"Ti do alcune possibilità. 'Mancanza di lavoratori?' Lo sappiamo. Cosa succederà dopo? Una volta che avranno raggiunto il numero massimo di lavoratori, ne ridurranno le condizioni di lavoro.
ma cosa minghia sta dicendo questo?. se non ci sono lavoratori sul mercato, quei pochi che restano vengono pagati molto di più, non meno. Manco la legge della domande e dell'offerta, ma chi è sto tizio?
I nostri soldi arrivano ai distributori che comprano i diritti. In Giappone arrivano direttamente ai produttori, ma comunque non agli studi d'animazione, che di solito sono pagati praticamente su commissione.ma cosa minghia sta dicendo questo?. se non ci sono lavoratori sul mercato, quei pochi che restano vengono pagati molto di più, non meno. Manco la legge della domande e dell'offerta, ma chi è sto tizio?
Meglio se pensa al suo lavoro, che l'economia non è proprio per lui...
Poi vi voglio far notare che per pagare di più gli animatori anche gli studi devono guadagnare di più (nel senso che siamo noi a dover pagare di più), ma qui ogni volta che aumentano i prezzi degli abbonamenti la gente è in rivolta
L'industria degli anime non credo morirà, come ha già detto qualcun'altro semplicemente si trasformerà.
L'industria degli anime si è già modificata alcune volte nel corso dei decenni.
In futuro probabilmente avremo più anime simili che si assomigliano l'uno con l'altro(già oggi in certi generi di anime sta accadendo questa cosa) e meno anime originali, bisognerà semplicemente fare una scrematura e scegliere le poche serie di qualità nel calderone degli anime tutti simili tra loro.
I nostri soldi arrivano ai distributori che comprano i diritti. In Giappone arrivano direttamente ai produttori, ma comunque non agli studi d'animazione, che di solito sono pagati praticamente su commissione.ma cosa minghia sta dicendo questo?. se non ci sono lavoratori sul mercato, quei pochi che restano vengono pagati molto di più, non meno. Manco la legge della domande e dell'offerta, ma chi è sto tizio?
Meglio se pensa al suo lavoro, che l'economia non è proprio per lui...
Poi vi voglio far notare che per pagare di più gli animatori anche gli studi devono guadagnare di più (nel senso che siamo noi a dover pagare di più), ma qui ogni volta che aumentano i prezzi degli abbonamenti la gente è in rivolta
Per quanto riguarda queste dichiarazioni, nulla di nuovo. Come detto da altri lui è un semplice animatore freelence, quindi la sua parola vale il giusto, ma alla fine sono le solite cose che vengono ripetute da anni. Per quanto riguarda la paga non so se sia un errore di traduzione, ma c'è da dire che questa industria funziona in modo molto strano. Banalmente, se ci fossero meno animatori, i restanti dovrebbero comunque lavorare di più, e non non è detto che aumentarebbero le paghe.
Funziona tutto a cascata e nessuno di loro decide di beccarselo pagando più soldi per lo stesso prodotto e chiedendone gli stessi al suo cliente
Funziona tutto a cascata e nessuno di loro decide di beccarselo pagando più soldi per lo stesso prodotto e chiedendone gli stessi al suo cliente
sì, solo nel mondo dei sogni esiste una redistribuzione del genere.
Purtroppo qualsiasi aumento di denaro rimane sempre nei piani alti, ogni settore per produrre di più finisce con l'abbassare la qualità dei prodotti e lo stile di vita dei propri dipendenti.
Non lo percepisci nella vita reale?
Paghi le robe sempre di più ma la gente, pure la stessa che ti offre il prodotto che stai comprando "é povera" quanto te?
Stai letteralmente contraddicendo il tuo commento precedente.Esiste una cosa chiamata CONCORRENZA.
La situazione che descrivi tu sarebbe possibile solo se ci fosse un unico studio di animazione. Nella realtà se c'è uno studio che chiede 100 per dividere 50 tra tutti i dipendenti e 50 per chi dirige lo studio, allora ce n'è sicuramente un altro che "si accontenta" di chiederne 49 per se e 50 per tutti gli altri dipendenti (e se non c'è già esce fuori nel giri di due minuti, ma nel caso specifico degli anime, ci sono già). Poi si continua così via via fino a quando si arriva al punto che di meno non possono chiedere.
Onestamente meglio così secondo me. Preferisco che adattino materiale esistente (e ancora ce n’è fin troppo che andrebbe adattato/riadattato) piuttosto che fare salti nel vuoto con opere originali.Secondo me il problema "grosso" dell'animazione giapponese e' che sforna troppa roba tratta da opere gia' esistenti e scarseggia un bel po' su opere originali.
Questo modo di fare sicuramente ti fa prendere rischi di molto inferiori dal creare un qualcosa dal nulla ma anche gli introiti saranno ovviamente molto piu' bassi.
Si, concordo in parte, il mio non era un dire meglio o peggio ma un'analisi sulla parte economica del settore.Onestamente meglio così secondo me. Preferisco che adattino materiale esistente (e ancora ce n’è fin troppo che andrebbe adattato/riadattato) piuttosto che fare salti nel vuoto con opere originali.Secondo me il problema "grosso" dell'animazione giapponese e' che sforna troppa roba tratta da opere gia' esistenti e scarseggia un bel po' su opere originali.
Questo modo di fare sicuramente ti fa prendere rischi di molto inferiori dal creare un qualcosa dal nulla ma anche gli introiti saranno ovviamente molto piu' bassi.
Se c’è dietro un regista e uno sceneggiatore che ci sanno fare e chi gli sta intorno ha le capacità, il tempo e i mezzi adatti va benissimo e molte opere originali si sono rivelate capolavori rimasti nella storia, ma allo stesso tempo ce ne sono un maggior numero che avevano buone idee che si sono andate a rovinare per mancanza di tempo, problemi di produzione e quant’altro. Gli anime (o per lo meno le serie anime) hanno troppe incognite per essere un “veicolo” affidabile per una storia originale a parer mio.
Ah beh sì, quello probabile.Si, concordo in parte, il mio non era un dire meglio o peggio ma un'analisi sulla parte economica del settore.
Ah beh sì, quello probabile.Si, concordo in parte, il mio non era un dire meglio o peggio ma un'analisi sulla parte economica del settore.
Il fatto è che in generale secondo me andrebbe fatta meno roba punto, non c’è bisogno di 20 isekai harem a stagione dove 18 di questi finiranno nel dimenticatoio dopo neanche un anno. Concentrarsi su meno opere di qualità che hanno più probabilità di diventare brand famosi anche all’estero secondo me taglierebbe molto di più le spese che gli introiti.
Ma immagino che se continuano a sfornarne una ragione ci sarà e forse sto sottovalutando i soldi di semplice trasmissione + bluray in patria e simulcast all’estero.
In realtà non credo di aver mai sentito parlare di novel troncate per le poche vendite, se ci sono mi sembra comunque sia un’evenienza molto rara. Ho l’impressione che il mercato novel la prenda molto più “alla leggera” non essendo vincolato a riviste come i manga, e quindi lasci continuare più o meno tutto semplicemente aggiustando la tiratura. Tutte mie supposizioni eh, se qualcuno ne sa di più sono tutt’orecchi.Il fatto è che praticamente tutti quegli harem isekai vengono da serie di light novels che hanno all'attivo tipo 15-25 volumi. Vuol dire che è roba che vende sul serio! Evidentemente un mercato consistente ce l'hanno. Stessa cosa per gli otome, le romcom e altri generi frequenti (qualcuno direbbe "abusati").
Dove posso leggere di più su questa cosa? Cercando George Wada trovo solo che è il presidente di Wit Studio, che seppure non sia esattamente famosa per le sue condizioni di lavoro, mi sembra abbastanza in linea con tutti gli altri studi (anzi, fino a un anno fa non aveva neanche mai fatto più di una serie contemporaneamente).Ora entra George Wada. Assicura alla produzione tempi che non hanno un cazzo di senso e prezzi per commesse aggressivissimi.
Di fatto, pur con commesse più basse ma producendo più anime per stagione a fine anno si ha un fatturato maggiore.
George Wada ha inventato la corsa dei ratti nel settore degli anime industriali, si produce sempre di più e sempre di più appaltando il grosso della produzione anime all'estero.
E' un animatore molto famoso e chiaccherato da qualche anno. E' un bene che ci siano anche volti nuovi.Mai sentito. Addirittura ha lavorato a One Piece e Jujutsu Kaisen, sarà il nuovo idolo dei 13enni
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Ma un industria non muore mai, si trasforma soltanto.
Purtroppo, raramente si trasforma in modo positivo per i lavoratori.