Napoli Comicon: il resoconto degli incontri con Aki Irie
Aki Irie risponde alle domande dei fan. Il resoconto degli eventi a lei dedicati durante il Napoli Comicon 2023
di Artax
L'autrice, estremamente riservata, non ha voluto che le venissero scattate foto né che fosse ripresa. Naturalmente non la abbiamo immortalata, ma ve la possiamo "raccontare", perché è esattamente come ce l'aspettavamo: pacata, composta, attenta a ogni minimo dettaglio. Parla con voce bassa ed educata, ogni movimento è misurato ma semplice, esattamente come i suoi disegni.
In compenso siamo riusciti a riportarvi le foto della bellissima mostra organizzata in suo onore, con spiegazioni, schizzi originali e le tavole disegnate di proprio pugno dalla sensei.
L'altra grande sorpresa è stata vedere la Jeep co-protagonista di Nuvole a Nord-Ovest parcheggiata accanto allo stand della casa editrice, dietro la quale Aki Irie ha passato ore a disegnare con cura shikishi dedicati a tutti i suoi fan.
Noi siamo riusciti ad assistere a due sessioni di domande che vogliamo condividere con voi. La prima risale alla conferenza stampa tenutasi sabato 29 aprile.
Le sue opere sembrano influenzate da Jiro Taniguchi e Mitsuru Adachi. Quali autori l'hanno influenzata nel suo lavoro?
Tra chi mi ha influenzato tecnicamente ci sono Shōtarō Ishinomori, autore di Sabu & Ichi, Mitsuru Adachi per Arcobaleno di spezie, ma anche Jiro Taniguchi per L'uomo che cammina e Furari. Sulle orme del vento. Anche Sai di Seizō Watase. Aggiungo anche Motoka Murakami e Takao Yaguchi.
Questi autori sono quelli che più mi hanno colpito per la loro capacità logica del disporre i disegni, e sono maestri nell'attirare il lettore e usare bene gli spazi nell'immagine.
I paesaggi islandesi sono davvero magnifici: perché ha scelto questa ambientazione inusuale?
Principalmente per l'essenzialità del luogo. Amo molto la vegetazione che vive in montagna, perché nonostante le circostanze rigide in cui riversa riesce a trovare un modo per germogliare e crescere in tutte le sue parti. Voglio trasmettere l'essenzialità di questo messaggio, che nonostante tutto si può vincere contro le avversità.
Riguardo Il mondo di Ran, come trova l'equilibrio tra magia e realtà?
Voglio trasmettere che sì, le mie storie sono ambientate nella realtà ma può sempre succedere qualcosa, si può sempre fare qualcosa. E questa è per me la parte magica: voglio lasciare spazio ai lettori, ma anche a me, di sognare.
Quando si stava documentando per Nuvole a Nord-Ovest voleva scrivere una storia con la terra al centro dell'opera, poi ha letto un libro sull'Islanda e ha cambiato idea. Com'è quindi nata l'opera?
Ero molto interessata a parlare del terreno o del sottosuolo, quindi mi sono informata sulla geologia terrestre e la sua genesi; ho poi scoperto nello studio di un geologo giapponese, un ricercatore, un libro sulle caratteristiche dell'Islanda. Sono rimasta colpita dalla storia di questa terra e l'ho usata come ambientazione: muschi, rocce, paesaggi islandesi.
Ho fatto un viaggio in Islanda e ne ho scoperto la cultura, gli abitanti e il suo ambiente: mi sono quindi interessata anche alla vita della sua popolazione. Ecco perché ho deciso di scrivere una storia su un abitante islandese.
Nelle sue storie ci sono personaggi negativi come Michitaka e Otaro ma anche molto affascinanti e carismatici: possono piacere o meno ma sono intriganti. Come li ha creati?
Il mio intento nella creazione della storia è la crescita del protagonista: Kei è un ragazzo attratto sia dal bene che dal male e questi due valori sono rappresentati dai personaggi. Voglio descrivere le sue scelte e nei fatti viene influenzato da entrambe le parti, poi sta a lui prendere le sue decisioni e maturare tramite esse.
Nuvole a Nord-ovest è un'ode all'Islanda. I personaggi, gli oggetti e i paesaggi hanno un'anima. Come fa a infondere vita agli elementi?
Per descrivere un paesaggio non ci si può basare solo su video e fotografie, è importante visitare di persona i luoghi e usare i cinque sensi. Quando tocco o sento i profumi avverto anche la vita degli oggetti. Voglio trasmettere quello che ho percepito in prima persona.
Ne Il mondo di Ran c'era un ritmo episodico dal momento che c'è un intreccio di storie episodiche che inframezzano la narrazione principale. Perché ha scelto questo tipo di narrazione sia per Il mondo di Ran che per Nuvole a Nord-Ovest? Si tratta di una cosa voluta o meno?
La tendenza attuale del lettore è di voler arrivare subito al dunque. Io voglio che ci impieghino del tempo e assaporino il mondo. Metto un episodio secondario quando penso che potrebbe piacere al lettore o amplificare maggiormente il mondo che voglio trasmettere; ma non c'è un vero e proprio schema predisposto, vado con quello che penso essere il filo logico del lettore e provo a immaginare cosa vorrebbe leggere. Non c'è fretta di arrivare subito alla fine, ci tengo che il lettore percepisca tutte le sensazioni.
Tra le sue opere, quale vorrebbe vedere animata?
Non sono molto interessata a vedere un adattamento animato. Per me ogni opera è adatta al proprio genere; ad esempio un romanzo di successo lo è perché è un romanzo, e così i miei manga: piacciono in quanto manga; ma se qualcuno volesse fare un anime vorrei parlargli per capire quale sia la sia il suo punto di vista.
In Nuvole a Nord-Ovest, Kei, Michitaka e Lydia, hanno superpoteri. Perché? Qual è la loro origine?
Ho scelto le loro capacità sovrannaturali basandomi sui personaggi e per Kei è merito del suo nome scritto Kanji: un ideogramma vuole dire "nascita del sapere", lo "scattare della scintilla dell'intuizione", quindi il suo potere sovrannaturale è paragonabile all'accensione di una scarica elettrica. Ogni personaggio è caratterizzato da qualcosa che sia legata alla sua personalità o dai suoi tratti. Per Lydia infatti è la voce, quindi lei canta. Michitaka non ha un potere legato al nome, si chiama così solo perché mi piace il suono.
Il mondo di Ran e Nuvole a Nord-Ovest sono opere molto distanti, ma per lei c'è un filo che le unisce?
Entrambe sono accomunate dal fatto che descrivono la maturazione del personaggio e il concetto di famiglia.
Riguardo Nuvole a Nord-Ovest, ha in mente il finale dell'opera o lo sta ancora valutando?
Ho già in mente il finale e sto pensando a come arrivarci. Dipende anche dalla comunicazione tra me e i lettori. Non mi arrivano feedback diretti ma capisco se il mio lavoro sta piacendo o meno. Ho in mente la fine ma il come ci arriverò ancora non lo so.
Passiamo a Tabi - The Journey of Life: le storie brevi sono state pubblicate mentre lavorava a Nuvole a Nord-Ovest. Come ha gestito il tempo per fare entrambi?
Non posso scrivere due cose in contemporanea, ogni tanto si mi sono dedicata a una, ogni tanto all'altra; mi sono organizzata il tempo alternando. Poi Nuvole a Nord-Ovest viene pubblicato ogni due mesi quindi ho abbastanza tempo tra un capitolo e l'altro.
C'è una storia preferita tra le pagine di Tabi - The Journey of Life?
Mi piacciono tutte le storie ma in particolare l'ultima, Il viaggio di Toki. Vorrei poterla approfondire, magari pubblicare qualcos'altro.
Come trova l'Italia?
Mi piace la tranquillità e la generosità. Ho avuto l'impressione che ogni cosa qui venga perdonata, non siete così rigidi: mi pare un paese molto più permissivo soprattutto per me che vengo da Tokyo. Amo molto anche la vostra ricchezza, sia riguardo il cibo ma anche di elementi naturali. Il cibo, per esempio, ha dei gusti molto semplici, qui si può apprezzare il gusto senza condimenti, per esempio non avevo idea di quanto potesse essere buona un'insalata condita solo con olio e aceto balsamico.
Vi riportiamo anche un aneddoto molto simpatico. In coda a quest'intervista siamo riusciti a scambiare due fugaci parole con la mangaka e l'abbiamo informata che la marca di skyr (yogurt colato di origine islandese) che i personaggi mangiano in Nuvole a Nord-Ovest è effettivamente commercializzata in Italia. Lei si è illuminata, rivelandoci che adora quello skyr ed è costretta a farsi arrivare il gusto "bianco" ordinandolo online. Ne è seguita un'interessata conversazione su dove poterlo trovare e si è ripromessa di assaggiare anche gli altri gusti della medesima marca, tra i quali stracciatella e crème brûlée.
Oltre alla precedente intervista, priva di una platea di spettatori, vi è stato un altro incontro con Aki Irie. I partecipanti al Comicon di Napoli, infatti, hanno avuto occasione di vedere Aki Irie all'opera sul grande schermo durante lo showcase di domenica 30. Durante l'incontro, sempre rigorosamente senza cellulari e macchine fotografiche tra le mani, la mangaka ha portato a termine ben tre schizzi con calma e pazienza, unite a precisione e personalità che solo i suoi disegni sanno avere. Nel frattempo, Caverna di Platone ha posto alla sensei e all'editor Ohba alcune interessanti domande che vi riportiamo.
Domanda di rito, come si trova in Italia, nello specifico qui a Napoli?
Mi piace un sacco l'Italia e Napoli è bellissima; qui le persone sono molto tranquille e allegre. Ovviamente il cibo è buonissimo, utilizza senza troppi condimenti gli ingredienti e non vorrei tornare in Giappone senza aver prima provato la limonata.
Domanda ad Ohba. Com'è iniziato il percorso lavorativo con la sensei?
Ci siamo incontrati in un piccolo evento manga e ho capito subito le sue potenzialità. Così l'ho invitata a lavorare per me.
Perché ha scelto di ambientare il manga in Islanda?
Mi piace molto l'Islanda perché mi sembra un paese molto esotico e semplice. L'ho scelto come luogo in cui ambientare la crescita del personaggio e perché volevo descrivere come le persone vivono in questi ambienti naturali e semplici.
Prima si era parlato di Italia. Avrà occasione di ispirarsi all'Italia per qualche opera futura?
Ho notato che qui a Napoli gli alberi sono differenti, hanno una dimensione diversa rispetto a quelli Islandesi e Giapponesi. Mi piacciono molto le piante e noto che gli alberi sono diversi in tutto il mondo: vorrei parlarne nelle prossime storie.
Domanda a Ohba. Come mai prima era su Harta e ora su Blue Knight?
Perché ho deciso di fondare una nuova rivista e la prima autrice che ho voluto seguire è stata proprio Aki Irie.
Il mondo di Ran è una storia su una crescita, e lo stesso vale per Nuvole a Nord-Ovest. Perché racconta sempre storie di formazione?
Per me la crescita personale è immancabile nelle storie, siano d'amore o d'azione. Succede sempre qualcosa che fa maturare i personaggi, ed è essenziale, è il cuore pulsante del contenuto della narrazione.
Com'è stato passare da una storia di magia ad una on the road con elementi sovrannaturali?
Ne Il mondo di Ran mi sono concentrata su come far divertire il lettore, ho pensato a chi mi legge. Per Nuvole a Nord-Ovest sono tornata ai primordi e ho scelto una tematica che mi appartiene veramente.
Prima ha parlato degli alberi. I suoi paesaggi naturali sono bellissimi, come si documenta?
Le foto e i video non sono mai abbastanza quindi mi informo sul posto prendendo la valigia e andando sul posto a esplorare con i cinque sensi.
Com'è il suo metodo lavorativo partendo dall'idea alla trasposizione su carta?
Parto sempre dalla mia stessa esperienza perché senza essa non avrei nulla da raccontare. Prima scopro le cose, le elaboro e ne parlo con l'editor. Dopodiché inizio a fare le bozze e gli altri lavori accessori per la creazione di un manga.
Lavora totalmente a mano? Il suo strumento preferito per disegnare?
Sì, lavoro a mano e amo strumenti classici: pennino e inchiostro.
Domanda ad Ohba. So che lei lavora concretamente su fogli. La figura dell'editor è molto importante per i mangaka?
Vado fisicamente a casa a prendere le tavole completate. Il mio ruolo è molto importante anche se non so disegnare, siccome sta a me essere onesto riguardo il suo lavoro: quando la storia non funziona non posso mentire, devo essere sempre chiaro. L'editor è comparabile a un allenatore sportivo: devo dare coraggio all'atleta ma anche calmarlo quando sta correndo troppo.
Domanda ad Ohba. Come si comporta l'editor quando il mangaka non rispetta le scadenze?
Per esempio la sensei Kaoru Mori (I Giorni della sposa, Emma) è stata male, faceva molta fatica a lavorare ma nonostante ciò si è impegnata per rispettare la deadline. Io le ho fatto coraggio dicendole che poteva anche consegnare qualcosa di piccolo, un contentino ai fan. Quando poi si sarebbe rimessa in sesto avrebbe potuto recuperare facendo uscire un capitolo incredibile che avrebbe sbaragliato le aspettative di tutti. Poi però è riuscita a consegnare tutto in tempo. Ma perché non stava bene, non perché è andata a divertirsi.
Irie-sensei, cosa le piace disegnare di più nei manga? E cosa le piace di meno?
Il paesaggio. Adoro raffigurare paesaggi immensi con personaggi piccolissimi.
Le scene che non amo sono quelle di violenza, oppure le città e i palazzi: le linee sono tutte dritte mentre a me piacciono curve e sinuose, come quelle delle piante.
Ha un autore fumettista occidentale preferito?
Nicolàs De Crécys. Amo come usa il colore, ogni pagina ne ha uno dedicato e vorrei imparare a padroneggiare questa tecnica.
Per colorare cosa usa? Acquerelli, qualche tecnica?
Acquerello per disegni piccolini e cose minute, oppure acrilico Holbein.
Ha un messaggio finale da dare ai suoi lettori italiani?
Sono molto onorata di essere venuta al Napoli Comicon. Sapevo di aver molti lettori italiani ma non li avevo mai potuti vedere con i miei occhi. Sono molto emozionata di poterlo finalmente fare.
Infine la maestra Irie stacca le pagine del suo quaderno da disegno, un quaderno con su scritto "Sketchbook", molto da lei. Sopra vi sono ritratti i tre personaggi disegnati durante lo showcase mentre il pubblico fremeva nel vederla tratteggiare, pacata e precisa, i segni neri sul foglio bianco, con una piccola aggiunta di blu.
I tre protagonisti vengono poi appoggiati sul palco in modo tale che tutti quanti possano ammirarli e scattare una foto ricordo.
Noi l'abbiamo fatto e condividiamo con voi la bellezza dei suoi semplici schizzi.