E' una notizia che mi coglie del tutto impreparata, mi fa tantissimo male al mio cuore e mi lascia infinitamente triste. Hana-Kimi è stato per me uno di quei manga che hanno segnato una delle tappe fondamentali della mia passione per il Giappone, ne sono affezionata in maniera speciale. Lo scoprii del tutto per caso, in un momento in cui io ero affamata di shojo manga e il mercato italiano in quel momento ci offriva (e non ce ne rendevamo conto appieno) il meglio del meglio: per Dynit uscivano in contemporanea Karekano e Fruits Basket e poi Host Club per Panini, cui forse Hana-Kimi 'assomiglia' o richiama per certi versi (con una identità tutta sua, però). Tutti nomi grandissimi, in Italia certo con una popolarità ben più immensa di Hana-Kimi, e personalmente mi spiace che forse quest'ultimo abbia finito per esserne probabilmente anche 'oscurato', ma non per questo l'opera è da intendersi minore, anzi.
Nell'opera della Nakajo vi è un insieme di personaggi ben disegnati, molto variegati, ben ripartiti tra maschi e femminucce, tutti ben caratterizzati al punto che a distanza di oltre un decennio ricordo ancora perfettamente nomi, cognomi e dormitori di appartenenza. Hana-Kimi è un universo scolastico fatto di una commedia sempre ben dosata, tantissimi equivoci (romantici e non) a volte totalmente deliranti, che paiono talora mescolare le atmosfere di Host Club a quelle di Lamù. C'è il gender-bender (di quello fatto bene, peraltro proposto in più salse), ci sono i bishoni e tante bishojo, si parla di rivalità, sport, problemi di famiglia (seri e sgangherati), competizioni scolastiche, tanti amori che vogliono fiorire e altro ancora. Lo misi nei miei 10 manga imperdibili, e lo rimetterei a tutt'oggi: https://www.animeclick.it/news/36820-animeclickit-top-10-manga-i-consigli-di-zettailara Il suo stile di disegno appariva forse nulla di che all'inizio (non certo brutto, s'intende, ma molto affine ad altri del periodo), ma poi si assiste a un'evoluzione finissima, di cui l'illustrazione qui sopra (♥) è una rappresentazione davvero perfetta.
La Nakajo era stata poi meravigliosa nel portare la sua Osaka in questo manga, con i personaggi che si chiamano letteralmente come cittadine della prefettura (Nakatsu, Ashiya, Izumisano, per citare solo i tre protagonisti) o zone di Osaka stessa (il dottor Umeda, il senpai Nanba Minami, e poi Tennoji, Abeno etc etc). In un momento in cui di Tokyo noi otaku riconoscevamo sì e no la Tokyo Tower e poco altro, la bandiera che la Nakajo ha fatto svettare su Osaka (e di cui all'epoca ovviamente non seppi cogliere nulla) è stata per me nel tempo illuminante, e ancora oggi quando posso passeggiare per Osaka o ne osservo una mappa mi metto a sorridere, perché il pensiero va lì, qui, a questo manga.
Inutile dire poi che questo è stato precisamente il manga che mi ha condotto dritta dritta verso i drama (e poi gli idol), spalancandomi un universo sconosciuto ma interessantissimo e sfaccettato: di Hana-Kimi, infatti, non esiste alcun manga, ma a me il manga non bastava, e allora vai col drama taiwanese (il mio primo drama, divertentissimo e spettacolare), e poi quello giapponese, che come ricorda Kotaro ha 'battezzato' un'intera generazione di attori/trici oggi di altissimo livello, e da lì mi sono espansa, a seguire Ogurin, Toma, la Maki Horikita e tutti gli altri nell'evoluzione delle loro carriere e così via.
Il post che ha lasciato Ikuta Toma in onore della Nakajo mi ha commossa di tenerezza e gratitudine, mi ha fatto catapultare il cuore indietro nel tempo e al contempo nella consapevolezza che tutto ciò che mi ha donato Hana-Kimi mi ha aperto gli occhi su più fronti, mi ha arricchita enormemente, mi fa scaldare il cuore ancora oggi, e lo farà anche domani. E non importa quanto tempo passerà, per me Hana-Kimi è eterno, e sono certa che grazie alla passione e al cuore che la Nakajo ci ha messo, la sua opera potrà arrivare ancora a tante persone, mentre lei ci osserverà, spero bonaria, dal cielo. Riposa ora in pace, sensei. Ci hai lasciato troppo presto, ma non ci hai lasciato a mani vuote. Grazie infinitamente ♥
Che dispiacere, così giovane. Hanakimi non è chissà che capolavoro, ma rimane comunque un titolo importante per gli shoujo di fine anni 90-inizio 2000 e resterà sempre nei miei ricordi. Siamo stati fortunati a poterlo leggere legalmente e interamente in italiano. Arigatou gozaimasu, sensei.
Che brutta notizia, non l'avrei proprio voluta leggere. Mi dispiace davvero molto. Hanakimi è una di quelle opere che ancora custodisco gelosamente nella mia libreria. Mi ha regalato tante risate e batticuori adolescenziali indimenticabili e per questo posso solo ringraziarla.