Starduster: intervista e approfondimento sul fumetto di Elisa Pocetta
Scopriamo questo fumetto di Astra
di Alex Ziro
Éclair è una dodicenne, da sempre tormentata da strane creature che può vedere solo lei. I genitori e i compagni di scuola la considerano una bambina strana, ed Éclair cresce sempre sola, ma sostenuta dall'amore e dalla comprensione del nonno, che però viene a mancare quando la ragazza frequenta la quinta elementare. La vita quotidiana di Éclair viene sconvolta dall'incontro con l’alieno Celeno, principe del Circo di Astra in fuga dalla malvagia zia Asterope, che, dopo aver preso il trono con la forza, ora vuole mettere le mani sullo Starduster, un misterioso e potente artefatto tramandato da generazioni nella famiglia reale. Per proteggere lo Starduster e la propria incolumità, Celeno è costretto a rifugiarsi sulla Terra, travestendosi da essere umano. L’incontro con Éclair e l'arrivo degli scagnozzi di Asterope scateneranno il potere di Starduster e faranno vivere a Éclair una straordinaria avventura oltre i confini dello spazio.
Il vasto mondo del fumetto italiano ha incontrato diversi cambiamenti nel corso degli anni, la collana Astra di Star Comics è nuova e moderna, figlia di un rebranding voluto per dare una spinta maggiore a titoli che potrebbero rischiare di perdersi di fronte alla vastissima selezione di manga. Innanzitutto, c’è da dire che Elisa Pocetta è un’autrice pubblicata nel 2015 con Hi/Lo per Schockdom, nel 2018 collabora con Mirka Andolfo per un capitolo di Sacro e Profano; dal 2019 lavora come colorista per TataiLab e per Jungle Editions.
Starduster è un’opera inequivocabilmente occidentale con ovvi rimandi al mondo dei manga, soprattutto ai majokko, per quanto l’opera presenti certi temi in una maniera più leggera e non preponderante. Questo proprio perché Starduster ha come obiettivo principale non tanto quello di mostrare colori forti e mondi nuovi ma soprattutto tende la mano al lettore per accompagnarlo in un cammino che farà intrecciare la narrazione della storia con la propria vita. Ci troviamo di fronte a un fumetto pensato per una vastissima selezione di lettori, dal bambino all’adulto, che dentro di esso può trovare disegni accattivanti, colpi di scena, azione ma anche una forte morale e possibilità di riflessione.
Starduster si pone come obiettivo il farci rendere conto, a noi lettori, che non siamo soli nello sconforto, nei momenti difficili ma anche nelle nostre “stranezze”, o come potrebbero definirle altre persone che hanno timore di qualsiasi atteggiamento fuori dalla norma. Il tema del lutto è preponderante nella storia ma mai in maniera opprimente e sempre con la volontà di indurre al sorriso e alla comprensione, perfetto per i bambini che potrebbero essere introdotti o accompagnati in questo percorso ma anche per i più grandicelli che cercano un dolce abbraccio quando il giorno si fa un po’ più buio.
Éclair e Celano sono i due protagonisti della nostra storia, provenienti da mondi molto diversi e da vite che non hanno nulla in comune ma vengono scelti dal destino per via del proprio dolore (o chissà, magari anche per via di altro che scopriremo in altri possibili capitoli della serie) e per via di quel senso di forte solitudine che li attanaglia. Ciò che scaturirà dal loro incontro è un susseguirsi di rocambolesche vicende nel quale nulla è dato per scontato intrattenendo con dolce vivacità il lettore. Ci troviamo di fronte a un tentativo di creare un universo narrativo che potrebbe presto espandersi con altri volumi, si nota che siamo di fronte a un’introduzione di un qualcosa di più grande, ed è grande la curiosità per scoprire non solo cos’altro si può nascondere ma anche quali altri temi possono essere sviluppati come collante della storia ma soprattutto per mantenere quel rapporto con il lettore che sarebbe davvero un grande peccato andare a perdere con un appiattimento dei toni.
Come detto è anche presente l'elemento majokko, che vivacizza di tanto la storia e che anche a livello grafico non solo rende più accattivante il fumetto di per sé ma amplia di non poco la forbice di chi potrebbe leggere e apprezzare questo fumetto. In futuro spero che possa avere ancora più spazio e più forza nella narrazione di questa opera, ma già presentato in queste dosi è una grande soddisfazione che ha dato senza alcuna ombra di dubbio qualcosa in più al fumetto.
Ci si sofferma più sulla scrittura perché sullo stile artistico non possono risiedere particolari dubbi. Il volume risulta coerente stilisticamente, un buonissimo intreccio di studi e stili, moderno sotto tanti punti di vista, con l’autrice e l’editore grandi amanti dell’universo manga, riuscendo facilmente a farsi apprezzare da chi va alla ricerca di determinati stili e tecniche. Starduster è sicuramente una lettura consigliata, leggera, da poter regalare a chi volete e anche un buon modo per supportare una parte più di nicchia del fumetto italiano.
Di seguito l’intervista che l’autrice ci ha rilasciato durante il Lucca Comics & Games.
Ciao amici di AnimeClick, con grandissima felicità siamo qui con Elisa Poci Pocetta. Elisa, questa è stata un’esperienza nuova per te, come sta andando Lucca?
Sta andando benissimo, non mi aspettavo questa bellissima risposta anche da parte di tante bambine, attratte molto dal colore, dai disegni e da persone che lo prendevano. Io avendo un trascorso da webcomic ero abituata a chi veniva a prendere il cartaceo perché già conosceva il prodotto perché lo aveva letto online o visto sui social. Questa volta ho avuto un bel riscontro da persone che passavano, guardavano, il disegno e chiedevano di cosa parlasse la storia… per poi dire “anzi no, non me lo dire, lo voglio scoprire!”.
Sei un’artista che ha avuto un percorso ben delineato; come tanti hai iniziato online e possiamo ricordare il successo di Hi/Lo, Tatai Lab, le collaborazioni con Mirka Andolfo e adesso sei approdata in una big come Star Comics. Rivedendoti indietro come vivi tutto questo?
È una cosa abbastanza impattante, è un sogno che si realizza. Io non avrei mai pensato, soprattutto agli inizi, che avrei mai pubblicato un fumetto per Star Comics, la casa editrice che mi ha svezzato, e soprattutto con questa opera, che è abbastanza particolare perché ha degli elementi che al mercato francese non piacevano tantissimo. Io, in realtà, lo avevo anche accantonato, pensando che un giorno magari lo avrei autoprodotto e invece si sono concatenate una serie di cose, sempre tramite i lavori che tu hai accennato e ho provato a mandare il pitch a Davide Caci (responsabile della collana Astra di Star Comics, ndz) che lo ha apprezzato subito e l’editor Cristian Posocco ha apprezzato l’elemento majokko che è quello che non piaceva altrove e mi ha proprio detto “insisti proprio su quello, vai sul manga”; io avevo cercato un po’ di ripulirlo dalla mia narrazione ma quando è successo questo con Star Comics mi sono ritrovata a saltare per strada.
Com’è nato Starduster?
Era un compito del secondo anno della scuola di Comics ed era un compito sulla fantascienza. Io non sapevo nulla di fantascienza all’epoca e quindi ho cercato in quel compito di mettere elementi che amavo tanto in quel periodo assecondando il tema della fantascienza, ho preso il tema spaziale ma in quel periodo mi piaceva tantissimo Shugo Chara, infatti il fatto che Éclair e gli altri si rimpiccioliscano è una cosa che mi amavo di Shugo Chara; la storia di per sé non c’entra niente ma ho iniziato “visivamente” e la storia si è sviluppata da sola… era molto più acerba e non c’erano alcuni temi come quelli del nonno (senza fare spoiler), e intorno al 2010 ha avuto varie versioni che ho proposto in Francia, ho fatto dei colloqui ad Angoulême quando ci sono stata però non funzionava… l’ultima versione era del 2019 ma l’avevo ormai accantonato completamente, perché l’ultimo editor al quale lo feci vedere, sempre francese, mi disse che sarebbe stato un bellissimo cartone animato ma che non lo vedeva come fumetto. Dopo che Star ha pubblicato Mask’d l’ho inviato a Davide Caci e mi sono chiesta se potesse piacere… e poi è andata come dicevo prima.
In un periodo dove tanti bravi artisti, giovani, cercano il successo in Francia sono felice di vedere che l’Italia abbia puntato su di te. Parliamo del leitmotiv della storia, sempre senza fare spoiler; parliamo di due storie parallele, una ambientata in un pianeta lontano, un’altra da noi, protagonisti giovanissimi che vivono cose molto diverse che si concatenano e che sono uniti da questa frase: “solo perché non riesci a vedere una cosa non significa che non esista sotto questo cielo”. È una bellissima frase che riunisce a tutti noi che viviamo per la fantasia, ci puoi parlare di questa frase, di quanto è importante per te e di ciò che c’è attorno?
È correlata a uno dei concetti che secondo me è legato al doppio filo con Starduster, qualcosa che non ti arriva subito quando inizi a leggerlo ma ti rendi conto che forse una delle cose che vuole dire questo fumetto è proprio quella, ovvero il tema del lutto. È una cosa che, come hai detto, vivono in entrambi i lati nonostante parliamo di due pianeti davvero molto distanti tra di loro; quando una persona si sente sola in un dolore, una sofferenza, sia mentale, sia fisico, c’è sempre qualcun altro che ti può capire anche se sta da un’altra parte… come capita ad Éclair. Per me è un qualcosa che dà molta speranza e penso che, per quanto Starduster sia pensato per ogni età, possa ad esempio aiutare molti bambini e fargli provare una forte speranza.
Éclair viene ostracizzata perché vedi questi “esseri”, viene vista da qualcuno come un alieno… tu ti sei sentita mai in questo modo?
Anche a me capita. Tutti abbiamo avuto, almeno una volta nella vita, una situazione nella quale ci siamo sentiti estraniati, anche se ti piace stare tra la gente, che tu sia estroverso o meno, ti capita lo stesso di sentirti solo. Nel suo caso ho rimesso molte sensazioni che ho provato nell’adolescenza, non è che vedessi “cose” ma anche nelle amicizie, nei rapporti, c’erano momenti in cui mi sentivo così, come se non mi riuscissi a collegarmi con gli altri. Come si dice sempre ogni personaggio ha sempre un po’ di te.
Se ti chiedessi qual sarebbe il personaggio sul quale ti rivedi di più?
Direi Éclair però... Regulus anche che con la sua ansia.. sicuramente, ma anche Sirio che è una persona molto seria, ligia al dovere… anche quello, in alcuni casi mi ci rivedo, anche per questo forte senso di giustizia.
È un fumetto che ricerca molto la giustizia.
Sì, io sono così, sono sempre molto speranzosa in questo, spero che ci possa sempre essere un mondo migliore!
Bene, allora abbiamo davvero bisogno di te! Ma anche perché, grazie a opere simili, puoi formare dei lettori che possono prendere questi messaggi che devono diventare universali. Voglio farti i complimenti per la struttura della storia: l’inizio con il parallelo e la successiva unione, un forte angst che si affievolisce e colpi di scena e poi conclusione. Una struttura narrativa che può coinvolgere chiunque, puoi parlarmi anche tu di come questa storia sia pensata per chiunque?
È uno degli obiettivi che mi ero prefissata, perché la mia opera precedente (Hi/Lo) era una commedia romantica ecchi, pensata per un target adolescenziale/adulto, però a me non piace mai fare sempre le stesse cose. Per quanto mi piaccia disegnare le donnine però ho usato Starduster anche per uscire dalla mia comfort zone, fare una storia con dei bambini come protagonisti che possa essere letta a vari livelli. Nella mia testa la struttura narrativa doveva essere come quella di un film Disney però pensavo al primo Kingdom Hearts, nel quale noi vedevamo il tutto dagli occhi di Sora, che è un bambino, e ci sono dei temi filosofici ma visti sempre dai suoi occhi e con la sua semplicità ti racconta questa storia che alla fine ha dei tratti onirici; io l’ho giocata quando ero piccola e l’ho visto in un certo modo, da adulta quando ci ho rigiocato l'ho visto in un altro modo, da bambino magari sei attratta dai colori, dai personaggi buffi e un adulto magari con la Disney legge altri livelli. Penso che sia un fumetto che possa piacere ai bambini di 10 anni ma che possa essere letto anche da adulti; anzi, ti dirò che i primi feedback che ho ricevuto è da parte di persone adulte che hanno rivisto in Éclair qualcosa che hanno vissuto qualche tempo fa e si sono commossi. Sono felice che ci possano essere questi diversi livelli.
Per quanto tu abbia detto di aver presto delle ispirazioni, Starduster è “tuo” senza ombra dubbio. Npn è un cercare di ricalcare qualcosa, non è reso in modo imbarazzante il fatto che il personaggio si rimpicciolisca, ci sta, è contestualizzato narrativamente ed è anche il design è curato e non è uno scimmiottamento.
Non ho mai avuto il problema nel parlare delle mie ispirazioni, non ho mai copiato, ma non è un problema per me dire che qualcosa mi ha inspirato perché comunque mi ha portato ad altro. Ogni idea è stata già fatta ma diventa un ingrediente del tuo calderone e ti esce una zuppa che non può farla un’altra.
La nuova corrente artistica di artisti come te, ma portata avanti da Mirka Andolfo con la quale hai già lavorato, questa commistione tra occidentale e orientale. Abbiamo motivi di sperare che la storia possa continuare, cosa ci dici a proposito?
Posso dirti che vedremo. Io l’ho pensato come una saga, nella mia testa so come continuerebbe, è un primo episodio di una macro-storia ma ogni capitolo è autoconclusivo. Hai un senso compiuto ma ci tengo a dire che è un tassello più grande di una storia che ho in testa. Comunque, è un qualcosa che vedo come una storia di formazione, idealmente nei prossimi episodi i personaggi dovrebbero crescere.
Qual è il tuo parere sullo stato attuale del mondo del fumetto italiano. L’autoproduzione si sta perdendo un po’ perdendo rispetto al passato, tu pensi che magari tramite Star Comics ma anche le tante varie realtà editoriali si sta riuscendo a dare qualcosa in più a una realtà rimasta assopita? Agli artisti di oggi manca un po’ la voglia di lavorare a un fumetto?
Ho notato anche io che ci sono meno webcomic, molti artisti citati erano di “quella” generazione nella quale c’erano tanti webcomic e molti sono partiti da quello ma adesso forse si ricerca molto il successo online, magari hanno tante idee, tanti bei design, capacità artistiche elevate anche per ragazzini di soli 20 anni, però c’è paura di mettere del tuo. Non sempre un artista bravissimo a disegnare è necessariamente un fumettista, un bravo fumettista, magari è un disegno stupendo ma magari molti illustratori li metti a fare tavole e vedi che non è il loro media.
Concludo chiedendoti quali sono i tuoi piani per il futuro.
Potete vedere su poci pocetta dove sarò per le presentazioni, sui piani futuri… farò lavori di colorazione/disegno senza occuparmi della sceneggiatura per avere uno stacco, ma ho anche un altro progetto che mi piacerebbe portare avanti, in attesa di sapere come va con Starduster.
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