Focus on: Berserk – seconda parte – L' epoca d'oro
Prosegue il nostro approfondimento sull’opera principale di Kentaro Miura con il secondo articolo, dedicato all’Epoca d’Oro di Berserk
di Redazione
Giappone, anno 1992, un Kentaro Miura indaffaratissimo con la lavorazione dei nuovi capitoli di Berserk, viene informato, a che seguito della chiusura di Animal House, le pubblicazioni del manga sarebbero proseguite su una nuova rivista, che da lì in avanti avrebbe accolto i nuovi capitoli di Berserk: Young Animal. Le novità per Miura non finiscono qui: infatti, a differenza di quanto era accaduto fino a quel punto, il giovane autore avrebbe avuto un editor che si sarebbe dedicato esclusivamente a lui e che lo avrebbe aiutato a curare l’interezza della sua opera.
La condizione dell'editore Hakusensha era una sola: per non disorientare i lettori, la storia doveva ricominciare dall'inizio. Sarebbero bastate poche pagine di flashback, con le quali avrebbe egregiamente assolto il compito di snocciolare i presupposti narrativi ancora indefiniti della storia tenendo, al contempo, il suo editore a bada.
Miura, tuttavia, decide di compiere un gesto incredibile: si getta a capofitto in una vera e propria opera di rifacimento di Berserk, dedicando, da quel momento in poi, anni e anni di lavorazione a quello che sarebbe dovuto essere un flashback di poche pagine. Il risultato sarà una delle saghe più belle della storia del fumetto e una delle più trasposte, nell’ambito di Berserk, sotto forma di anime: l’Epoca d’Oro.
QUANTO SCRITTO QUI SOTTO E' SPOILER PER CHI NON HA LETTO IL MANGA DI BERSERK.
Come già abbiamo detto, Berserk è un grosso punto di rottura con la storia editoriale del fumetto giapponese, viste soprattutto le sue fortissime influenze europee e medioevali. Un fantasy con forti tinte dark e horror, che ci fa capire che siamo di fronte a qualcosa di unico sin dalle origini del suo protagonista: Guts.
Il Guerriero Nero, infatti, nasce dal corpo di una donna morta, impiccata ad un albero a seguito di una razzia, e che cadendo a terra ai piedi dello stesso albero emise il suo primo vagito.Quando una compagnia di mercenari passa di lì, decide inizialmente di evitarlo ritenendolo un presagio di sventura, se non fosse che Sys, la donna del capitano di ventura Gambino, che aveva da poco perso suo figlio, decide di prenderlo con sé.
Guts viene così allevato nella compagnia di mercenari di Gambino, il quale lo inizia, sin dalla tenera età, al combattimento e alla guerra, affinando la sua tecnica e facendolo allenare sempre con armi troppo grandi per lui. Ben presto, Sys morirà di peste, e Guts dovrà soffrire nuovamente la perdita della madre. Questo evento porterà Gambino, addolorato per la morte della sua donna, a sviluppare un crescente odio per Guts, al quale imputa la morte di Sys, arrivando poi a tentare di ucciderlo nel sonno. Guts però si accorge di essere attaccato e riesce a difendersi da Gambino, il quale, nel tentativo di infliggere il colpo di grazia, muore trafitto inavvertitamente al collo dallo stesso Guts. Gli altri mercenari, convinti che sia stato Guts ad assalire Gambino, lo inseguono per ucciderlo, ma dopo che il bambino cade in uno strapiombo colpito da una freccia, si ritirano credendolo morto.
Guts è invece vivo e vegeto, e viene nuovamente salvato da un gruppo di mercenari di passaggio, alla quale si unisce per sopravvivere. Nei quattro anni successivi continuerà a combattere e uccidere nemici nelle guerre che dividono il paese, affinando sempre di più le sue abilità.
La vita di Guts cambierà con l’incontro di Griffith, un individuo decisamente particolare dotato di incredibili capacità di combattimento e di leadership, al comando di un gruppo di qualche centinaio di uomini, la Squadra dei Falchi, all’interno della quale gode di assoluta fiducia e fedeltà. Il suo sogno è quello di riuscire a conquistare, un giorno, un regno, e chiunque lo incontro non riesce a non rimanerne affascinato, decidendo di seguirlo anche nella speranza che, un domani, anche i propri sogni possano realizzarsi.
Alcuni dei mercenari della Squadra dei Falchi decidono di attaccare Guts per derubarlo, ma lui riesce a batterli senza alcuna difficoltà. Griffith decide quindi di intervenire, e grazie alle sue abilità in combattimento riesce a ferire gravemente Guts e a farlo svenire.Due giorni dopo, al suo risveglio, Guts sfida nuovamente Griffith mettendo in palio la propria libertà, ma una volta sconfitto nuovamente cede alla volontà di Griffith ed entra a far parte della Squadra dei Falchi, facendo così conoscenza dei suoi membri più importanti, fra i quali spicca una donna di nome Casca.
La Squadra dei Falchi viene in seguito arruolato dal Regno di Midland nella Guerra dei cent’anni contro il vicino Regno di Tudor, e di vittoria in vittoria inizia ad acquisire sempre più potenza ed influenza, oltre che la fama di invincibilità. Griffith diviene anche nobile, e inizia a mettere i suoi occhi su Charlotte, la principessa di Midland, in quanto sposarla sarebbe il modo più veloce per diventare un re.La Squadra dei Falchi riesce, infine, a riconquistare la Fortezza di Doldrey, situata al confine tra i due regni, firmando così l’epilogo della Guerra dei cent’anni.Guts realizza così di non voler più rimanere imprigionato nella mediocrità dei suoi compagni e all’ombra di Griffith, e lascia la squadra alla ricerca della propria identità.
Griffith è sconvolto dall’abbandono di Guts, tanto da rovinarsi da solo: volendo accelerare i tempi, va a trovare la Principessa Charlotte fa l’amore con lei. Viene però scoperto e il Re, innamorato della sua stessa figlia, si infuria e lo fa imprigionare. Le torture subite per un anno intero gli costano i tendini e la lingua. Nel frattempo, i Falchi vengono radunati con l’inganno per essere sterminati, ma grazia alla guida di Casca, luogotenente di Griffith, una parte di loro riesce a salvarsi. Guts, molto lontano e all’oscuro di tutto questo, si mette in viaggio alla ricerca di avversari sempre più forti da sfidare.
Dopo circa un anno, Guts sente parlare di una banda di mercenari che sta dando la caccia a un gruppo di banditi, capendo che si tratta proprio della Squadra dei Falchi. Appena ricongiuntosi con i suoi amici, apprende dello scioglimento della squadra e della prigionia di Griffith, e decide di prestare il suo aiuto per salvarlo. Grazie al supporto del Guerriero Nero, la missione ha successo e Griffith viene liberato dalle prigioni di Midland. Griffith capisce però che i suoi sogni di gloria sono finiti per sempre, e tenta il suicidio in preda alla disperazione.
Tuttavia, si ricorda di essersi impadronito di un artefatto magico noto come Bejelith, con il quale riesce ad evocare accidentalmente la Mano di Dio grazie a un’eclissi, scoprendosi così possessore del Bejelith Rosso.
A Griffith viene proposto di risorgere insieme alla Mano di Dio divenendone il quinto membro, ottenendo così potere divino in cambio del sacrifico di ciò a cui tiene di più: la Squadra dei Falchi. Griffith accetta di sacrificare i suoi compagni, divenendo così un Dio della Morte e rinunciando totalmente alla sua umanità: Griffith è morto rinascendo come Femto.
Comincia così il massacro della Squadra dei Falchi, con mostri e creature demoniache evocati durante l’eclissi che iniziano a divorare i corpi dei membri della squadra dopo averli orribilmente dilaniati. Solo Casca, Guts e Rickert, che non era presente al sacrificio, riescono a sfuggire alla carneficina grazie al misterioso Cavaliere del Teschio. Nel massacro, tuttavia, Guts ha perso un braccio e un occhio, mentre Casca ha perso la ragione a causa della violenza sessuale subita da Femto.
L’embrione che cresceva in lei, frutto del suo amore con Guts, viene maledetto a causa del prematuro contatto con il male e diviene un essere deforme. Inizia così, dopo un lungo flashback, la narrazione della storia vera e propria di Guts, della sua vendetta nei confronti di Griffith e della Mano di Dio accompagnato dalla sua inseparabile spada Ammazzadraghi. In preda alla furia, Guts darà la caccia agli Apostoli, esseri che come Griffith hanno sacrificato ciò a cui più tenevano in cambio di un’esistenza sovrumana, e incontri personaggi come Puck, Farnese, Serpico e Isidoro. Il suo è un viaggio in cerca di una vendetta che pare impossibile per un semplice uomo armato solo di “un pezzo di ferro troppo grande e troppo pesante per essere chiamato spada”.
L’Epoca d’Oro, pertanto, non è stata solo un compendio di avvenimenti narrati tramite flashback, ma una vera e propria immersione nella vita precedente di Guts. Nella stesura di questa parte, cambiano anche i riferimenti pratici di Miura, causa la fine della sua collaborazione con Buronson. C’è la volontà, da parte dell’autore, di affrancarsi da quegli stilemi, specialmente da quello del guerriero errante di Kenshiro che tanto ha influenzato la creazione di Guts, e nei sei lunghi anni in cui scriverà la storia della Squadra dei Falchi le sue ispirazioni principali saranno Le rose di Versailles di Riyoko Ikeda e Il poema del vento e degli alberi di Keiko Takemiya. Soprattutto quest’ultimo diverrà una fonte inesauribile di ispirazioni per la scrittura del complesso legame sentimentale che si instaura tra Guts e Griffith. L’ispirazione a Le rose di Versailles è invece evidente nella sfarzosa rappresentazione della nobiltà, nei suoi anacronistici abiti settecenteschi e nel fascino androgino dello stesso Griffith.
Tuttavia, non si può comprendere appieno la grandezza dell’Epoca d’Oro senza tenere conto di un altro fattore estremamente importante: Miura è fermamente deciso a imprimere una svolta sentimentale alla sua opera, ed è conscio che per farlo non può continuare a vivere di ispirazione indiretta. Deve costruire rapporti umani credibili, al fine di rendere davvero partecipi i lettori delle vicende dei suoi personaggi, e decide pertanto di attingere per la prima (e purtroppo ultima) volta alla sua esperienza diretta e ai suoi ricordi personali. Sono questi i presupposti completi da cui prende vita la Squadra dei Falchi.
L’autore ha infatti raccontato in più di un’intervista (la più recente è presente nel Berserk Guidebook) di “aver trasformato i suoi compagni di liceo in mercenari”, un gruppo accomunato dal sogno di diventare mangaka.Tra essi figurava anche Kōji Mori, autore di Suicide Island, unico del gruppo assieme a Miura che riuscirà a realizzare il suo sogno. In sintesi, la parte incentrata sulla Squadra dei Falchi è una proiezione della sua adolescenza e un miscuglio esasperante delle sue incertezze ed emozioni.
È forse per questo che questa parte è riuscita a fare saldamente breccia nel cuore di tanti: la riproposizione di certe dinamiche relazionali così personali forniscono finalmente a Miura l’appiglio emotivo che fino a quel momento gli mancava per muovere la sua opera verso una dimensione corale che fino a quel momento mancava.
Berserk si evolve a inizia a parlare di competizione, di cameratismo, di spirito di avventura e conquista, arrivando persino ai turbamenti del primo amore, e nel giro di pochi cambia e diventa qualcos’altro: i toni forti e grotteschi del primo arco narrativo non spariscono del tutto, ma si amalgamo a un’estetica più leggera e luminosa in un’insolita alternanza tra dark fantasy ed epica cavalleresca, che mescola situazioni pensate per un pubblico di target seinen a tematiche e conflitti emotivi tipici delle pubblicazioni di target shojo.
Leggere i capitoli dell’età dell’oro è davvero come immergersi in un sogno lontano, nella rievocazione di un ricordo caro e prezioso durato sei anni, ma come spesso avviene il sogno finisce, e in questo caso il risveglio è paragonabile a un pugno nello stomaco. Essendo un flashback, sapevamo che le cose non sarebbero finite bene per la Squadra dei Falchi, ma probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato un cataclisma di tali dimensioni e tanto straziante come è stata l’Eclissi.
È un episodio destinato a lasciare un segno terribile e indelebile nella mente dei lettori, soprattutto perché il tradimento è perpetrato proprio da Griffith, al termine di un saliscendi emotivo forse affrettato ma innegabilmente potente: da una parte vediamo il Falco Bianco, ormai ridotto all’ombra di sé stesso dopo aver subito torture per un anno, ma ancora accecato dalla folle irrazionalità della sua ambizione, dall’altra invece Guts, accorso in aiuto del suo amico che credeva in pericolo e che si trova costretto ad assistere, inerme, al massacro di ogni persona a lui cara.
L’Eclissi arriva all’apogeo del successo di Berserk, ed è forse il primo vero "errore" di Miura: collocare un momento talmente importante al termine di un flashback, al culmine di un arco narrativo la cui serializzazione era andata avanti per anni, un epilogo fin troppo brusco per una storia che aveva attratto a sé milioni di lettori.
L’Eclissi, infatti, ben lungi dall’essere il finale dell’opera o anche solo un preludio ad essa, resta l’evento fondante della trama di Berserk, dalla quale ora Miura deve ripartire per cercare di far riappassionare i lettori. Quando infatti nel 1996 volge al termine l’Epoca d’Oro, Miura si risveglia in un Giappone cambiato dalla crisi, in procinto di riprendere un arco narrativo di diversi anni prima e con il suo pubblico sul piede di guerra a causa del trattamento riservato ai suoi beniamini.
L’autore, che negli anni si era perso nella lunghissima e meravigliosa divagazione del flashback, non ha mai davvero avuto occasione di dare al fumetto una struttura solida, pensata sin dall’inizio per resistere dignitosamente ai cambiamenti del tempo e sopravvivere ai ritmi disumani di una serializzazione virtualmente infinita.
I Capitoli della Condanna, che seguono subito dopo l’Eclissi, danno quindi il via ad una nuova saga (che potremmo tranquillamente definire una nuova serie) per arrivare ad oggi. Dopo una saga tanto maestosa, Miura perde man mano la sua verve, incapace per alcuni anni di dare una svolta narrativa interessante a Berserk e chiudendosi, di rimando, in un perfezionismo stilistico meramente fine a sé stesso.
Da questo momento in poi, infatti, la qualità delle tavole rasenta la perfezione con figure dettagliatissime e fondali esageratamente complessi. Tutto questo infatti tradisce una voglia di procrastinare fin troppo evidente, e le pause di riflessione, da quel momento, inizieranno a diventare sempre più frequenti.
Editorialmente, quindi, la storia di Berserk inizia a farsi sempre più complessa, così come complessa è la sua storia oltreoceano, in quanto il manga, nel corso degli anni, ha ricevuto un trattamento diverso in base all’adattamento offerto ai lettori: infatti, al termine dell’Eclissi, nell’edizione originale Guts perde il braccio sinistro e l’occhio destro, mentre nella prima edizione italiana la situazione speculare (occhio sinistro e braccio destro). Il problema è sicuramente imputabile al fatto che la cultura manga, nel nostro paese, non era ancora molto diffusa, e si cercò di adattare i volumi anche in termini di lettura specchiando le tavole per simmetria assiale, rendendo i volumi leggibili da sinistra verso destra, seconda la classica lettura occidentale. L’ovvio risultato fu che ogni oggetto o simbolo asimmetrico, come anche lo stesso marchio di Guts, venne reso all’opposto della sua versione originale.
Anche la tecnica di impugnatura della spada di alcuni personaggi subì questo trattamento, tanto è che Guts, Griffith e Serpico, nella Berserk Collection e nella Serie Nera, sono mancini anziché destrorsi. L’errore fu corretto nell’edizione Maximum Berserk, che oltre a proporre le tavole della stessa grandezza di quella nipponica ha anche aggiustato questo particolare errore di adattamento.
Parlando di adattamento, non si può non fare almeno menzione di uno dei dibattiti più accesi sul manga di Miura, ovvero quello riguardante i nomi dei protagonisti, Guts e Griffith, da sempre al centro di un ciclone, specie nel nostro paese dove l’adattamento del manga e della prima serie animata è stato spesso criticato per le scelte fatte in termini di resa, tecnica e traduzione: infatti, se nel primo caso vengono utilizzati “Gatsu” e “Grifis”, nel secondo troviamo invece “Guts” e “Griffith”. Va specificato. Questa discordia ha da sempre generato discordia all’interno del fandom di Berserk, con accese discussioni su quale sia l’adattamento più corretto.
Parlando nello specifico delle serie animate, va invece riconosciuto un fatto abbastanza evidente: nessun adattamento, televisivo o cinematografico che sia stato, è riuscito a rendere Berserk per quello che è, ovvero un fumetto dalla portata mondiale e dalla bellezza, visiva e narrativa, eccelsa.
Una serie televisiva di 25 episodi venne immediatamente messa in produzione da parte della Nippon Television nel 1997, dopo il termine dell’Epoca d’Oro. La regia venne affidata a Naohito Takahashi e il character design a Yoshihiko Umakoshi, mentre le musiche vennero curate da Susumu Hirasawa (Millennium Actress, Paprika) con la collaborazione diretta dello stesso Kentaro Miura.
La serie ripercorre gli archi narrativi del Guerriero Nero e dell’Età dell’Oro fino all’Eclissi, ma si differenzia dal manga in numerosi particolari, tra cui la rimozione dell’infanzia di Guts e di alcune delle sequenze più violente e brutali, o addirittura di personaggi come l’elfo Puck o il Cavaliere del Teschio. Inoltre le tematiche di amicizia e ambizione sono più sviluppate rispetto agli aspetti più soprannaturali e le tematiche di fato e destino. Il tutto risulta in una versione meno dark e horror del manga di Miura, con un’impronta molto più fantasy e diretta a un pubblico più giovane. In Italia, l’anime è stato curato da Yamato Video che ne affidò il doppiaggio alla Merak Film, e la serie venne addirittura trasmessa su Italia 1 (ovviamente a tarda notte).
Parliamo anche della trilogia cinematografica, cioè i film che uscirono tra il 2012 e il 2013 e che coprono l’intero arco narrativo dell’Epoca d’Oro: i film fanno parte di progetto più ampio, che nacque col proposito di adattare l’intero manga. Una buona notizia per i fan, che non vedevano una trasposizione animata dal 1997. Il lavoro venne affidato a Studio 4°C (Steamboy, Mind Game, Children of the Sea) e a seguito dei film usciranno le serie animate nel 2016 e nel 2017.
Il primo film è prettamente introduttivo, e serve a presentarci i personaggi e mostrare sommariamente l’evoluzione del loro rapporto fino ai primi successi della Squadra dei Falchi. Col secondo e il terzo (che già del titolo lasciano capire cosa accadrà a uno spettatore non asciutto di Berserk) si entra nel vivo dell’azione. Purtroppo, a causa del breve minutaggio concesso alla trilogia, essa è vittima di molteplici tagli, su molti dei quali è davvero impossibile chiudere un occhio.
Non si parla solo di tagli relativi all’approfondimento dei rapporti tra i personaggi (che sono già così piuttosto gravi), ma vengono totalmente eliminati alcuni dei monologhi più importanti dell’opera e scene intere, tra cui spicca la quasi totale rimozione del passato di Guts, relegata a qualche immagine confusa mostrata nel primo film, a cui nel manga viene dedicato un intero volume, rendendo gli eventi incomprensibili a chi si approccia a Berserk per la prima volta. Ad eccellere nei film sono invece le musiche: l’OST di Shirō Sagisu e Susumu Hirasawa (di nuovo al lavoro su Berserk) sono ottime e si adattano perfettamente all’opera, così come “Aria”, la sigla di apertura composta da Hirasawa. Al netto, quindi, che sia comunque meglio leggersi il manga, parliamo in ogni caso di film godibilissimi che Yamato Video ha portato in Italia anche in Home Video.
Per concludere, parliamo dell’ultima serie animata: annunciata nel 2015 su Young Animal, è stata realizzata in collaborazione tra gli studi Liden Films, GEMBA e Millepensee, con la regia di Shin Itagaki e la supervisione dello stesso Kentaro Miura. La serie condivide con l’originale del ’97 e la trilogia cinematografica solo le musiche e il cast di doppiatori giapponesi, e come è ben noto, è stata realizzata interamente in digitale, venendo totalmente stroncata dai fan, che hanno riempito i social (neanche così insensatamente) di improperi contro quest’anime su cui si può dire, con pochi dubbi, che sia piaciuto a pochissime persone.
La storia riprende da dove si era fermata la prima serie TV e i tre film, con l’intenzione di animare, per la prima volta, le vicende che seguono l’Eclissi.
Una prima serie di 12 episodi che adatta gli archi narrativi del Guerriero Nero e i Capitoli della Condanna è andata in onda su Wowow dal 1° Luglio 2016, mentre una seconda, anch’essa di 12 episodi e adattamento della prima parte dei Capitoli del Falco del Regno Millenario è andata in onda dal 7 Aprile 2017.Entrambe le serie sono andate in onda anche in simulast (e sono tutt’ora reperibili) su Crunchyroll sottotitolato anche in italiano.
Che queste serie possano essere per alcuni l’incipit per iniziare a leggersi il manga? Seguite il nostro consiglio: leggetevi il manga. Per quanto sia un’opera tutt’oggi incompleta, visto anche il lutto che ha colpito il mondo dell’arte, Berserk è assolutamente imprescindibile se vi dichiarate fan del fumetto e dell’animazione.
Così come nel panorama editoriale c’è stato un prima e un dopo Berserk, anche nella storia personale di ogni lettore c’è e ci sarà un prima e dopo Berserk. Un’opera così profonda, così artisticamente curata e così catalizzante di tante ispirazioni, probabilmente, non la vedremo mai più.Non fatevi scoraggiare dall’assenza di un finale e tuffatevi a capofitto nelle avventure di Guts, perché a costo di ripeterlo cento volte, ciò che conta non è il finale, ma il viaggio che c’è stato prima per arrivarci.
Siamo quindi giunti alla fine anche del nostro secondo salto temporalesca il nostro viaggio non è ancora finito: perché se è vero che il compianto Kentaro Miura ha raccolto e fatto sue tante ispirazioni dalla storia, dalla storia dell’arte e dalla storia editoriale del fumetto giapponese, c’è anche chi è stato influenzato dal suo stilema, dal suo tratta, dal suo modo di disegnare, scrivere e raccontare. E anche questa è una storia che merita di essere raccontata.
Tenetevi pronti per l’ultimo dei nostri articoli, perché la prossima settimana salteremo tra passato, presente e futuro per vedere insieme quella che è stata, è e sarà l’Eredità di Berserk.
Ma questa, è solo un’altra storia.
To be continued…
Si ringrazia Cristiano Paglionico per aver riportato la seconda puntata di Tokyo Eyes andata in onda su Radioanimati "Berserk – seconda parte – il successo" in forma scritta.