Lucca 2019: intervista a Tony Valente di Radiant

L'autore di Radiant racconta retroscena, presente e futuro della sua famosissima opera

di Arashi84

In occasione di Lucca Comics & Games 2019 abbiamo intervistato Tony Valente, giovane successo del fumetto europeo, che ci ha raccontato interessanti retroscena sulla realizzazione dell'anime di Radiant, nonché i suoi futuri progetti.
 
Radiant

Animeclick: Tony, raccontaci la tua reazione di quando hai saputo che Radiant sarebbe stato trasposto in anime.
 
Valente: Pensavo che non fosse reale, che ci fosse l'idea ma che non sarebbe stata realizzata, almeno fino a quando non abbiamo iniziato a lavorarci per davvero. In realtà, persino in quel momento ero ancora un
pochino scettico, solo quando venne presentato il primo trailer realizzai che stava davvero accadendo, vidi che era reale.


AC: Il tuo fumetto è un successo internazionale, l'anime è arrivato alla seconda serie: quali sono, adesso, i tuoi obiettivi futuri?
 
V: Continuerò a concentrarmi sul manga, spero di riuscire a portare avanti la storia fino alla fine. Spero che il pubblico continui a seguirlo con interesse anche dopo la fine dell'anime, perché non sarà un anime come One Piece che andrà avanti per sempre, e quindi la seconda stagione di Radiant potrebbe essere l’ultima. Se dovessimo avere una terza stagione non uscirebbe comunque ora, quindi continuo a concentrarmi sul manga facendo del mio meglio e continuando a divertirmi mentre lavoro, cercando di dare il miglior intrattenimento possibile ai miei lettori, francesi, italiani, americani e giapponesi e a tutti i nuovi lettori che si avvicineranno alla mia storia. Questo è davvero il mio attuale obiettivo, di accrescere quanto più possibile il numero di nuovi lettori.

AC: Se potessi cambiare qualcosa del tuo anime, cosa sarebbe?

V: Forse mi piacerebbe che avessimo discusso un po’ di più riguardo dei cambiamenti che hanno operato nella prima stagione; allo stesso tempo comprendo bene il perché lo abbiano fatto, poiché al tempo in cui è stata messa in onda la prima serie, il manga originale non forniva probabilmente materiale sufficiente per creare un’intera serie. E proprio per questo, anche se non abbiamo valutato insieme nel dettaglio queste
modifiche apportate, allo stesso tempo ritengo che non si sarebbe potuto fare meglio di così!
La seconda parte della prima stagione, secondo la mia opinione, è stata molto buona, ha avuto degli ottimi episodi. La seconda serie, invece, è una trasposizione molto fedele del manga, racconta esattamente ciò che intendevo narrare io, quindi credo di poter dire che non avrei potuto desiderare nulla di diverso da questo.


AC: Hai avuto modo di interagire con lo staff dell'anime? Sapere qualcosa in più su come come è stato creato?

V: Sì, non ho lavorato all'anime ma sono stato più un consulente. Lo staff mi ha fatto molte domande per capire il focus della mia storia, mi hanno anche mandato tre script molto dettagliati dell'intera prima stagione. Ho commentato ognuno di essi, fatto degli aggiustamenti, ho aggiunto poi degli spunti di modo che fosse ben chiara l’idea che io avevo in mente e come doveva essere rappresentata. Lo stesso discorso è stato per il design dei personaggi principali e dei loro background; anche in questo caso ho dato la mia consulenza, ho potuto leggerli e commentarli, per essere sicuro che l'anime non si allontanasse troppo dall'idea originale e che la rappresentasse per bene. Ciò è accaduto anche per i dialoghi, di modo che significassero e comunicassero esattamente ciò che intendevo io.

AC: Quindi ci sono state molte interazioni?

V: Sì (ride), ci sentivamo ogni settimana con uno scambio davvero assiduo di informazioni.
 
Radiant

AC: È una cosa inusuale, perché i mangaka di solito non vengono coinvolti così tanto nella lavorazione degli anime tratti dalle loro opere, esatto?

V: In giappone è l'editor che si occupa all’80% del lavoro che ho fatto io, perché è una figura che viene coinvolta direttamente già nella creazione del manga, talvolta. Mi è capitato di incontrare diversi mangaka, per esempio quando chiesi a Mashima (autore di Fairy Tail) se fosse stato coinvolto nella creazione dell'anime mi disse di no, che aveva solo letto lo script e approvato il design, ma in realtà di fatto è esattamente quello che ho fatto io.

AC: Si sente sempre più dire che la differenza tra il fumetto occidentale e i manga sia il ruolo dell'editor; quanto ritieni vera questa affermazione? Anche noi dovremmo adottare una figura simile? Se sì, perché?

V: In realtà conosco molti editor che lavorano in tal modo, la differenza con il Giappone è che lì un editor la maggior parte delle volte deve lavorare su due o tre serie mentre in Europa, ad esempio la mia editor,
lavora su una ventina di serie contemporaneamente, ma c’è da dire che un nuovo episodio non viene rilasciato a frequenza settimanale in quest’ultimo caso. Nel mio caso, comunque, ho chiesto alla mia editor
di non entrare nell’ambito della creazione della mia storia perché è qualcosa che non riesco a gestire (intendo, di ricevere input per la storia dall’editor). Ho chiesto di essere lasciato solo. Ma so che in generale i mangaka e i loro editor interagiscono parecchio e questi ultimi offrono all'autore molti spunti.


AC: Come sta reagendo il pubblico giapponese a Radiant, ora che ha anche un anime?

V: Quando sono stato in Giappone per promuovere il manga e l'anime sono stati davvero accoglienti e amichevoli, molte persone erano interessate a venire all’incontro per conoscermi, per il firma copie, o semplicemente anche solo fare qualche commento. L'anime è stato trasmesso in Giappone e anche in altri paesi e sembra avere avuto un'ottima accoglienza, specialmente tra il pubblico più giovane e le famiglie. Alcuni mangaka mi hanno detto che lo guardavano con i loro figli. Questo è stato per me molto bello.

AC: Un personaggio che probabilmente è entrato nel cuore dei tuoi fan, anche i nuovi per via dell'anime, è probabilmente Dragunov, hai avuto anche tu la stessa impressione? Lui rappresenta la "luce" in un'organizzazione che spesso ci viene presentata come fortemente negativa, la speranza per un'equa giustizia. Cosa ci puoi dire in più sulla sua creazione?

V: Beh, lui è stato un errore! Diciamo che è stato un fortunato incidente
di percorso, perché ho sviluppato il personaggio per sopperire ad un bisogno del momento della storia.
C'era un momento della storia in cui doveva apparire questo personaggio più o meno così, e l’ho creato lì, sul momento. Quando l’ho disegnato in quella pagina, sulle prime mi è parso avesse una faccia che non mi piaceva ma quello era Dragunov, e già così era in grado di suggerire ben più della sua semplice rappresentazione sulla carta; è come se il personaggio avesse preso vita da solo, ha assunto una propria personalità, un proprio modo di essere, e mi ha portato un sacco di idee da sviluppare. Ho pensato in quel momento che avrei potuto ri-utilizzarlo più avanti.


È stato apprezzato dai lettori, e quindi da personaggio random è diventato quel che è oggi. L'idea iniziale non era quella di presentare l'inquisizione come cattiva nella società, è partita da premesse buone e valori positivi, ma poi le circostanze la inducono ad essere cattiva. Ho letto molto sulla mafia nel mondo, all’inizio queste persone proteggevano davvero coloro che dovevano lavorare in vari ambiti contro i Signori, i cavalieri, e portavano sicurezza. E quella era la mia idea anche per l’inquisizione, di far vedere questa prospettiva, anche attraverso i suoi personaggi.
 
Radiant

AC: Quanti volumi hai in progetto per la storia? Hai già in mente la conclusione?

V: Sì, sin dall'inizio ho sempre avuto un'idea abbastanza chiara di come sarebbe finita, ho ancora delle opzioni di scelta su molti elementi ma mentre proseguo nel raccontare la storia ci aggiungo molte cose che
amo e che in un certo senso delineano anche ciò che della storia verrà. Anche se il finale è ancora lontano, ci sono tutti questi elementi che costruiscono il sentiero verso quell’obiettivo. Quindi metto degli indizi,
ogni tanto, che poi ri-utilizzerò più avanti quando arriverà il momento di tirare le fila del manga. Lo desidero davvero tanto, l’essere in grado di collocare questi suggerimenti. Perché sì, vorrei che la fine della
storia fosse sorprendente, ma al tempo stesso molto logica, che vi si arrivasse naturalmente.


AC: Cioè una sorta di percorso naturale e guidato verso la fine. Un lettore che abitualmente segue la storia, saprà trovare tutti gli indizi per strada.

V: Sì, è esattamente quello che sto cercando di fare.

AC: Hai già in mente altre altre possibili storie dopo Radiant? Ti piacerebbe sperimentare altri generi/universi/tipologie?

V: Amo gli shonen manga quindi penso che anche in futuro lavorerò su di essi, ma ci vuole ancora qualche anno perché finisca Radiant quindi non penso ancora a cosa farò dopo. Penso piuttosto a cosa potrebbe
accadere in contemporanea, alle varie sub storie all'interno dell’universo di Radiant, quindi potrei lavorare su delle side story, quello lo desidererei davvero molto. Non penso ancora al futuro, mi diverto nel fare quello che sto facendo adesso.


AC: Grazie mille, è stato tutto molto interessante.

V: Ciao!


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