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Quarantacinque minuti sono pochi per un film, ma nemmeno insufficienti se venissero considerati come due puntate collegate da un filo conduttore. La base di "Un-Go Episode 0 - Inga-ron" sembra sfruttare questo punto di vista per mettere in scena la storia dell'incontro fra i "Detective falliti", Shinjuurou e la sua assistente sovrannaturale Inga: un caso che riprenda l'oscuro passato del giovane, per svelarlo e al tempo stesso mostrare il suo ritorno in Giappone, condito da vecchie conoscenze e nuovi personaggi.
Un'idea astuta che permette di esplorare uno dei tanti aspetti poco approfonditi in "UN-GO", purtroppo a causa dell'esiguo numero di puntate a disposizione dell'anime, anche se sembra concedere ben pochi spiragli per analizzare altre tematiche e le new entry del cast. Gli argomenti chiave affrontati dall'opera sono molto simili a quelli presenti nella serie, uno su tutti l'ipocrisia dell'essere umano, nonostante alcune sfumature che paiono fornire barlumi di speranza mancanti nel precedente adattamento: la verità non è per forza quella stabilita da qualcun'altro.

Una presa di coscienza che si delinea dal passato al presente, grazie a diversi salti temporali incastrati fra di loro per offrire un quadro il più possibile completo della vita di Shinjuurou, prima dell'inizio dei fatti dell'anime: un ragazzo orfano, cresciuto in svariate famiglie e con una grande passione per il nuoto, praticato quasi a livelli agonistici. La panoramica iniziale espone la vita di una persona che, seppur colpita da una tragedia in giovanissima età, potrebbe affermarsi tranquillamente nella società grazie alle sue doti indiscusse. Come gli hanno sempre ripetuto i molteplici parenti adottivi, potrebbe diventare importante per qualcuno. Una frase che spinge Shinjuurou, una volta raggiunta la maggiore età, ad abbandonare la carriera nel nuoto per dedicarsi a un cinema itinerante nei paesi colpiti dalla guerra. Il ragazzo afferma di farlo per poter donare un sorriso alla povera gente colpita dal conflitto, ma qual è la verità racchiusa nel suo animo? Bontà o paura? Una domanda a cui lo stesso giovane cerca risposta fino al presente del film, dove, in un Giappone in parte distrutto dai bombardamenti, un culto seguace della Dea Bettenou comincia a preoccupare il governo, costretto a chiedere l'aiuto di Shinjuurou in una serie di omicidi compiuti dalla divinità fra le file di fedeli. Dietro il volto costantemente bendato del fondatore della setta si nasconderà davvero uno di quei ragazzi che Shinjuurou ha condotto, nel passato, inavvertitamente verso la morte?

Un'altra idea interessante, appena accennata nella serie animata, è senz'altro quella di riprendere il culto di Bettenou, sebbene quest'ultimo venga impiegato in un modo non del tutto convincente, almeno immaginando le numerose possibilità di inganni e illusioni sfruttate decisamente meglio in "UN-GO". Il colpevole, in questo caso, risulta individuabile da subito e la scelta di far rientrare in gioco la Kami appare più che altro legata alla volontà di proporre l'ennesima dualità fra verità e illusione. Non aiuta il constatare le contraddizioni fra il film e l'anime: se Shinjuurou aveva già incontrato Bettenou, arrivando a intuire la reale natura della divinità, perché avrebbe dovuto impiegare tutto quel tempo per smascherarla in "UN-GO"?

Non aiuta la visione pessimistica riproposta, apprezzabile nell'anime per via del bilanciamento con il punto di vista differente di Kaishou (relegato a mera comparsa nel film), ma squilibrata in quest'opera, capace di gettare lo spettatore in un turbine di cinismo soprattutto grazie alla sconcertante indifferenza di Shinjuurou, verso tutto e tutti. Una ripetizione eccessiva dei temi presentati in "UN-GO", che avrebbe richiesto un'adeguata contrapposizione per apparire meno indigesta.

L'aspetto grafico non conferisce né infamia né lode al progetto, limitandosi alla qualità dei disegni e delle animazioni degli episodi della serie. Una scelta sicuramente dovuta a motivazioni collegate al budget, nonostante rappresenti comunque un'occasione mancata.
In compenso, "Inga-ron" risulta godibile e interessante per chi ha visionato "UN-GO", anche se con tematiche ripresentate senza troppi cambiamenti e con pochi approfondimenti interessanti.

Sei, per i piccoli passi indietro ma anche per quei punti di vista arricchiti da ulteriori sfumature.