Oscar e André si prendono un po' di tempo libero dagli impegni rivoluzionari e, per l'occasione, scelgono di indossare degli eleganti trench Aquascutum. Il lussuoso brand britannico ha dei prezzi adatti alle tasche di Maria Antonietta, però... circa 1100 Euro a capo.
Le immagini pubblicitarie coi due personaggi di Versailles no Bara inguainati nell'elegante impermeabile fanno bella mostra di sé in tutto il Giappone.
Il 12 settembre sarà inaugurato un sito che conterrà un capitolo speciale del manga.
I negozi Aquascutum distribuiranno il capitolo speciale “The Rose of Versailles × Aquascutum -London no Kyūjitsu-” sotto forma di booklet a partire dal 16 settembre.
Un “motion movie” è previsto per il 28 settembre quale ulteriore iniziativa pubblicitaria.
Dopo le 'nozze' di Oscar e André su Zexy, rivista nipponica dedicata ai futuri sposi, non sembra volersi fermare lo sfruttamento dell'icona sempreverde di Oscar, facilitato senz'altro dalla ripresa del manga da parte della Ikeda, che ha messo mano a dei prequel della storia originale a quarant'anni dalla conclusione della stessa.
Fonte consultata:
Anime News Network
Le immagini pubblicitarie coi due personaggi di Versailles no Bara inguainati nell'elegante impermeabile fanno bella mostra di sé in tutto il Giappone.
Il 12 settembre sarà inaugurato un sito che conterrà un capitolo speciale del manga.
La storia, che i visitatori potranno leggere gratuitamente per un mese, segue Oscar e André in cerca di Maria Antonietta, smarrita nella tentacolare Londra. Ritrovata la Regina, fortunatamente sana e salva, il gruppo decide di concedersi una vacanza e di fare un po' di turismo.
I negozi Aquascutum distribuiranno il capitolo speciale “The Rose of Versailles × Aquascutum -London no Kyūjitsu-” sotto forma di booklet a partire dal 16 settembre.
Un “motion movie” è previsto per il 28 settembre quale ulteriore iniziativa pubblicitaria.
Dopo le 'nozze' di Oscar e André su Zexy, rivista nipponica dedicata ai futuri sposi, non sembra volersi fermare lo sfruttamento dell'icona sempreverde di Oscar, facilitato senz'altro dalla ripresa del manga da parte della Ikeda, che ha messo mano a dei prequel della storia originale a quarant'anni dalla conclusione della stessa.
Fonte consultata:
Anime News Network
Se fanno una pubblicità dove Dante scrive la Commedia sulla carta igienica, non vedo perché non si possa fare una pubblicità di moda con i personaggi di Lady Oscar. Forse qualcuno ha dimenticato che gli anime e i manga, in primo luogo, sono prodotti commerciali.
e infatti è sbagliatissimo ridicolizzare la Divina Commedia così!
Gli anime e i manga sono prodotti commerciali è vero ma quando si tratta di opere artistiche di grande pregio che trasmettono valori e poesia è uno schifo vedere questo sfruttamento eccessivo in tal senso, come fai ad apprezzare una cosa simile?
Poi com'è che dopo tanti anni questi qua si son svegliati e hanno deciso di spremere nuovamente la gallina dalle uova d'oro fino a livelli mai visti prima? Si dedicassero a creare qualche altra opera di gran livello culturale piuttosto!
Il prodotto reclamizzato, poi, non mi sembra che danneggi in alcun modo l'immagine dei personaggi, della storia o dell'autrice (che tra l'altro avrà dato il suo permesso e ricevuto un compenso per dare l'ok alla pubblicità): perché negare (altri) cinque minuti di notorietà a un ottimo manga?
Viva il giappone
Guarda che è da una vita che i personaggi di Lady Oscar vengono usati per le pubblicità. E per quel che ricordo sempre di prodotti abbastanza legati al mondo di questi personaggi.
Tra le tante cose ricordo che la Maria Antonietta di Riyoko Ikeda ha fatto da reclame per un sacco di cosmetici, mentre Oscar è finita su svariate bottiglie di vino.
ti rispondo subito: perchè non ne ha nessun bisogno, anzi così facendo si rischia l'effetto contrario, cioè di imbarbarire un'opera autoriale, non pensata per vendere gadget di ogni tipo e misura.
@Monfrin
no bello mio, questo merchandising sfrenato è sintomo dei tempi superficiali odierni, non avevo mai visto prima capolavori come Lady Oscar insozzati così da mero gadget per viziatelli, io li ho vissuti gli anni 70-80 quindi vai a fare il saputello con qualcun altro che con me caschi male.
@Antoine
stesso discorso fatto per il tizio sopra, negli anni 70-80 queste operazioni di mero consumismo non si vedevano, c'erano giusto gli album di figurine e poco altro, anzi la cosa bella è che a scuola ci regalavano i libri sui vari anime, quella sì che era una bella pensata per divulgare un'opera artistica di tale levatura. Oggi è tutto imbarbarito, si pensa solo a guadagnare, a spremere il più possibile come limoni i fans più maniacali.
Ma tu parli dei gadget italiani! In Giappone si passava dalle classiche bambolette di pessima qualità alla spazzola per capelli per bambine. E chissà quante altre cose hanno fatto negli anni Settanta e Ottanta di "basso consumo" dedicate a Lady Oscar...
È chiaro che vista l'importanza e la levatura del prodotto, oggi ci sia un certo occhio di riguardo verso l'opera, che comunque è nata, come tutti i manga, come oggetto di intrattenimento (pronto ad essere silurato dalla rivista se non avesse avuto successo di pubblico).
Io non trovo volgare il merchandising recente prodotto. Come dicevo si tratta sempre di prodotti ricercati e adeguati ai personaggi: dai cosmetici, in cui svettano bellissime Maria Antonietta o Oscar in abito da donna, a vini da collezione, passando per piante di rosa appositamente selezionate. Oppure di nuovo le bambole, ma a questo giro iper ricercatissime nei dettagli, eleganti e costose. Poi ci sono anche state cose più modeste, ma sempre molto graziose, come i gashapon (ispirati direttamente alle illustrazioni del manga e non all'anime).
Dei prodotti di vestiario di alta moda rientrano a pieno in questo tipo di promozione commemorativa. I personaggi di questo manga, in particolare Oscar e Maria Antonietta, sono belli e raffinati e quindi adatti a fare "da modelli".
Trovo decisamente più tristarello il pachinko uscito alcuni anni fa.
Il giorno in cui facessero il mousepad con i ringonfiamenti-tette ergonomici mi cascherebbero le braccia, certo, visto che non si tratta del manga iper commerciale di Shounen Jump.
Su Versailles no bara non ho informazioni precise, ma quanto ad Atom e Tetsujin 28 Go so di certo che vennero sponsorizzati rispettivamente da Meiji e Glico, due famose industrie dolciarie giapponesi. E non solo, il design di Grendizer (Goldrake da noi) e di Daitarn 3, fu realizzato anche e soprattutto su richiesta dei produttori dei giocattoli dei relativi robot. Così pure il G-Fighter di Gundam fu voluto (leggi imposto) dallo sponsor che produceva i modellini, contro il volere di Tomino, il quale si "vendicò" bonariamente in una scena all''inizio di un episodio, dove Amuro spiegava al maresciallo Revil e agli atri ufficiali federali che diverse delle combinazioni possibili del Gundam con il G-Fighter erano praticamente inutili. E poi nei film cinematografici ha eliminato quell'apparecchio, sostituendolo con il G-Booster, un caccia che affiancava, ma non si combinava con le componenti del Gundam. Tutto questo che ti ho raccontato non è frutto della mia immaginazione, ma di letture di saggi ed interviste di autori uscite negli ultimi 20 anni sulle riviste che trattano di animazione. Apri un po' gli occhi sulla realtà è fatti passare questa furia da purista integralista. Il cinema d'animazione è soprattutto un grande business, che ha bisogno che vengano investiti molti soldi, visto anche che non è il lavoro di solo due o tre appassionati che lavorano così solo per la gloria, ma di squadre di decine di professionisti che si fanno un **** così è che ovviamente devono essere pagati, perché nessuno vive d'aria, men che meno chi lavora in questo campo. Torno a ripeterti che se la Meiji non avesse fiutato l'affare delle figurine di personaggi da mettere nelle confezione di tavolette di cioccolato, il povero Osamu Tezuka avrebbe dovuto chiudere la serie di Atom dopo soli 3-4 episodi, invece dei 193 che effettivamente riuscì a realizzare, anche perché la rete televisiva che trasmise questa serie, a partire dal 1963, pagava una cifra troppo bassa perché potesse continuare a produrre senza che la Mushi Production finisse in breve in bancarotta (cosa che però avvenne una decina d'anni dopo per altri motivi). E così da allora è sempre stato per le serie TV giapponesi, e penso, anche se in maniera meno evidente, anche per le pellicole cinematografiche, il binomio sponsor-produttori non è mai stato possibile scindere, e oggi è più forte che mai. Potrà non piacerti, ma questa è la realtà, fattene una ragione!
Sui gadgets di Lady Oscar, bisogna ricordare che in Giappone è sempre stato pieno di gadgets, addirittura hanno fatto dei negozi specializzati solo su Lady Oscar.
Per quanto riguarda l'Italia, non bisogna dimenticare che Lady Oscar assieme a Candy Candy è stato l'anime shojo che negli anni '80 ha avuto più mercato.
Non so esattamente da che lato prendere questa notizia, anche se Oscar e André rimangono bellissimi sempre, davvero... poi vedere lei girare per Londra... *O*
http://youtu.be/Y_MUZG0665k
Consiglierei di leggere queste situazioni con un filino di ironia e buon gusto.
non dico che qui non ci sia ma preferisco aspettare e vedere. comunque se Ryoko Ikeda non si è opposta, e non ditemi che non lo sa perchè i diritti sono suoi, non vedo che problema ci sia con noi.
Sta alla persona non cadere nelle trappole commerciali che chi vuole guadagnare tende.
in ogni caso la stessa Ikeda ha disegnato due volumi in versione chibi di lady oscar inserendo prodotti commercili, abitudini giapponesi (siamo in Francia lo ricordo), suoi eroi odieni o dell'immediato passato, sportivi e non, oltre che interessanti curiosità sulla sua opera originale.
peertanto io concordo con Debris nel dire che bisognerebbe leggere queste opere con ironia e la stessa ingenuità con cui i bambini giocano ai duelli usando i rami.
non è un uso offensivo, considerato tra l'altro che qui in Italia i volumi di lady oscar sono rintracciabili più o meno come il santo Graal perciò ogni nuova è per me una potenziale buona nuova.
Ciò non toglie che questa sia la mia opinione.
In Giappone non è così. Anime e manga esistono per vendere, e alcuni come lady oscar passano la barriera del prodotto commerciale per diventare fenomeni di costume se non addirittura della letteratura.
Per chi non lo sapesse, oltre che indicativo dei grandi classici manga, Versailles no bara è al novero dei classici della letteratura giapponese.
La loro cultura è abituata a dare peso all'arte visiva in tutte le sue forme, e vedere i vari personaggi impiegati come testimonial di questo o quel prodotto è niente meno che il nostro impiegare personaggi e situazioni tipiche della nostra cultura per la pubblicità. Con la differenza che noi, al massimo, la pubblicità la facciamo fare a calimero o a personaggi che nascono proprio per essere identificati col prodotto.
Un conto è poi che siano usati come testimonial, un conto è che vengano creati prodotti a loro dedicati, come fu a suo tempo per la cristalleria, o, In tempi più recenti, varietà di rose da vivaio frutto di appositi e particolarissimi innesti. Io lo vedo come un tributo che non inquina il lustro di Versailles no bara, bensì dimostra l'affetto e la considerazione di cui l'opera continua a godere anche dopo 43 anni.
No, perchè la giacchina è carina eh, per carità...
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