noi abbiamo il problema delle unioni civili, con tutto ciò che ne ruota attorno e loro hanno il problema degli otaku... tutti problemi risolvibili con un minimo di buon senso e usando la testa. il termine otaku penoso poi è odiosissimo. harada dimentica che quelli là usano soldi loro che si son guadagnati loro e come li usano a lui non deve fregare un accidente di niente. e comunque queste analisi più che frutto di studio mi sembrano frutto di preconcetti e pregiudizi da caccia alle streghe se il problema fosse il fenomeno otaku fanno in fretta a risolverlo, basta ridurre drasticamente la produzione di animazione, j-pop, novel di ogni genere, fumettistica, gadgettistica ecc... invece di pensare a come mai ci stanno persone che nella loro società si isolano e per quale motivo, vanno a cercare il capro espiatorio... bha... ridicolo
Una delle cose che mi piace di più fare è proprio discutere di anime e manga con i miei amici, ma anche di videogiochi e compagnia, quindi direi di rientrare nell'ultima categoria, il riaju. E direi anche che mi sta bene così. La solitudine è una cosa brutta.
Libro interessante. So che in Giappone otaku è un termine dispregiativo che indica una persona fissata e ossessionata da un certo hobby, pensa solo a quello, ma non capisco se viene considerato tale anche chi, tra i vari hobby, ha anche una normale passione per anime e manga, senza che se li sogni anche la notte . La differenza tra otaku e appassionato, se esiste, qual'è?
Io non saprei definirmi perché sono un tipo schivo di natura. Inoltre non ho nessuno in carne e ossa con cui parlare di anime/manga (se mi azzardo a parlarne con alcuni elementi in particolare mi rinfacciano di guardare i cartoni animati alla mia età). Certo, questa passione mi ha preso tantissimo (seguo diverse serie anime, ogni mese ho una spesuccia media in manga e mi sono pure avvicinata al pericolosissimo, per il portafoglio, mondo delle action figure XD). Eppure non sono ancora a livelli da potermi definire otaku, cioè di quelli che fanno pazzie per intenderci. Una cosa è sicura, non sono certo una "penosa". Forse mi avvicino un po' a quello nascosto e al tipo autentico. Ma la mia vita sociale poco movimentata è causata unicamente dal mio essere schiva di carattere, quindi il termine otaku mi sta piuttosto stretto.
Per me penoso è chi pensa di essere superiore agli altri al punto da giudicarli in base al proprio modo di vita.
Comunque il 99,99% degli "otaku" occidentali sono sempre stati riaju, anche se spendere barcate di soldi nella propria passione non è che sia una cosa considerabile come normale, neanche se si hanno ottime relazioni con gli altri.
@ABI_66 è quel che penso anchio, forse, la caratteristica principale dell'otaku è proprio l'ossessività, e non tanto la mancanza di altri interessi. Comunque secondo me in occidente il termine è usato in modo sbagliato e molti appassionati si definiscono otaku senza esserlo veramente e senza conoscere il vero significato del termine.
Non trovo una categoria in cui "infilarmi". Insomma non ho molti amici ma non sono esattamente schivo, inoltre ciò è dovuto prettamente all'assenza di interessi in comune. Nel mio caso la batosta è sempre stata lo sport del calcio, che personalmente odio infinitamente, e in ogni scuola o ambito mi sono sempre ritrovato tra gente con le classiche frasi "oh che ha fatto il Napoli?" "Oh a quanto stanno? - 1 a 2 " e cosi via. Quello sport ha praticamente sterminato il 90% delle mie personali possibilità di farmi amici, specie alle elementari e alle medie, ma anche alle superiori.
Detto questo io non faccio e non ho mai fatto il porta bandiera di alcuno dei miei interessi, anime/manga compresi. Certo se saltava nel discorso dicevo di essere appassionato di queste cose ma salvo non fosse richiesto non ho mai dato dettagli poiché è una passione un pò di nicchia e che facilmente in molti vedono in maniera ambigua tant'è che mi è capitato fin troppe volte di essere preso in giro (anche all'università) perché io guardavo "i cartoni animati per bambini" e i "fumetti"... portandomi appresso le classiche affermazioni del tipo "ma quanti anni hai?"
Che dire... io credo non sia del tutto esatto delimitare delle categorie per ogni tipologia di appassionato di media giapponesi. Ogni persona è un caso a sé stante, c'è chi vi si avvicina per sfuggire ai problemi della vita, chi lo fa come passione genuina, chi lo fa in maniera superficiale, e cosi via... Personalmente mi sono appassionato a questo mondo fin da piccolo ma ciò non è mai stato la causa della mancanza di amici o vita sociale, quello è dovuto ad altri fattori.
DaniForte
- 8 anni fa
70
Secondo me c'é un problema di fondo e molti si confondono quando correlano la propria mancanza di vita sociale con l'essere un otaku di manga anime etc. L'otaku da definizione originale è quello per cui l'estrema passione per anime e manga porta il soggetto ad isolarsi, non avere contatti reali, etc. Per quanto riguarda me ad esempio invece, sicuramente seguo molti anime, la ritengo tranquillamente una passione, ma non sono questi la causa principale che ha portato me ad avere pochi contatti con amici reali, ad uscire di casa etc. Bensì tante altre motivazioni principali che mi hanno portato a questo, ad esempio la mia grande timidezza mista a pigrizia, la mia ansia sociale e da prestazione, fino anche a poter arrivare a picchi depressivi che han portato un "tagliare i ponti" con amici e vita reali. Sono queste le vere cause per cui io, e come possono essere tanti altri, portano ad isolarsi a perdere i contatti etc., quella degli anime e i manga come grande passione sono solo una conseguenza, oltretutto secondaria.
il semplice fatto che un soggetto si definisca otaku fa di lui un non otaku
O forse se non ti dai un etichetta non sei nessuno?
ANTICONFORMISTA (anonimo)
- 8 anni fa
01
Quanto le dtesto le etichette, questo catalogare tutto e tutti manco fossimo pezzi in serie di un'industria! Sveglia siamo esseri umani complessi, ognuno con una sua personalità e vissuto differente da chiunque altro, siamo unici ed irripetibili, mi rifiuto totalmente di appartenere a qualsivoglia categoria, questo catalogare ossessivamente è indice da parte della società di profonda superficialità perchè ormai non si ha più ne voglia nè tempo di approfondire la conoscenza di ogni singola persona e bisogna più in fretta possibile giudicarla per far passare l'ansia di ciò che non si conosce.
La differenza tra otaku e appassionato, se esiste, qual'è?
La differenza è che l'appassionato sano non accumula dati in modo ossessivo-compulsivo su determinati prodotti di consumo e non si masturba con immagini di ragazzine moe vestite da cameriera, nekomimi ecc.
(Fonti: Generazione Otaku di Hiroki Azuma; Babaru di Karl Taro Greenfield, ultimo capitolo).
@DaniForte infatti chi, per vari motivi, si chiude in casa e si isola da tutti per anni, in Giappone è definito hikikomiri, e non è necessariamente un otaku. Sono due cose distinte.
@AkiraSakura grazie per la citazione della definizione.
Ovviamente è impossibile prendere una categoria e ritrovarsi in pieno in essa. Personalmente mi ritrovo un po' ovunque, tranne forse nell'otaku penoso (fin troppo appariscente). Mi piace vedere anime tanto quanto uscire con gli amici a prendersi una birra. Sono due cose diverse, difficilmente comparabili, con valori estremamente opposti. Ma è difficile trovare una persona completamente coerente a un determinata immagine preimpostata, no?
Basta con questi nomi da casta! Sono termini spregiativi! Stessa cosa vale per "Nerd" e suoi derivati(geek). Non mi vergogno di dire che tali termini debbano essere classificati come nazisti. Esistono soltanto i lettori.
Utente43925
- 8 anni fa
45
noi abbiamo il problema delle unioni civili, con tutto ciò che ne ruota attorno e loro hanno il problema degli otaku... tutti problemi risolvibili con un minimo di buon senso e usando la testa. si, dall'oggi al domani /s il termine otaku penoso poi è odiosissimo. harada dimentica che quelli là usano soldi loro che si son guadagnati loro e come li usano a lui non deve fregare un accidente di niente E invece gliene deve fregare visto che possono essere un potenziale peso per la nazione stessa. Posto che dubito che non esistano otaku che campino con i soldi della propria famiglia e comunque queste analisi più che frutto di studio mi sembrano frutto di preconcetti e pregiudizi da caccia alle streghe infatti, grazie per avermi citato la tua fonte. O forse ti stai facendo un preconcetto su un (eventuale) preconcetto?
se il problema fosse il fenomeno otaku fanno in fretta a risolverlo, basta ridurre drasticamente la produzione di animazione, j-pop, novel di ogni genere, fumettistica, gadgettistica ecc... invece di pensare a come mai ci stanno persone che nella loro società si isolano e per quale motivo, vanno a cercare il capro espiatorio... bha... ridicolo Si, chi se ne frega della economia del paese! Fuck you animatori, fuck you registi, fuck you scrittori. Ovviamente il tutto da un giorno all'altro, in un battito di ciglia. Ma prima di scrivere hai riletto la marea di luoghi comuni che hai esplicato nel tuo commento?
Nyunya_1001
- 8 anni fa
32
C'è davvero tanta malattia mentale nel mondo, e il giappone ne ha un alta concentrazione...che poi il bello è che sono proprio gli "otaku" giapponesi ormai a definirsi così e ad auto isolarsi, cosa che accade anche fuori dal giappone ormai, anche se in misura minore per fortuna, visto che credo che non siamo così bigotti e fascisti come i giapponesi...forse.
Nyunya_1001 Mah, non so quanto siano "bigotti" i giapponesi, per loro semplicemente l'otaku in senso dispregiativo, come i neet, gli hikikomori e altre classificazioni di persone sono "disprezzate" perchè non si integrano appieno nella società nipponica.
Per dirla con una parola sono considerati "asociali" e, per quanto forse meno di un tempo, per loro la "società" è ancora una cosa estremamente importante.
Logica molto discutible ma è una cosa diversa dal bigottismo che semmai dovrebbe riguardare più ciò di cui si è "otaku", nel nostro caso sintetizzabile con "il mondo 2D". Ma i Giapponesi a riguardo sono tutt'altro che bigotti, basti vedere l'uso generalista e ormai anche "promozionale" che si fa di queste cose, sia in patria che verso l'estero.
Poi dato che li considerano asociali finiscono per allontanarli ancora di più giustificando tale comportamente con il semplice "sono loro a non volerne far parte", innescando un circolo vizioso dove l'emarginazione dell'emarginato lo porta ad emarginarsi sempre più (alla faccia del gioco di parole).
Ma davvero questo tizio non aveva niente di meglio da fare che mettersi a classificare gli otaku? Lo fa di lavoro? Cioè, è stato pure pagato per farlo? Mah. C'è gente che cerca le cure alle malattie mortali e poi ci sono tizi come questo qua.
Io ammetto di non aver capito bene le distinzioni delle categorie xD Comunque mah, non so cosa pensare. Concordo con chi ha detto che se questa passione diventa ossessione per tanti giapponesi forse, invece di creare articoli o libri come questi, sarebbe il caso di andare alla radice del problema e risolverlo, ma comunque alla fine se non ci hanno mai pensato un motivo ci sarà (e non trovo nemmeno giusto diminuire il lavoro di qualcuno solamente perché ci sono persone che "non si sanno dare una calmata" fino al punto di ammalarsi, anche se non credo che tutto parta esclusivamente dalla passione per qualcosa) Io spendo abbastanza soldi in un mesetto tra manga e figures, e ho vari amici sia "reali" che online con cui parlarne, non mi sembra di avere altre passioni ben pensandoci... ma a parte che dopo il lavoro il tempo libero è poco per tutti, se passo le restanti due ore libere dopo cena a leggere o a giocare ai videogames e poi filo dritta a dormire che devo fà? Sono considerata otaku perché non faccio altro? Il tempo è poco quindi è normale che lo passo facendo l'unica cosa che mi piace. Se poi penso che i giapponesi sono anche più chiusi di noi e hanno in generale anche pochi contatti umani, ci credo che passano il tempo libero in casa facendo quello che preferiscono (e magari rilassandosi dopo una settimana di lavoro che ti spacca la schiena). Insomma, io ammetto di non aver ben capito da quale punto, in Giappone, una persona viene considerata Otaku e quando no...
La tv di stato NHK, e immagino altre emittenti e giornali giapponesi, hanno dedicato servizi a queste problematiche, l'attenzione sul problema c'è. Penso che comunque l'hobby in se non sia la causa del comportamento di queste persone.
@Natsuki credo che sia la grande ossessione per anime e manga ecc. che caratterizza l'otaku, il preferire il 2D al 3D ecc. l'argomento secondo me non è semplice. Penso che il tuo, come quello di tutti noi quì, sia un semplice passatempo o passione.
@GianniGreed, perché, è vietato? Un fenomeno di questa portata non può essere oggetto di ricerca in ambito sociologico?
Gli otaku dopotutto sono una subcultura settoriale profondamente radicata nella società giapponese, e un suo studio approfondito può essere importantissimo o addirittura fondamentale in svariati campi; Hiroki Azuma partendo dalla cultura otaku e dall'assunto che AkiraSakura ha postato poco sopra, ovvero quello dell'otaku come accumulatore ossessivo-compulsivo di dati, ha svolto addirittura un'importante analisi sulla postmodernità in generale; e senza voler arrivare a tanto, un suo studio approfondito può essere utile anche solo per comprendere meglio gli aspetti di consumo delle forme culturali e d'intrattenimento che tanto ci piacciono. Non sarebbe affatto male se la gente fosse un po' più informata su questo argomento, si eviterebbero diversi facepalm.
[Tratto da "Le Confessioni di Ilenia: part. quarta]
Parto dal presupposto che non mi piace né essere definita otaku né autodefinirmi otaku. Sta di fatto che una persona come me, che vede quasi tutte le serie di una stagione di anime e spende sul centinaio di euro mensili in manga, non è molto sana, dato che alla sua passione dedica la maggior parte del tempo libero che ha e dei guadagni che ottiene.
La mia passione per i manga, in particolare, si è evoluta sempre di più in una mania ossessivo compulsiva, che so di dover controllare e curare, ma che tutt'oggi è la mia unica (e ripeto) unica fonte di benessere puro. Ho detto più volte che a me più che leggere piace comprare, il collezionismo viene prima di tutto. Ecco perché, se anche l'otaku penoso è quello che più mi si distacca, perché io cerco di badare alle apparenze e di non mostrarmi mai per una matta da legare, dentro di me io mi faccio pena da sola, perché so che per questa passione sconfinata mi sono bruciata oltre 10000€ e tanto di quel tempo che avrei potuto dedicare agli amici o alla famiglia. O a trovarmi un fidanzato.
Sono una persona molto socievole, adoro parlare con la gente, ma la maggior parte del mio tempo lo trascorro da sola. Qualche domanda me la sono fatta e sono arrivata a capire che se rimanere al passo con gli anime stagionali mi dà più sollievo che uscire il sabato sera a bere una birra c'è qualche problema di fondo... Mi sono rintanata nella mia passione per una questione di insicurezza, che a 26 anni sarebbe buono lasciare chiusa nell'armadio assieme agli scheletri, altrimenti non potrò mai fare bene nella vita o realizzare quello che vorrei realizzare. Devo dire che il Giappone mi sta aiutando molto in questo senso, guardare i matti da legare sudati e putridi che girano ad Akihabara, o le giapponesi pazze che all'Animate di Ikebukuro comprano in serie gadget uguali di uno stesso personaggio, fa bene. Pensi, c'è chi sta peggio! Sarà che ho un lavoretto e la scuola di lingua, ma adesso non ho più il terrore di restare indietro rispetto al fandom, faccio tutto coi miei tempi. Ma prima davvero mi veniva l'ansia se qualcuno guardava le cose prima di me e mi diceva "è bellissimo, vedilo".
Ho detto che mi piace chiacchierare, proprio per questo community come Animeclick, o avere un account su Twitter, sono cose mi servono, perché sul web riesco sempre a trovare qualcuno con cui commentare quello che guardo o leggo, e a dar sfogo alla mia passione che in real life (?) non vede tanti sbocchi. Perciò sono un otaku autentico, ma al contempo sono anche un otaku nascosto, perché con chi so di non avere questa passione in comune faccio finta che non esista.
Insomma, credo di essere un otaku superstite in evoluzione, anche se ripeto, essere definita otaku o autodefinirmi otaku non mi piace ancora. Forse quando arriverò a riconoscere di avere bisogno di uno psicologo potrò fare un passo avanti verso la sanità mentale.
@LaMelina va anche detto che già da tempo i rapporti sociali si stanno spostando dal reale al virtuale, non solo per gli otaku, anzi avendo loro una vita sociale comunque minore ne sono stati influenzati di meno, semmai hanno intensificato i loro rapporti per quanto non di tipo tradizionale (comunque meglio di niente).
Parlo delle persone non "otaku", che sempre di più si relazionano nei social network, questo se si vuole è un altro tipo di "problema", per certi aspetti anche peggiore perchè privo di una causa ben precisa come può essere una passione portata all'eccesso o un carattere molto timido o altro. Sembra un mix tra "faccio prima così" e una sorta di "collezionismo", il classico "ho millemigliaiadimigliaia di amici su facebook, anche se poi ne conosco si e no 10".
PS: Domanda per Animeclick, ma la foto/banner, con la ragazza semiaddormentata tra i volumi manga è un'immagine "reale" o costruita ad arte (modella) ?
E uno che vorrebbe parlare di anime ma nessuno lo ascolta in che classifica lo mettiamo? Comunque io sono un nerd, lo ero prima dei manga e lo sarò in futuro.. Con molta probabilità :/
Se mi considerassi un otaku (ma ho anche altre passioni), mi riconoscerei nella categoria otaku nascosto, non tanto perché faccio finta che anime e manga non mi interessano (anzi i miei amici lo sanno benissimo) però evito di parlarne a chi non interessa e di tirare fuori l'argomento appena possibile.
Zoro (anonimo)
- 8 anni fa
00
Io sembro essere un Harada,non dico a nessuno le mie passioni,per evitar inutili discussioni;è i soliti luoghi comuni.
Non ho mai avuto problemi a mischiare la mia parte animemangafan alla mia vita sociale, per quanto io possa avere una grande passione per questo mondo, non ha mai intralciato o prevaricato il resto della mia vita. Sarà che non mi sento per nulla ossessionata dalle mie passioni, certo ogni tanto faccio qualche follia, rinuncio a qualcosa o spendo un po' troppo per comprare la figure/la limited edition/andare ad una fiera, ma credo di restare sempre nell'ambito della normalità. Se oggi, alla mia età, preferisco restare a casa il sabato sera per farmi una maratona anime, leggere manga, guardare un film o fare nottata davanti alla Play, è semplicemente perché al contrario di quando avevo 15 anni, molti amici lavorano il sabato sera o io sono troppo stanca per uscire a mezzanotte e fare una passeggiata attorno alla solita piazza (con le solite persone) vista e stravista per tutto il decennio precedente! Seppur abbia avuto pochissimi amici appassionati di anime e manga in real life, non ho mai nascosto i miei hobby e mai ho avuto problemi a parlarne, neanche ora che sono grandicella e il rischio "guardi ancora i cartoni animati!!!1111!!!" è sempre più alto, o essendo donna devo sentirmi dire che alla mia età dovrei pensare a sposarmi e fare figli invece che andare in fiera. Sono contenta di avere amici, seppur virtuali, con cui condividere le mie passioni, mi dispiacerebbe non poterlo fare con nessuno, ma per il resto le vivo molto tranquillamente e non mi sento ossessionata o malata seppur nutra per questo mondo un grande amore.
Raven (anonimo)
- 8 anni fa
00
Direi che io sia mix tra il superstite e il nascosto. Quando è piombata la maggiore età o finito veramente col isolarmi, tant'è che quando guardo gli anime in TV anche tutt'ora chiudo a chiave la porta della mia cameretta per non essere biasimato da i miei fratelli.
Io non mi sono mai considerato un Otaku, anche perché la mia passione per gli anime è piuttosto nella norma, anzi forse addirittura sotto la media in questo sito. Più che altro ciò che mi ha sempre affascinato è proprio il meccanismo dell'animazione, infatti spesso scelgo di acquistare prodotti di grande impatto visivo, mettendo magari in secondo piano l'importanza di una buona storia. Anche sui manga sono piuttosto selettivo e i miei acquisti ormai si limitano a pochissimi titoli ben confezionati ^ ^;;
Otaku ?! non capisco proprio certe stupide classificazioni. Io amo l'arte del fumetto non per una moda ma per l'autentico gusto estetico e sentimentale che alcune (non tutte) opere mi danno. E si..apprezzo in modo particolare la cultura e l arte orientale da quando l'ho potuta conoscere e apprezzare. I manga o gli anime mi hanno aiutato,a volte,nei vuoti e tristi pomeriggi di solitudine facendomi sempre tirare su il morale e alcune di queste storie le porto sempre nel mio cuore come una bella esperienza.Cosi come anche la musica. Mi hanno anche salvato in certe mie debolezze insegnandomi una morale e facendomi coltivare una grande passione: quella del disegno. I mie amici non per forza devono o condividono il mio stesso interesse non sono un fanatico e anzi non li ho mai sopportati. La mia ragazza for example non li legge anzi li detesta .. ma non per questo rinuncerei mai ad una passeggiata all'aria aperta per starmene a casa sulla scrivania dico bene ? questo solo per dirvi ragazzi non fate diventare il piacere una schiavitù o una moda.
PS. Non so il perche questo articolo mi abbia spinto a questo sfogo forse perche in passato mi è capitato pure a me di essermi etichettato come .. e amare i fumetti non significa essere per forza un nerd isolato dalla vita "reale".Ciao
come hanno già in post precedenti, amo manga ed anime, colleziono action figure... e in alcuni periodi passo il sabato sera a leggere manga o guardare anime, un po' per rilassarmi .. un po' perché dopo 6 giorni su 7 in ufficio per 9 ore circa... bhe.. non ho molta voglia di uscire, preferisco farlo in giorni più tranquilli senza dover sclerare per parcheggi ecc.. conosco molte pessime persone online ( amici vari) con i quali cazzeggio, parlo di anime e mi confronto.. anche incazzandomi, passione, hobby ma non una moda ed una gioia infinita quando riesco a scappare in Giappone =)
Arashi84 hai ricevuto per pacco postale tutta la mia comprensione e una pacca sulla spalla a "essendo donna devo sentirmi dire che alla mia età dovrei pensare a sposarmi e fare figli invece che andare in fiera" c'è qualcuno a farti compagnia!
Credo di essere un kakure otaku misto al riaju otaku. Mi piacciono gli anime e i manga ma è una passione che coltivo per me senza sentire il bisogno di parlarne con il mondo. Se l'occasione però si crea lo faccio volentieri anche nella vita reale.
Sono un tipo nascosto. Non proprio nel senso che i miei amici non sappiano che mi piacciono questo genere di cose - anche perché è un po' difficile "nascondere" la libreria piena solo di manga - però diciamo che non adoro parlarne e mi esalterei solo se si nominasse il mio manga preferito ovvero cosa che non accadrà mai. Cinque o sei annetti fa era diverso ed ero esaltata nel considerarmi otaku ma ero anche un po' più piccolina e non avevo capito che le persone si fingevano interessate a leggere i miei fumetti o a parlare di anime quando in realtà volevano solo prenderti per i fondelli nonostante loro andassero pazzi per dragonball, naruto o one piece, i soliti insomma. Da allora ho iniziato a non condividere con nessuno il mio interesse, tanto meno con delle persone che si presentavano nominandomi soltanto gli anime sopracitati che per carità non odio affatto ma se non vanno oltre quei titoli li vedrò sempre con un occhio diverso. Dopo anni di fatiche mi sono camuffata, nessuno rompe più i coglioni perché leggo manga e guardo anime e vivo la vida loca(?) da giovincella pazzerella icsdi.
Premetto che non mi sono mai considerato un otaku, nè mai lo sarò (al massimo mi potrei definire un appassionato).
L'articolo è davvero molto interessante e ci aiuta a capire come, in Giappone, gli atteggiamenti degli otaku stanno cambiando.
Personalmente, leggendo le definizioni riportate nell'articolo, mi considero un "riaju" (che, tra l'altro, è proprio l'opposto dell'otaku), anche se, per certi aspetti, possiedo anche alcuni tratti da "kakure".
Più che otaku, dovrei piuttosto definirmi "accumulatrice seriale". Nel senso che compro innumerevoli manga e aggiungo alla lista dei "Da guardare" altrettante serie anime, per poi lasciarle lì dove sono, intonse. Tuttavia allo stesso modo mi comporto con videogiochi, film, serie tv e libri. Ma la mia motivazione è sana, più che sana: lo studio, la famiglia, la vita sociale. Io amo ognuna delle passioni sopra indicate, ma di più amo la mia famiglia e i miei amici. Lo studio, beh, quello invece è un dovere. Insomma, semplicemente ho poco tempo per seguire i miei hobby, ma ciò non vuol dire che li abbia tanto per fare. Non appena avrò finito la scuola senza dubbio mi dedicherò di più ad essi e farò un bel po' di recuperi detto ciò io non appartengo a nessuna delle categorie: parlo dei miei interessi solo con gli amici appassionati come me, e lo faccio senza problemi; non sbatto in faccia tali passioni a chi conosco per la prima volta, a meno che naturalmente non cada il discorso sull' argomento. Spendo solo dopo aver fatto le dovute valutazioni e con limiti ben rigidi, e come già detto anime e manga non diventano mai motivo di isolamento, perché al primo posto io metto le relazioni, e non le cose. Ma in tutta onestà, credo che ormai la maggior parte della gente faccia così, anche in Giappone, soprattutto grazie all' avvento di internet, tramite il quale si può socializzare in ogni momento e trovare persone con gusti affini ai nostri. Tali etichette, io credo, sono ormai solo falsi miti in via di estinzione
Sono una via di mezzo tra kakure otaku e riaju. Sono orgogliosa delle mie passioni ma non le sbandiero più del necessario, ma mi piace comunque parlarne senza essere ossessiva. Come giusto che sia