo che sta avendo e di tutti i porgetti multimediali che sono all'attivo.
Qual è il suo rapporto con il maestro Kishimoto? Influisce molto sulla scrittura della storia di Boruto?
Ikemoto: Nonostante il mio tratto si discosti dal suo, continuo a essere abbastanza influenzato dal maestro Kishimoto.
Per quanto riguarda la trama di Boruto, vi confrontate per decidere la storia o si occupa di tutto lei?
Ikemoto: In generale facciamo tutto insieme noi tre (n.d.r.: Mikio Ikemoto, Masashi Kishimoto, e Ukyo Kodachi). Le parti un po' più delicate vengono visionate da Kodachi, poi comunque alla fine siamo tutti e tre, anzi tutti e quattro includendo l’editor Taguchi, a decidere come debba andare avanti la storia.
Una domanda per il signor Nakano. La mostra di Shounen Jump si è conclusa: cosa avete in mente in quanto a eventi per chiudere i festeggiamenti dei cinquant'anni della rivista? Avete già un bilancio di come sono andate le mostre finora?
Nakano: La mostra è stata messa in piedi per l’anniversario dei cinquant'anni di Shounen Jump. Si è trattato di un evento molto grande, quindi non sappiamo se e come riusciremo a organizzare qualcos'altro anche per il sessantesimo anniversario.
Il prossimo grande evento sarà sicuramente il centenario, quindi fra altri cinquant'anni. E siccome l’industria dei manga si sta evolvendo verso il digitale, chissà cosa potremo vedere allora. In questa mostra abbiamo esposto moltissime tavole originali, chissà cosa potremo esporre tra cinquant'anni… forse dei tablet?
Stiamo comunque pensando di utilizzare il materiale usato per allestire la mostra per organizzare qualcosa di simile in giro per il mondo.
Quando un manga viene letto da così tante persone in tutto il mondo e ha un impatto forte soprattutto sui più giovani, quanto si è influenzati da questo peso nei confronti del pubblico?
Ikemoto: In realtà non ci penso, e non pensandoci riesco a disegnare in completo relax, senza essere influenzato.
Nakano: Comunque i mangaka trascorrono giorni e giorni a testa china a disegnare, senza rendersi conto di cosa succede intorno a loro. Non sanno magari che il manga che stanno disegnando ha successo in tutto il mondo.
Com'è stato il rapporto con Kishimoto durante la serializzazione di Naruto?
Ikemoto: Ho iniziato a lavorare al manga di Naruto come assistente del maestro Kishimoto a partire dal settimo capitolo, quindi per quindici anni ho lavorato gomito a gomito con lui. Avendo lavorato insieme per così tanto tempo, alla fine il nostro legame è diventato paragonabile a quello condiviso tra fratelli. Si è sempre trattato di un rapporto positivo, e sono molto felice di aver avuto l’occasione di lavorare insieme a lui.
Quanto pesa la casa editrice sulla trama di un fumetto? Sappiamo che il fumetto giapponese ha un inizio e una fine, ma la sua durata di fatto è variabile. Quanto la casa editrice spinge perché la lunghezza di una storia si possa estendere o meno?
Nakano: Shounen Jump è la rivista più venduta del Giappone, una rivista dalla quale escono sempre titoli di grande successo, quindi la pressione che la casa editrice mette sugli autori è notevole.
Il capo redattore mette sempre a fianco di un autore un editor con cui si confronta sulle potenzialità o le problematiche di un’opera.
E dal punto di vista dell’autore come viene vissuto un approccio al lavoro di questo tipo?
Ikemoto: Mi sento abbastanza sotto pressione da questo punto di vista e sento molto anche la pressione dei fan.
Ha detto che sente la pressione dei fan, quindi le capita di interagire con loro tramite i social? Com'è la sua relazione coi fan?
Ikemoto: In realtà non ho alcun tipo di rapporto coi fan. Seguo i social, ma oggi è la prima volta che mi trovo di fronte a una platea e sto pian piano realizzando che c’è un pubblico che mi segue.
C’è una sorta di parallelismo tra il fatto che Boruto ha un padre “ingombrante” come Naruto, mentre lei ha alle spalle un autore “ingombrante” come Kishimoto? Mi chiedevo se questo in qualche modo la ispiri nella realizzazione di Boruto…
Ikemoto: Sì, il rapporto tra Naruto e Boruto e quello tra me e il maestro Kishimoto è molto simile. Capita che a volte ne tragga ispirazione.
Come mai è stato scelto Boruto come nome del figlio di Naruto? Forse perché hanno un suono simile?
Nakano: Naruto e Boruto si somigliano come nomi, sì, ma in realtà il nome di Boruto è legato a quello di Neji Hyuuga. Neji, in giapponese, significa vite, mentre boruto, dall'inglese bolt, vuol dire bullone. È un gioco di parole.
Ikemoto: Inoltre, anche il cognome, Uzumaki, vuol dire spirale, quindi è tutto collegato.
I primi capitoli di Naruto erano incentrati sulla generazione dei nuovi ninja, mentre in seguito la storia è andata pian piano focalizzandosi sui personaggi principali. Boruto, a suo modo, ha riportato l’attenzione su questa dimensione della nuova generazione. Nella serie originale era quella la parte che ha preferito e a cui è rimasto più legato, come è successo a una parte del pubblico di Naruto che nell'arco Shippuden ha sentito proprio la mancanza di questo aspetto generazionale?
Ikemoto: Effettivamente anche io preferisco la prima parte di Naruto, quella in cui sono presenti tutti i personaggi che lavorano insieme, mentre Shippuden l’ho trovato un po’ meno interessante. Nonostante ciò, non riesco a dire con certezza quale delle due parti sia la più bella.
Ha cercato di rifarsi alla prima parte, di portare quella dimensione di gruppo anche in Boruto?
Ikemoto: È il maestro Kishimoto a sovrintendere il tutto, quindi sì, è probabile che in Boruto ci sia una certa somiglianza con la prima parte di Naruto.
Boruto, come Naruto prima di lui, è in una fase di crescita, quindi sicuramente ci sono e ci saranno dei punti di somiglianza.
Il fatto di espandere un universo narrativo già esistente, che è sostanzialmente la regola nel mondo occidentale, mentre in Giappone di solito i personaggi sono molto legati all'autore, è una cosa che lei vorrebbe vedere capitare più spesso nelle opere giapponesi?
Ikemoto: Sì, preferisco avere una continuity. Anche per questo motivo ho accettato di lavorare al seguito di Naruto.
Lei ha un tratto di disegno diverso da quello di Kishimoto e alcuni personaggi sono stati resi diversamente rispetto all'originale. Ad esempio, un personaggio come Konohamaru, che è il maestro di Boruto, Sarada e Mitsuki, l’ho trovato nei tratti un po' diverso rispetto a quando era giovane in Naruto, ed è una fisionomia che invece nell'anime è rimasta un po' più fedele all'originale. Da cosa è nato questo processo? Perché alcuni personaggi sono stati rivisitati?
Ikemoto: Per quanto riguarda il design, il maestro Kishimoto mi ha dato carta bianca, quindi mi sono sentito libero di rappresentare i personaggi come meglio credessi. Ecco, in alcuni casi forse mi sono lasciato andare un po’ troppo…
A quale personaggio si riferisce nello specifico?
Ikemoto: Sarada.
Forse anche un po' Sasuke?
Ikemoto: Sasuke è un personaggio molto difficile da disegnare e interpretare.
Qual è il personaggio che preferisce disegnare, perché magari è più facile, e quale personaggio, al contrario, trova molto difficile da mettere su carta?
Ikemoto: A dire la verità sono tutti difficili da disegnare, non so dire quale sia il più semplice.
Quindi deve ancora prenderci la mano?
Ikemoto: Avete toccato un tasto un po' dolente… Non mi reputo molto bravo a disegnare…
Non è vero, non si preoccupi.
Ikemoto: Grazie.
Showcase - Venerdì 2 novembre
Prima dell’inizio dell’incontro incentrato sulla realizzazione di un disegno dal vivo, è stata ribadita l’impossibilità di utilizzare fotocamere e videocamere. Inoltre, per permettere all'autore di mantenere la concentrazione sul disegno, la conversazione è stata portata avanti dalla moderatrice Midori Yamane, dal caporedattore di Shounen Jump Nakano e dall'editor di Boruto Taguchi.
Mentre il maestro controlla che sia tutto a posto, ne approfittiamo per fare qualche domanda al signor Nakano, caporedattore di Shounen Jump.
Da quanto tempo ricopre questo ruolo?
Nakano: Ho iniziato a lavorare per la casa editrice Shueisha diciannove anni fa. Sono diventato caporedattore lo scorso giugno, svolgo da poco questa professione. Per molto tempo ho seguito la lavorazione di Naruto, quindi sono abbastanza preparato in materia.
Quando si è deciso di serializzare Boruto è stato lo stesso Kishimoto a fare il nome di Ikemoto. Ricordo che abbiamo discusso di questa cosa davanti a un piatto di yakiniku (n.d.r.: piatto tipico della cucina coreana costituito da carne cotta al barbecue).
Penso che molti siano curiosi di sapere qualcosa in più sulla figura dell’editor, che in Italia non ha un corrispettivo. Come lavora un editor di manga? Qualcuno forse ha letto Bakuman, in tal caso ha più o meno capito come funziona il rapporto tra autore ed editor.
Nakano: Sì, il lavoro dell’editor in Giappone è piuttosto diverso rispetto all'Italia e Taguchi ne sa qualcosa in quanto lui è l’editor incaricato di seguire la serie di Boruto, quindi lascio la parola a lui. Come potete vedere, è un ragazzo molto giovane che ha iniziato a lavorare per Shueisha quattro anni fa, ma si sta dando molto da fare. Oggi è un po' teso, quindi vi chiedo di fargli un applauso di incoraggiamento.
Taguchi: Di solito gli autori e gli editor di Shounen Jump si incontrano una volta alla settimana per discutere l’andamento della storia e tutto ciò che ruota attorno alla stesura del manga. Per quanto riguarda Boruto, invece, poiché si tratta di una pubblicazione mensile, io e il maestro Ikemoto ci vediamo una volta al mese.
Il maestro Kishimoto e il maestro Kodachi, che si occupa della sceneggiatura di Boruto, decidono un po' a grandi linee come procedere per quel mese; poi fanno un altro incontro con il maestro Ikemoto dove discutono più nel dettaglio come sviluppare le bozze e infine si incontrano tutti un’ultima volta per prendere le decisioni finali.
Ora il maestro è pronto per iniziare a lavorare e sta decidendo cosa disegnare.
Ikemoto: Disegnerò Boruto, partendo da una bozza per poi ripassare il tutto con un pennino a china.
Nakano: Come potete vedere, il maestro comincia a disegnare dai tratti del viso, però ieri sera ho avuto modo di vedere alcuni artisti italiani cominciare a disegnare da parti del corpo abbastanza inaspettate per me. Di solito gli autori giapponesi partono dal viso, ognuno col suo stile ovviamente, ma principalmente partono da lì.
Nella maggior parte dei casi i personaggi dei manga hanno dei tratti piuttosto semplici che per noi possono sembrare tutti uguali, ma in realtà permettono all'artista di creare espressioni completamente diverse.
Nakano: Il maestro è molto bravo e veloce a disegnare e questo è importante per un mangaka che ha delle scadenze molto serrate da rispettare.
A proposito di scadenze, qual è la loro frequenza? Quante tavole bisogna creare?
Nakano: Quella del maestro Ikemoto è una situazione un po' particolare in quanto ha una scadenza mensile da rispettare; tuttavia, gli altri mangaka che pubblicano su Shounen Jump hanno una scadenza settimanale, quindi una volta alla settimana devono consegnare un determinato numero di tavole. Parliamo di circa diciannove pagine.
Diciannove pagine a settimana disegnate solo col pennino? Bisogna pensare sia alla storia che alle tavole e mettere tutto insieme in una sola settimana…
Nakano: Anche se ha una cadenza mensile, Boruto ha capitoli composti mediamente da quarantaquattro pagine, quindi parliamo comunque di una grande mole di lavoro.
Nel frattempo il maestro Ikemoto inizia a utilizzare il pennino, chiamato dai giapponesi G Pen, utilizzato da molti autori di manga shounen. La particolarità della G Pen è che quando si fa pressione con la mano, la punta della penna si apre e quindi gli autori riescono a rendere i tratti quasi tridimensionali. Inoltre, se il pennino è nuovo e ha una punta abbastanza appuntita, si riesce a tracciare dei tratti molto sottili.
Molti mangaka si avvalgono dell’aiuto di assistenti. Il maestro Ikemoto ne ha?
Nakano: Molti mangaka hanno uno o più assistenti. Il maestro Ikemoto ne ha tre che lo aiutano a preparare le quarantaquattro pagine mensili e portare avanti il lavoro scadenza dopo scadenza.
Mi sorge spontaneo chiedere di cosa si occupino nello specifico questi assistenti.
Taguchi: Disegnano gli sfondi, aiutano a inchiostrare e a tratteggiare, tutta una serie di lavori che porterebbero via molto tempo al mangaka stesso. Gli assistenti cercano di alleggerire il più possibile il carico di lavoro dell’artista.
Nakano: Un autore di solito ha dai tre ai sei assistenti. Quando un manga ha molto successo, capita che gli assistenti siano più di sei.
Taguchi: Per Naruto gli assistenti sono stati otto.
Nakano: Il maestro Ikemoto è stato uno di questi assistenti. Ha iniziato dal settimo capitolo, quindi ha disegnato quasi tutti i capitoli di Naruto per quindici anni.
Esistono vari modi per diventare mangaka professionisti. Diventare assistente, come nel caso del maestro Ikemoto, è una delle varie strade.
Nakano: Sicuramente essere assistenti è un modo per diventare mangaka professionisti. L’assistente lavora gomito a gomito con il mangaka, vede come lavora e riesce ad affinare la propria tecnica.
Come si diventa assistenti?
Nakano: Nel nostro caso è possibile rispondere agli annunci che Shounen Jump pubblica periodicamente. In ogni caso è sempre l’editor a decidere se l’aspirante assistente sia valido o meno.
In questo momento Taguchi sta seguendo parecchi mangaka esordienti.
Taguchi: Sì, al momento sto seguendo un centinaio di aspiranti mangaka professionisti; tra questi, tre sono particolarmente promettenti.
Per quanto riguarda la scelta degli assistenti, cerco di selezionare persone che magari hanno vinto qualche premio e poco a poco divento sempre più selettivo.
Come ha fatto il maestro Ikemoto a diventare assistente di Kishimoto?
Nakano: Anche il maestro Ikemoto è diventato assistente tramite l’editor, che l’ha scelto e presentato al maestro Kishimoto.
Questo discorso mi fa venire in mente il Rinascimento italiano. Per esempio, anche Leonardo da Vinci ha imparato il mestiere nella bottega del suo maestro. C’è qualche analogia, insomma.
Mi suggeriscono una domanda: il maestro Ikemoto sembra essere particolarmente attento alla moda. Nello specifico, sembra essere interessato a Gucci. È così?
Ikemoto: Sì, mi piacciono molto Gucci e la moda italiana.
Nakano: Come probabilmente saprete, molti mangaka vivono reclusi a causa delle scadenze da rispettare e non hanno molte occasioni per uscire e vestirsi alla moda. Tuttavia, essendo molto interessati al design, sono molto attenti all'abbigliamento e quando ci sono eventi speciali, come quelli organizzati da Shueisha, si vestono molto bene.
L’editor, invece, veste sempre in giacca e cravatta a qualsiasi tipo di evento.
Visto che si parla di moda, potete vedere Taguchi che indossa una maglietta con rappresentato Sasuke, prodotta per il cinquantesimo anniversario di Shounen Jump e in vendita, purtroppo, solo in Giappone.
Ecco che il maestro ha terminato il disegno. Bisogna aspettare un attimo che si asciughi per poi utilizzare la gomma pane.
Pubblico: In Giappone il lavoro del fumettista è considerato prestigioso?
Nakano: In Giappone è un lavoro molto ben visto. Quando si domanda a un ragazzo cosa voglia fare da grande, il mangaka rientra nella top ten.
Comunque, si tratta di un lavoro piuttosto duro ed è difficile diventare professionisti.
Ora il maestro inizia a segnare quali parti del disegno andranno colorate in nero. E lo vediamo anche usare il bianchetto: questo è indice del fatto che anche i professionisti possono sbagliare a disegnare e che non è niente di grave.
Pubblico: L’idea di creare Boruto è nata dallo stesso maestro Ikemoto oppure c’è stato un intervento sia della rivista Shounen Jump che di Kishimoto, che hanno deciso di portare avanti la serie?
Nakano: L’idea di Boruto è nata alla fine del manga di Naruto dal maestro Kishimoto stesso, il quale ha pensato di produrre il film.
Pubblico: Per quale motivo Kishimoto si è fatto da parte?
Nakano: Perché con il film su Boruto il maestro Kishimoto ha voluto terminare il suo ciclo. Poi però lo staff di Shounen Jump ha trovato i nuovi personaggi molto interessanti e ha voluto sfruttare questa idea. Insieme a Kishimoto abbiamo pensato di affidare questa nuova storia al maestro Ikemoto e al maestro Kodachi, che si occupa della sceneggiatura. Se loro due non avessero accettato il lavoro, adesso non saremmo qui a parlarne.
Quello che state vedendo adesso (n.d.r.: la colorazione) di solito è un lavoro svolto dagli assistenti. I mangaka si occupano principalmente dei lineamenti del volto, mentre gli assistenti si occupano di tutto il resto.
Pubblico: In Italia ci sono molti ragazzi che vorrebbero lavorare nel mondo dei manga. Vorrei sapere come vengono visti in Giappone gli artisti italiani, e quelli occidentali in generale, e se per loro ci sia qualche possibilità di lavorare in Giappone.
Nakano: In realtà, in Giappone gli artisti stranieri non sono molto famosi. Il mercato giapponese è piuttosto chiuso.
Ci sono comunque molti artisti che leggendo manga, magari proprio su Jump, ne traggono ispirazione e poi diventano famosi.
A noi di Jump farebbe piacere collaborare con artisti stranieri; stiamo pensando di organizzare concorsi a livello internazionale per aiutarli. Mi piacerebbe che il maestro Kishimoto fosse uno dei giudici di queste competizioni. Ma non so quando un’iniziativa del genere possa realizzarsi.
Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato e dobbiamo concludere questo incontro. Perciò ringraziamo i nostri ospiti con un caloroso applauso.
Incontro con il pubblico - Sabato 3 novembre
Infine, i tre ospiti hanno risposto alle curiosità del pubblico presso la Sala Robinson, sita nella chiesa di San Giovanni, in un incontro moderato da Alessandro "Doc Manhattan" Apreda.
Ho il piacere di presentarvi Hiroyuki Nakano, caporedattore di Shounen Jump, Hikaru Taguchi, editor di Boruto, e il maestro Mikio Ikemoto, autore di Boruto.
Vorrei chiedere al maestro di raccontarci com'è nata la serie di Boruto, passando dal film alla serie manga.
Ikemoto: Dopo la conclusione del film di animazione, i protagonisti sono piaciuti molto ai responsabili di Shounen Jump, i quali hanno pensato fosse un peccato che le loro avventure finissero in questo modo. Quindi hanno pensato insieme di iniziare una serializzazione proprio su Shounen Jump.
Già il titolo Boruto: Next Generations indica il salto generazionale che è alla base del manga. Cosa hanno di diverso i personaggi rispetto a quelli di Naruto? Qual è la loro particolarità?
Ikemoto: Come differenza fondamentale, più che i personaggi, abbiamo l’ambientazione, perché è differente rispetto a quella di Naruto, è più moderna e tecnologica.
Una domanda per il signor Nakano. Com'era il maestro Ikemoto da assistente? È vero che, trattandosi dell’assistente più giovane tra quelli che hanno lavorato per Kishimoto, gli altri assistenti provavano un po' di invidia nei suoi confronti?
Nakano: Quando andavo a trovare il maestro Kishimoto non ho mai notato un rapporto particolare tra lui e il maestro Ikemoto. Sapevo semplicemente che il maestro aveva un assistente che disegnava molto bene (anche a detta dello stesso Kishimoto, che è sempre stato molto fiero di lui).
Il ruolo dell’editor di manga è stato rappresentato in molte opere; la presenza dell’editor che affianca l’autore, che gli sta dietro per le scadenze, gli dà suggerimenti… Come vivete voi questo tipo di lavoro?
Taguchi: Il mio lavoro consiste nello stare accanto al maestro dalla mattina alla sera, seguo tutto il suo lavoro, sto attento alle consegne.
Oltre a questo mi occupo di scouting, sono cioè alla ricerca di nuovi talenti, di mangaka che possano diventare professionisti.
Tornando a Boruto, nell'incipit della serie è sottolineato il contrasto tra il protagonista e suo padre: Boruto si sente trascurato da suo padre e quindi vuole diventare allievo di Sasuke, il suo più grande rivale. Può parlarci un po' di questo tema?
Ikemoto: Sì, quello tra padre e figlio è un rapporto molto complicato perché Naruto è forte e Boruto vuole superarlo. In ogni caso, questo tipo di relazione dà la possibilità di sviluppare delle nuove storie.
Il tema del rapporto con i genitori è molto frequente nei manga, soprattutto in quelli degli anni '70 e '80. I genitori spesso sono assenti, oppure i protagonisti sono orfani o comunque alla ricerca dei loro genitori. Si tratta di un tema molto importante e sentito ancora oggi…
Ikemoto: Questo tema è sempre molto attuale e sia in Naruto che in Boruto ci sono dei personaggi orfani; è un tema che funziona.
Il fatto di lavorare al seguito di uno shounen di così grande successo avrà generato parecchia pressione in termini di aspettative del pubblico, che può aver creato qualche complessità anche per il solo fatto di avere uno stile diverso rispetto a quello della serie originale.
Ikemoto: Questo cambiamento di stile è stato voluto dal maestro Kishimoto stesso, perché comunque volevamo creare una serie diversa da Naruto, quindi non ho sentito pressione da questo punto di vista. Per quanto riguarda le aspettative del pubblico, ne ho sentita un po', ma non tantissima.
Quali sono le fonti di ispirazione del maestro? Da quali opere ha preso spunto?
Ikemoto: Dragon Ball di Akira Toriyama e JoJo di Hirohiko Araki. Queste serie mi hanno appassionato molto e mi hanno fornito molte idee.
Ho letto che il maestro, da bambino, era un fan degli sticker di Bikkuriman, molto popolari in Giappone, e che ha iniziato a disegnare ispirandosi a questi sticker.
Ikemoto: Sì, è vero, sono tuttora un grande fan dei Bikkuriman.
Altra domanda per il signor Nakano: Naruto e Boruto sono degli shounen di grande successo. Dopo i grandi successi che ci sono stati negli anni '80 e '90, è complicato costruire delle serie che abbiano un impatto del genere sul pubblico. Qual è il segreto per creare serie che abbiano una tale presa sul pubblico?
Nakano: Una formula per creare delle serie di successo al momento non l’abbiamo. Se ci fosse, sarebbe tutto molto più semplice. Probabilmente il successo di Naruto e Boruto è dovuto ai loro personaggi, che hanno generato affetto da parte di tutti i fan.
A tal proposito, qual è il personaggio preferito del maestro? Quello che gli piace di più esteticamente o caratterialmente?
Ikemoto: Sarada e Mitsuki, perché sono i più facili da disegnare rispetto a Boruto.
E quello che le piace meno perché più complicato da disegnare?
Ikemoto: Boruto.
In che modo trova difficile disegnarlo?
Ikemoto: È un problema di design, specialmente quando si tratta di disegnare i suoi capelli mentre è in movimento. Molto probabilmente, quando diventerà adulto avrà i capelli più corti.
Quanto è importante oggi il peso dei lettori per una pubblicazione su rivista? Come si valuta oggi su una rivista come Shounen Jump il peso dei lettori? E come viene valutato l’impatto di una serie, specie di quelle poco conosciute, su di essi?
Nakano: Shounen Jump organizza dei sondaggi, attraverso i quali capiamo quanto il manga analizzato stia andando bene tra il pubblico. Questi sondaggi sono fondamentali per la rivista. Shounen Jump esce il lunedì e il mercoledì successivo abbiamo già i sondaggi pronti da far analizzare prima agli editor e poi ai mangaka. Quando gli esiti di questi sondaggi non sono positivi, iniziamo a tagliare le serie. Anche grazie a questo possiamo capire quali sono le serie di successo.
Questa è un'altra dimostrazione che i manga, rispetto ai fumetti prodotti in altri Paesi, hanno subito un incipit avvincente proprio perché la lotta per la sopravvivenza di cui parlava il signor Nakano impone che la serie faccia presa da subito perché ha poche settimane per imporsi sul pubblico.
Questo immagino renda molto complicato selezionare le serie e presentarle in modo che facciano presa subito sul pubblico, proprio per il fatto che non c’è molto tempo per crescere come storia.
Nakano: La scelta è difficile e viene presa insieme. Solitamente scegliamo manga che sono stati pubblicati come storie brevi in precedenza e che hanno avuto successo nei sondaggi di cui parlavamo prima. Diamo la precedenza a queste storie e poi valutiamo insieme agli editor quale manga potrebbe diventare una hit.
Tornando al maestro Ikemoto, visto che Boruto parte dal finale di Naruto e vediamo una nuova generazione di personaggi, potendo scegliere un grande classico del passato, di quale le piacerebbe vedere una trasposizione futura, un seguito?
Ikemoto: È una domanda un po’ difficile, ma credo sceglierei Slam Dunk.
Parlando di futuro, ha qualche piccola anticipazione da farci su quello che vedremo nella serie?
Ikemoto: L’unica cosa che posso dire per il momento è che è entrato in scena questo personaggio di nome Kawaki, che si vede anche nel film, e che adesso la storia sarà incentrata su di lui. Più di questo non posso dire.
Pubblico: Il maestro Kishimoto ha dato delle direttive su come disegnare Naruto e Sasuke da adulti e in generale sul design dei personaggi?
Ikemoto: Nessuna direttiva particolare. Il maestro mi ha detto di fare quello che volevo con questa nuova serie.
Pubblico: Ha in progetto di lavorare a un manga originale in futuro, con storia e disegni solo suoi?
Ikemoto: Per il momento mi sto concentrando su Boruto, quindi ancora non ho idea di cosa farò in futuro. Ci penserò quando la serie si sarà conclusa.
Pubblico: Mi ha incuriosito il simbolo presente sulla mano di Boruto. Chi ha ideato questo simbolo? C’è qualche opera in particolare che l’ha ispirato?
Ikemoto: Si tratta di un segreto.
Pubblico: Durante la serie potremo vedere lo sharingan di Sarada sviluppato? E Sasuke sarà più presente come padre?
Ikemoto: Il rapporto tra Sarada e Sasuke si farà sempre più interessante, ma non posso dire altro.
Pubblico: L’inizio di Boruto è stato in qualche modo ricalcato su quello di Naruto?
Ikemoto: Forse c’è un po’ di somiglianza per chi ha seguito Naruto.
Pubblico: Himawari avrà un ruolo più importante nella storia?
Ikemoto: Personalmente, vorrei che il suo ruolo avesse maggiore spazio.
Pubblico: Boruto è stato presentato come spin-off di Naruto. Al momento è una serie che vive nell'ombra dell’originale. Questo progetto è destinato a crescere, magari a superare Naruto, oppure dobbiamo considerarlo fino alla fine come una serie che vive nella sua ombra?
Ikemoto: In realtà, più che uno spin-off, Boruto è considerato un seguito di Naruto e spero che non viva nella sua ombra.
Pubblico: C’è una caratteristica in particolare, oltre agli esiti dei sondaggi, che fa sì che un manga possa essere pubblicato su Shounen Jump?
Nakano: Sicuramente l’originalità dei personaggi.
Pubblico: Ultimamente ho notato una divergenza piuttosto rilevante tra l’anime e il manga di Boruto: nel manga sono narrate delle vicende che nell'anime sono state trasposte in modo diverso. Si tratta quindi di due storie alternative?
Nakano: Di solito gli anime sono trasposizioni di manga e seguono le vicende narrate nelle opere originali. Tuttavia, Boruto nasce innanzitutto come film e la serie anime ha preso una strada diversa da quella del manga. Si tratta di due progetti diversi, ma quello che è narrato nel manga prima o poi verrà trasposto nella serie anime.
Pubblico: Per la realizzazione del Guscio ha tratto ispirazione dall'Organizzazione Alba?
Ikemoto: Sì, ho preso spunto dall'Organizzazione Alba, ma con l’intenzione di farlo diventare qualcosa di diverso.
L'incontro si conclude qui. Vi ringrazio per essere stati insieme a noi oggi.