Cocoon: l'orrore della guerra attraverso gli occhi dell'adolescenza. Recensione
La prima opera di Machiko Kyo tradotta in Italia è un manifesto contro l'efferatezza della guerra
di Hachi194
"Moriremo lentamente dentro al nostro bozzolo immaginario, anche se in verità, nessuna di noi voleva morire"
Cocoon è un'opera di fantasia basata su fatti realmente accaduti e in realtà poco noti al di fuori dei confini nazionali e forse anche all'interno dello stesso Giappone.
Il manga scritto da Machiko Kyo (prima sua opera tradotta in italiano) narra la storia di San, adolescente che frequenta la migliore scuola femminile di Okinawa durante la Seconda Guerra Mondiale. Lei e le sue compagne vengono addestrate a soccorrere i feriti e infine mandate in prima linea, negli ospedali da campo. Dovranno così affrontare una realtà cruda e drammatica.
San e le sue amiche sono esistite. Sono passate alla storia come Himeyuri, il giglio degli Inca che a primavera punteggia di bianco il paesaggio dell'isola e che rappresenta perfettamente queste giovani ragazze, innocenti e fragili, che avrebbero potuto avere il migliore dei futuri e che invece per la maggior parte trovarono la morte sulle spiagge bianche di Okinawa.
L'isola infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata teatro di una delle più sanguinose battaglie della guerra del Pacifico. La sua conquista, insieme alle Filippine e a Iwo Jima, avrebbe dovuto mettere la parola fine al conflitto ma non fu così facile: l'esercito statunitense incontrò qui una resistenza senza precedenti e lo scontro durò numerose settimane. Oltre agli 80.000 soldati, furono arruolati anche 40.000 civili fra cui 222 studentesse e 18 insegnanti di due fra i più rinomati licei dell'isola.
Avevano tutte fra i 15 e i 19 anni e alla fine di marzo, dopo un sommario addestramento, furono inviate agli ospedali da campo dove scoprirono che la guerra non era fatta di slogan ma di sangue, decomposizione, vermi, fatica e morte. Alla metà di giugno, quando tutto era perduto, le ragazze furono lasciate allo sbando; fu detto loro di scappare ma di non arrendersi al nemico per nessuna ragione, pena essere torturate e violentate.
Molte, sfiancate dalla fame e dalla stanchezza, si suicidarono per non cadere nelle mani degli avversari, sacrificando la loro vita, la loro giovinezza e la loro purezza in nome dell'Imperatore. Alcune sopravvissero e la loro testimonianza è stata raccolta nel Museo della Pace Himeyuri che sorge a Itoman, nella parte meridionale di Okinawa.
"Prova a immaginare che noi siamo protette da un bozzolo fatto di cielo, come quando sta per nevicare"
Cocoon è appunto il bozzolo e il titolo dell'opera ricorre spesso all'interno della storia, così come l'evoluzione dei bachi da seta che crescono proprio all'interno di un bozzolo. Le protagoniste sono adolescenti, non ancora donne, ma in via di trasformazione: la loro crescita sarà forzata dagli eventi tragici della Storia e il bozzolo sarà di volta in volta protezione, rifugio, scudo, magia per affrontare il loro presente.
San, la protagonista, è ottimista e tenace, pochi sono i momenti di sconforto che la colgono e in quei pochi attimi arriva Mayu, la coprotagonista. Per aiutarla, Mayu la protegge inventando incantesimi: San è chiusa in una bolla e niente di male le potrà succedere. Gli uomini stessi saranno solo ombre bianche in modo da farle meno paura.
Come dichiara l'autrice stessa nella postfazione questa scelta è stata fatta perché "nei miei ricordi infantili, nel perseguire un ideale di candore assoluto, mi comportavo come se i maschi non esistessero". Ma poiché nell'ultimo capitolo, quando la guerra è finita, gli uomini ritrovano le loro fattezze, a me piace pensare che l'uomo, non più soldato ma solo uomo, ora abbia nuovamente il diritto ad avere un volto.
"Beata Hina, che non ci vede più. Non è costretta a vedere la realtà."
"Basta! Non voglio più vedere niente. Né cadaveri, né vermi, né sangue, né bende!"
Lo stile grafico della mangaka è molto particolare e può ingannare il lettore frettoloso, che sfoglia sommariamente il volume. Il tratto è semplice, quasi abbozzato, alcune tavole sembrano più schizzi, appunti su cui poi lavorare. Ma sta qui la sua forza. Parlare di un argomento tanto drammatico con disegni che richiamano quelli dei bambini. Sono acquerelli nei toni del grigio e solo a un primo sguardo sembrano privi di particolari. Invece ci sono e spesso svelano segreti inconfessabili, che occorre proteggere appunto in un bozzolo.
Niente ci viene risparmiato, così come non lo è stato per le protagoniste: i vermi che banchettano sulle carni putrefatte dei soldati, il sangue copioso che esce da amputazioni fatte senza anestesia, il dolore e le lacrime. Tutto risalta sullo sfondo ora scuro, ora chiaro dove spiccano pochi elementi paesaggistici: scogli, arbusti, anfratti in cui trovare riparo e i famosi gigli da cui presero il nome le sfortunate ragazze. Machiko Kyo riesce anche a disegnare gli odori, da quello confortante del sapone di casa di San a quello dolciastro dello zucchero con cui camuffare il veleno somministrato ai malati gravi, in seguito all'ordine dell'esercito di smantellare gli ospedali. Quello che era un ricordo felice delle ragazze si trasforma così nell'ennesimo orrore della guerra.
"San! I bachi non usano le bombe a mano. Rompono il bozzolo da soli! San. Chi muore è sconfitto. Dobbiamo rompere il bozzolo e uscire."
Non c'è solo orrore in questo volume: c'è anche speranza e tenace voglia di vivere. A questo si aggrappano tutte per combattere l'insensatezza della guerra. Nonostante le istruzioni impartite dai superiori (sia esercito che insegnanti) di non arrendersi mai al nemico ma piuttosto immolarsi per la patria, San e Mayu vogliono vivere e prendersi quel futuro che appartiene loro.
Il manga è quindi sia un atto di accusa nei confronti della guerra (e non di una specifica, visto che date e luogo sono vaghi per stessa volontà della mangaka) sia un inno al futuro e alla vita.
"Il bozzolo si è rotto e sono diventata una farfalla. Ma anche se ho le ali, non posso volare. Quindi... ho scelto di vivere."
L'edizione Dynit è buona, semplice ed essenziale. La scelta di un formato più grande paga, le tavole sono più godibili, soprattutto per quei particolari di cui parlavo prima, che in un formato più piccolo sarebbero forse stati di più difficile lettura.
Ottime le postfazioni dell'autrice stessa (che contiene spoiler) e di Paola Scrolavezza: quest'ultima spiega in modo esauriente il contesto storico in cui si svolge la trama e la figura della himeyuri. Vi consiglio di leggere prima la sua postfazione, per avere un quadro più nitido di quello a cui state per approcciarvi.
In sintesi, Cocoon è un libro che consiglio a tutti, ma in particolare agli adolescenti, quelli che hanno la stessa età delle protagoniste. Quelli che non hanno vissuto una guerra né, nella maggior parte dei casi, hanno sentito i racconti di nonni o zii che c'erano. Quelli che non hanno potuto vedere nei loro volti il riflesso della paura e dell'orrore di un conflitto. Perché è sempre bene non dimenticare. Perché è sempre bene ricordare che prima di vincitori e vinti, ci sono sempre e solo vittime.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Cocoon | € 16.90 | Dynit |