Pollon: quarant'anni per la piccola dea combinaguai
Quarant'anni per l'Olimpo tutto da ridere di Hideo Azuma
di Kotaro
L'autore Hideo Azuma aveva debuttato per la casa editrice Akita Shoten nel 1969 e si era fatto notare negli anni con le sue assurde storie ricche di gag, di parodie, di ragazze carine (è stato tra i primi fautori del fenomeno lolicon coi suoi personaggi femminili), di elementi fantascientifici, pubblicate un po' dovunque, tra riviste shounen, seinen, shoujo e persino doujinshi. Olympos no Pollon è il suo primo manga a ottenere una trasposizione animata, cosa che ha permesso all'autore di farsi notare maggiormente.
E' facile intuire il perché sia stato scelto proprio questo manga come primo anime tratto dalle opere di Azuma: andava in onda il sabato sera su Fuji TV, lo stesso canale che già da qualche anno trasmetteva con grande successo altre due serie di genere simile, commedie, con un sacco di parodie, personaggi divertenti, gag e due personaggi femminili casinisti come protagonisti: Uruseiyatsura (Lamù) e Dottor Slump e Arale.
C'era una volta Pollon incarna alla perfezione quello spirito demenziale da grande festino dell'assurdo che avevano le opere comiche di quegli anni come le due succitate, Kinnikuman, Tokimeki Tonight (Ransie la strega) o Stop! Hibari-kun, quindi è facile intuire che lo abbiano realizzato, diversi anni dopo la conclusione del manga, per cavalcare l'onda delle commedie animate anni ottanta. Il debutto animato della piccola dea è stato spalleggiato anche dallo stesso autore Hideo Azuma che, dopo averlo concluso qualche anno prima, rimette mano alla sua creatura con nuovi capitoli, disegnati con uno stile più vicino a quello del cartone animato, e con lo stesso titolo, Ochamegami Monogatari, Koro Koro Poron. Questi nuovi episodi, dal taglio diverso dai precedenti, sono pubblicati su 100 Ten Comic, rivista shounen (cambia dunque il target da femminile a maschile) della casa editrice Futabasha che avrà tuttavia vita breve e scarso successo. I nuovi episodi di Pollon sono comunque ben pubblicizzati e fascette promozionali dell'anime compaiono sui volumi di tutti i manga di Azuma, con tanto di "Se ti è piaciuto Pollon allora puoi leggere anche queste altre opere dello stesso autore"... che, però, il più delle volte, non erano neanche granché adatte ai bambini!
La base per una storia comica, nel caso di C'era una volta Pollon, paraddossalmente, c'era già in origine, dato che è costituita dallo stravolgimento dell'epos della mitologia greca, la quale, da un lato ci affascinava con storie di indomiti eroi e di mostri spaventosi, ma dall'altro ci mostrava un pantheon di divinità volubili, passionali, del tutto inclini a vizi e sentimenti tipici degli uomini e spesso ben poco "divine".
C'era una volta Pollon non ha fatto altro che amplificare tutto questo, condendolo con un umorismo demenziale tipicamente nipponico e con uno stile di disegno caricaturale e divertente.
Ecco quindi che abbiamo un classicissimo Dioniso brutto e beone; un Efesto scienziato pazzo; un Eros ripugnante alla vista, pasticcione e un pò porcello; un Apollo sfaticato e lazzarone; un gigantesco Poseidone ritratto come le celebri statue classiche che lo raffigurano, con l'unico problema che, nonostante sia il dio del mare, sia incapace di nuotare; una Afrodite fissata con la bellezza; una Atena belligerante; una Era vestita come una pornostar e sempre pronta a rivolgere granate e lanciamissili contro il suo fedifrago marito Zeus, che, per tutta risposta, perde tutta l'austerità che le leggende gli dipingono addosso per trasformarsi in un ciccione barbuto un po' burbero e un po' vecchio marpione che corre dietro a tutte le pollastrelle che vede, e così via.
A far da testimone delle vicende di questo pantheon stralunato, lei, Pollon, la figlia di Apollo (personaggio non presente nella mitologia e frutto di una geniale intuizione dell'autore), una bimba tanto volenterosa e gentile quanto ficcanaso e combinaguai, che, desiderosa di compiere buone azioni che possano renderla una dea in piena regola, non farà altro che combinar pasticci insieme all'inseparabile compagno di disavventure Eros.
Azuma è totalmente estraneo alla cultura classica, quindi riesce a guardare ai miti greci con occhio esterno e a farsene beffa, restando comunque molto fedele alla caratterizzazione che i personaggi hanno nel mito mentre li caratterizza in maniera bonaria, divertente e ricchissima di parodie e gag. La mitologia greca rivista con occhio giapponese diventa un delirio totale, dove l'antica epica di eroi, creature mostruose, divinità e imprese mitiche si mescola con parodie, gag anacronistiche su sigarette, fumetti, divise scolastiche alla marinaretta, kimono, pachinko, tanuki, canzoni enka, scritte in giapponese in ogni dove nonostante siamo in Grecia, cibi e usanze giapponesi, riferimenti al Kojiki (il più antico testo di storia/mitologia del Giappone) e chi più ne ha più ne metta, in un vortice di gag assurde, dissacranti e spassose. C'era una volta Pollon è un'opera stranissima, che mescola elementi un po' più osé e per adulti con altri tipicamente per un pubblico infantile e classici delle opere comiche di quegli anni, come gli stacchetti musicali e la presenza di molti, buffi, animali che accompagnano Pollon nelle sue disavventure o l'umanizzazione di astri (il mitico sole con la sigaretta sul carro di Apollo, trainato dal cavallo Dosankos, versione "alla greca" del dosanko o "pony di Hokkaido") e creature varie, elementi in comune col coevo Dottor Slump e Arale. L'autore stesso, esattamente come in Dottor Slump e Arale, si ritaglia uno spazio nella storia sotto forma del buffo insetto Azumamushi (letteralmente "insetto Azuma"), e inserisce nelle vicende anche un personaggio estraneo al contesto della mitologia ma presente anche in altre sue opere, lo scienziato pazzo Nahaha (Cha Cha Cha nella versione italiana).
I miti vengono rielaborati, mischiati tra loro, riscritti in modo da renderli meno drammatici e più comici o per dar loro un lieto fine, ma dentro c'è davvero di tutto, da Medusa a Dedalo e Icaro, dalla Sfinge a Narciso, da Cassandra al tallone d'Achille. L'anime, addirittura, amplia le storie del manga, inventandone di nuove, dando loro una caratterizzazione più marcata e dando a quello che in origine era solo un buffo gag manga una vera e propria storia nella seconda metà, con l'introduzione della Dea delle Dee, del Miracolo Bon Bon (Koro Koro, a giustificare il titolo dell'anime, nella versione originale) e delle monete che Pollon deve mettere nel salvadanaio-trono per diventare una vera dea, e persino un vero finale. Un tentativo, questo, di rendere la serie più appetibile per un pubblico infantile, difficilmente interessato alle storie di divinità brutte e sceme che non fanno altro che fare bisboccia, ma più attratto dalle divertenti storie della dea bambina.
Al cast giapponese, ovviamente, non manca praticamente nessuno dei nomi più noti del doppiaggio anime anni ottanta: Pollon è Masako Miura (Kaoru/Elisa in Aishite knight/Kiss me Licia), mentre Eros è Keiko Yamamoto (Nachiguron in Kinnikuman). In generale, ai personaggi di questa serie piace tanto cantare, sia pure con risultati non sempre eccellenti, perciò un po' tutti i doppiatori si prestano spesso. Tra i tanti altri mostri sacri che hanno partecipato alla serie ci sono anche, in ordine sparso, Hiromi Tsuru (la Dea delle dee), Akio Nojima (Apollo), Shigeru Chiba (Apollo in qualche episodio dove Nojima era indisposto), Banjo Ginga (Poseidone), Masashi Amenomori (Zeus), Eiko Yamada (Era), Kenichi Ogata (Efesto) e chi più ne ha più ne metta.
Alla conclusione dell'anime, Fuji TV lo ha rimpiazzato con l'adattamento animato di Nanako SOS (Nanà Supergirl), manga seinen dello stesso Azuma, prodotto sempre dalla Kokusai Eigasha, ed è facile capire il motivo per cui, in Giappone, Nanako SOS sia ben più popolare di C'era una volta Pollon. Da un lato, una commedia dell'assurdo ambientata nel mondo dei miti greci, totalmente estraneo ai giapponesi dell'epoca; dall'altro, una commedia dell'assurdo con protagonista una ragazzina giapponese con superpoteri, in divisa scolastica, con elementi fantascientifici, citazioni (stavolta giustificate) alla cultura pop del Giappone anni ottanta e sigle caratterizzate dal tipico sound dell'epoca che sono subito diventate delle hit. I fan sfegatati dei manga di Azuma, in realtà, non sembrano aver apprezzato particolarmente né l'anime di Pollon (troppo avulso dalla loro cultura e troppo bambinesco rispetto al manga), né quello di Nanako SOS (totalmente riscritto e reso molto più bambinesco rispetto al fumetto). Tuttavia, l'autore continua ad essere considerato un mito per la generazione degli attuali cinquantenni che sono cresciuti coi suoi manga e con le sue ragazze carine e hanno dimostrato il grande amore che provano per il maestro, scomparso nell'ottobre 2019, anche con una bella cerimonia funebre svoltasi al tempio Honganji di Tokyo nel novembre 2019.
La serie, col titolo C'era una volta Pollon, giunge in Italia nel 1984, trasmessa da Italia 1, ed è subito un grande successo, grazie anche all'iconica sigla scritta da Alessandra Valeri Manera e Piero Cassano dei Matia Bazar e interpretata da una Cristina D'Avena che proprio in questo periodo cominciava a diventare la voce principale della tv dei ragazzi. Non sono mai state effettuate censure di sorta, particolari cambi di nomi né modifiche sui termini giapponesi o ammorbidimenti nei dialoghi nelle scene un po' più piccantelle, nemmeno nelle innumerevoli repliche che si sono succedute nel corso degli anni. C'era una volta Pollon è, infatti, uno dei cavalli di battaglia di Mediaset, che viene replicato praticamente almeno una volta all'anno sin dal suo debutto italiano, su Italia 1 o altri canali Mediaset. Sono usciti anche i dvd per Yamato Video, mentre il manga è stato pubblicato nel 2001 da Lexy e da Magic Press (nell'edizione in due volumi nel 2008 e in volume unico nel 2016).
Da noi, Pollon ha la voce di Liliana Sorrentino (Ritsuko in Evangelion), mentre Eros è il mitico Fabrizio Mazzotta (Krusty il clown ne I Simpson), rimasto legatissimo al personaggio e alla serie tanto da averne curato l'edizione italiana del manga per la Lexy. La direzione del doppiaggio è di Renzo Stacchi (Haran Banjo in Daitarn 3), che doppia anche Ade, Azumamushi e tanti altri personaggi della serie, mentre fra i tanti altri nomi coinvolti ci sono Giorgio Bandiera (Zeus), Luca Biagini (Dioniso) o Romano Malaspina (Poseidone).
In Italia, paese da sempre imbevuto di cultura classica, è successo il contrario di quanto avvenuto in Giappone, e Pollon è diventata un'icona iper replicata e amata da tutti, grazie alla divertentissima versione italiana che ci ha messo anche del suo creando tormentoni indimenticabili (la famosa canzoncina del "sembra talco ma non è, serve a darti l'allegria" in originale è molto diversa), mentre Nanako SOS è caduto un po' nel dimenticatoio in quanto a noi manca tutto il contesto super giapponese di cui è imbevuto per poterlo apprezzare al meglio, e censurarlo e cambiare i nomi dei personaggi con altri italiani non gli è stato molto d'aiuto. Neppure il manga di Pollon, nonostante le numerose ripubblicazioni, ha mai riscontrato troppa fortuna in Italia, poiché molto diverso dalla versione animata, e questo non è stato apprezzato dai lettori, in grossa parte ex bambini degli anni ottanta cresciuti con le avventure televisive della piccola dea.
NOTA DELL'AUTORE:
Si ringraziano Twinkle e Shigeo Nagami, un caro amico giapponese che è un super fan di Hideo Azuma, per avermi donato informazioni preziosissime per la stesura di questo articolo.