Evangelion - Detective Shinji Ikari
"Neon Genesis Evangelion: Detective Shinji Hikari" è una serie breve, composta da due volumi, ad opera di Takumi Yoshimura, edita per l'Italia da Planet Manga
Com'è evidente dal titolo, questa serie è uno spin-off del celeberrimo Neon Genesis Evangelion, in cui saranno presenti i vari personaggi della serie originali, e nulla più, non apportando nessuna particolare innovazione al brand, essendo un mero e avvilente espediente, per cercare di attirare i fan, in un progetto fallimentare, senza né capo né coda e con ben poca fantasia e senza la benché minima aggiunta, rispetto a quanto visto nella serie originale.
La storia dovrebbe raccontarci, dell'entrata di Shinji Ikari, dentro alla fantomatica "agenzia investigativa Kaiji" e della sua ascesa come agente, di tale agenzia.
I casi di cui il nostro protagonista dovrà occuparsi, saranno veramente osceni, e non inteso con il significato letterale del termine, quindi con tematiche erotiche, ma perché risulteranno oltremodo noiosi, banali, senza nessuna ragion d'essere, se non far apparire i personaggi della serie originali, in un contesto scolastico, cosi da poter mettere in scena qualche trovata o situazione, per strizzare l'occhio a lettori e lettrici in cerca di scene romantiche o cliché di tal genere.
Purtroppo, anche in questa trasposizione, verranno messi in mezzo i fantomatici "Eva", anche se saranno rappresentati in maniera totalmente surreale, se ben si conosce la loro forma nativa, e nonostante non disdegni rivoluzionarie interpretazioni, che possono anche sembrare all'apparenza azzardate.
Parlando dei personaggi e della loro caratterizzazione, se cosi si può definire, il lavoro che verrà svolto non sarà altro che ricalcare malamente una loro interpretazione, annacquata e specialmente superficiale, riprendendo solamente i topoi peculiari, che definiranno sommariamente i personaggi, così da poterli rendere riconoscibili e ricollegabili, alla loro originaria definizione, della serie madre, però ovviamente tali personaggi non hanno la benché minima ombra di profondità o introspezione della serie originale, ricalcandone solamente i confini esterni.
Per l'aspetto grafico, non sarà altro che un'ulteriore buco nell'acqua, risultando imprecisa, straordinariamente proprio nel riprendere il design dei personaggi, che spesso saranno solo apparentemente rassomiglianti agli originali, avendo proprio dei difetti di base, inerenti a proporzioni, componenti del viso asimmetriche, figure scomposte e ben poco veritiere o aderenti al reale.
Per l'edizione sarà pressoché basica, senza pagine a colori, nè sovracoperte, il volume risulterà rigido, apparentemente abbastanza solido, anche se con qualche leggera difficoltà nella sfogliazione.
La carta sarà molto trasparente, tendente all'ingiallimento e stranamente ruvida, unica peculiarità sarà la dimensione dell'edizione, che sarà leggermente più grande, rispetto ad un normale e comune volume di qualsiasi altra serie.
In definitiva, tale serie non ho problemi a definirla uno scempio, personalmente lo reputo la peggior serie che io abbia per ora letto, senza nulla d'interessante, una trama sconnessa, blanda e povera di pathos, senza ritmo o vena comica, per non parlare dell'aspetto grafico, che ritengo gravemente insufficiente, senza nulla d'originale o d'esaltante, ma anzi gravato da parecchi problemi di base, sulle basiche regole del disegno, insomma non posso che affibbiagli tale voto ignominioso, perché l'unico pregio è che non sia formato da tavole totalmente bianche.
Com'è evidente dal titolo, questa serie è uno spin-off del celeberrimo Neon Genesis Evangelion, in cui saranno presenti i vari personaggi della serie originali, e nulla più, non apportando nessuna particolare innovazione al brand, essendo un mero e avvilente espediente, per cercare di attirare i fan, in un progetto fallimentare, senza né capo né coda e con ben poca fantasia e senza la benché minima aggiunta, rispetto a quanto visto nella serie originale.
La storia dovrebbe raccontarci, dell'entrata di Shinji Ikari, dentro alla fantomatica "agenzia investigativa Kaiji" e della sua ascesa come agente, di tale agenzia.
I casi di cui il nostro protagonista dovrà occuparsi, saranno veramente osceni, e non inteso con il significato letterale del termine, quindi con tematiche erotiche, ma perché risulteranno oltremodo noiosi, banali, senza nessuna ragion d'essere, se non far apparire i personaggi della serie originali, in un contesto scolastico, cosi da poter mettere in scena qualche trovata o situazione, per strizzare l'occhio a lettori e lettrici in cerca di scene romantiche o cliché di tal genere.
Purtroppo, anche in questa trasposizione, verranno messi in mezzo i fantomatici "Eva", anche se saranno rappresentati in maniera totalmente surreale, se ben si conosce la loro forma nativa, e nonostante non disdegni rivoluzionarie interpretazioni, che possono anche sembrare all'apparenza azzardate.
Parlando dei personaggi e della loro caratterizzazione, se cosi si può definire, il lavoro che verrà svolto non sarà altro che ricalcare malamente una loro interpretazione, annacquata e specialmente superficiale, riprendendo solamente i topoi peculiari, che definiranno sommariamente i personaggi, così da poterli rendere riconoscibili e ricollegabili, alla loro originaria definizione, della serie madre, però ovviamente tali personaggi non hanno la benché minima ombra di profondità o introspezione della serie originale, ricalcandone solamente i confini esterni.
Per l'aspetto grafico, non sarà altro che un'ulteriore buco nell'acqua, risultando imprecisa, straordinariamente proprio nel riprendere il design dei personaggi, che spesso saranno solo apparentemente rassomiglianti agli originali, avendo proprio dei difetti di base, inerenti a proporzioni, componenti del viso asimmetriche, figure scomposte e ben poco veritiere o aderenti al reale.
Per l'edizione sarà pressoché basica, senza pagine a colori, nè sovracoperte, il volume risulterà rigido, apparentemente abbastanza solido, anche se con qualche leggera difficoltà nella sfogliazione.
La carta sarà molto trasparente, tendente all'ingiallimento e stranamente ruvida, unica peculiarità sarà la dimensione dell'edizione, che sarà leggermente più grande, rispetto ad un normale e comune volume di qualsiasi altra serie.
In definitiva, tale serie non ho problemi a definirla uno scempio, personalmente lo reputo la peggior serie che io abbia per ora letto, senza nulla d'interessante, una trama sconnessa, blanda e povera di pathos, senza ritmo o vena comica, per non parlare dell'aspetto grafico, che ritengo gravemente insufficiente, senza nulla d'originale o d'esaltante, ma anzi gravato da parecchi problemi di base, sulle basiche regole del disegno, insomma non posso che affibbiagli tale voto ignominioso, perché l'unico pregio è che non sia formato da tavole totalmente bianche.
Non si sa come, ma la fantasia e il desiderio di spremere la gallina dalle uova d’oro proprio non hanno limiti. In questo breve manga di due tankobon troveremo Shinji, che vive completamente solo, costretto da una serie di fantozziane coincidenze a lavorare per l’agenzia investigativa di Kaji assieme a Misato e Kaworu. Scoprirà i poteri degli Evangelion che, questa volta, avranno le fattezze di uomini adulti che, come i geni della lampada, appariranno dai gioielli ove riposano. Shinji e Kaworu inizieranno ad indagare su casi bizzarri per poi partire alla ricerca delle pietre magiche con Asuka e Rei che svolgeranno il ruolo delle antagoniste. Originale e imprevedibile il finale. Come dichiarato dall’autore, lo scopo di questo manga è disegnare una storia di Eva ove tutti potessero essere felici e, indubbiamente, il risultato è stato ottenuto. E in modo originale, dato che non ci sono ammiccamenti sessuali e Shinji ha occhi solo per Rei. La grafica ricorda quella della serie Cronche degli Angeli Caduti ma con uno stile più pulito e semplice. Buona la regia che riesce a rendere al meglio le molte scene umoristiche di cui è ricca la trama. Non è certo il miglior manga di Eva, ma è decisamente divertente e originale per cui la sufficienza la merita.
Voto 6
Voto 6
Attenzione: contiene spoiler
Quando l'immenso mercato del manga incontra un'opera dalla ricchezza narrativa e dalla molteplicità di interpretazioni come "Neon Genesis Evangelion", è scontato che ne nascano differenti riletture. In linea di massima, quando un titolo è rivisitato tramite degli spin-off i risultati possono essere di tre tipi: un clone praticamente indistinguibile dall'originale; una reinterpretazione sottile e arguta; infine, una riproposizione che se non servisse a lucrare su un brand non avrebbe motivo di esistere.
Sfortunatamente, "Detective Shinji Ikari" appartiene alla sciagurata categoria delle opere senza senso.
A differenza della serie originale, "Detective Shinji Ikari" è una storia che non presenta elementi di fantascienza, tutt'al più sparuti elementi fantastici. Qui, Shinji Ikari è uno studente di scuola media che, per via di una serie di equivoci un po' sospetti, si ritrova a dover lavorare per un'agenzia investigativa. I suoi superiori sono Kaji e Misato, e Kaworu è il suo partner.
La loro missione è utilizzare gli Eva, una sorta di avatar dalle fattezze umane ospitati all'interno di alcune pietre speciali, per recuperare cinque gemme che pare abbiano una funzione particolare.
Nel corso dei pochi capitoli, l'attenzione si concentra sul rapporto che Shinji, volente o nolente, instaura con le persone che lo circondano, un rapportarsi reso difficile dal suo carattere estremamente schivo, introverso e insicuro.
Ecco, cominciamo a elencare i difetti del manga proprio dall'elemento del carattere di Shinji. In teoria, da come l'autore imposta la storia, ho l'impressione che sia convinto che mettere al centro la psicologia contorta di Shinji, copiata pari pari dall'anime, sia una mossa adeguata. Personalmente, invece, credo che questa sia la pecca più grande del manga.
Per quanto il fandom si divida tra chi accetta il comportamento tormentato di Shinji e chi no, penso che quantomeno siamo tutti d'accordo che la sua insicurezza sia comprensibile in considerazione di quello che deve affrontare. Dopotutto, lo Shinji di "Evangelion" si trova costretto ad affrontare dei misteriosi alieni estremamente potenti che stanno portando il mondo sull'orlo della distruzione. La sua psicologia contorta, la sua insicurezza, la voglia di sottrarsi a un problema più grande di lui sono condivisibili per lo Shinji originale. Questo invece non è più vero in "Detective Shinji Ikari". Come dicevo, in questo manga il mondo non sta per essere distrutto da una minaccia aliena; qui Shinji conduce una normale vita da studente fatta di lezioni, compagni di classe e prime cottarelle. Se viene costretto a lavorare all'agenzia, i suoi doveri sono infinitamente meno onerosi che in "Evangelion".
In sostanza, in "Detective Shinji Ikari" seguire Shinji deprimersi, abbandonarsi al pessimismo e a desideri di fuga è fastidioso e ingiustificato.
Peggio, è inutile perché a differenza dell'anime qui Shinji non è isolato. Adesso lui ha amici a scuola (Toji e Kensuke) con cui non ha tensioni e fraintendimenti per via del pilotare l'Eva, e con lo staff con cui lavora all'agenzia Kaji, per quanto strambo, ci si trova bene.
Ciliegina sulla torta, alla fine si scopre che lo spingere Shinji a lavorare come detective e la raccolta delle gemme altro non è che uno stratagemma di Gendō per costringere il figlio a esprimere il desiderio di vivere con i suoi amici e così accettare se stesso e gli altri.
Togliendo la minaccia degli Angeli e il crudele rapporto con il padre (un personaggio che anzi è ridotto a un timidone introverso ma dai propositi ineccepibili), non c'è motivo per cui Shinji tenga quel comportamento. E siccome poi la storia ruota intorno al suo modo di rapportarsi agli altri, la storia sfocia in una farsa.
E in effetti, il manga sembra improntato a una certa ironia, nonostante l'autore nei commenti affermi di aver voluto creare una storia seria. Ma con una narrazione basata su sciocchi fraintendimenti che si risolvono nell'arco di qualche vignetta, gite all'acquario, idee di pernottamento alle terme con annesso rituale di spiare le ragazze, battaglie inesistenti anche se gli Eva in teoria dovrebbero combattere e gli unici momenti che strappano un sorriso sono le gag, come si fa a prendere sul serio un'opera del genere? C'è soltanto da ridere (spesso per non piangere).
In tutto ciò, l'unica nota positiva (che permette al titolo di guadagnarsi un 3 nella mia recensione al posto di un impietoso 2) è la relazione tra Shinji e Kaworu. In qualità di detective dell'agenzia, passano molto tempo in coppia, tanto che Kaji li fa vivere insieme. Nei confronti di Shinji, Kaworu si comporta in maniera costruttiva, propositiva e gli infonde sicurezza, insomma è il punto di riferimento di Shinji. In alcune occasioni, il loro rapporto si tinge anche di una vena romantica (quando Kaworu è in posa da figo con la luce alle spalle o circondato di fiori, per dire). Sicuramente l'autore deve aver tenuto a mente i gusti dei fan dello yaoi. Sia come sia, il rapporto tra Kaworu e Shinji resta l'elemento meglio riuscito di "Detective Shinji Ikari", anche se resta sempre piuttosto semplice e schematico per consentire all'opera un reale salto di qualità.
In definitiva, credo che "Detective Shinji Ikari" sia una sorta di causa persa in partenza.
Per i fan più sfegatati dotati di mooolta ironia e pazienza e/o i/le fanboy/girl della coppia KawoShin.
Quando l'immenso mercato del manga incontra un'opera dalla ricchezza narrativa e dalla molteplicità di interpretazioni come "Neon Genesis Evangelion", è scontato che ne nascano differenti riletture. In linea di massima, quando un titolo è rivisitato tramite degli spin-off i risultati possono essere di tre tipi: un clone praticamente indistinguibile dall'originale; una reinterpretazione sottile e arguta; infine, una riproposizione che se non servisse a lucrare su un brand non avrebbe motivo di esistere.
Sfortunatamente, "Detective Shinji Ikari" appartiene alla sciagurata categoria delle opere senza senso.
A differenza della serie originale, "Detective Shinji Ikari" è una storia che non presenta elementi di fantascienza, tutt'al più sparuti elementi fantastici. Qui, Shinji Ikari è uno studente di scuola media che, per via di una serie di equivoci un po' sospetti, si ritrova a dover lavorare per un'agenzia investigativa. I suoi superiori sono Kaji e Misato, e Kaworu è il suo partner.
La loro missione è utilizzare gli Eva, una sorta di avatar dalle fattezze umane ospitati all'interno di alcune pietre speciali, per recuperare cinque gemme che pare abbiano una funzione particolare.
Nel corso dei pochi capitoli, l'attenzione si concentra sul rapporto che Shinji, volente o nolente, instaura con le persone che lo circondano, un rapportarsi reso difficile dal suo carattere estremamente schivo, introverso e insicuro.
Ecco, cominciamo a elencare i difetti del manga proprio dall'elemento del carattere di Shinji. In teoria, da come l'autore imposta la storia, ho l'impressione che sia convinto che mettere al centro la psicologia contorta di Shinji, copiata pari pari dall'anime, sia una mossa adeguata. Personalmente, invece, credo che questa sia la pecca più grande del manga.
Per quanto il fandom si divida tra chi accetta il comportamento tormentato di Shinji e chi no, penso che quantomeno siamo tutti d'accordo che la sua insicurezza sia comprensibile in considerazione di quello che deve affrontare. Dopotutto, lo Shinji di "Evangelion" si trova costretto ad affrontare dei misteriosi alieni estremamente potenti che stanno portando il mondo sull'orlo della distruzione. La sua psicologia contorta, la sua insicurezza, la voglia di sottrarsi a un problema più grande di lui sono condivisibili per lo Shinji originale. Questo invece non è più vero in "Detective Shinji Ikari". Come dicevo, in questo manga il mondo non sta per essere distrutto da una minaccia aliena; qui Shinji conduce una normale vita da studente fatta di lezioni, compagni di classe e prime cottarelle. Se viene costretto a lavorare all'agenzia, i suoi doveri sono infinitamente meno onerosi che in "Evangelion".
In sostanza, in "Detective Shinji Ikari" seguire Shinji deprimersi, abbandonarsi al pessimismo e a desideri di fuga è fastidioso e ingiustificato.
Peggio, è inutile perché a differenza dell'anime qui Shinji non è isolato. Adesso lui ha amici a scuola (Toji e Kensuke) con cui non ha tensioni e fraintendimenti per via del pilotare l'Eva, e con lo staff con cui lavora all'agenzia Kaji, per quanto strambo, ci si trova bene.
Ciliegina sulla torta, alla fine si scopre che lo spingere Shinji a lavorare come detective e la raccolta delle gemme altro non è che uno stratagemma di Gendō per costringere il figlio a esprimere il desiderio di vivere con i suoi amici e così accettare se stesso e gli altri.
Togliendo la minaccia degli Angeli e il crudele rapporto con il padre (un personaggio che anzi è ridotto a un timidone introverso ma dai propositi ineccepibili), non c'è motivo per cui Shinji tenga quel comportamento. E siccome poi la storia ruota intorno al suo modo di rapportarsi agli altri, la storia sfocia in una farsa.
E in effetti, il manga sembra improntato a una certa ironia, nonostante l'autore nei commenti affermi di aver voluto creare una storia seria. Ma con una narrazione basata su sciocchi fraintendimenti che si risolvono nell'arco di qualche vignetta, gite all'acquario, idee di pernottamento alle terme con annesso rituale di spiare le ragazze, battaglie inesistenti anche se gli Eva in teoria dovrebbero combattere e gli unici momenti che strappano un sorriso sono le gag, come si fa a prendere sul serio un'opera del genere? C'è soltanto da ridere (spesso per non piangere).
In tutto ciò, l'unica nota positiva (che permette al titolo di guadagnarsi un 3 nella mia recensione al posto di un impietoso 2) è la relazione tra Shinji e Kaworu. In qualità di detective dell'agenzia, passano molto tempo in coppia, tanto che Kaji li fa vivere insieme. Nei confronti di Shinji, Kaworu si comporta in maniera costruttiva, propositiva e gli infonde sicurezza, insomma è il punto di riferimento di Shinji. In alcune occasioni, il loro rapporto si tinge anche di una vena romantica (quando Kaworu è in posa da figo con la luce alle spalle o circondato di fiori, per dire). Sicuramente l'autore deve aver tenuto a mente i gusti dei fan dello yaoi. Sia come sia, il rapporto tra Kaworu e Shinji resta l'elemento meglio riuscito di "Detective Shinji Ikari", anche se resta sempre piuttosto semplice e schematico per consentire all'opera un reale salto di qualità.
In definitiva, credo che "Detective Shinji Ikari" sia una sorta di causa persa in partenza.
Per i fan più sfegatati dotati di mooolta ironia e pazienza e/o i/le fanboy/girl della coppia KawoShin.
Una volta che si è raggiunto il fondo rimangono sostanzialmente tre opzioni a disposizione: risalire la china; adagiarvici sopra; iniziare a scavare.
- "Ordunque, titolari del marchi Evangelion, quale opzione scegliete? La uno, la due o la tre?"
- "La Tre!"
- "Bene! Per voi c'è la produzione di un manga dal titolo Evangelion Detective Shinji Ikari. La accendiamo?"
E malauguratamente coloro che hanno in mano la gestione del marchio hanno acceso la possibilità avallando così la produzione di questo spin-off su Evangelion, un campo già abbastanza minato da cui al massimo sono uscite fuori delle cose discrete come il "Raising Project".
Anche in questo caso il protagonista della storia è il solito Shinji che, per una serie di circostanze, finisce nelle "grinfie" di Misato e Kaji, qui titolati di un agenzia investigativa, in cui inseriranno (nolente o nolente) anche Shinji a far coppia con (manco a dirlo) Kaoru. Compito dei due sarà quello di trovare delle non meglio identificate gemme in grado di esaudire i desideri (un po' come le sfere del drago insomma).
Prescindendo dal fatto che i vari capitoli sono di una banalità e di una melensaggine imbarazzanti, conditi a volontà con i maledetti momenti yaoi tra Shinji e l'efebico Kaouru, e che il tutto ci venga raccontato col mediocre disegno di Takumi Yoshimura, il quale pare godere nel realizzare a spruzzo dei siparietti pseudo comici con un penoso stile super deformed stilizzato, potevano mancare gli Eva? Ovviamente no. Ed ecco quindi vederli evocare dai vari "giovani detective" nelle vesti di alcuni bishonen (bishojo nel caso di Asuka) fighetti che amoreggiano anche fra loro. Appariranno anche poco ma quando lo fanno sono numeri... Tanto che con la prima apparizione dell'eva-bischero di Shinji riescono anche a citare e contemporaneamente infangare una delle scene più famose di Fate/Stay Night, titolo che dal canto suo avrà i suoi problemi ma di certo non quello della presenza scenica.
Ah, già. E non scordiamoci un immancabile parentesi romantica fra Shinji e Rei mai più superflua e mal resa come in questo caso.
Ma allora, concludendo, questo Shinji se la cava bene a fare il detective? No, e comunque non fa il detective. Alla fine il manga almeno diverte? No. Rende almeno abbastanza giustizia alla serie sa cui è tratto? No, ne riprende solo i cliché e i tormentoni principali e accrocca un po' una qualche vicenda, chiusa pure all'acqua di rose.
Non sorprende dunque che la storia in Giappone sia stata velocemente chiusa nel giro di un paio di numeri. Sorprende invece, purtroppo a posteriori, come il manga sia stato pure comprato all'estero. Alla fine proprio la cosa migliore è solo l'edizione italiana della Planet che pure è solo una standard economica senza particolari pregi.
Siamo di fronte quindi a un "prodotto su licenza" creato per attirare curiosità e soldi da parte dei fan della serie originale. Operazione anche legittima se vogliamo, ma poi le cose andrebbero anche fatte in una certa maniera.
Questa è invece un opera che in una ipotetica elezione del "Worst Manga Ever" (Peggior Manga di sempre) avrebbe buone possibilità di piazzarsi.
- "Ordunque, titolari del marchi Evangelion, quale opzione scegliete? La uno, la due o la tre?"
- "La Tre!"
- "Bene! Per voi c'è la produzione di un manga dal titolo Evangelion Detective Shinji Ikari. La accendiamo?"
E malauguratamente coloro che hanno in mano la gestione del marchio hanno acceso la possibilità avallando così la produzione di questo spin-off su Evangelion, un campo già abbastanza minato da cui al massimo sono uscite fuori delle cose discrete come il "Raising Project".
Anche in questo caso il protagonista della storia è il solito Shinji che, per una serie di circostanze, finisce nelle "grinfie" di Misato e Kaji, qui titolati di un agenzia investigativa, in cui inseriranno (nolente o nolente) anche Shinji a far coppia con (manco a dirlo) Kaoru. Compito dei due sarà quello di trovare delle non meglio identificate gemme in grado di esaudire i desideri (un po' come le sfere del drago insomma).
Prescindendo dal fatto che i vari capitoli sono di una banalità e di una melensaggine imbarazzanti, conditi a volontà con i maledetti momenti yaoi tra Shinji e l'efebico Kaouru, e che il tutto ci venga raccontato col mediocre disegno di Takumi Yoshimura, il quale pare godere nel realizzare a spruzzo dei siparietti pseudo comici con un penoso stile super deformed stilizzato, potevano mancare gli Eva? Ovviamente no. Ed ecco quindi vederli evocare dai vari "giovani detective" nelle vesti di alcuni bishonen (bishojo nel caso di Asuka) fighetti che amoreggiano anche fra loro. Appariranno anche poco ma quando lo fanno sono numeri... Tanto che con la prima apparizione dell'eva-bischero di Shinji riescono anche a citare e contemporaneamente infangare una delle scene più famose di Fate/Stay Night, titolo che dal canto suo avrà i suoi problemi ma di certo non quello della presenza scenica.
Ah, già. E non scordiamoci un immancabile parentesi romantica fra Shinji e Rei mai più superflua e mal resa come in questo caso.
Ma allora, concludendo, questo Shinji se la cava bene a fare il detective? No, e comunque non fa il detective. Alla fine il manga almeno diverte? No. Rende almeno abbastanza giustizia alla serie sa cui è tratto? No, ne riprende solo i cliché e i tormentoni principali e accrocca un po' una qualche vicenda, chiusa pure all'acqua di rose.
Non sorprende dunque che la storia in Giappone sia stata velocemente chiusa nel giro di un paio di numeri. Sorprende invece, purtroppo a posteriori, come il manga sia stato pure comprato all'estero. Alla fine proprio la cosa migliore è solo l'edizione italiana della Planet che pure è solo una standard economica senza particolari pregi.
Siamo di fronte quindi a un "prodotto su licenza" creato per attirare curiosità e soldi da parte dei fan della serie originale. Operazione anche legittima se vogliamo, ma poi le cose andrebbero anche fatte in una certa maniera.
Questa è invece un opera che in una ipotetica elezione del "Worst Manga Ever" (Peggior Manga di sempre) avrebbe buone possibilità di piazzarsi.