Aoashi: la fragilità dei giocatori di una giovanile di calcio - Recensione
La storia di un'anima giovane che ha scommesso la propria vita sulla disciplina calcistica
di Dasandwich
"Un uomo è una canna pensante."
Le vicende della storia ruotano proprio attorno a questa definizione di uomo offerta da Blaise Pascal. Si pensi banalmente al nome del protagonista: Ashito, da "Canna" (葦 Ashi) e "Uomo" (人 To). Oppure, più banalmente, si prenda anche solo in considerazione il titolo dell'opera di Yūgo Kobayashi.
Aoashi è un manga seinen sul calcio, serializzato nella rivista Weekly Big Comic Spirits dal 5 gennaio 2015, ma al momento ancora inedito in Italia. Vincitore del 65° Shogakukan Manga Awards nella categoria "miglior manga dell'anno", a pari merito con Kaguya-sama: Love is War, riceve un adattamento animato, in lavorazione da febbraio 2020, a cura di Production I.G e diretto da Akira Satō. Debutta in patria ed in simulcast nei paesi oltreoceano il 9 aprile 2022, rispettivamente nella fascia pomeridiana di NHK Educational TV e su Crunchyroll. Dei 31 volumi finora all'attivo, l'anime ne copre i primi undici, e parzialmente anche il dodicesimo, lasciando ampiamente spazio ad un prosieguo.
Secondo il blog dell'autore, infatti, il nome "Ao Ashi" può assumere diversi significati. Per la parola Ao (青) si può immediatamente associare il blu, colore della Nazionale giapponese di calcio; scelta che ritroviamo anche in altre opere calcistiche come Be Blues! - Ao ni Nare oppure Blue Lock. Invece, la parola Ashi (葦) può più semplicemente riguardare la parte del corpo comunemente utilizzata nello sport di trattazione di questa storia: il piede.
Tuttavia, l'autore stesso dichiara che il significato del nome che più si sposa con le tematiche dell'opera è possibile formarlo accostando le parole "Immaturità" o "Giovinezza" per Ao (青) e "Canna pensante" per Ashi (葦), ovvero la consapevolezza dei fragili giocatori di una squadra giovanile di calcio di rendersi conto di non essere cresciuti ancora abbastanza. Aoashi vuole, infatti, rappresentare la cultura sportiva non solo come un impegno correlato al calcio, ma come un vero e proprio percorso di crescita.
Ashito Aoi è un ragazzino dalla personalità sicura e schietta, ma molto irascibile, che parte da un piccolo paesino di campagna in cerca di fortuna. Ha un'idea del calcio che lo porta a sentirsi protagonista della sua storia, cercando di mascherarsi da asso della sua squadra, in grado di segnare e di ribaltare sempre la situazione. Insomma, un universo da sogno in cui si gioca per divertimento. Tuttavia, esattamente come tutti i suoi compagni della giovanile di calcio a cui ambisce ad entrare, a soli 16 anni deve crescere prima del tempo e fare i conti con una dura realtà che non è ancora in grado di comprendere. Una storia che parte come una sorta di favola adolescenziale e che viene tramutata in realtà dal momento in cui il protagonista, invitato dal Coach di una delle più prestigiose squadre giovanili di Tokyo, la Esperion, riesce ad entrarvi.
Il nostro aspirante giocatore professionista viene messo a dura prova fin da subito dalla filosofia della squadra, la quale pretende dal giovane calciatore una forte mentalità, ancora prima degli attributi fisici. Dopotutto, nel calcio, come in qualsiasi altro ambito della vita, una mentalità sbagliata può portare ad un errore fatale che può costarci molto caro; in certi casi significherebbe persino perdere una scommessa durata quasi una vita intera. Ashito è dotato di un grande talento e genio calcistico molto raro e, come tutti, anche incline al fallimento. Non ci vuole molto affinché esso venga sprecato. Si può vantare di avere velocità, stacco di testa, dribbling e un buon tiro, ma basta anche solo un infortunio a impedire ad un giocatore talentuoso di raggiungere il successo tanto ambito.
Se il calcio a livello scolastico porta a creare legami solidi, c'è anche chi lega tutta la propria vita per puntare ad una carriera più professionistica, andando a concentrarsi sul dare spettacolo e spiccare il più possibile agli occhi degli altri. Fin dalla loro giovane età, vediamo Togashi e Kuroda porsi delle domande: che cosa conta di più tra il risultato finale e la propria performance in partita? È necessario per un giocatore professionista mettere tutto se stesso, rischiando di infortunarsi, oppure procedere con più cautela e a colpo sicuro, ma rinunciando a delle occasioni importanti?
I nostri due giovani atleti compiono un passo in avanti nel loro cammino di crescita, trovando durante il match del Team B della Esperion contro la giovanile Musashino le risposte che cercavano. Un individualismo come quello di Togashi risulta essere un ostacolo per il lavoro di squadra, ragione per cui è essenziale che lui collabori con gli altri componenti. D'altro canto, Kaneda comprende che le occasioni possono scivolare in qualsiasi momento e che quindi devono essere sempre sfruttate, anche a costo di perdere tutto.
Possiamo descrivere l'atmosfera da cui è condita la storia come una pentola costituita da vari ingredienti: la sostanziale ricerca del realismo e la presa in prestito di concetti tattici, come ad esempio la triangolazione o il contatto visivo, mescolandoli all'applicazione sul protagonista e gli altri suoi compagni di squadra, con una cottura che ha come effetto la loro crescita. Ma se la portata mette decisamente tanto appetito, il risultato è tutto sommato apprezzabile, ma non sempre condito da ingredienti di prima qualità in grado di saziare anche i più esigenti, almeno negli archi narrativi iniziali coperti dall'anime. Ashito approccia un orizzonte calcistico ben più grande di quello che immaginava. Privo dei principali fondamenti di base, è costretto a colmare le sue lacune prima che rimanga troppo indietro da non poter più recuperare. Nonostante le mancanze, quello che colpisce di più del suo inconsapevole modo di giocare, e che lo ha portato ad entrare in una giovanile di un certo livello, è il grande potenziale mostrato con la sua applicazione di visione d'insieme
Essa è rappresentata metaforicamente da un corvo che sorvola il campo liberamente, come se ci fossero giocatori in grado di capire dove si trovano tutti gli altri, ricordandone tutte le posizioni. Ma se da un lato Ashito deve fare i conti con i fondamenti, gli allenatori decidono che sia meglio un'applicazione del metodo empatico per l'apprendimento, secondo cui non devono dare risposte dirette ai giocatori, lasciandoli quasi un po' abbandonati a se stessi, ma in modo tale che possano rendersi conto autonomamente delle loro debolezze. Certo, per il benessere dell'atleta un allenatore dovrebbe essere in grado di mettersi nei panni dei suoi giocatori, assumendone pensieri, punti di vista, sentimenti ed emozioni, al fine di intervenire nel momento del bisogno. I benefici porterebbero ad una maggiore consapevolezza del giovane atleta che gli permetterebbe di apprendere con maggiore efficacia ed efficienza, non solo da un punto di vista tecnico e tattico, ma anche psicologico. Un aspetto così essenziale nel mondo del calcio, trattato un po' troppo superficialmente, e che forse è venuto piuttosto a mancare per tutta la permanenza di Ashito nel Team B. È altresì vero che è soltanto con la pratica che un concetto lo si riesce a comprendere meglio per poterlo fare proprio, seppure a volte non si è consapevoli dei propri margini di errore, ed è qui che dovrebbe intervenire un buon allenatore.
L'anime ha un ottimo modo di raccontare la storia che non si basa su animazioni di spicco, ma su una regia piuttosto centrata. Già di base nel manga vediamo un'impostazione delle azioni delle partite piuttosto stoica e strutturata in un modo che potrebbe non consentirne una forte dinamicità delle animazioni. Ad essere ben più evidente è la concentrazione su determinate scene per dare l'impressione dell'emozione. Ne è complice un Character Design tanto dettagliato per essere mosso, ma che regala spesso dei primi piani che dipingono ottimamente i volti dei personaggi, rappresentandone con cura ogni dettaglio di tutta la loro giovane emotività.
La rappresentazione che viene data alle partite è basata sui singoli ragionamenti e una progressione metaforica che serve per lo più ad analizzare un lato dei personaggi e non tanto a far proseguire la storia. Nonostante ciò, non manca una discreta dedizione nella rappresentazione dei movimenti tipici del calcio e una certa attenzione alla fedeltà della meccanica del corpo propria di questo sport.
Di base, l'autore si prende tutto il tempo necessario per proseguire la storia e sviluppare i personaggi. Infatti, nel materiale originale, soprattutto i primi archi narrativi, il pacing risulta essere piuttosto lento. La prima stagione animata adatta 117 capitoli, sacrificando qualche approfondimento a favore di un pacing un po' più veloce di quello che sarebbe potuto essere, soffrendo un po' di più nella parte conclusiva del match contro la giovanile Musashino, i cui avvenimenti risultano avvenire in modo piuttosto velocizzato soprattutto negli ultimi due episodi.
Ma se da una parte Aoashi non riesce a sfamare i più golosi dei sakuga con sequenze fortissime tanto frequenti, talvolta l'impostazione artistica a cura di Yūsuke Takeda e Tsukasa Kakizakai riesce a dare vita ad una combinazione di colori e sfondi che aiuta a stimolare lo spettatore ad immergersi nel racconto, che sia il mare in tramonto, la stazione ferroviaria o la spiaggia al calar della sera.
Il comparto sonoro a cura di Masaru Yokoyama per la composizione e Shōji Hata per la direzione, composto da 57 brani, è gradevole per ciò che concerne i suoi ambientali ma che, volendo essere un po' più esigenti, avrebbe potuto osare ancora di più con l'aggiunta di Insert Song, rendendo più impattanti e memorabili momenti decisamente molto importanti, come ad esempio il gesto d'affetto di Hana verso Ashito nel finale di stagione. Nonostante ciò, la colonna sonora riesce a condire ottimamente ogni genere di momento, dal più comico al più drammatico, ma anche di esultanza, come ad esempio le azioni che portano al gol.
Non esiste modo migliore di introdurre l'opera allo spettatore, con i suoi personaggi e tematiche che la compongono, se non con la seconda sigla di apertura. L'autore stesso, grandissimo fan del gruppo musicale Superfly, è rimasto sorpreso non solo dalla scelta dell'artista, ma anche dal testo della canzone, per il quale trova che rispecchi i suoi stessi sentimenti e quelli dei personaggi, tanto che dopo il primo ascolto non si è più fermato per un giorno intero.
Intitolata "Presence" ed eseguita dal gruppo Superfly, la seconda Opening è caratterizzata dalla stessa atmosfera pesante del 2° Cour che attanaglia il protagonista, ricolmo di ripensamenti, e l'angoscia dei suoi compagni nell'affrontare situazioni più difficili legate al mondo dello sport. È popolata da fortissime metafore visive, simbolismi, luci e inquadrature che ne evidenziano lo scorcio del suo dramma familiare e la fatica estenuante delle partite e degli allenamenti, mescolando la catarsi del protagonista di fronte alle prime difficoltà della sua carriera calcistica. Non mancano nemmeno le discussioni con i compagni di squadra e, consequenzialmente all'aumentare d'intensità della musica verso un tono più allegro, dall'altra faccia della medaglia abbiamo azioni più celebrative. L'oceano divide la prospettiva della madre dal corvo che prova a librarsi sul mare, allontanandosi sempre di più da lei, figurando la partenza di Ashito dalla sua terra natale, provando ad instradarsi verso la ricerca di un orizzonte favorevole alla sua carriera calcistica. Il testo, visto dalla prospettiva di Ashito, è un inno che incita le persone a creare un futuro che possa andare oltre l'immaginazione di chi non ci avrebbe mai voluto credere, con riferimento alle parole dell'allenatore Fukuda nell'episodio 23. Nonostante i drastici cambiamenti che la vita continua a sottoporci, l'uomo, una canna pensante, continuerà a lottare con dignità fino alla morte, inghiottito da un universo che, per quanto immenso, non saprà di averci annientati.
In conclusione, Aoashi è un racconto che, tra momenti più leggeri e di stemperamento della tensione, mostra fin da subito interesse a mostrare dei lati un po' più nascosti e seri del calcio, riportando all'attenzione la concezione di che cosa vuol dire fare il calciatore per la vita, al fine di avere una posizione lavorativa per conseguirne una vera e propria forma di guadagno, mettendo da parte il divertimento. Promette diversi spunti e tematiche non proprie del mondo del calcio, ma che sono applicabili alla vita di tutti i giorni. Dopotutto, lo sport è la disciplina volta all'insegnamento e apprendimento di condotte utili alla crescita personale: l'impegno, la costanza, il sacrificio, l'autostima, la motivazione, l'integrazione e l'appartenenza, ma molto altro ancora.
Seppure una trattazione un po' superficiale dello sport nelle partite del Team B, l'intensità del racconto rimane decisamente molto valida. Il materiale di partenza è ancora ricco e, lasciati alle spalle una lunga parte piuttosto introduttiva, promette di offrire tematiche legate al mondo del calcio decisamente più mature, entrando più in profondità con i personaggi principali e caratterizzandone degli altri finora rimasti marginali, ma che successivamente diventeranno molto rilevanti, come ad esempio Akutsu.