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Mirokusama

Episodi visti: 2/2 --- Voto 8
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Poche cose non ricercano l’originalità in questo mondo come il porno, e l’animazione hentai di riflesso che di esso è una categoria, e il motivo principale è uno solo: non ce n’è bisogno! Chi decide di guardare un’opera a carattere pornografico infatti sa cosa cerca e sa cosa aspettarsi in quanto la visione ha come fine ultimo un atto ‘ricreativo’ che esula dal mero intrattenimento che qualsiasi altro genere può garantire.
Per questo motivo qualsiasi opera che rifiuta questo schema, pur rientrando nel genere pornografico, fa notizia ed è degna d’attenzione, e personalmente credo proprio che “Foxy Nudes” possa fregiarsi di questa particolarità. Questa mini serie OAV Hentai infatti, oltre alle situazioni sessuali classiche riscontrabili in migliaia di opere dello stesso genere, ci fornisce una forte rappresentazione satirica della società attuale attraverso una ricostruzione grottesca capace di trasformare un evento tragico in un circo mediatico globale dove tragedia e commedia si mescolano con effetti ora esilaranti ora terrificanti ma comunque in grado di calamitare l’attenzione dello spettatore ben oltre quella che sarebbe la semplice esibizione di rapporti sessuali, comunque presenti e ben realizzati nella loro diversità.

E’ giusto dare un accenno di trama per chiarire la situazione: “Foxy Nudes”, il cui titolo originale è “Hana no Joshi Announcer: Newscaster Etsuko”, è una serie OAV Hentai del 2004 in due episodi incentrata sulle avventure di Etsuko Yamanobe, giornalista-annunciatrice televisiva tanto bella quanto sociopatica. Disumana e arrivista, è disposta a qualsiasi cosa per accrescere la sua fama facendo aumentare il pubblico che segue il suo show e per raggiungere i suoi scopi si fa davvero il mazzo, letteralmente visto che sfrutta la sua bellezza e sensualità per concedersi a chiunque possa garantirgli un vantaggio. Finché mette in gioco sé stessa sarebbero anche fatti suoi penserete, e non vi è dubbio in questo, ma capiamo subito di che pasta sia fatta in realtà quando decide di sfruttare a suo piacimento un sequestro di persona che un quarantenne, Damesuke Marude, sta mettendo in atto nei confronti della figlia del suo capo, Mayumi Wakabayashi, che lo ha appena licenziato. Recatasi sul luogo col proposito pubblico di fare da mediatrice col sequestratore infatti la nostra Etsuko si ritrova invece a incitarlo, ad umiliarlo, a ricordargli come sia un rifiuto della società convincendo l’uomo che l’unico modo per fargliela davvero pagare al suo capo è uno solo: stuprare la figlia! E’ così che comincia il lungo atto sessuale diviso in due episodi che alla fine cataloga questa serie come pornografica ma quel che lascia basiti è tutto ciò che lo contorna: invece di restare inorridito infatti il pubblico assiste inerme alla ragazza che viene stuprata dal sequestratore, la polizia resta immobile perché Etsuko ha corrotto con favori sessuali il suo comandante che quindi impedisce agli uomini di fermare l’uomo, la produzione televisiva riprende in diretta l’evento con la protagonista intenta a farne una minuziosa telecronaca con tanto di precisi dettagli relativi all’attività sessuale in atto e addirittura organizza dei mini spalti con panchine per far accomodare chiunque voglia godersi l’evento! Il punto massimo di questa rappresentazione farsesca viene raggiunto quando si fanno confrontare i genitori del sequestratore e della vittima in un clima da commedia nera che riesce a far dimenticare quasi la brutalità della violenza sessuale in corso.

Scena di sesso che, in tutto questo, rappresenta certamente la componente più banale: nonostante le animazioni siano pregevoli va detto alla lunga finisce per cadere nei soliti clichè hentai con la ragazza che, per esempio, finisce per diventare da vittima inconsapevole a partner appagata e sessualmente eccitata che non rifiuta, anzi invoglia a continuare, l’uomo che l’ha costretta a un rapporto sessuale non voluto.
Non è questa comunque l’unica rappresentazione sessuale della serie, la stessa Etsuko darà più volte prova di sé e delle sue abilità e anche l’assistente del capo della polizia, che ha un ruolo centrale nella risoluzione della vicenda che non sto a rivelare, avrà modo di mostrare le sue grazie in più modi e posizioni.

Tutte le scene di sesso della serie sono ben realizzate e animate, il design delle protagoniste, tutte donne adulte magre, slanciate e formose con caratteristiche peculiari, è indubbiamente molto bello e una volta tanto non c’è la maledetta censura a coprire le zone genitali dei personaggi valorizzando ulteriormente il lavoro della produzione dell’anime. Anche il comparto sonoro funziona molto bene, per la colonna sonora certo ma soprattutto per il doppiaggio, ottimo è infatti quello delle protagoniste femminili, Etsuko in testa, ma io ho trovato gradevole anche quello dei personaggi secondari perché una volta tanto erano chiamati a interpretare dei ruoli veri e a trasmettere sinceramente emozioni non solo a fare da mero contorno.

In chiusura mi riesce difficile consigliare a cuor leggero "Foxy Nudes", per il semplice motivo che apre questa mia recensione: è difficile che chi decide di guardare un hentai lo faccia per cercare una trama coinvolgente e personaggi interessanti. Eppure sarebbe un peccato scartare questa serie che non è certo un capolavoro di comunicazione, non penso neanche che voglia esserlo, ma fornisce comunque un quadro umanitario di tale bassezza che non sembra quasi avere 15 anni sulle spalle (al momento in cui scrivo) visto che affronta temi ripresi più e più volte da film e serie televisive recenti quali l’alienazione della nostra società verso il prossimo, l’intransigenza nei mass media nei confronti di eventi tragici e la loro incapacità di guardare l’essere umano oltre la mera notizia. Chi cerca un’opera che fornisca semplice materiale sessuale insomma potrebbe restare insoddisfatto da questa serie, pur avendo ripeto delle scene di sesso pregevoli, ma chi ha voglia di cercare qualcosa in più, o anche solo di diverso, non può farsi scappare questo titolo.