Molto interessante il punto sulla posizione della donna nel mondo del fumetto. Fa bene che si sappiano certe cose. Mi spiace solo di non riuscire ad andarla a vedere a Romics :-/
Leggendo l'intervista, o meglio, questa sorta di succinta autobiografia, ho avuto modo di comprendere quanto fosse contestata la figura della donna lavoratrice in quel periodo, e non parliamo di un'epoca remota, ma di cinquant'anni fa. Trovo che sia davvero crudele dire a una giovane donna ai suoi esordi nel mondo del lavoro che è pressochè inutile che si dia tanta pena in ciò che fa in quanto il suo posto è quello, esclusivo, delimitato dalle mura domestiche. Forse proprio per rovesciare questa prospettiva la Ikeda ha deciso di inserire in diverse sue opere dei personaggi femminili che cercano strenuamente, con tutte le loro forze, di dimostrare a un universo tutto al maschile che anche loro possono imporsi, magari con qualche sofferto sacrificio nascosto in seno e che produce, facendo risuonare la sua eco, dei profondi drammi esistenziali. Comunque, complimenti vivissimi alla Sensei che, seppure si avvii a compiere 63 anni, si tenga molto bene. Mia madre, non appena l'ha vista, ha pensato che fosse una donna sulla cinquantina.
Articolo ben impostato anche se leggermente diverso da una vera e propria intervista. Oggi la Ikeda è un'altra persona, che sì, rimane colei che ha creato pazzescamente opere originali e profonde, ma che ha il difetto di godere troppo del suo successo. Proprio questo pomeriggio al Romics di Roma mi sono stupito di quanto potesse avere appassionati (me incluso) che forse è grazie a loro che continua dopo anni e anni a tener alto questo grande successo e non sarebbe stata una cattiva idea se al posto di tante di quelle cose inutili dette e fatte durante il suo incontro pubblico, avesse dato più spazio ai fan.
Oggi ho sentito il suo discorso per una mezzoretta, e m'è bastato per capire che si tratta di un bel pezzo di donna, una persona con le idee a posto.
@Broken: non ho capito di preciso che vuoi dire, per caso poi ha fatto (o non fatto, che avrebbe dovuto fare) qualcosa di male? Io me ne sono andato alle 4 e mezza...
mageta (anonimo)
- 14 anni fa
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''Il mio è un paese con venti secoli ricchi di storia eppure la maggior parte delle persone che incontro lo ricordo solo per i manga''
Bisogna ricordare alla signora Ikeda che il giappone a sempre avuto una politica di chiusura rispetto al resto del mondo, motivo principale per cui è rimasto un IMPERO. Quindi non si arrabbi quando la gente riconosce solo i manga in giappone
No, non ha fatto nulla di male per carità e come persona credo sia eccezionale, come d'altronde aspettavo da tempo guardandola solo in foto su internet, ma è riuscita ad amareggiarmi per il fatto che alla fine -in combutta con quelli del Romics- non ha dato molto spago ai fan. Insomma c'è gente come me che ha sborsato 7,50€ solo per vederla di nuovo, e non per stare in mezzo a tutti quei cosplayers e a soffrire in quell'atmosfera strana
Nemo (anonimo)
- 14 anni fa
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Il finale con i tizi del musical se lo potevano risparmiare... io lì sono andato via. Alcune domande le hanno fatte fare ai fan, ma ragazzi, la gente non sa porre le domande, alcuni facevano dei discorsi senza capo né coda, pensieri astrusi non interrogativi... quindi gli organizzatori hanno deciso di tagliar corto...
Ma poi l'Ikeda li ha fatti gli autografi?
capannone buio, acustica schifosa e un freddo cane mentre fuori faceva caldo... sono gli altri deterrenti altri deterrenti
intervista interessante, ma onestamente mi sarei aspettato qualcosa di un po' più "corposo"... comunque è già un'ottima cosa avere a disposizione quele poche parole della Somma!
<i>Il mio è un paese con venti secoli ricchi di storia eppure la maggior parte delle persone che incontro lo ricordo solo per i manga</i> si sa che l'immagine di un qualunque paese all'estero è completamente diversa da quella reale... noi italiani in teoria siamo tutti mafiosi! e comunque è grazie ai manga e agli anime che molte persone si sono interessate alla storia e alla cultura nipponica; io per esempio sono stato a Tokyo quest'estate e ho iniziato settimana scorsa a fare un corso di lingua giappa proprio perchè sono un appassionato!
<i>Frequentavo l'università di Tsukuba e studiavo filosofia: la mia scelta di lasciare gli studi a 24 anni per dedicarmi ai manga deluse le aspettative della mia famiglia, ma soprattutto complico la mia esistenza: entravo in un mondo di dominio maschile e me lo fecero capire subito</i> e vorrei vedere! io non avrei mai il fegato di mollare gli studi e fare un salto nel buio in un mondo a me ostile! complimenti per la determinazione!
<i>questo in un paese fortemente sessista, perché negli anni 70 in Giappone una donna che decideva di lavorare era fortemente osteggiata</i> pensare che da noi in quegli anni le donne stavano lottando ardentemente per la loro emancipazione... in Giappone saranno i numeri uno della tecnologia, ma in quanto a costumi sono rimasti al medioevo!
<i>Ed il sessismo è ben presente anche ne mondo dei manga, dominato dagli uomini negli anni 70, è stato durissimo e se possibile ho dovuto lavorare anche più di loro, pur essendo pagata un terzo: una volta ho disegnato per tre giorni e tre notti consecutive senza mangiare</i> se i manga sono il riflesso della società e della cultura, è ovvio che anche lì ci sia il dominio maschile... certo che i ritmi lavorativi erano allucinanti anche allora!
<i>Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile</i> grande maestra Ikeda! se le donne giapponesi non vanno in piazza, ci pensa lei a combattere per i loro diritti attraverso i manga!
questa donna è un mito! è riuscita ad affermare la sua persona e il suo sesso in una società spietata e attraverso un mezzo (a quel tempo) minore rispetto alla televisione e ai libri! ma in fondo le sue opere sono dei libri! Riyoko Ikeda banzai!