uh, speriamo che Cannarsi non veda l'aggettivo "capolavoro" associato a Paprika, sennò comincerà a sparare a zero dando dell'incompetente e ignorante a tutti gli autori comuqneu lo comprerò sicuramente, mi interessa parecchio (adoro i monorafici)
Mah, sono in disaccordo su alcune cose dell'articolo, che non so se vengano dalla penna dell'autore di tuttocartoni o da quella degli autori del libro. Per esempio mi piacerebbe sapere cosa abbia di miyazakiano Millennium Actress. Mistero. E Tokyo Godfather, può anche darsi sia dickensiano, ma è ispirato a "3 Godfathers" di J. Ford.
Per il resto condivido su quasi tutto, anche se, magari il libro sarà pure asciutto e poco formale, ma in compenso l'articolo ogni tanto spara paroloni che se uno non mastica un po' di Kon o di cinema può restare un leggermente spiazzato. Comunque ci sta. E mi ricorda anche qualcosa...
[<b>Moderatore</b>: dagli autori del libro... - Antonio.]
Mamma mia che uso improprio della lingua italiana! Più che la descrizione di un libro sembra un collage di frasi incomprensibili messe a caso (soprattutto la parte che descrive i film e la riflessione conclusiva sulla carriera). Se certi autori/registi vengono considerati di nicchia e ghettizzati non è per una loro "singolarità" (visto che ogni autore/regista campato ha avuto un proprio stile e una propria originalità) ma per il semplice fatto che i culturi che ne parlano usano un linguaggio demenziale e inutilmente oscuro (definire dickensiano Tokyo Godfathers -per cosa? Per la neve?). Una cosa comunque l'ho capita: il perché in Millennium Actress io abbia trovato un po' di difficoltà a seguire le vicende (dove mette mano Otomo la storia va a farsi benedire). Sarò soggetto ad un caso precoce di arterosclerosi, ma i Monty Python cos'avrebbero in comune con Kon? L'unico film suo che si possa considerare autenticamente tragicomico è Tokyo Godfathers...
Ad Antonio che risponde a Limbes. No, secondo me i paroloni a cui si riferisce Limbes sono quelli esterni ai virgolettati (le uniche frasi attribuibili agli autori, I suppose), quindi sono farina del sacco del recensore del libro.
[<b>Moderatore</b>: Ah, ok, comunque non sono aggiunte di tuttocartoni - Antonio.]
Da quanto ho capito sembr un libro abbastanza interessante, chiederò a mio cugino se lo conosce e se lo ha inibreria, così magari primagli dò un occhiata e poi magari procedo cn l'acquisto.. Naturalmete prima però guardo come è stato sritto
A Kenzo e Antonio, Be', a dire il vero ci sono paroloni tra virgolette e anche fuori Comunque la frase più eclatante è <i>“Affastellamento d’immagine e montaggio quasi subliminale”</i>, che uno che non sa e arriva e la legge rimane °_° (Ma che vor di'??). Be', forse si sono compiaciuti un po' troppo della loro scrittura, questo è uno dei casi in cui un'immagine (un film) vale più di mille paroloni.
a me sembra un'analisi ben condensata e scritta bene; "Affastellamento d’immagine e montaggio quasi subliminale" significa che Kon utilizza l'impatto visionario delle sue immagini, sia per sostanza ( cioe' quello che rappresenta ) sia per come si susseguono, in maniera coerente al metacinema tra sogno e delirio; anzi, proseguendo specifica che non lo fa per virtuosismo, ma come linguaggio necessario alla vera anima dell'opera, cioe' la " complessità narrativa e teorica " alias l'opposto di Myiazaki, con il quale non ha secondo me nessuna attinenza, agli antipodi
Asse', sullo "scritta bene"... mmm, insomma; dài, potevano scriverla un po' meglio, certi periodi si avviluppano eccessivamente e si perde il filo. Su quel pezzo da me citato: be', non ho detto sia sbagliato, ovviamente, e nemmeno che non ho capito cosa intendono quelle parole; ma siccome all'inizio dell'articolo è riportato che il volume è "asciutto nei tecnicismi e nello stile", quel pezzo - come anche altri - è più indicativo per gli "addetti ai lavori" che non per un pubblico che si vorrebbe approssimare per la prima volta a un'analisi del genere, un pubblico per davvero asciutto.
Ormai tutti si rivolgono a Marco Müller per la prefazione ! (sua anche quella dell'ultima biografia di Miyazaki scritta da Alessia Spagnoli). Concordo con Limbes che la descrizione del libro sembra fatta apposta per allontanare un lettore normale. Comunque, i film di Satoshi Kon meritano.
Quali sono le frasi incomprensibili? Io non trovo che siano messe a caso. Non sono d'accordo con Kenzo perchè non è vero che "ogni autore/regista campato ha avuto un proprio stile e una propria originalità". Non c'è niente di più falso. Per il resto penso che le frasi e gli aggettivi usati siano stati presi in prestito agli autori.
Assenzio: quanti lettori "normali" (cosa vuol dire normale?) sanno chi è Satoshi Kon e leggerebbero un libro che analizza il suo cinema? Sarebbe come leggere un libro che analizza l'Ulisse di Joyce senza aver mai letto l'Ulisse, no?
comuqneu lo comprerò sicuramente, mi interessa parecchio (adoro i monorafici)