Intervista che non può non trovarmi d'accordo, lo "stile" di vendita del prodotto manga è come detto dal sensei obsoleto e soprattutto sfrutta i mangaka non trattando spesso un punto essenziale come quello economico. Mi troverei anche con il suo ideale di vendita, creare un rapporto tra autore e fruitore, questo sì che sarebbe un passo avanti anche per chi come me che probabilmente se ciò succedesse sarebbe più invogliato a "investire" in manga essendo sicuro della persona a cui va il compenso ^*
la questione non esiste solo per i mangaka ma si estende a tutte le cose in cui si può fare leva sulla PASSIONE VERA di chi lavora, purtroppo non si parla di servilismo, ma di gente che AMA ciò che fa' ed è disposta a tutto per realizzarla ...fatevi un giro tra gli studenti di archeologia (è l'unica cosa che ho vitsto da vicino ma ce ne sono molte altre) e vi renderete conto...
18.000 all anno non sono pochi soldi, ma se si pensa a quanto lavoro fanno e a che velocità lo devono fare (e anche bene) per rispettare le scadenze è niente quella cifra °-° sopratutto se l'opera è famosa e ha decine e decine di volumi ù.ù
Mmmmm.... è evidente che combiene di più essere editori che fumetisti/mangaka.
La cosa risulta triste....... di sicuro non si incentiva il mercato dei fumetti ( a parte le tasche degli editori, che come al solito fanno la parte dei padri/padroni e se ne infischiano).
Insomma: storia di tutti i giorni, e il panorama fumettistico sembra non fare eccezione.
Gran bella intervista. Stessa identica situazione a quella che si verifica nella maggior parte dei lavori "artistici" e non
Si spera che con la diffusione degli ebook e simili la situazione possa migliorare un pochettino, visto che loro purtroppo ci guadagnano pochissimo ed altri ci guadagna milioni
L'unica frase che mi lascia in parte perplesso è questa: "gli autori possano rendersi conto che c’è l’opportuintà di vendere direttamente ai fan, senza bisogno dell’intermediazione degli editori"
Sarà anche vero per gli autori più o meno affermati, ma per quanto riguarda i "novizi" il discorso è un pochettino più complesso.
Se da una parte penso che pochissimi si farebbero problemi ad acquistare un manga on-line di Toriyama (tanto per citarne uno) differente è il discorso dell'acquisto di un manga di un esordiente.
E' pur vero che stiamo assistendo alla nascita di un nuovo modo di vedere il mercato dell'editoria....anche se molti sembran voler rimanere ancorati a schemi ormai obsoleti
Non è la prima volta che esce una voce del genere, ma è la prima volta che invece becco un'intervista in cui viene detto tutto questo in modo così palese e diretto. Del resto, come si può pensare di cambiare le cose se nessuno le racconta pubblicamente?
"Sarà anche vero per gli autori più o meno affermati, ma per quanto riguarda i "novizi" il discorso è un pochettino più complesso."
E' vero, dato che mancherebbe un qualcuno a pubblicizzare quel manga impedendo così che venga conosciuto.
Però, anche se questi manga online si diffonderanno(che personalmente spero proprio di no perchè mi sà una cosa del tutto superflua) l'editoria non cesserà di esistere perchè giustamente si dovrà ancora stampare su carta e vendere i manga PRINCIPALMENTE con il vecchio sistema, vedendo così i mangaka ottenere meno rispetto agli editori.
Inoltre, se i manga online non avranno bisogno di editoria avranno comunque bisogno di un qualcosa che regoli le vendite, che metta dei prezzi ecc. e perciò ecco che si ripresenta il problema di prima.
Personalmente credo che per migliorare e/o cambiare l'intero sistema dell'editoria, l'uscita dei manga online non comporterà nessun cambiamento, poi non sò, vedremo in futuro come si evolveranno le cose.
Lo 0.1% di royalties sui volumi è ridicolo. Ok che gli editori sono furbi, ma anche l'autore deve essere davvero fesso a firmare un contratto del genere. Considerate che qui da noi i diritti d'autore sul prezzo di copertina di un romanzo sono più o meno dell'8-10%
Sicuramente il sistema è quello che è, nell'editoria giapponese, ma penso che gli autori siano colpevoli a loro volta nel farsi fregare così.
Il problema è che non sono "fessi" Hanno solo due alternative, o firmano oppure non lavorano per una determinata Casa Editrice, e visto che le bollette poi alla fine non si pagano con l'arte, son costretti a firmare (almeno la maggior parte).
@ Devil Gli stessi identici discorsi si stanno facendo anche il altri forum dedicati ai libri. Sarà molto interessante vedere come si evolverà il mercato.
I Grandi Colossi avranno la meglio anche questa volta, oppure i "piccoli" riusciranno a farsi valere???
che schifo di sistema...quindi l'unico modo per fare qualcosa e affermarsi in modo da vendere milioni di gadget,sfornare da un'anime lunghissimo,un sacco di film...vebbè che da grande ho deciso che gli anime tratti dai miei manga li faccio io. va che è meglio va....
il mondo e fatto per i FURBI! anche se mi sembra un po strano che un mangaka di buona fama guadagni un po di piu di un operaio....
Kira85 (anonimo)
- 14 anni fa
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Sato ha tutta la mia ammirazione e stima: non posso non apprezzare lo spirito di iniziativa e l'indipendenza che dimostra. Adesso sarà anche libero di far procedere la storia nella direzione che preferisce lui. Secondo me una delle tante ragioni per cui il mercato giapponese è in crisi è che si controlla un po' troppo l'andamento di un fumetto. E' normale è comprensibile cercare di sfruttarne il successo, ma da quello che leggo in giro si sta arrivando a livelli di pressione eccessivi e si banalizzano troppo le trame. :/ E' pur vero che avere un nome noto ti favorisce nella vendita online dei tuoi fumetti ma non penso che uno sconosciuto non possa trarne vantaggio. Non ne so moltissimo, ma il mio dubbio è che siccome in Italia non sfruttiamo il mezzo Internet in tutte le sue potenzialità, ci sembra impossibile il concetto di vendere online bene. Mentre inizio a leggere in giro di scrittori americani, totalmente sconosciuti che vendono bene quanto uno scrittore conosciuto passato sul web. Staremo a vedere l'evoluzione di questa situazione e auguro a Sato buona fortuna.
Quest'intervista è stata davvero illuminante ed interessante. Concordo in piendo con quanto detto da Shuho Sato e spero vivamente che, grazie a questo suo intervento, l'editoria giapponese possa venire maggiormente incontro ai mangaka.
Intervista molto interessante che in effetti lascia pensare parecchio; non tutti si chiamano Dragon Ball, One Piece, Naruto, Bleach ecc. dove si riesce a guadagnare più che discretamente anche dal merchandising che ne deriva, però purtroppo è così, il mercato gira principalmente con i titoli di un forte richiamo mediatico, gli altri come il quì presente Shuho Sato sono costretti ad arrancare nelle retrovie con stipendi ridicoli, ed è un peccato.
Gran bella intervista davvero, anche se per un appassionato è triste dover leggere queste cose Soprattutto non avrei mai detto che un mangaka iniziasse a lavorare spesso senza sapere nemmeno a grandi linee SE e QUALE minimo garantito gli verrà attribuito...forse perché è così felice di fare questo lavoro che alla questione monetaria in un primo momento non ci si da tanto peso, ma poi ....
Me l'aspettavo una cosa del genere, comunque son le solite ingiustizie e sfruttamenti del Giappone...
<i>Mi pare che abbiano paura delle opportunità fornite dalle pubblicazioni digitali e, soprattutto, del fatto che gli autori possano rendersi conto che c’è l’opportuintà di vendere direttamente ai fan, senza bisogno dell’intermediazione degli editori, facendo così venir giù tutto un vecchio apparato obsoleto e marcio</i> Esatto, proprio questo dovrebbero iniziare a fare, così i manga costerebbero meno e i mangaka guadagnerebbero di più. Meglio di così?
Secondo me è il mercato che è troppo statico in mezzo a un mondo in continuo mutamento, e se gli editori non lo capiranno la crisi continuerà a logorare il tutto... Ci vuole senza dubbio un compromesso tra editore e artista, e tra editore e cliente... sì, cliente. Se invece di essere intolleranti verso le scan online cominciassero a pensare a un sistema LEGALE e a prezzo ragionevole per far leggere le loro opere, probabilmente avrebbero dei guadagni... sperando che l'artista di conseguenza guadagni di più.
E' successa una cosa simile in America negli anni 90 con la nascita dell'Image. In seguito alla rivolta di quei pochi autori,seguirono periodi di boom,di speculazioni,di crisi del settore e un generale decadimento del genere,tanto che molti appassionati ricordano con fastidio quegli anni. Adesso la situazione dei mangaka è diversa da quella dei colleghi americani,ma non vorrei che questa "ribellione" portasse ad un'ulteriore crisi del settore e un appiattimento verso il basso della qualità...
Dalloshh
- 14 anni fa
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Bell'articolo, anche se le notizie di cui parla non sono nuove, ormai il panorama editoriale, non solo del fumettista, ma anche dello scrittore ormai e' diventato questo: una manovra di pressione per l'incentivare il lavoro e quindi per il quadagno del capo e lo sfruttamento dell'artista.... Il maestro Sato e' uno dei pochi, o almeno così sembra, che si sia mosso contro il proprio editore, non dobbiamo stupirci...però come mai gli altri mangaka non si muovono? Hanno paura di perdere quei pochi soldi che quadagnano?
Gran bella intervista, anche se molto triste. Quando si parla di arte, infatti, in genere ci si rifugia dietro a cose palliative come la passione, il valore morale e intellettuale delle opere e cose del genere. Quest' intervista invece mostra la cruda verità: che la passione, cioè, da sola non basta. Sato, bene o male, si è fatto un nome: e i giovani esordienti, che purtroppo non hanno avuto la fortuna di aver trovato rifugio presso una grande casa editrice? Come vivranno, loro? Questo nessuno se lo chiede. Riguardo ai manga e il Giappone in generale c'è un po' troppo idealismo. Spero che grazie a questa intervista qualcuno possa aprire gli occhi (parlo in generale, non mi riferisco a nessuno in particolare).
Tutte cose che avevo già detto precedentemente. Non credo sia strano che nel mondo editoriale dei manga gli autori siano sfruttati, basta solo vedere le percentuali di guadagno. Il problema è che tutti dovrebbero pretendere di più, ma solo pochi hanno il coraggio di farlo. Per questo non cambierà mai nulla.
Uhm ... prima di tutto, voglio complimentarmi con Sato, poiché ha fatto un esauriente discorso sulla situazione del mercato fumettistico in Giappone (anche se, ahimé, non riguarda solo i fumetti o il Giappone ... ), veramente molto schietto, molto coraggioso. In seguito, non posso fare a meno di constatare che l'unico ideale che guida gli editori, spesso, anzi, quasi sempre, è l'avidità. Siamo partiti dall' oppressione dell'autore, appunto, e per adesso siamo arrivati al blocco delle scans online ... mi chiedo dove arriveremo di questo passo. Forse troveremo qualche loro delegato nelle fumetterie che si accerti che non vengano effettuati noleggi o letture "a scrocco"? Chi può dirlo. Non posso fare altro che augurarmi che vi sia una presa di coscienza collettiva, magari anche grazie a persone come Sato, e che finalmente gli editori provino sulla loro pelle gli effetti del detto "Chi troppo vuole, nulla stringe.".