Nami yo Kiitekure: Impressioni finali sull'anime

Una serie matura, serie ma mai banale, ma che non rischia di stancare ed eccedere, né da un lato che da un altro. Molto semplicemente è così che definirei Nami yo Kiitekure, altro anime targato VVVID conclusosi da poco e di cui anche l'opera originale cartacea è disponibile in Italia grazie a Planet Manga.

Cominciamo col dire che Samura, comunque sia, è sempre una certezza. Parliamo di un autore poliedrico, imprevedibile e di altissimo profilo, riuscendo a creare un mondo pragmatico e altamente "reale" ma di difficile collocazione narrativa; magari parliamo di una vera Sapporo, sicuramente i pensieri e le problematiche dei tanti personaggi sono più che comprensibili, soprattutto da chi è un po' più grande, ma allo stesso tempo veniamo trasportati dentro una realtà che non rinuncia al suo essere sopra le righe, rispettando canoni classici di un manga che sa intrattenere nonostante l'imprinting della narrazione possa risultare "serioso". Mi spiego meglio in due parole: è un manga che non annoia nonostante i temi possano essere visti come banali. Anzi.

Senza ombra di dubbio molto lo si deve a quell'assurdo ciclone che è Minare, la protagonista che necessiterebbe di esser messa al centro di un profondo studio sociologico (più che psicologico) per comprendere quante sue coetanee giapponesi siano come lei. La sua parlantina, la sua audacia ed i suoi continui errori non la renderanno, forse, il miglior personaggio dell'anno o il più apprezzabile, ma lei anche nelle sue esagerazioni rimane così vera che non posso che rimanere ammaliato, e anche invidiarla un po' per il suo spirito.

L'anime di per sé è curato benissimo, i difetti risiedono più nel fatto che possa non essere una storia per tutti... non c'è azione, non c'è romanticismo, c'è più che altro una squinternata che cerca il suo posto nel mondo, il tutto nel riquadro nel mondo delle radio che di certo non è il più popolare. A mio avviso è un'opera che potrebbe solo farvi bene, un anime più maturo dei classici canoni che vanno per a maggiore, che allo stesso tempo sa divertire, seppur in modo non convenzionale.