Nato nel villaggio di Nishinaruse (luogo poi unito ad altre realtà urbane formando la città di Yokote), località giapponese situata nel distretto di Ogachi della prefettura di Akita. Figlio maggiore di un contadino, cresce circondato dalla natura. I suoi passatempi da bambino sono la pesca e la raccolta di insetti. Registrato all'anagrafe con il nome di Takao Takahashi.
Rimasto impressionato da storie come Saiyuuki di Miyao Shigeo e Norakuro di Suihō Tagawa inizia a leggere molti manga lavorando anche per poterli comprare. Influenzato dai lavori di Osamu Tezuka, soprattutto da Ryuusenkei Jiken e Metropolis, arrivando a scrivergli una lettera ottenendo anche una risposta. Alle medie inizia a sognare di diventare un autore di manga, ben sapendo di come all'epoca il pensiero comune era associare l'essere artisti alla povertà. Dopo aver conseguito il diploma alla scuola superiore Masuda della prefettura di Akita, per aiutare economicamente la sua famiglia, inizia a cercare lavoro. Viene impiegato presso la Kabushiki Kaisha Hokuto Ginkō, una banca, per dodici anni.
A partire dal 1966 cerca la pubblicazione, sottoponendo i suoi lavori all'attenzione delle varie redazioni di riviste di manga, ma senza ottenere le risposte sperate. Durante l'estate del 1968 visita la sede della rivista Garo a Tokyo cercando spiegazioni sui continui rifiuti, venendo accolto il caporedattore e fondatore Katsuichi Nagai si lamenta delle sue illustrazioni. Nell'occasione riceve consigli da diversi personaggi illustri dell'epoca come Ryoichi Ikegami e Yoshiharu Tsuge.
Debutta nel 1969 con "Nagamochi Utako" pubblicato sulla rivista Garo. Dopo aver pubblicato diverse opere brevi, one-shot, volendo perseguire il suo sogno, decide nel 1970 di lasciare l'impiego e trasferirsi a Tokyo lasciando moglie e le due figlie a Yokote. La consorte non si oppone alla stravagante scelta di vita del marito.
Per sostenersi economicamente deve impegnarsi in più lavori, un suo ones-hot viene pubblicato sulla rivista Weekly Shonen Sunday e nel 1970 disegna "Otoko Michi" con storia di Ikki Kajiwara. Lo pseudonimo utilizzato da Takao nasce da un'idea dello stesso Ikki, pensando alla stazione di Yaguchiwata. Dopo diversi lavori anche pubblicati simultaneamente arriva la svolta con "Tsurikichi Sanpei" (1973 - 1983). L'opera riscontra il favore della critica ottenendo nel 1974 il 4° Kodansha Publishing Culture Award (predecessore del Kodansha Manga Award) nella categoria kodomo.
Il lavoro viene trasposto in una lunga seria anime di oltre 100 episodi prodotta da Nippon Animation. Il successo dell'opera è dimostrato dalle vendite, nel mese di ottobre del 2020 si sono contate circa 50 milioni di copie in circolazione. Il manga risveglia l'interesse dei lettori verso la pesca e il personaggio di Sampei Nihira ne diventa un'icona. Altri suoi lavori includono "Oraga Mura" (1973 - 1975), "Tsuribakatachi" (1973 - 1983) e "Gekitou Magnitude 7.7" (1990 - 1991). Scrive spesso opere brevi con il tema della natura o della pesca.
Nel 2003 diventa il curatore del museo dedicato a Shōtarō Ishinomori, aperto due anni prima. Nel tempo ha potuto avvalersi dell'aiuto di diversi collaboratori poi diventati autori importanti come Tomohisa Nagao, Jun Hayase e Jun Nishikawa. Muore il 20 novembre del 2020 all'età di 81 anni, dopo essere stato ricoverato in ospedale dove era in cura per una forma tumorale al pancreas, scoperta nel mese di maggio dello stesso anno, come riferisce la figlia minore Kouru.
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