<i>"Strana gente sti artisti."</i> Ma no, è una diceria, è solo gente un po' più misantropa e distratta del normale
<i>"...li fai lavorare gratis per te... Hai talento, ma devi fare gavetta... Dai, che così fai curriculum!</i> Un artista o (soprattutto) aspirante tale non dovrebbe fare NULLA gratis, neanche firmare un tovagliolo sporco. I loschi figuri che cercano di irretire giovani ed ingenui talenti promettendo mari e monti, senza sborsare un centesimo vanno tenuti rigorosamente alla larga. Non c'è alcun bisogno di svendersi, meglio prendersi qualche anno sabbatico coltivando i propri interessi e migliorandosi, piuttosto che perdere tempo dietro dei cialtroni. ps: il principio del "far curriculum" è un'emerita cretinata.
Da Sceneggiatore, se voglio fare curriculum partecipo ai concorsi, non regalo certo del materiale a una casa editrice.
Se pubblico (e pubblico) è solo quando vengo pagato, o se lo scordano.
Questo dovrebbero impararlo TUTTI, altrimenti coloro che non si fanno pagare danneggiano il mercato e gli altri fumettisti che vorrebbero trasformare la passione in un lavoro.
Poi, visto che gestisco Mangaijin, una pietra a mio favore: noi siamo online e gratuiti, nessuno ci guadagna un soldo e quindi ovviamente non paghiamo un soldo, ma è una cosa messa subito in chiaro. Non siamo "editori", siamo una vetrina gratuita per coloro che hanno una storia nel cassetto e vogliono mostrarla, mantenendo tutti i diritti d'autore.
Bhe qualsiasi lavoro tu faccia prima o poi devi accettare le marchette, per cui non capisco sinceramente tanta stizza. Però è innegabile che in Italia l'editoria sia maestra nel distinguersi per superficialità, arroganza e qualunquismo, a prescindere dal fatto che si stia parlando di musica, cinema, fumetti, libri o altro. Il pittoresco ci ha fregato per tre secoli amate il pane piuttosto, cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio.
Epicuro (anonimo)
- 15 anni fa
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travellerkino, evidentemente non conosci la gente che gira nell'editoria. Certo, in giro non c'è molto di meglio ma almeno se faccio un lavoro "fisico" e prendo una fregatura chi m'ha fregato non mi vien a fare storie sui massimi sistemi e che intanto ho pubblicato e "che la va male" eccetera.
Il problema è che l'orto degli "autori disposti a lavorare gratis" è sempre gravido nel mondo del fumetto.
Inoltre bisognerebbe una volta per tutte far due conti e capire se in Italia è possibile produrre fumetti pagando il giusto a tutta la filiera produttiva dato che, sinceramente, non capisco perché come autore dovrei essere l'unico a dover ragionar (e lavorare) "con passione" se l'editore, lo stampatore, il distributore eccetera a fine mese mi predicano la storia del pallottoliere e dei conti da far tornare.
Wow, mette bene in guardia. Ne terrò conto quando avrò il coraggio di mostrare i miei "cosi" agli editori...e soprattutto a certi editori. @travellerkino: scusa, che vuol dire marchette?
Per fortuna alla Fumettopoli ho preso un fumetto (in stile manga, quasi quasi cerco uno scanner e invio il materiale per farne una scheda ...) autoprodotto, proposto dagli autori stessi, che costa 2€. Quindi c'è chi riesce a autopubblicarsi con passione e avendo degli utili (spero)...
Non mi dimenticherò mai quando al Torino Comics, quella volta che fu inglobato dalla Fiera del Libro, aiutai lo stand di un famosissimo sito di autopubblicazione libri (e non solo)... venne una ragazza in cosplay a informarsi sulla cosa, spiegandogli che ciò che offrivamo era un servizio completo per quanto riguarda la stampa e che il prezzo lo faceva l'utente, e che tolti i costi appunto di stampa, il sito si prendeva il 10% di ciò che rimaneva... essendo tutto digitale non c'era un tetto minimo di copie da stampare (esatto, anche una sola...), e che se le ordinava l'autore avrebbe pagato solo il costo di stampa e quel 10% (e le spese di spedizione). Ebbene, questa ragazza mi chiese cosa facevamo per promuovere gli autori... Capite anche voi quanto anche dall'altra parte ci sia gente che pretende troppo?
Almeno ho avuto la soddisfazione che certi libri che mostravamo (per far capire la qualità di stampa e varietà, non per venderli) ora sono pubblicati da editori grossi (tranne "Compagni di Viaggio", quello se lo dovevano promuovere coi denti, e al Cartoomics erano in zona gioco a sbattersi).
Simpatico. Irriverente ma simpatico. Il mondo dell'editoria così come quello di qualsiasi altro mercato non ha nulla a che fare con l'arte, solo con i soldi. E' normale. A me piace scrivere e disegnare, ma in quest'ultimo non sono bravissimo. Però i fumetti mi piacciono un sacco. Se potessi aprirei una fumetteria od una libreria e la gestirei. Ma l'editore non mi inspira tanto.
Io ho scritto un libro per hobby. E credo che rimarrà per hobby. Vai a trovare chi me lo possa pubblicare. Se non si abita in grandi città si ha poche possibilità. Conosco uno che come secondo lavoro fa lo scrittore e gestisce anche una piccola casa editrice insieme ad un altro. Ma ha un campo provinciale o al massimo regionale. Però chissà...
Testo sicuramente irriverente, come ha detto Ghibli92, tuttavia non ne capisco il senso. Ha detto qualcosa di nuovo??? Ha cercato una soluzione al problema??? Capisco (o almeno credo) che abbia dovuto ingoiare qualche "rospo amaro", ma a volte bisognerebbe anche cercare di proporre qualche soluzione. Te la prendi con l'editore, con lo stampatore, con il fumettaro, con il lettore, con tutti, ma poi...
P.S. non è vero che i 100% Marvel costano 18 euro, per fortuna costano meno. Mediamente siamo sui 13-14 euro.
P.P.S. chiedo scusa se ho scritto qualche inesattezza, oggi pomeriggio appena torno a casa, mi rileggo con calma l'articolo e vado pure sul blog di Storie di Nessuno
Davvero simpatica sta storia... Però non dic enulla di nuovo, son cose che già tutti (o quasi) sanno (o dovrebbero saperlo). Sicuramente lo racconta in un modo molto ""colorito" nelle espressioni però è sempre un qualcosa di già sentito e visto spesso.
Come opinione personale penso che se vuoi trasformare l apassione in lavoro, oltre che al talento devi avere due c******i COSì, sapere quali sono i tuoi diritti e farli rispettare, perchè fare gavetta non vuol dire calar i pantaloni e dir prego fate pure. Io la penso così..
libri, musica, ecc... è uguale. l'autore di certo vuole che gli torni qualcosa ma è anche vero che mica si può pagare per qualcosa che non renderà niente. prendersela con l'editore che di certo non è un santo ma un imprenditore a cui di certo l'unica cosa che gli importa è il guadagno e in fondo è giusto cosi, quando io lavoro il capo mi paga perchè sa che dal mio lavoro esce almeno 20-30 volte di più di quello che mi paga. cosa è giusto allora??? nei campi delle opere va pagato il gettone del diritto d'autore per il resto, se ci sono insuccessi è perchè non si è capaci.
è un inno alla merrrr hahaha "Mer**. Ma tanta, a fiumi, anzi no, abbondiamo, a mari. Un mare di mer** dove puoi nuotare non sarà facile sbolognare ettolitri di fagotto fumante
Divertente l'articolo e anche molto realista, non è facile iniziare in nessun campo, non sono nell'editoria.
punto primo: ma gianni e pinotto sono davvero un'accoppiata vincente? brutto mondo quello dell'editoria, brutto e spietato. ci vuole sempre una bella dose di fortuna.... il propinamento di escrementi a pagaiate più che una metafora pare una maledizione inevitabie.
onestamente, io leggo ben altro in questo articolo. Non mi sembra un riferimento all'editoria italiano, ma una critica al privato diffidente che presuntuosamente si affaccia al mondo del fumetto, privo di conoscenze e nozioni, e crede che tutto sia bello e tutto sia facile, che basti stampare quattro porcate ( sfruttando l'artista ingenuo ) per vendere e diventare famoso.
In soldoni, difende i prodotti delle fumetterie, denigrando il luogo comune del manga e del comics " roba per bambini " , non credo si alluda all'editoria italiana, al mercato di nicchia etc etc
Secondo wikipedia dicesi marchetta: Originariamente il termine marchetta designava una sorta di francobollo (marca, appunto) che veniva applicato sul libretto di lavoro degli operai per attestare l'avvenuto pagamento dei contributi previdenziali, in epoca fascista. In senso traslato il termine venne usato per indicare un gettone che il cliente di un bordello ritirava alla cassa pagando in anticipo la prestazione e che successivamente lasciava alla prostituta con la quale s'intratteneva, in modo tale da permetterle di riscuotere il compenso dovutole. Da qui in poi, il termine marchette è sempre stato riferito all'ambito della prostituzione. Al giorno d'oggi, fare marchette o essere un marchettaro designa una persona dedita alla prostituzione femminile o maschile.
In sostanza se non trovi un bell'anello incastonato di rubini da succhiare, finisci come lo scheletro del disegno su comicsblog: un bel cartello in mano con sopra la scritta: "Sono in pausa pranzo" (nel senso che i tuoi pranzi sono momentaneamente sospesi).
HulkSpakk (anonimo)
- 14 anni fa
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Sono l'autore dell'articolo. Ringrazio tutti voi per i commenti (è il primo sito che trovo dove non mi si da apertamente del pirla. Sono commosso). Comunque, a scanso di equivoci, io non sono nè un autore nè un aspirante autore.
Ma no, è una diceria, è solo gente un po' più misantropa e distratta del normale
<i>"...li fai lavorare gratis per te... Hai talento, ma devi fare gavetta... Dai, che così fai curriculum!</i>
Un artista o (soprattutto) aspirante tale non dovrebbe fare NULLA gratis, neanche firmare un tovagliolo sporco. I loschi figuri che cercano di irretire giovani ed ingenui talenti promettendo mari e monti, senza sborsare un centesimo vanno tenuti rigorosamente alla larga.
Non c'è alcun bisogno di svendersi, meglio prendersi qualche anno sabbatico coltivando i propri interessi e migliorandosi, piuttosto che perdere tempo dietro dei cialtroni.
ps: il principio del "far curriculum" è un'emerita cretinata.